Nicolò Fieschi: differenze tra le versioni

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Conte di [[Lavagna (Italia)|Lavagna]] e di [[Torriglia]], Nicolò apparteneva alla potente famiglia feudale [[guelfi|guelfa]] genovese dei [[Fieschi]].<br>Nacque probabilmente a Genova intorno al [[1230]], da [[Tedisio Fieschi|Tedisio]], noto anche come Teodoro III (fratello di Sinibaldo che diventerà poi [[papa Innocenzo IV]]) e da Simona Camilla.
Conte di [[Lavagna (Italia)|Lavagna]] e di [[Torriglia]], Nicolò apparteneva alla potente famiglia feudale [[guelfi|guelfa]] genovese dei [[Fieschi]].<br>Nacque probabilmente a Genova intorno al [[1230]], da [[Tedisio Fieschi|Tedisio]], noto anche come Teodoro III (fratello di Sinibaldo che diventerà poi [[papa Innocenzo IV]]) e da Simona Camilla.


Dalla moglie Leonora ebbe sei figli maschi e tre femmine: una di esse, [[Alagia Fieschi|Alagia]], che andò sposa a [[Moroello Malaspina]], è ricordata da [[Dante Alighieri|Dante]] <ref>Purgatorio XIX, v.142-145</ref>.
Dalla moglie Leonora ebbe sei figli maschi e tre femmine: una di esse, [[Alagia Fieschi|Alagia]], che andò sposa a [[Moroello Malaspina]], è ricordata da [[Dante Alighieri|Dante]] <ref>Purgatorio XIX, v.142-145 ... Nepote ho io di là c’ ha nome Alagia/buona da sé, pur che la nostra casa/
non faccia lei per essempro malvagia.</ref>.


Nel 1251 fu chiamato a far parte della magistratura degli Otto nobili che affiancava nell'attività di governo il podestà forestiero; in questa occasione rappresentò il [[Repubblica di Genova|governo]] all'atto con cui nel settembre gli uomini del borgo di [[Riccò del Golfo di Spezia|Carpena]] giurarono fedeltà a Genova.
Nel 1251 fu chiamato a far parte della magistratura degli Otto nobili che affiancava nell'attività di governo il podestà forestiero; in questa occasione rappresentò il [[Repubblica di Genova|governo]] all'atto con cui nel settembre gli uomini del borgo di [[Riccò del Golfo di Spezia|Carpena]] giurarono fedeltà a Genova.

Versione delle 19:01, 1 feb 2020

Disambiguazione – Se stai cercando il cardinale, vedi Niccolò Fieschi.

Nicolò Fieschi (Genova, 1230 ? – 1309 ?) è stato un politico italiano della Repubblica di Genova del XIII secolo.

Biografia

Conte di Lavagna e di Torriglia, Nicolò apparteneva alla potente famiglia feudale guelfa genovese dei Fieschi.
Nacque probabilmente a Genova intorno al 1230, da Tedisio, noto anche come Teodoro III (fratello di Sinibaldo che diventerà poi papa Innocenzo IV) e da Simona Camilla.

Dalla moglie Leonora ebbe sei figli maschi e tre femmine: una di esse, Alagia, che andò sposa a Moroello Malaspina, è ricordata da Dante [1].

Nel 1251 fu chiamato a far parte della magistratura degli Otto nobili che affiancava nell'attività di governo il podestà forestiero; in questa occasione rappresentò il governo all'atto con cui nel settembre gli uomini del borgo di Carpena giurarono fedeltà a Genova.

Forte del prestigio raggiunto a Genova dai Fieschi, che erano stati l'anima della lotta contro Federico II, lo zio papa Innocenzo IV gli affidò l'ambizioso progetto di organizzare una vasta signoria familiare nella Lunigiana e nel Levante ligure dove la casata dei Fieschi era già da tempo dominante.

Con il favore del Vicario in Toscana di re Carlo I d'Angiò, intorno alla metà del XIII secolo, con varie acquisizioni arrivò quindi a crearsi un vasto dominio personale con capitale alla Spezia. Qui, nel 1252, si fece costruire un palazzo sulla collina del Poggio e successivamente un castello.
Oltre alla Spezia e il suo approdo, il suo dominio giunse a comprendere i borghi di Levanto, Varese, Brugnato e la Val di Vara, Sarzana, Pontremoli e la Lunigiana.

Questa politica espansiva lo pose in contrasto con Guglielmo, Vescovo-Conte di Luni, che rivendicava il possesso di alcune di queste stesse terre.
Ma soprattutto Nicolò, con la sua Signoria guelfa, contrastava pericolosamente l'espansione della Repubblica di Genova verso l'intero Levante ligure. Dopo la presa del potere della parte ghibellina nella Repubblica nel 1270, il nuovo governo genovese decise quindi d'inviargli contro una spedizione al comando di Oberto Doria che, conquistata La Spezia nel 1273, pose fine alla ventennale signoria del Fieschi e al suo sogno di disporre di un proprio regno.

Qualche anno più tardi, nel 1276, Nicolò dovette vendere alla Repubblica genovese i suoi possedimenti. In particolare nello spezzino cedette i diritti che aveva a Porto Venere e Marola e in diverse altre località, tra cui i castelli di Carpena e Manarola, i luoghi di Volastra, Montenegro, Calcinagola, Casciano, Cerroco, Biassa, Fabiano, Poggio, Pegazzano, Montale, Debio.

Nicolò morì poco prima del 1310, forse nel suo feudo di Torriglia. Fu sepolto in Genova, nella Chiesa di San Francesco di Castelletto accanto alle tombe della moglie Leonora e del fratello Federico.

Sua sorella Beatrice sposò Tommaso II, conte di Savoia nel 1251.

Note

  1. ^ Purgatorio XIX, v.142-145 ... Nepote ho io di là c’ ha nome Alagia/buona da sé, pur che la nostra casa/ non faccia lei per essempro malvagia.

Bibliografia

  • Teofilo Ossian De Negri, Storia di Genova, Ed. Giunti Martello, 1985

Voci correlate

Collegamenti esterni