Biassa
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Biassa frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
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Provincia | ![]() |
Comune | ![]() |
Territorio | |
Coordinate | 44°05′48.19″N 9°46′31.26″E / 44.09672°N 9.77535°E |
Altitudine | 323 m s.l.m. |
Abitanti | 650[1] |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 19133 |
Prefisso | 0187 |
Fuso orario | UTC+1 |
Nome abitanti | Biassei |
Patrono | san Martino |
Cartografia | |
Frazione del comune della Spezia, Biassa è un borgo di antichissima origine[2]di circa 650 abitanti, situato a 323 metri sul livello del mare. Dal nome del paese deriva quello della famiglia dei Biassa, che qui ebbe origine.
La storia di Biassa è strettamente legata a quella di Tramonti, terra sul crinale a strapiombo sul mare, caratterizzata da muretti a secco e piccoli poderi coltivati a vite: questo territorio ha trovato uno dei maggiori cantori in Giancarlo Natale, narratore della fatica impervia, della tenacia secolare, ma anche della gioia di abitare questi luoghi.
Una delle famiglie più antiche di Biassa è la famiglia Natale, detta dei Romano, coltivatori da sempre dei propri beni terrieri, situati nella maggior parte nella località di Tramonti, della quale però non si hanno riscontri antecedenti il 1563 a causa della distruzione dell'archivio parrocchiale.
La località di Biassa è ricordata per le sue cave di pregiata arenaria.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
La storia di Biassa ci porta a tempi molto antichi e la sua esistenza, sino ad ora, si può dividere in tre periodi: il primo nome che ricevette fu Roccanera negli anni prima del Mille. In quel periodo la popolazione di Biassa risiedeva sul Monte Parodi e alla base del Verrugoli, in un centro chiamato appunto "Roccanera", molto probabilmente per le cave di arenaria presenti, che erano anche la principale fonte di lavoro per i biassei.
Nell'abitato era una chiesa intitolata a San Martino (S.Martino vecchio), di cui rimangono i resti dell'abside.
In questo antico borgo transitarono innumerevoli Santi, tra le quali possiamo citare San Martino, San Rocco e San Bernardo.
Pare che Biassa, Roccanera in quest'epoca, fosse un centro d'influenza anche per molte borgate vicine, soprattutto per la costruzione, nel XIV secolo, di una cappella dedicata a Santa Caterina da Siena e ancor di più per la presenza della sopracitata chiesa di S. Martino.
La "Comunitas Blaxiae", comunità di Biassa, cessò pian piano di esistere quando la vicina borgata di Càrpena si staccò dalla Parrocchia di S Martino, poco prima del 1300. Da chiesa matrica, Biassa, diventò pertanto filiale e perse dunque la propria importanza.
Inizia poi una nuova fase storica relativa al Castello Coderone (i cui resti si possono ancor oggi vedere e visitare).
La seconda residenza è legata proprio al Coderone, castello fatto costruire verso la metà del XIII secolo dalla Repubblica di Genova per difendere questa zona nel corso della sua lotta contro la Repubblica di Pisa.
In quest'epoca parte degli abitanti di Roccanera si trasferirono su quel colle prestandosi a servizio come mezzadri-soldati presso i nuovi Consoli Genovesi; il nuovo paese sorse quindi attorno al castello, con la sua chiesa dedicata a Santa Maria Maddalena.
il 4 settembre 1251 fu redatto lo statuto di Biassa e tutti i suoi uomini giurarono fedeltà al signore di Càrpena, Giovanni della Turca, e al Comune di Genova.
Tra i vari signori responsabili del castello Coderone furono i Biassa, famiglia originaria del luogo stesso e rimasta celebre nella storia della Spezia e negli annali marinari di Genova e d'Italia.
Con i Conti Malaspina della Lunigiana i Biassa avevano rapporti di amicizia e di parentela. Poco si sa di questa famiglia che, quando il castello verso la fine del XV secolo venne a perdere la sua importanza militare, si stabilì alla Spezia portando con sé parte dei dipendenti; gli abitanti rimasti si spostarono nella più comoda vallata vicina costituendo così, assieme ad altri che già da tempo vi abitavano, la definitiva residenza che risponde all'odierno paese di Biassa.
Nella dimora spezzina dei Biassa furono ospitati illustri personaggi come Caterina de Medici, in viaggio per andare in sposa al figlio del re di Francia; papa Clemente VII, che raggiungeva la nipote Caterina a Marsiglia per le nozze; papa Paolo III di ritorno da Nizza; l'Imperatore Carlo V, che proprio dal golfo della Spezia partirà per la sfortunata impresa in Algeria.
La terza residenza fu quindi il paese nella sua attuale posizione.
Verso la fine del XV secolo venne costruita la nuova chiesa consacrata anch'essa come la precedente a San Martino. La popolazione continuerà a trovare sostentamento nella lavorazione della pietra arenaria o nella coltivazione delle viti a Tramonti, attività già iniziata da molti anni.
Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Castello Coderone[modifica | modifica wikitesto]
Il borgo di Biassa conserva i ruderi del Castello di Coderone, eretto nella metà del XIII secolo su di un colle a est del paese a sostegno di Genova contro Pisa e più tardi rocca feudale dei Signori di Biassa.
Chiesa di San Martino vecchio[modifica | modifica wikitesto]
Era la prima Chiesa parrocchiale e sorge nella zona occupata in origine dal paese (585 mslm) alle pendici del monte Verrugoli. Anteriore al XII secolo, serviva come luogo di aggregazione delle comunità di Biassa, Riomaggiore e Carpena. La chiesa aveva tre porte di accesso, una per ognuna delle comunità.
Della bella struttura romanica rimane ancora una porzione dell’abside con una finestra romanica [3]in conci di pietra rosa e grigia, a semicolonne e archetti pensili.
Ricordata per la prima volta nel 1229 [4], la chiesa rimase aperta al culto fino al XVII secolo[5].
La chiesa di San Martino conservava un rilievo in marmo con la scena di San Martino e il povero, tra i Santi Anna e Gioachino (1530), poi trasferito a Riomaggiore e collocato nel pulpito della Chiesa di S.Giovanni Battista.
Lo stato attuale della chiesa è molto degradato per l'incuria ed i saccheggi avvenuti nel corso dei secoli.
Chiesa di San Martino[modifica | modifica wikitesto]
La Chiesa di San Martino è ricordata in un elenco di beni del 1248 e in molti documenti posteriori. Era una delle varie parrocchie dipendenti dalla Pieve di Marinasco.
L’attuale chiesa consta dell’ingrandimento di un'antica cappella romanica, alla quale fu aggiunta un navata, spartita da colonne di arenaria, opera probabilmente del XVI secolo, mentre la facciata neoclassica, con paraste e timpano, risale alla metà del XIX secolo. Nella lunetta sopra il portale è un bassorilievo dedicato a Santo che condivide il mantello con un povero (1930).
Sul fianco sinistro è l'antico portale sopra il quale, in una nicchia, sono resti di un affresco devozionale.
L'interno è a copertura lignea retta da arcate trasversali su sei colonne. Sulla parete destra un piccolo rilievo rappresenta San Martino giovinetto (proveniente dalla chiesa vecchia) e, sulla parete sinistra, un tabernacolo con un rilievo della Pietà, opere entrambe del XV secolo. Su una parete è anche murato lo stemma della comunità di Biassa: una torre con il motto Nec vi, nec dolo.
L'abside si apre ad oriente a forma circolare in basso, e a catino in alto; il coro riceve luce da un'unica finestra romanica a doppia strombatura, composta, come tutte le altre, di 56 bozze di arenaria finemente lavorate, con vetrata istoriata che rappresenta la Madonna del Rosario.
Il coro, in legno lavorato, corre intorno all'abside nel cui centro è l'altare maggiore barocco di marmi di vari colori.
Sull'altare è un grande Crocifisso in legno, del XIX secolo. Il tabernacolo è di tradizione campionese.
Il presbiterio è chiuso da una balaustra in marmo bianco e rosso che reca la data del 1792. A destra dell'altare maggiore, presso la porta della Sagrestia, si apre una finestra romanica, scoperta durante i lavori di restauro, che risale all'XI secolo.
In sagrestia un piatto da elemosina in ottone sbalzato con la rappresentazione di Adamo ed Eva, lavoro tedesco del XV secolo, ed una serratura del peso di circa 8 kg, manufatto genovese del XVI secolo proveniente dalla Chiesa di San Martino vecchio.
Il campanile, del XVI secolo, è in pietra arenaria.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ circa
- ^ Guida d'Italia, Liguria, Touring Club Italiano
- ^ L’alternanza dei colori e la sapiente scalpellatura dimostrano affinità stilistica, con le costruzioni monastiche dell’isola del Tino suggerendo l’ipotesi che le medesime maestranze si fossero occupate della costruzione, ascrivibile senza indugi allo stile romanico, D.Savani, Contributo alla storia di San Martino vecchio sul monte Verrugoli.
- ^ Nel documento, del 24 settembre 1229, è nominato un magister Robertus cappellano ecclesiae Sancti Martini de Blasso.
- ^ La chiesa è più volte nominata come cappella alle dipendenze di Marinasco nelle decime decretate da Bonifacio VIII rispettivamente nel 1295-98,1298-1301,1301-1304 e nel 1346, come anche negli estimi del 1470-712e nel 1494.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- U.Formentini, Communitas blaxiae, 1938
- Splendori d'arte e di storia nella Chiesa monumentale di S.Martino di Biassa, Rassegna municipale, Comune della Spezia, 1938
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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