Trio Lescano

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Trio Lescano
Il Trio Lescano
Paese d'origineBandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi
(Bandiera dell'Italia Italia)
Bandiera dell'Ungheria Ungheria
GenereMusica leggera
Swing
Jazz
Periodo di attività musicale1936 – 1950
EtichettaParlophon, Cetra
Sito ufficiale

Il trio Lescano fu un gruppo vocale femminile in lingua italiana, composto dal 1936 al 1943 dalle sorelle di origine ungaro-olandese[1] Alessandra Lescano (Alexandrina Eveline, 1910–1987), Giuditta Lescano (Judik, 1913–1976[2]) e "Caterinetta" Lescano (Catherine Matje Leschan, 1919–1965); quest'ultima nel 1946 lasciò il gruppo e fu rimpiazzata dall'italiana Maria Bria (1925-). Il nome Lescano è l'italianizzazione del cognome delle tre sorelle.

Storia

Il debutto

Le tre sorelle Leschan erano figlie di Alexander Leschan, un acrobata ungherese nato nel 1877 a Budapest, e di Eva de Leeuwe, cantante d'operetta, ebrea olandese, nata ad Amsterdam nel 1892[3]. Molti loro parenti erano musicisti: il nonno David de Leeuwe era violinista e tre zii pianisti[3]. Nei Paesi Bassi, dov'erano nate e cresciute, lavorarono come acrobate in spettacoli circensi. Nonostante fossero di nascita e lingua olandese, le tre sorelle furono cittadine ungheresi fino alla naturalizzazione italiana[4].

In seguito ad un infortunio il padre rimase invalido e la madre, artista di varietà, decise di creare una formazione di ballo acrobatico: a lei però si unirono soltanto le due sorelle maggiori, Alexandrina e Judik, sotto la guida del manager Enrico Portino[5], e crearono insieme il corpo di ballo The Sunday Sisters, cominciando ad esibirsi in Europa, in Siria e in Libano; Catharina, ancora troppo giovane, rimase in un collegio ad Amsterdam[6].

Il Trio Lescano nel 1938

Nel 1935 arrivarono a Torino, dove vennero notate dal maestro Carlo Prato, direttore artistico della sede torinese dell'EIAR, che decise di prepararle vocalmente come trio specializzato in canto armonizzato. Il primo riferimento americano al Trio Lescano furono le Boswell Sisters.

Le tre sorelle furono messe sotto contratto dalla Parlophon, etichetta discografica allora distribuita dalla Cetra, con il nome di "Trio Vocale Sorelle Lescano" (abbreviato in "Trio Lescano"), i loro nomi furono italianizzati e il primo disco, Guarany Guaranà, fu inciso il 22 febbraio del 1936, con l'Orchestra della Canzone dell'EIAR di Cinico Angelini, e pubblicato nel marzo successivo.

Il successo

Il Trio Lescano nel 1942

Gli anni fra il 1937 e il 1941 furono fondamentali nella loro storia: entrarono a far parte dei cantanti dell'Orchestra Cetra diretta da Pippo Barzizza, e questo sodalizio le portò in poco tempo ad una straordinaria popolarità, tanto che vennero chiamate a inaugurare le trasmissioni sperimentali della "radiovisione", la futura televisione. Nel 1940 apparvero con un numero musicale (Oh! Ma-ma!) nel film diretto da Giacomo Gentilomo e dedicato all'EIAR Ecco la radio!. Moltissime le incisioni per l'etichetta Cetra sotto la direzione del Maestro Barzizza.

Il 30 marzo 1942, su proposta di Benito Mussolini, Vittorio Emanuele III concesse loro la cittadinanza italiana[7] e la notizia - nonostante le angustie dovute al periodo bellico - ebbe grande risonanza sui quotidiani che per loro - come è stato ricordato nello spettacolo Non ce ne importa niente delle Sorelle Marinetti - avevano coniato definizioni come "Le tre grazie del microfono", "Il fenomeno del secolo", "Le sorelle che realizzano il mistero della trinità celeste".

Nel 1943 partecipano alla rivista Sognamo insieme[8] di Nelli e Mangini, con Wanda Osiris (in quel periodo "Vanda Osiri"), Carlo Dapporto, Letizia Gissi, Nino Gallizio e Gianna Giuffré, con musiche originali di Giuseppe Anepeta, coreografie di Vera Petri e regia dello stesso Mangini[9].

Nel corso della loro carriera spesso accompagnarono cantanti celebri come Ernesto Bonino (La famiglia canterina di Bixio e Cherubini), Enzo Aita (Ma le gambe, di Bracchi e D'Anzi), Maria Jottini (Maramao perché sei morto? di Consiglio e Panzeri), Oscar Carboni (Firenze sogna, di Cesare Cesarini, Ti pi tin e Lungo il margine del fiume) e Silvana Fioresi (Pippo non lo sa di Kramer e Il pinguino innamorato di Casiroli, Consiglio e Rastelli).

Corposo fu anche il repertorio di canzoni tutte loro, soprattutto di genere swing, tra le quali ricordiamo Tulipan (cover del brano Tulip Time cantato dalle allora famose americane Andrews Sisters, con musica di Maria Grever e versione italiana di Riccardo Morbelli).

Lo stile del trio era basato su raffinati virtuosismi vocali, su armonizzazioni swing e jazz. Grazie alla radio, divennero in breve tempo così famose, da essere invitate a corte dal Principe Umberto di Savoia; in uno dei ricevimenti persino Benito Mussolini manifestò loro la sua ammirazione.

Ernesto Bonino, Michele Montanari, Caterina Lescano, Silvana Fioresi, Giuditta e Sandra Lescano, Pippo Barzizza all'EIAR di Torino febbraio 1941

Il presunto arresto nel 1942

In un'intervista rilasciata in tarda età nel 1985, Alexandra Leschan (vedova Franceschi) affermò di avere subìto un arresto da parte della Milizia dopo un concerto al Teatro Grattacielo di Genova: lei e le sue sorelle, disse, furono condotte con l'accusa di spionaggio al carcere di Marassi, a suo dire dietro denuncia delle sorelle Codevilla del Trio Capinere, invidiose del loro successo[4]; sempre secondo Alexandra le tre sorelle sarebbero state costrette a fare da interpreti negl'interrogatori ai detenuti partigiani, in ragione della loro conoscenza del tedesco[4].

Contro tali affermazioni sta una ricerca storica pubblicata venticinque anni più tardi da Virgilio Zanolla[10] il quale, incrociando le dichiarazioni di Alexandra Leschan del 1985 con le cronache genovesi dell'epoca, poté affermare che né nel periodo in esame né anteriormente o posteriormente ad esso vi fu mai alcun arresto e che anzi, nel novembre 1942, il trio si produsse, nel capoluogo ligure, in numerosi concerti che registrarono grande successo nell'arco di due settimane[10]; lo stesso Zanolla ipotizzò che l'invenzione di tale episodio potesse essere dovuta al desiderio, a quarant'anni di distanza dalla fine del fascismo, di fugare qualsiasi voce di compromissione con il regime[10].

Dalla testimonianza della signora Maria Rosaria Epicureo, raccolta sempre da Zanolla, è emerso che la frottola dell'arresto venne architettata dalle tre sorelle per allontanare da loro il sospetto di una connivenza con il regime, ampliando esageratamente una semplice convocazione in commissariato[11].

La fine del Trio

Le Lescano nel 1940

Dopo la guerra, nel giugno 1946, Catharina lasciò il trio, ufficialmente per sposarsi[12], in realtà per contrasti di carattere economico con le sorelle e la madre[13]; fu sostituita dalla giovane cantante torinese Maria Bria[12], all'epoca ventunenne, che, dopo un paio d'anni di concerti in Italia, partì nel 1947 con Sandra e Giuditta per il Sudamerica, dove le sorelle avevano trovato un ingaggio[12]; il gruppo rimase in tale nuova formazione fino al 1950, anno dello scioglimento.

Lo scioglimento fu dovuto proprio all'abbandono del gruppo da parte di Maria Bria: questa, infatti, entrata nel gruppo senza che il pubblico si fosse mai reso conto della sostituzione, lavorò quasi sempre senza compenso[13]. Nel 1950, divenuta insostenibile la situazione economica, la Bria decise di lasciare il trio[13] e le due sorelle Leschan non furono più in grado di proseguire la loro attività[13]. In seguito, rientrata in Italia, Maria Bria fu assunta come impiegata presso il Comune di Torino e andò in pensione nel 1977[13]; solo nel 1997 il grande pubblico fu portato a conoscenza della sostituzione, avvenuta nel 1946, per iniziativa di Paolo Limiti, che invitò Maria Bria nella sua trasmissione Ci vediamo su RAI 1 a raccontare la sua esperienza con il gruppo. In un'intervista del 2010 però Maria Bria ha detto che il trio si sciolse quando Judik si ritirò dopo essersi sposata.

Le due sorelle Alexandra e Judik rimasero in Sudamerica, a Caracas; nel 1955 furono raggiunte anche dalla più giovane Catharina, fino ad allora rimasta in Italia, a Torino; Catharina fu la prima a morire, all'età di 46 anni il 3 ottobre 1965[14] a causa di un tumore[15]; Alexandra, la maggiore, tornata in Italia, morì a Fidenza nel 1987[16]; all'epoca della morte di quest'ultima si riteneva che ella fosse l'unica superstite, perché nulla si sa della terza sorella, Judik, morta probabilmente in Venezuela negli anni Settanta, anche se alcuni siti ne riportano il decesso al 2007. L'ignoranza del luogo e della data interessò la trasmissione Chi l'ha visto?, che in una puntata della stagione 2010-11 s'interessò del caso. Una delibera del comune di Torino risalente al 2013 in merito all'apposizione di una targa sul luogo in cui il trio ha abitato in città riporta come data della morte il 1976[17].

Discografia parziale[18]

78 giri

Canzoni

Canzoni del Trio Lescano

  • A cuore a cuore a bocca a bocca (1938)
  • Accanto al Pianoforte (1942)
  • Addio tulipan (1941-42)
  • Anna (1936)
  • Arriva Tazio (1939?)
  • Batticuore (1941)
  • Bel moretto (1936)
  • Camminando sotto la pioggia (1942)
  • Das Geheimnis meiner liebe (Un segreto) (1942)
  • La Canzone delle mosche (1936)
  • C'è un'orchestra sincopata (1941)
  • Ciribiribin (1942)
  • Colei che debbo amare (1938)
  • Come l'ombra (1942)
  • Contemplazione (1936)
  • Danza con me (1939)
  • Dove e quando (1938)
  • È quel fox-trot (1938)
  • Forse tu (1941?)
  • Herzklopfen (=Batticuore) (1942)
  • La Gelosia non è più di moda (1939)
  • Il mio ritornello (1940)
  • Io conosco un bar (1937)
  • Non me ne importa niente (1938)
  • Oh Ma Mà (1939)
  • Oi Marì, oi Marì (1942)
  • Piccolo naviglio (1938)
  • Senti l'eco (1939)
  • Senza parlar (1937)
  • Topolino al mercato (1936)
  • Tornerai (1937)
  • Le Tristezze di San Luigi (1942)
  • Tulilem blem blu (1937)
  • Tulipan (1939)
  • Ultimissime (1938)
  • Valzer della fisarmonica (1936)

Canzoni con accompagnamento del Trio Lescano

Canzoni di Caterinetta Lescano

  • Il canto nel bosco (1941)
  • La Barca dei sogni (1942)
  • Nebbia (1941)
  • Nel mio cuor c'è una casetta (1942)
  • Nella Gabbia d'or (1942)
  • Ritmando in sol (1942)
  • Sorge il sol (1942)

Adattamenti televisivi

La storia del trio è il soggetto del film TV Le ragazze dello swing, trasmesso in due puntate su Rai Uno nel settembre 2010; il soggetto è di Gabriele Eschenazi[19], la regia di Maurizio Zaccaro; nelle parti rispettivamente di Alexandra, Judik e Catharina recitano le attrici Andrea Osvárt, Lotte Verbeek, Elise Schaap, mentre Sylvia Kristel interpreta la madre. Lo sceneggiato è tuttavia zeppo d'imprecisioni e di notizie spesso deliberatamente false (come risulta dalle puntuali osservazioni sul sito "Ricordando il trio Lescano")[20][21].

Note

  1. ^ la,gelosia,non,è,più,di,moda,trio,lescano,interpreti,singers
  2. ^ http://www.comune.torino.it/giunta_comune/intracom/htdocs/2013/2013_03421.pdf
  3. ^ a b http://www.trio-lescano.it/archivio_notizie/03_febbraio_2009.pdf
  4. ^ a b c Natalia Aspesi, Sfogliando i Tuli-Tuli-Tulipan, in la Repubblica, 26 ottobre 1985. URL consultato il 14 luglio 2011.
  5. ^ Varese - «Vi racconto la storia del trio Lescano, le Spice Girls degli anni 30» | Varese Laghi | Varese News
  6. ^ http://www.trio-lescano.it/archivio_notizie/07_giugno_2009.pdf
  7. ^ Copia del documento originale è visibile qui
  8. ^ Intitolata proprio così, senza la i
  9. ^ http://www.trio-lescano.it/archivio_notizie/02_gennaio_2009.pdf
  10. ^ a b c Virgilio Zanolla, Una leggenda da sfatare (PDF), su trio-lescano.it. URL consultato il 14 luglio 2011.
  11. ^ http://www.trio-lescano.it/archivio_documenti/Alba_Beiras,_I_miei_Tu-li-p%C3%A0n.pdf
  12. ^ a b c Silvia Francia, Maria Bria: "Fantastici gli anni vagabondi del trio", in la Stampa, 11 novembre 2001. URL consultato il 14 luglio 2011.
  13. ^ a b c d e Maurizio Ternavasio, La seconda vita Maria Bria, la sorella falsa del Trio Lescano: cantavo gratis, in la Stampa, 13 marzo 2010. URL consultato il 14 luglio 2011.
  14. ^ 19 dicembre 2012
  15. ^ Ricordando il trio Lescano - settembre 2009 (PDF), su trio-lescano.it, p. 32. URL consultato il 14 luglio 2011.
  16. ^ È morta Alessandra Lescano, in la Repubblica, 3 febbraio 1987. URL consultato il 14 luglio 2011.
  17. ^ http://www.comune.torino.it/giunta_comune/intracom/htdocs/2013/2013_03421.pdf
  18. ^ http://www.trio-lescano.it/discografia/incisioni_in_ordine_cronologico.pdf
  19. ^ Eschenazi
  20. ^ Dal sito "Ricordando il trio Lescano", 19 settembre 2010 e mese successivo
  21. ^ Dal "Corriere della Sera"

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni