Teedieae

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Teedieae
Teedia lucida
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi I
Ordine Lamiales
Famiglia Scrophulariaceae
Tribù Teedieae
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Scrophulariales
Famiglia Scrophulariaceae
Tribù Teedieae
Benth., 1835
Generi

Teedieae Benth., 1835 è una tribù di piante spermatofite, dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Scrophulariaceae.[1][2][3]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome della tribù deriva dal suo genere tipo Teedia Rudolphi, 1799 il cui nome è stato dato in ricordo del botanico e viaggiatore tedesco J. G. Teede.[4]

Il nome scientifico della tribù è stato definito dal botanico inglese George Bentham (22 settembre 1800 – 10 settembre 1884) nella pubblicazione "Edwards's Botanical Register; or, Flower Garden and Shrubbery. London - 21: ad t. 1770." del 1835.[5][6]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il portamento
Freylinia helmei
Le foglie
Freylinia undulata
Infiorescenza
Freylinia lanceolata
I fiori
Oftia africana
  • Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
X K (4-5), [C (2+3) A 5 o 2+2 o 2], G (2), supero, capsula.[7]
  • Il calice, gamosepalo, ha una forma campanulata e termina con cinque profondi lobi uguali o subuguali.
  • La corolla, di tipo gamopetala (i petali sono concresciuti) e subruotata, è formata da un tubo diritto (a volte lungo e incurvato) terminante con cinque lobi. La forma del tubo a volte è simile ad una tromba subattinomorfa oppure ad un imbuto oppure a delle forme subcilindriche oppure è semplicemente campanulato. I lobi a volte sono patenti, altre formano una struttura bilabiata; hanno delle forme da rettangolari a ovoidi-oblunghe e arrotondati. Il colore della corolla è rosso brillante, porpora, bianco, blu pallido, giallo o lilla.
  • L'androceo è formato da 4 - 5 stami didinami sporgenti o inclusi. A volte il quinto stame è uno staminoide. I filamenti sono adnati alla gola della corolla. I filamenti sono molto corti. Le antere hanno due teche (antere biloculari) uguali con portamento da separato a confluente che si aprono per mezzo di un'unica fessura distale. I granuli pollinici sono del tipo tricolporato.
  • I frutti sono delle drupe nere (Oftia) o delle bacche (Teedia) o delle capsule ( Ranopisoa). I semi sono pochi (1 - 6) o numerosi. La testa può essere percorsa con discontinuità da alcune coste oppure è reticolata. In alcune specie i semi sono subalati.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi cadendo (dopo aver eventualmente percorso alcuni metri a causa del vento - dispersione anemocora) a terra sono dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La distribuzione delle specie di questa tribù è soprattutto sudafricana con habitat più o meno tropicali (o subtropicali).

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questo gruppo (Scrophulariaceae), dopo la ristrutturazione operata nell'ambito del Angiosperm Phylogeny Group, comprende 24 generi con 1200 specie[7][8] (oppure secondo altri Autori 52 generi e 1681 specie[1] o 59 generi e 1880 specie[9]). La famiglia è caratterizzata soprattutto dai fiori zigomorfi (bilabiati), dai sepali e petali connati, dagli stami in numero di 4 (un quinto è staminoide), dai filamenti adnati alla corolla, dalle antere biloculari e dall'ovario formato da 2 carpelli.

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

Cladogramma della tribù

All'interno della famiglia la tribù Teedieae, da un punto di vista filogenetico, risulta "gruppo fratello" della tribù Buddlejeae e insieme formano un gruppo monofiletico.[3] Anche il gruppo "Teedieae", comprendente una linea di arbusti sudafricani, è fortemente monofiletico e insieme alle Buddlejeae condividono la morfologia le antere con teche separate. Una sinapomorfia per questo gruppo potrebbe essere l'infiorescenza a foglia tipica dei generi Oftia, Teedia e Dermatobotry. All'interno della tribù i due generi Oftia e Teedia formano un "gruppo fratello" e costituiscono il "core" della tribù mentre il genere Phygelius risulta il più "esterno" di tutti in posizione "basale" (il primo ad essersi evoluto dal resto del gruppo).[10] Recenti studi sul polline di alcune specie di questa tribù sono coerenti con la struttura filogenetica ricavata dai dati molecolari del DNA.[11]

Il cladogramma tratto dallo studio citato[10] mostra la posizione filogenetica interna di alcuni generi della tribù.

Composizione della tribù[modifica | modifica wikitesto]

La tribù si compone di 6 generi e 13 specie:[1][2]

Genere Specie Distribuzione
Dermatobotrys
Bolus, 1890
Una specie:
Dermatobotrys saundersii Bolus
Sudafrica
Freylinia
Colla, 1824
4 Sudafrica e Tanzania
Oftia
Adans, 1763
3 Sudafrica
Phygelius
E. Meyer ex Benth.,1836
2 Sudafrica
Ranopisoa
J.F. Leroy, 1977
Una specie:
Ranopisoa rakotosonii (Capuron) J.F. Leroy
Madagascar
Teedia
Rudolphi, 1800
2 Sudafrica

Note:

  • Dermatobotrys in passato ha fatto parte della tribù Russelieae Pennell, 1920 (famiglia Plantaginaceae).[2]
  • Freylinia e Phygelius tradizionalmente formavano la tribù Freylinieae Barringer, 1993, ora non più considerata tassonomicamente.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Olmstead 2012.
  2. ^ a b c d e Kadereit 2004, pag. 365.
  3. ^ a b Tank et al 2006, pag. 293.
  4. ^ David Gledhill 2008, pag. 372.
  5. ^ Indices Nominum Supragenericorum Plantarum Vascularium, su plantsystematics.org. URL consultato l'11 ottobre 2017 (archiviato dall'url originale il 27 agosto 2013).
  6. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato l'11 ottobre 2017.
  7. ^ a b c Judd et al 2007, pag. 493-5.
  8. ^ a b Strasburger 2007, pag. 852.
  9. ^ Angiosperm Phylogeny Website, su mobot.org. URL consultato il 2 agosto 2017.
  10. ^ a b Oxelman et al. 2005, pag. 418.
  11. ^ Mosyakin et al 2015, pag. 73.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]