Utente:Antonio Ungaro/Sandbox

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{{S|ciclismo}}

Federazione Ciclistica Italiana
Disciplina Ciclismo
Fondazione1885
NazioneBandiera dell'Italia Italia
ConfederazioneUnione Ciclistica Internazionale
Union Européenne de Cyclisme
SedeBandiera dell'Italia Roma
PresidenteBandiera dell'Italia Renato Di Rocco
Sito ufficialewww.federciclismo.it/

La Federazione Ciclistica Italiana (F.C.I.) riunisce, in un unico ente, tutte le società, associazioni sportive e tesserati che praticano il ciclismo; ha natura di associazione con personalità giuridica di diritto privato ed è elencata nella legge 16.2.1942, n. 426. [1] [2]

La F.C.I. provvede allo sviluppo, alla promozione, all’organizzazione, alla disciplina e alla tutela del ciclismo, su tutto il territorio nazionale, in tutte le sue forme e manifestazioni, nonché la formazione di atleti e tecnici. Mantiene il rapporto di fiducia con tutti i soggetti che contribuiscono al raggiungimento delle sue finalità ed intende operare nel pieno rispetto della legge e dei principi di chiarezza e trasparenza e prevenire il rischio di comportamenti non etici nella pratica sportiva.

La F.C.I. è affiliata all’UCI, quale unica rappresentante del movimento ciclistico italiano e svolge la propria attività in osservanza alla deliberazioni e agli indirizzi del CIO, della Federazione internazionale e del C.O.N.I.. [2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La Federazione Ciclistica Italiana nasce, con il nome Unione Velocipedistica Italiana, a Pavia il 6 dicembre 1885 attraverso l’unione di 17 società ciclistiche, già operanti da tempo in Italia in forma autonoma. [3]

Nella seconda metà del 1884, quindi un anno prima della nascita della FCI, risultavano regolarmente costituite 25 società ciclistiche:

- Veloce Club Fiorentino, Firenze (15 gennaio 1870) - Presidente Gustave Langlade, segretario Alessandro De Sariette;
- Veloce Club Milano, Milano (17 marzo 1870) - Presidente ing. Angelo Genolini, segretario dott. Mauro Sormanni;
- Veloce Club Torino, Torino (1875) - Presidente Agostino Biglione di Viarigi, segretario avv. Augusto Brignone;
- Veloce Club Bresciano, Brescia (1875) - Presidente avv. Baresani, segretario Alfonso Pastori;
- Sezione Velocipedisti della Società Ginnastica C. Colombo, Genova (1876) - Presidente Gino Puzzo, segretario Carlo Costaguta;
- Veloce Club Alessandria (1876);
- Circolo Velocipedisti Milano, Milano (1882) - Presidente Emilio Martinetti, segretario Luigi Ballerio;
- Veloce Club Torinese, Torino (1882) - Sorto su iniziativa di Giovanni Agnelli e Roberto Biscaretti di Rufia;
- Veloce Club Roma, Roma (1882) - Presidente Domenico Volpi, segretario Cesare Panfili;
- Veloce Club Verona, Verona (1883) - Presidente dott. Marco Buselli, segretario Gaetano Giacomini;
- Circolo Velocipedistico Treviso, Treviso]] (1883) - Presidente Ugo Mazzolini, segretario Luigi Bana;
- Circolo Velocipedistico, Siena (1883) - Presidente Riccardo Zanetti;
- Circolo Velocipedistico, Cerea (1883) - Presidente Francesco Oliviero, segretario Pericle Lanza;
- Veloce Club Biella, Biella (1884) - Presidente Ernesto Nessi, segretario Ettore Mola;
- Veloce Club Romano, Roma (1884) - Presidente Giorgio Aubey, segretario Cesare Panfili;
- Circolo Velocipedistico Padova, Padova (1884) - Presidente Domenico Volpi, segretario Gaetano Giacomini;
- Veloce Club Ligure, Genova (1884) - Presidente Dante Rebisso, segretario Cesare Buttolo;
- Società Incremento Corse Velocipedistiche, Milano (1884) - Presidente Carlo Ciocca, segretario Francesco Fasoli;
- Veloce Club Mantova, Mantova (1884) - Presidente Ottorino Bregna, segretario Antonio Gozzi;
- Velo Sport Roma, Roma (1884) - Presidente Emilio Valente, segretario Carlo Sassoli;
- Circolo Velocipedistico, Torino (1884) - Presidente Alfredo Cabrini;
- Sez. Velocipedistica della Società Ginnastica Sebastiano Fenzi, Livorno (1884) - Presidente Alberto Servi;
- Società Velocipedistica, Pisa (1884) - Presidente Pietro Feroci;
- Società Velocipedistica Santhià, Santhià (1884);
- Circolo Dilettanti Velocipedisti, Vicenza (1884) - Presidente Giovanni Franceschini.

Un primo tentativo di unire e coordinare l’attività di queste società sportive viene svolto in occasione delle gare allestite dal Comitato Sportivo della Esposizione Generale Italiana di Torino, in programma dal 23 al 25 agosto del 1984. Su iniziativa dell’avvocato Brignone, segretario del VC Torino, si riuniscono i rappresentati di 12 società che, dopo una complessa e conflittuale riunione, firmano un verbale che precisa tra l’altro che il 26 agosto 1884 era stata fondata l’Unione Velocipedistica Italiana. Quest’organizzazione però non operò mai, non avendo risolto alcuni aspetti allora dirimenti, come le problematiche legate al professionismo, all'attività amatoriale e alla sede della nascente organizzazione.

A distanza di un anno, per iniziativa del nobile Ernesto Nessi, presidente del Veloce Club Como, si pensa alla creazione di un Veloce Club Nazionale, con sezioni (o comitati) sul tipo di quelli creati dal Club Alpino Italiano. Prevale questa volta lo spirito unitario e all’Assemblea costitutiva dell'U.V.I. , il 6 e 7 dicembre 1885, partecipano 17 società che trovano l’accordo su uno statuto nel quale, per evitare le divisioni dell’anno precedente, vengono mutuate norme che regolavano l’attività in Inghilterra, Francia e Germania.

Il presidente dell’Unione Velocipedistica Italiana è Ernesto Nessi, il maggior animatore dell'iniziativa. L’avvocato Edoardo Coopmans de Yoldi è scelto come segretario e Como diventa la sede del massimo ente ciclistico nazionale. Dopo un anno Ernesto Nessi abbandona la presidenza. Al suo posto viene eletto Agostino Biglione di Viarigi il quale vuole come segretario l’avvocato Gustavo Brignone, già animatore del fallito esperimento del 1884. La coppia, superando lo scetticismo dei più, riesce tacitare le polemiche e a preparare la nascente associazione al primo grande scoglio, il sorgere del Touring Club Italiano, costituito nel 1894 proprio per propagandare l'attività cicloturistica. L'Unione in risposta decide, nel Congresso di Verona del 1896, di dedicarsi principalmente all'attività agonistica.

Nel frattempo la presidenza passa da Biglione di Viargi a Arturo Cortesi e, dopo neanche un anno, a Carlo Cavanenghi, riconosciuto indiscutibilmente come padre putativo del ciclismo italiano. Cavanenghi è presidente della U.V.I. ininterrottamente dal 1898 al 1912 e lavora con due segretari: Mario Bruzzone, fino al 1905, e Ernesto Bobbio.

Nel 1890 l'U.V.I. è tra le promotrici della fondazione dell'Union Cycliste Internationale, la Federazione internazionale che fissa la sua prima sede ad Alessandria. E’ di questo periodo anche la scelta di legare le sorti del ciclismo agonistico in Italia alle fortune del giornale La Gazzetta dello Sport. Il consiglio direttivo uscito dalle elezioni di Alessandria nel 1898, quello che porta all’elezione di Cavanenghi, è infatti convinto che soltanto legandosi ad un mezzo di comunicazione come La Gazzetta dello Sport è possibile dare un nuovo, decisivo impulso all’attività. Grazie a questo connubio in poco tempo nascono alcune delle corse diventate classiche nel corso degli anni, come il Giro di Lombardia (1905), la Milano-Sanremo (1907) e il Giro d’Italia (1909).

Sotto la guida di Cavanenghi la U.V.I. compie a cavallo del ‘900 grandi progressi, al punto da festeggiare i primi 25 anni di vita, nel 1910 con il seguente bilancio: 294 società affiliate, 1961 corridori non classificati, 541 dilettanti, 185 professionisti.

I primi anni del secolo sono anche quelli dei primi successi sportivi ed organizzativi. Dal punto di vista agonistico i corridori italiani si distinguono per affermazioni al Giro d’Italia e nelle corse italiane (Ganna e Gerbi), ma anche all’estero, con Garin, italiano negli anni del successo alla Parigi-Roubaix (ma non quando si impone alla prima edizione del Tour de France, nel 1903 avendo già preso la cittadinanza francese). Le prime affermazioni su pista le ottiene Francesco Verri ai Giochi del Decennale del 1906.

Dal punto di vista organizzativo il prestigio internazionale della U.V.I. all’inizio del ‘900 è tale che in 10 anni vengono assegnati per due volte i Campionati del mondo di ciclismo su pista a Roma, nel 1902 e nel 1911. L’edizione del 1902 si svolge sull’ellisse del velodromo di Porta Salaria, alla presenza di Vittorio Emanuele III che dona un orologio d’oro con insegne reali e brillanti al vincitore. Il successo della manifestazione è tale che l’Unione Velocipedistica Italiana viene indicata come federazione modello.

Nel 1912 scompare Cavanenghi, al suo posto è nominato l’avvocato Pietro Robutti che rimane in carica fino al 1915, quando una nuova crisi federale, legata all’atteggiamento da tenere nei confronti della Gazzetta dello Sport, ormai importante organizzatore oltreché giornale di informazione sportiva, porta alle dimissioni di tutto il Consiglio direttivo dell’UIV. Geo Davidson, candidato delle società liguri, viene nominato presidente. Luigi Scala diventa segretario e la sede dell’Unione è trasferita a Genova, ma su iniziativa di un gruppo di società torinesi “ribelli” nasce la una federazione alternativa, chiamata Federazione Ciclistica Italiana. La guerra blocca l’attività di entrambe le associazioni e ulteriori polemiche.

Alla fine del conflitto l’Unione Velocipedistica e la Federazione Ciclistica si riconciliano e l’attività agonistica torna a livelli tali di eccellenza che gli anni a cavallo delle due guerre saranno ricordati come il periodo doro del ciclismo italiano.

Alle Olimpiadi del 1920 ad Anversa il quartetto azzurro formato da Giorgetti, Ferrario, Carli e Magnani vince la prova dell’inseguimento. Nasce in questo periodo quella che gli esperti non esitano a definire una scuola dell’inseguimento. Se ne ha la conferma quattro anni più tardi, ai Giochi Olimpici di Parigi, quando De Martini, Dinale, Menegazzi e Zucchetti ripetono il trionfo nell’inseguimento a squadre.

Nel 1926 nell'ambito della ristrutturazione dello sport italiano da parte del regime fascista, al C.O.N.I. viene assegnato il compito di nominare i dirigenti delle diverse Federazioni. I successi degli anni precedenti della U.V.I. convincono i dirigenti fascisti a confermare nel suo ruolo il presidente Geo Davidson. Lo stesso anno, per la terza volta dalla loro istituzione, vengono assegnati all’Italia i Mondiali di Ciclismo, gli ultimi aperti soltanto ai dilettanti.

Nel 1927 si celebra in Germania a Nürburgring il primo mondiale strada professionistico, che segna il trionfo del ciclismo azzurro: primo Alfredo Binda, secondo Costante Girardengo, terzo Domenico Piemontesi, quarto Gaetano Belloni. Quelli a cavallo tra le due guerre sono gli anni di Binda, Girardengo, Guerra, Bottecchia e dei tanti campioni che contribuiscono a rendere questo sport popolare in Italia e ammirato nel mondo. Nasce, su strada e su pista, il mito del ciclismo italiano e di una Federazione in grado di lottare sempre per il successo. Un mito che si alimenta con i grandi dualismi fino ai giorni nostri: Alfredo Binda e Learco Guerra, Gino Bartali e Fausto Coppi, Felice Gimondi e Gianbattista Baronchelli, Francesco Moser e Giuseppe Saronni, Claudio Chiappucci e Gianni Bugno.

Nel 1929 il C.O.N.I. sposta tutte le sedi delle Federazioni a Roma. In quell’occasione viene indicato un commissario straordinario dell’U.V.I., l’onorevole Augusto Turati che resta in carica un anno; nel 1930 viene nominato un nuovo presidente (onorevole Alberto Garelli) e un nuovo segretario (Vittorio Spositi).

Nel 1932 L’Unione Velocipedistica Italiana ottiene nuovamente i Campionati del Mondo. L’U.V.I. realizza a Roma una pista in legno montata al centro dello Stadio Nazionale, su questo anello il belga Jef Scherens, noto come "piccolo gatto", conquista il primo dei suoi sette titoli mondiali della velocità professionisti. Binda si aggiudica il terzo titolo mondiale su strada e Martano si laurea per la seconda volta campione dei dilettanti.

Nel settembre del 1933 il C.O.N.I. nomina presidente dell’U.V.I. l’ex campione Federico Momo, diventato grande ufficiale, al quale viene affiancato, nella qualità di segretario, Mario Ferretti. Momo si rende protagonista di una profonda ristrutturazione della U.V.I., soprattutto nella designazione di nuovi dirigenti territoriali. Resta in carica fino al 1937, anno in cui il C.O.N.I. affida la presidenza al generale Franco Antonelli che resta in sella finché, allo scoppio della guerra, non viene spedito sul fronte africano. Alla reggenza della Federazione è promosso allora Adriano Rodoni, fino a quel momento responsabile dei dilettanti della strada.[3]

Comincia così il “regno” di Adriano Rodoni, che dura per 40 anni, dal 1940 al 1981 con solo alcune piccole pause. Un regno durante il quale la Federazione cambia profondamente, passando dai primi difficili momenti del dopoguerra fino quasi al traguardo dei 100 anni di vita (1985).[4]

I primi anni del secondo dopoguerra, per quanto difficili, trovano nel ciclismo e nei successi delle Nazionale di ciclismo su strada dell'Italia con Coppi e Bartali un motivo per ricompattare un Paese dilaniato da 20 anni di dittatura, dall’invasione nazista e della guerra civile strisciante. L’ormai celebre episodio dell’attentato a Palmiro Togliatti e del contemporaneo successo di Bartali al Tour del 1948 permette di capire il clima dell’epoca; soprattutto l’importanza che questo sport aveva ormai raggiunto nelle cultura italiana. Il Giro d’Italia di questi anni rappresenta uno straordinario mezzo di crescita culturale e unificazione, diventando spesso il collante per un rinnovato orgoglio nazionale, nonché la possibilità di apertura verso l’esterno per diverse zone d’Italia. [5]

Nel 1964 l’UVI cambia definitivamente il proprio nome in Federazione Ciclistica Italiana.

Altri dati storici[modifica | modifica wikitesto]

Presidenti e Segretari generali[modifica | modifica wikitesto]
Presidente dal al note Segretario Generale dal al
Ernesto Nessi 1885 1886 Edoardo Coopmans de Yoldi 1885 1886
Agostino Biglione di Viarigi 1886 1897 Gustavo Brignone 1886 1897
Arturo Cortesi 1897 1898 Mario Bruzzone 1897 1905
Carlo Cavanenghi 1898 1912
Ernesto Bobbio 1905 1915
Pietro Robutti 1912 1915
Geo Davidson 1915 1927 Luigi Scala 1915 1915
Carlo Missaglia 1915 1927
Ernesto Torrusio 1927 1929 Alfredo Bersani 1927 1928
Augusto Turati 1929 1930 Vittorio Spositi 1929 1934
Alberto Garelli 1930 1933
Federico Momo 1933 1936
Mario Ferretti 1934 1942
Franco Antonelli 1937 1940
Adriano Rodoni 1940 1943 Rodolfo Magnani 1942 1945
Giuseppe Micci 1944 1945 Reggente CONI
Adriano Rodoni 1944 1945 Reggente CONI – Alta Italia
Pietro Baldassarre 1945 1945 Reggente CONI
Pietro Baldassarre 1945 1946 Giuseppe Stinchelli 1945 1949
Luigi Bertolino 1945 1946
Adriano Rodoni 1945 1946
Enrico Vignolini 1946 1946 Commissario
Adriano Rodoni 1946 1955
Rodolfo Magnani 1950 1969
Angelo Farina 1955 1956
Adriano Rodoni 1956 1981
Giuliano Pacciarelli 1970 1981
Agostino Omini 1981 1995
Gaston Fortin 1982 1983
Renato Di Rocco 1983 1997
Raffaele Carlesso 1995 1997
Gian Carlo Ceruti 1997 2005 Marcello Standoli 1997 2001
Alessandro Pica 2001 2005
Renato Di Rocco 2005 in carica Maria Cristina Gabriotti 2005 attuale

[1][2]

Sedi federali[modifica | modifica wikitesto]
  • 1885 Como
  • 1886 Torino
  • 1898 Genova, poi Alessandria e Milano
  • 1929 Roma.
Primi campionati federali[modifica | modifica wikitesto]
  • 1892 (pista)
  • 1907 (strada)
Prima presenza ai Giochi Olimpici[modifica | modifica wikitesto]
  • 1900

[1]

Struttura della Federazione Ciclistica Italiana quadriennio 2009_2013[modifica | modifica wikitesto]

Consiglio Federale[modifica | modifica wikitesto]

PRESIDENTE ONORARIO

  • Alfredo Martini

PRESIDENTE

  • Renato Di Rocco

VICE PRESIDENTE VICARIO

  • Flavio Milani

VICE PRESIDENTI

  • Giovanni Duci
  • Giampietro Sommariva

CONSIGLIERI

  • IN RAPPRESENTANZA DEGLI AFFILIATI: Stefano Benvenuti, Carlo Buzzi, Camillo Ciancetta, Gian Pietro Forcolin, Renato Riedmueller
  • IN RAPPRESENTANZA DEGLI ATLETI DILETTANTI: Eleonora Soldo, Giovanni Vietri
  • IN RAPPRESENTANZA DEGLI ATLETI PROFESSIONISTI: Fabio Baldato
  • IN RAPPRESENTANZA DEI DIRETTORI SPORTIVI: Daniela Isetti
  • RAPPRESENTANTE ITALIANO U.C.I.: Vittorio Adorni

SEGRETARIO GENERALE

  • Maria Cristina Gabriotti

Collegio dei Revisori dei Conti[modifica | modifica wikitesto]

PRESIDENTE: Simone Mannelli
COMPONENTI EFFETTIVI: Gianfranco Allegretti, Lorenzo Chiodi
COMPONENTI SUPPLENTE: Paolo Antonio Pagliari, Ezio Piovesan
NOMINA CONI: Matteo Galileo
NOMINA CONI - MINISTERO DEL TESORO: Luigi d'Attoma

Quadri Tecnici[modifica | modifica wikitesto]

Alfredo Martini - Consulente al Presidente Federale nelle attività delle Squadre Nazionali
Paolo Bettini - CT Strada e Crono Professionisti
Edoardo Salvoldi - CT per il coordinamento delle attività Squadre Nazionali Femminili - CT Settore Strada e Pista
Pierangelo Cristini - Collaboratore Tecnico Settore Pista Femminile
Paolo Sangalli - Collaboratore Tecnico Settore Strada Femminile
Marco Villa - CT per il coordinamento delle attività Squadre Nazionali Maschili - CT Settore Pista Juniores - Under 23
Marino Amadori - Collaboratore Tecnico Strada Maschile Under 23 - Collaboratore Tecnico Strada e Crono Professionisti
Rino De Candido - Collaboratore Tecnico Settore Strada Juniores
Antonio Silva - CT Settore Abilità (DH-4X-Trial)
Ludovic Laurent - CT Settore BMX
Hubert Pallhuber - CT Settore MTB
Paola Pezzo - Collaboratore Tecnico Settore MTB
Fausto Scotti - CT Settore Ciclocross
Luigi Bielli - Collaboratore Tecnico Settore Ciclocross
Mario Valentini - CT Settore Ciclismo Paralimpico

Settori Federali[modifica | modifica wikitesto]

  • Settore Amatoriale e Cicloturistico: Camillo Ciancetta (referente)
  • Settore Ciclismo Paralimpico: Marinella Ambrosio (responsabile)
  • Settore Giovanile: Adriano Arioli (responsabile)
  • Settore Fuoristrada - Comm. Abilità: Patrizia Toniolo (responsabile)
  • Settore Fuoristrada - Comm. Ciclocross: Igino Michieletto (responsabile)
  • Settore Fuoristrada - Comm. MTB: Paolo Garniga (responsabile)
  • Settore Pista: Gerardo Ciriani (responsabile)
  • Settore Strada: Franco Fioritto (responsabile)
  • Consiglio del Ciclismo Professionistico: Alcide Cerato (responsabile)

Organi di Giustizia[modifica | modifica wikitesto]

  • Commissione di Appello Federale: Salvatore Minardi (responsabile)
  • Commissione Disciplinare Nazionale Federale: Vincenzo Ioffredi (responsabile)
  • Corte Federale: Jacopo Tognon (responsabile)
  • Giudice Sportivo Nazionale: Salvatore Spasaro (responsabile)
  • Procura Federale: Gianluca Santilli (procuratore federale)

Servizio Sanitario Federale[modifica | modifica wikitesto]

  • Commissione Tutela della Salute: Luigi Simonetto (responsabile e medico federale)
  • Assistenza Squadre Nazionali – Professionisti: Claudio Pecci (medico)
  • Assistenza Squadre Nazionali - Settore Strada (non professionisti) e Pista: Edoardo Cantilena (coordinatore)
  • Assistenza Squadre Nazionali - Settore Fuoristrada: Giovanni Boni (coordinatore)
  • Assistenza Squadre Nazionali - Settore Paralimpico: Michele De Grandi (medico)
  • Medico Federale: Luigi Simonetto
  • SSF - Referente Federale Antidoping: Paolo Pavoni
  • Comitato Consultivo Scientifico: Giuseppe Lippi (ematologo), Paola Minghetti (farmacologa); Umberto Genovese (medico legale)

Commissioni federali[modifica | modifica wikitesto]

  • Commissione Sicurezza: Raimondo Soragni (responsabile)
  • Commissione Società Sportive: Giacomo Pasqui (responsabile)
  • Ag. Per i Servizi dell'Organizzazione Periferica: Carlo Roscini (coordinatore)
  • Centro Studi: Vincenzo Scotti (presidente)
  • Commissione Carte Federali: Alfredo Montagna (responsabile)
  • Commissione Benemerenze: Paolo Fratini (responsabile)
  • Commissione Elettorale Federale: Giovanni Grauso (responsabile)
  • Commissione Impianti: Franco Vollaro (responsabile)
  • Commissione Nazionale Commissari di Gara: Rodolfo Biancalani (responsabile)
  • Commissione per l'Autorità Garante: Ezio Tomellini (responsabile)
  • Commissione per la valutazione della congruità tecnico scientifica dei centri pubblici o privati proposti dalle squadre nazionali
  • Commissione Vigilanza Società Professionistiche: Ivo Bensa (responsabile)
  • Commissione Direttori di Corsa e Sicurezza: Raimondo Soragni (presidente)
  • Settore Fuoristrada - Comm. Naz. Maestri di Cicl. Fuoristrada: Ambrogio Nolli (responsabile)
  • Settore Relazioni Esterne: Rocco Ruggiero (funzionario)
  • Commissione New Media e Comunicazioni: Renato Di Rocco (referente)
  • Commissione Disciplinare Nazionale Federale: Vincenzo Ioffredi (presidente)

Categorie[modifica | modifica wikitesto]

La Federazione ciclistica italiana, al fine di organizzare e razionalizzare l’attività, riconosce, per i propri tesserati, le seguenti categorie:

Promozione Giovanile Categorie Agonistiche Categorie Amatoriali Paraciclismo
G1: 7 anni ESORDIENTI: 13 e 14 anni JUNIOR SPORT: 17 e 18 anni Handbike 1
G2: 8 anni ALLIEVI: 15 e 16 anni ELITE SPORT: 19_29 anni Handbike 2
G3: 9 anni JUNIORES: 17 e 18 anni MASTER GOLD (EX AGONISTI) Handbike 3
G4: 10 anni UNDER 23: 19_22 anni MASTER 1: 30_34 anni Handbike 4
G5: 11 anni ELITE: 23 anni e oltre MASTER 2: 35_39 anni Triciclo 1
G6: 12 anni DONNA ELITE: 19 anni e oltre MASTER 3: 40_44 anni Triciclo 2
MASTER 4: 45_49 anni MC1 Ciclismo 1
MASTER 5: 50_54 anni MC2 Ciclismo 2
MASTER 6: 55_59 anni MC3 Ciclismo 3
MASTER 7: 60_64 anni MC4 Ciclismo 4
65 E OLTRE MC5 Ciclismo 5
MASTER WOMEN JUNIOR: 17 e 18 Non/Ipo vedenti maschile
MASTER WOMEN 1: 19_39 anni
MASTER WOMEN 2: 40_54 anni
MASTER WOMEN 3: 55 e oltre
CICLOTURISTA: 13 e oltre

Le discipline[modifica | modifica wikitesto]

Le specialità del ciclismo:

STRADA[modifica | modifica wikitesto]

PISTA[modifica | modifica wikitesto]

FUORISTRADA[modifica | modifica wikitesto]

BMX[modifica | modifica wikitesto]

Circuiti gare federali[modifica | modifica wikitesto]

Circuiti e manifestazioni di proprietà della Federazione Ciclistica Italiana

Strada[modifica | modifica wikitesto]

  • Settimana tricolore
  • Girobio
  • Bracciale del Cronoman

Pista[modifica | modifica wikitesto]

  • Campionati Italiani
  • Giro d’Italia delle Piste

Professionisti[modifica | modifica wikitesto]

  • Coppa Italia
  • Campionato Italiano a squadre

Amatori[modifica | modifica wikitesto]

  • Campionato Italiano Master Strada
  • Campionato Italiano Cronosquadre
  • Campionato Italiano della Montagna
  • Campionato Italiano Pista
  • Campionato Italiano Granfondo e Fondo
  • Campionato Italiano Fondo e Mediofondo Cicloturismo
  • Campionato Italiano Cicloturismo Individuale
  • Campionato Italiano Cicloturistico di Società
  • Coppa Italia Cicloturismo
  • Five Stars League

Fuoristrada[modifica | modifica wikitesto]

  • Campionati Italiani
  • Marathon Tour
  • GP MTB d’Italia
  • Coppa Italia MTB
  • Internazionali d’Italia
  • Coppa Italia Trial
  • Coppa Italia DH MTB
  • Giro d’Italia Cross
  • Campionato Italiano Trial

BMX[modifica | modifica wikitesto]

  • Campionati Italiani
  • Circuito Italiano

Giovanile[modifica | modifica wikitesto]

  • Meeting nazionale di Società per Giovanissimi

Handbike[modifica | modifica wikitesto]

  • Campionato Italiano di Società Handbike
  • Campionato Italiano Mountain Bike
  • Giro d’Italia in Handbike

[modifica | modifica wikitesto]

Partners istituzionali[modifica | modifica wikitesto]

Partners tecnici[modifica | modifica wikitesto]

Media Partners[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c sito coni, pagina dedicata alla FCI
  2. ^ a b c sito Federazione Ciclistica Italiana, Statuto FCI
  3. ^ a b sito Federazione Ciclistica Italiana, Terza Pagina, la Storia
  4. ^ Rodoni il Monarca, di Sergio Giuntini in
  5. ^ L'Italia del Giro d'Italia, di Daniele Marchesini, ed. Il Mulino