Utente:Arianna Fornasari/Sandbox22

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Nemesio Orsatti (Pontelagoscuro, 28 agosto 1912Ferrara, 26 gennaio 1988) è stato un pittore, incisore e scultore italiano, considerato un'importante figura dell'incisione italiana del Novecento, allievo di Giorgio Morandi.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Gli inizi[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Pontelagoscuro, frazione industriale ed ex porto fluviale di Ferrara, è figlio di un artigiano, il cavaliere Ugo - il quale aveva inventato e brevettato una particolare pittura murale per l'industria, Imbiancatura Orsatti - che lo introduce nella sua azienda, dove inizia la sua esperienza nella pittura. Già attivo nella pittura a soli dieci anni, nel '27 inizia a lavorare in fabbrica per mantenersi agli studi e viene ricoverato per la prima volta ad Arco a causa di una malattia che lo colpirà diverse volte negli anni a venire. Decide di iscriversi nel 1931 alla prestigiosa Scuola d'Arte Dosso Dossi di Ferrara.[1] Allievo di Gaetano Previati e Giuseppe Mentessi, docente di riferimento è Angelo Longanesi-Cattani che inizia Orsatti ad un perfezionamento stilistico assimilabile a quello dei propri maestri, ben visibile nella differenza tra lo studio preparatorio di Dopo la battaglia e l'opera finita (1935), influenza, soprattutto di Mentessi, riscontrabile anche in altri studi ed opere di quel periodo.[2]

Dopo essere stato nuovamente ricoverato da novembre 1934 per qualche mese ad Arco, in estate inaugura la sua prima mostra di pitture e sculture a Pontelagoscuro, Vetrina di Cencio Pescarini, ottenendo lusinghieri apprezzamenti. Riprende la frequentazione della Dosso Dossi e trova studio in via Breveglieri a Pontelagoscuro. Viene premiato alla Mostra Pre Littorale dell'Arte; si dedica al pastello e all'acquerello, acquisendo pure una particolare tecnica nell'affresco ed eseguendo il primo nudo con modella.[3]

Nel 1937 supera gli esami di ammissione all'Accademia di belle arti di Bologna ed è ammesso al corso di pittura tenuto da Virgilio Guidi. L'anno successivo sposa la fidanzata Margherita Pagliarini e visita per la prima volta i musei bolognesi. Nel '39 esegue la sua prima incisione, Tre teste[4], sotto la guida di Giorgio Morandi, che ne trattiene la lastra.[5]

Nel 1940 abbandona il corso di pittura e si iscrive a quello di decorazione tenuto da Giovanni Romagnoli. Con l'affresco La Madonna del grano partecipa ai Pre Littoriali di Bologna vincendo il 3º premio. Nel 1941 ottiene la maturità all'Istituto Adolfo Venturi di Modena e si diploma all'Accademia: di quest'anno è il primo trasporto di affresco su tela, Ragazza di profilo, elogiato da Antonio Bueti sul Corriere Padano del 24 luglio.[6] L'anno successivo ottiene un incarico temporaneo alla Dosso Dossi, interrotto da una nuova ricaduta e conseguente ricovero ad Arco da febbraio sino al 7 settembre dell'anno dopo. In quel periodo partecipa a Ferrara alla IX Mostra interprovinciale sindacale dell'Emilia Romagna e alla I Nazionale del GUF. Nel 1944, a causa della guerra, deve sfollare a Tresigallo e poi a Fiesso Umbertiano: qui lavora con mezzi di fortuna, non avendo lo studio. Rientra a Ferrara nel 1945, ottenendo uno studio alla Dossi, mantenuto sino al 1950.[7]

Il dopoguerra e la fama[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1946 chiede una casa al Comune avendola persa durante i bombardamenti e ottiene anche la riammissione all'insegnamento di Pittura e Figura alla Dossi e partecipa, su invito di Rezio Buscaroli, al I Convegno Regionale dell'Alta Italia del Movimento Neoromantico di cui fa parte anche Luigi Servolini, fautore di un rilancio dell'incisione italiana a livello internazionale e col quale Orsatti intratterrà un rapporto duraturo nel tempo. A causa della mancanza di torchio, non può stampare la serie di incisioni dedicata al conflitto, iniziata nel '44 ...e quando passa la guerra, riuscendovi solo l'anno successivo grazie al materiale ricevuto in regalo da un'amica.[8] Nell'estate del '47, esegue una serie di vedute della costa ligure - dove si reca in vacanza col figlio - e grazie ai contatti intrapresi qualche tempo prima, riesce ad esporre in collettive di gallerie a Milano, Rovigo, Reggio Emilia e Cannes mentre a Ferrara vince il II premio al concorso per la decorazione del Palazzo Roverella. Il '48 lo vede elogiato, particolarmente riguardo agli affreschi, dai critici Alberto Maria Inglese e Giuseppe Ravegnani mentre alcune sue opere vengono riprodotte da diversi giornali e riviste mentre partecipa alla Quadriannale e con personali a Rovigo e Rovereto. Il Ministero della P.I. acquista il suo affresco Maternità (1949) mentre l'artista abbandona momentaneamente l'incisione a causa di danni provocati dagli acidi usati ma continuando ad esporre (Milano, due volte a Bologna, Reggio Emilia,Venezia). L'anno successivo ottiene un incarico annuale alla Dossi per insegnare Figura e scuola del nudo senza però riuscire ad esporre a Londra e in Argentina e nemmeno ad iscirversi alla scuola romana di restauro diretta da Cesare Brandi. La sua acquaforte Incubo viene acquistata dalla Civica Raccolta Bertarelli di Milano, opera che porta alla XXV Biennale veneziana. Produce un'ulteriore serie di acqueforti dedicate alla Resistenza successivamente a quelle del '43 e '45. La coeva scultura prende un taglio cubista in opere come Il seminatore, Europa 1940-1945, Ai caduti della Resistenza e solo parzialmente nel resto della sua produzione mentre vira verso i soggetti paesaggistici nella sua pittura. Nel 1951 riceve una visita di Raffaele De Grada e vince il Premio Nazionale di Pittura, città di Monza con Piccole Cucitrici[9] ed il premio Il Delta del Po e le sue genti a Ferrara con Palude, divenuta poi proprietà della promotrice CdLT;[10] in alcune sculture (Il Bacio, La morte del fauno, Gli amanti) cerca di impiegare un cubismo meno geometrizzato rispetto al precedente ma abbandona a breve tale ricerca.[11] Alfredo Petrucci lo invita alla mostra di incisioni raffiguranti animali ad Anversa (1952) ma rifiuta le opere proposte da Orsatti. Questo è un anno altalenante riguardo le recensioni ricevute: Leonardo Borgese lo fa esporre nuovamente al Comunale di Ferrara ma Claudio Savonuzzi rifiuta di recensirlo ritenendo troppo descrittivo il suo approccio al paesaggio, al contrario di Renato Sitti che lo elogia invece per l'impegno sociale della recente produzione e per la visione paesaggistica idilliaca. Con quest'ultimo ed Ervardo Fioravanti, progetta l'allestimento della prima Mostra d' Arte dei Pittori Realisti Ferraresi (1953): assieme a Fioravanti, Tassini, Fabbri, Virgili, Zucchini, Farinella e Cattabriga, è tra gli artisti immortalati da Florestano Vancini nel documentario Al Filò, nato dall'esperienza dell' omonimo circolo artistico ferrarese.[12] Partecipa al concorso per la cattedra di Pittura e di Direttore dell'Accademia Carrara, ruolo in precedenza ricoperto dal concittadino Funi. Premiato a Reggio Emilia con La gola (pubblicata sulla Gazzetta Padana del 27 dicembre), incisione poi acquistata dal Comune reggiano, produce quasi esclusivamente incisioni di soggetti dal vero tranne la serie I Vizi Capitali (per la quale ottiene un premio dalla P. I.) oltre a qualche scultura (La forza, La toeletta, Adamo ed Eva) che segnerà la chiusura pressochè definitiva con tale arte, nella quale non riesce ad ottenere i risultati sperati. Si iscrive all'Associazione Nazionale Incisori Italiani (1954) e vince per l'Incisione (Vecchie contadine emiliane) e la Pittura al VII Premio Suzzara mentre l'acquaforte Rete da pesca sul Volano viene premiata all'Interprovinciale di Copparo dopo esser stata presentata alla II Biennale Nazionale del Disegno e dell'Incisione Contemporanea a Forlì. Oltre a numerose incisioni, produce olii a carattere impressionista (es. Case al parco) e qualche scultura (Donna incinta, Risveglio, Sulla spiaggia, Amplesso amoroso, La danza del cigno) stavolta ispirate a Brâncuși e Arp[13] i quali gli fanno ottenere «un'interpretazione soggettiva e plasticamente personale [...] dal 1955 al 1968 lascio la scultura per approfondire le mie ricerche in pittura ed incisione»[14] Il Comune di Ferrara gli commissiona nel 1955 una serie di incisioni vedutiste.[15] Nel 1957 viene premiato, alla rassegna d'arte di Suzzara, accanto al pittore torinese Pietro Martina[senza fonte].

Del dicembre del '57 è la sua seconda personale milanese (Galleria San Fedele) per la quale stampa a sue spese il catalogo e dipinge il suo ultimo affresco, Giocoliere, volendo ripetere i precedenti successi ottenuti. Viene premiato al ferrarese Lascito Niccolini e ottiene un premio acquisto (incisioni Luna park e Nel padiglione degli specchi) alla X Mostra d'Arte Interregionale di Copparo. Viene inoltre segnalato da Servolini tra i partecipanti più degni alla Biennale di Reggio Emilia.[16] Tra il '58 e il '62 e sino a metà degli anni Settanta, la sua pittura vira all'astrazione, mentre nel frattempo la sua produzione si fa discontinua a causa dei problemi di salute. Espone nel frattempo nuovamente a Milano, Venezia e Roma e viene invitato sia in Polonia che a Parigi, Vienna e Bucarest: nel '60 vince il II premio al Concorso Necchi-Legler di Pittura a Milano, incoraggiato nella sua ricerca dal critico Marcello Venturoli e partecipa all'itinerante Mostra italiana d'Arte Grafica da Lubiana a Zagabria ed Antwerpen. Le critiche relative alle mostre di Ferrara, Verona e Parma siglano da un lato il fervore, la ricerca di novità e la continuità coi Maestri del passato e dall'altra, per alcuni, una svolta verso l'astrazione che non convince ancora del tutto.[17] Espone in numerose gallerie (1963) e partecipa alla mostra di incisioni organizzata dalla Calcografia Nazionale e dei Ministeri della P. I. italiano ed austriaco (Vienna, Graz, Linz). Nel 1964 Sitti lo invita ad esporre le sue opere per il ventennale della Resistenza, mostra che si terrà l'anno successivo col titolo Arte e resistenza, nella chiesa di san Romano a Ferrara e le cui opere vengono riprodotte sulla rivista del Comune ferrarese; ottiene premi acquisto per il Musée des Beaux Arts di Le Locle, alla Mostra Regionale d'Arte di Bologna (incisione Contro la guerra nucleare) e per la Cooperativa Fornaciai alla Mostra d'Arte Contemporanea Emilia Romagna di Bologna. Nel '66 con Giuseppe Virgili, Ervardo Fioravanti, Marcello Tassini e Gigi Maini, prende parte alla mostra Cinque Artisti Ferraresi tenutasi a Palazzo dei Diamanti; ottiene i premi Francesco Francia alla Mostra d'Arte Contemporanea Emilia Romagna (incisione Partigiani seviziati), a Cittadella alla Biennale dell'Incisione Contemporanea italiana (espone La quercia sfrondata, Paludi ed altri disegni) e la medaglia d'oro per l'incisione con La morte del passero ad Auronzo. Espone disegni acquarellati alla Galleria Duca d'Este di Ferrara e Il Resto del Carlino pubblica tre delle sue opere sulle proprie pagine; partecipa a diverse collettive e premi al Lido degli Estensi, Suzzara, Faenza e Cento. Dopo più di un decennio, nel 1968 torna alla scultura, portando a termine nell'anno successivo La raccoglitrice di legna, Nel bosco, L'urlo nel bosco e Il boscaiolo, dichiarando nel '70 di avvicinarsi «ancor più tecnicamente alla pittura ed all'incisione dello stesso periodo»: le sculture più rilevanti sono Il bacio, La cornamusa, L'amore e Gli amanti nel bosco, di pregio come le incisioni a differenza degli olii, la cui produzione resta limitata.[18] Nel 1971 sposta lo studio a Palazzo Massari e in un'intervista al Carlino, lamenta di essere più conosciuto altrove che a Ferrara. Presenta un'antologica di incisioni 1940/1970 dapprima a Venezia e successivamente (1972) a Bologna, Verona e Argenta. Nel '74 tiene una personale di affreschi e incisioni alla Galleria La faretra di Ferrara. Dal '75 al '77 è socio della Cooperativa Arti Visive, propone altre antologiche, suscitando il parere favorevole della critica. Vince il II premio per il Ritratto (1977) a Palazzo Doria[Quale?] di Genova partecipando alla VII Rassegna di pittura, grafica e scultura «La Cornice d'oro», ottenendo il II premio per il ritratto. Un'altra antologica, di opere dal '41 al '51, viene presentata al Centro Polivalente di Bagnacavallo tra dicembre '77 e gennaio '78. Trasferisce lo studio in Corso Isonzo n. 53 e continua a tenere personali in Italia e all'estero (Bucarest) oltre a partecipare a diverse collettive, venendo premiato a Copparo nel 1985. Dopo una lunga pausa, nel 1980 riprende a dipingere, soprattutto acquerelli, senza mantenere una costante continuità.[19]

Le sue condizioni di salute si aggravano particolarmente a metà anni Ottanta: muore il 26 gennaio 1988 a Ferrara, appena un anno prima della prestigiosa mostra dedicatagli a Palazzo dei Diamanti. [20]

Principali esposizioni[modifica | modifica wikitesto]

Partecipò numerose volte a prestigiose collettive italiane, tra cui:[21]

  • Quadriennale d'Arte di Roma, [[anni....
  • Biennale di Venezia, [[anni

Oltre alle sopracitate, vi furono:

  • 1934
    • Pre Littorale dell'Arte
  • 1940
  • 1941
    • III sindacale nazionale d'Arte, Milano
    • Gruppo Magnani, Ferrara (collettiva)
  • 1942-1943
    • IX Mostra interprovinciale sindacale dell'Emilia-Romagna
    • I Nazionale del GUF
    • Ferrara-Munster, Palazzo dei Diamanti
  • 1946
    • Personale di pittura e incisioni, Castello Estense, Ferrara
  • 1947
    • Mostra dell'Incisione italiana d'oggi, Cannes
    • premio Auronzo
  • 1948
  • V Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma (Toletta)
  • Mostra Nazionale d'Arte Contemporanea, Milano (Ragazza emiliana, affresco su tela)
  • Galleria Grande, Milano, personale
  • 1949
  • La Bella Italiana nella Pittura Contemporanea, Milano (Donna del mio paese)
  • Galleria La valigia, Venezia (serie ...e quando passa la guerra)
  • V Mostra Italiana d'Arte Sacra (incisioni Il Vangelo, Deposizione, Scene del Venerdì Santo)
  • 1950
  • XXV Biennale di Venezia
  • Premio Gallarate (Figura in verde)
  • VI Mostra Italiana d'Arte Sacra (Cristo deriso, San Giovannino)
  • Ridotto del Comunale, Ferrara, personale
  • 1951
  • Lascito Niccolini, Ferrara
  • III premio Nazionale dell'Incisione e del Disegno, reggio Emilia
  • VI Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma
  • Invitato alla mostra Nazionale di Arte Sacra di Assisi
  • 1953
  • IV Nazionale Disegno e Incisione, Reggio Emilia, premiato con La gola
  • 1954
  • VII Premio Suzzara
  • Mostra Nazionale dell'Incisione Italiana, Bruxelles;[22] Parigi; Musée des Beaux Arts, Nancy
  • Mostra Internazionale dell'Incisione Contemporanea, Milano
  • 1955
  • premio Abruzzini (Bambini in strada)
  • Biennale dell'Incisione, Venezia
  • VII Quadriennale, Roma
  • Mostra d'arte contemporanea, Bologna
  • 1956
  • Palazzo Sormani, Milano ((Bottega di maschere, Farfalle)
  • Ridotto del Comunale, Ferrara, personale (I Vizi Capitali)
  • Biennale Nazionale del Disegno e dell'Incisione, Forlì
  • Premio Suzzara
  • Mostra d'Arte Contemporanea, Bologna (affresco Cristo deriso, encausto Aringhe dorate)
  • 1957
  • Biennale dell'Incisione Contemporanea, Venezia
  • Mostra dell'Incisione, Atene
  • La Bella Italiana nella Pittura Contemporanea, Milano
  • Morgan's Paint, Rimini
  • 1959
  • Mostra Nazionale dell'Incisione Italiana Contemporanea, Milano
  • Bucarest
    • Morgan's Paint, Rimini (La spigolatura)
    • Quadriennale, Roma
    • Biennale dell'Incisione Contemporanea, Venezia
    • Palazzo delle Esposizioni, Roma (personale)
  • 1960
  • Mostra Nazionale del Bianco e Nero, Galleria Colonna, Milano
  • Regionale d'Arte d'Autunno, Bologna
  • VIII Quadriennale, Roma
  • Biennale dell'Incisione Contemporanea, Venezia
  • Galleria Montanari, Ferrara
  • Galleria La cornice, Verona
  • Galleria Camattini, Parma
  • 1961
    • IV Biennale dell'Incisione Italiana Contemporanea, Venezia
  • 1962
  • Galleria Il cancello, Bologna (personale)
  • Galleria L'agostiniana, Roma
  • Premio Bianco e Nero, Cesena
  • Galleria Verrocchio, Pescara
  • Galleria Il panfilio, Ferrara
  • 1963/64
  • Galleria Il cancello, Bologna
  • Biennale di Pittura Contemporanea "Premio Città di Caorle" (Nel parco di Villa Strà)
  • Bottega dei Crociferi, Roma
  • Mostra Regionale di pittura "Federico Bernagozzi", Portomaggiore
  • IV Premio regionale Bianco e Nero, Argenta (Il passero)
  • Galleria Garofalo, Rovigo (personale)
  • Arte e resistenza, chiesa di san Romano, Ferrara; Copparo; Argenta (personale)
  • 1965
  • Biennale dell'Incisione Contemporanea, Venezia (Partigiani seviziati, I due generali, La superbia)
  • Intergrafik, Berlino est
  • 1966
  • Cinque Artisti ferraresi, Palazzo dei Diamanti
  • Rassegna del Bianco e Nero, Torino
  • 1967
  • Galleria Duca d'Este, Ferrara (personale)
    • Intergrafik, Berlino est
  • 1968
    • II Biennale Internazionale de Mérignac, sezione pittura
  • 1970
    • Intergrafik, Berlino est
  • 1971
  • Galleria Stevens, padova
  • Galleria Venezia viva, Venezia (antologica)
  • 1972 o 73??
      • Galleria Bolzani, Milano (dipinti)
  • 1972
  • 1972, a Parigi, aderisce alla collettiva di incisioni alla Biblioteca Nazionale.

1974

    • Galleria La faretra, Ferrara
  • 1977
    • VII Rassegna di pittura, grafica e scultura "La Cornice d'oro", Palazzo Doria, Genova
    • Premio Bernagozzi, Portomaggiore
    • Palazzo Bellini, Comacchio (personale)
    • Biennale d'Arte Sacra Contemporanea, Reggio Emilia
    • Mostra promossa dall'Associazione Incisori Veneti, Bondeno (collettiva)
    • Galleria Merli, Ferrara
    • Arte e Resistenza in Italia, Palazzo Re Enzo, Bologna (collettiva)
  • 1985
    • Personale alla Galleria Dosso Dossi, Ferrara
    • Premio Copparo 1952-1968 (Chioggia, Nel padiglione degli specchi)
    • Immagini della memoria 40 anni dopo, Bologna (collettiva)

Retrospettive[modifica | modifica wikitesto]

  • 1989 - Nemesio Orsatti - Dipinti, acqueforti, disegni e sculture: 1934-1975, Palazzo dei Diamanti, 25/2-16/4/1989.
  • 1992 - Attorno al Po, a cura di Giacomo Savioli, Ferrara.
  • 1992 - Centro Civico Pontelagoscuro, 28/11-13/12.

Illustrazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • 1954 - Mattino in Incisione italiana di cinque secoli di Luigi Servolini[23]
  • 1967 - Tra il zunch e il cann di Bruno Pasini.[24]

Opere in collezioni pubbliche[modifica | modifica wikitesto]

Oltre ad opere conservate in collezioni a Copparo, Portomaggiore, Suzzara:[25]

  • Sette acqueforti, Collezione CaRiFe[26]
  • Palude, 1950, pittura ad encausto su tela gessata, collezione artistica della CdLT, Ferrara[27]
  • Primavera, 1955, acquaforte su carta, collezione della Camera di Commercio, Ferrara[28]
  • L'albero, tempera e olio su faesite, 1964, Museo Civico, Bagnacavallo[29]
  • Fiori campestri, olio si faesite, 1960, Galleria d'Arte Moderna Aroldo Bonzagni, Cento[30]
  • Foglie d'autunno, tempera e olio su faesite, s.d., Collezione "Fondazione Lercaro", Ponticella di San Lazzaro (BO)[31]
  • Risveglio di primavera, tempera e olio su faesite, 1959, Collezione Civica d'Arte Contemporanea, Firenze[32]
  • Palude, tempera e olio su faesite, 1963, Civica Galleria d'Arte Moderna, Bologna[33]
  • Sull'argine del Po, acquaforte su carta, s.d.[34]

Numerose sono le opere nella Collezione Orsatti a Ferrara e in diverse collezioni private.

Premi e onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Oltre a quelli già citati:


A Pontelagoscuro sono state intitolate ad Orsatti una Sala espositiva nel Centro Civico (via Risorgimento, 4) ed una via.[35]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ 1989, p. 298.
  2. ^ 1989, pp. 18-20, opere pp. 47 e 100-101.
  3. ^ 1989, p. 298.
  4. ^ incisori.
  5. ^ 1989, pp. 298-299.
  6. ^ 1989, pp. 298-299.
  7. ^ 1989, p. 299.
  8. ^ 1989, p. 299.
  9. ^ 1989, p. 300.
  10. ^ CdLT, p. 110.
  11. ^ 1989, p. 301.
  12. ^ Lucio Scardino, Al «Filò», ovvero otto artisti e un cineasta nella Ferrara del Neorealismo. In Il cinema in Padania, Rosenberg & Sellier, 1989, anno III, n. 5-6.
  13. ^ 1989, p. 301.
  14. ^ 1989, p. 302.
  15. ^ incisori.
  16. ^ La Nuova Italia Letteraria, febbraio, pp. 70-76.
  17. ^ 1989, p. 302.
  18. ^ 1989, p. 303.
  19. ^ 1989, p. 304.
  20. ^ 1989, p. 304.
  21. ^ 1989, Lista completa pp. 305-312
  22. ^ Invitato alla collettiva Exposition de l'Association Nationale des Graveurs Italiens.
  23. ^ 1989, p. 301.
  24. ^ CdC, p. 76.
  25. ^ CdC, p. 76.
  26. ^ Carife.
  27. ^ CdLT, pp. 44 e 127.
  28. ^ CdC, pp. 76-77 e 104.
  29. ^ 1989, pp. 77 e 275.
  30. ^ 1989, p. 249.
  31. ^ 1989, p. 254.
  32. ^ 1989, p. 255.
  33. ^ 1989, p. 270.
  34. ^ N. 61 in: Lucio Scardino (a cura di), La raccolta d'arte del Centro Civico di Pontelagoscuro, Ferrara, Liberty house, 2000.
  35. ^ 1989, Lista completa pp. 305-312

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Comune di Ferrara - Civica Galleria d'Arte Moderna di Ferrara, Nemesio Orsatti - Dipinti, acqueforti, disegni e sculture: 1934-1975, Ferrara, Gabriele Corbo Editore, 1989, ISBN 88-85668-35-6.
  • Nemesio Orsatti (1912-1988), «Attorno al Po» - Mostra di acqueforti, Liberty house, Ferrara, 1992, catalogo della mostra 28/11-13/12/1992, Centro Civico di Pontelagoscuro, a cura di Giacomo Savioli.
  • Lucio Scardino, Nemesio Orsatti, in Incisori ferraresi del Novecento, Ferrara, Liberty house, 2001, pp. 82-83.
  • Francesco Loperfido e Lucio Scardino (a cura di), Nemesio Orsatti, in Arte e lavoro - La collezione artistica della CdLT di Ferrara, Ferrara, Liberty house, 1993, pp. 44-45, 110, 127. Catalogo della mostra omonima, Chiesa di san Romano, Ferrara, 5-20/6/1993.
  • Lucio Scardino, Nemesio Orsatti, in Il patrimonio artistico della Camera di Commercio di Ferrara, Ferrara, Liberty house, 2000, pp. 76-77 e 104. Catalogo della mostra omonima, 16-24/9/2000, Centro Mostre E.F.E.R., Ferrara
  • Cassa di Risparmio di Ferrara, La Cassa per le arti figurative moderne, in CRF 150 anni - I centocinquantanni della Cassa di Risparmio di Ferrara, Ferrara, Cassa di Risparmio di Ferrara, 1988, p. 96.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]