Jalal al-Din Rumi: differenze tra le versioni

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Il secondo evento fu la conoscenza, a [[Damasco]], di [[Ibn Arabi]], grande mistico islamico, tra i più grandi teorizzatori della ''[[waḥdat al-wujūd]]'' o "unità dell'essere". Rūmī riuscì a fondere in modo perfetto l'entusiasmo inebriato di Dio di Shams-i Tabrīz con le sottili elucubrazioni e le visioni di Ibn al-'Arabi. La realtà terrena, sostiene esplicitamente Rūmī, non è che un riflesso della realtà simbolica che è la vera realtà.
Il secondo evento fu la conoscenza, a [[Damasco]], di [[Ibn Arabi]], grande mistico islamico, tra i più grandi teorizzatori della ''[[waḥdat al-wujūd]]'' o "unità dell'essere". Rūmī riuscì a fondere in modo perfetto l'entusiasmo inebriato di Dio di Shams-i Tabrīz con le sottili elucubrazioni e le visioni di Ibn al-'Arabi. La realtà terrena, sostiene esplicitamente Rūmī, non è che un riflesso della realtà simbolica che è la vera realtà.


Le opere principali di Rūmī sono due, uno è il ''Dīwān'' o canzoniere, noto come ''Divan-i Shams-i Tabrīz'' ("Canzoniere di Shams-i Tabrīz"). L'appellativo è anche esteriormente, ben meritato, trattandosi di una raccolta di odi veramente immensa. L'altro è un poema lungo a rime baciate, forma che si chiama comunemente in persiano "[[Masnavī]]" e noto appunto come ''Masnavī-yi Maʿnavī'' ("Masnavī Spirituale"). È stato definito un [[Corano]] in lingua persiana e consiste di più di 26.000 versi doppi, in sei volumi o quaderni (in persiano "daftar"), ciascuno preceduto da una elegante prefazione in prosa in [[Lingua araba|arabo]]. Un altro libro, dal curioso titolo arabo ''Fīhi ma fīhi'' ("C'è quel che c'è") raccoglie dichiarazioni in prosa del maestro, che coincidono con quanto espresso dalle sue opere poetiche.
Le opere principali di Rūmī sono due, uno è il [[diwan]] o canzoniere, noto come ''Divan-i Shams-i Tabrīz'' ("Canzoniere di Shams-i Tabrīz"). L'appellativo è anche esteriormente, ben meritato, trattandosi di una raccolta di odi veramente immensa. L'altro è un poema lungo a rime baciate, forma che si chiama comunemente in persiano "[[Masnavī]]" e noto appunto come ''Masnavī-yi Maʿnavī'' ("Masnavī Spirituale"). È stato definito un [[Corano]] in lingua persiana e consiste di più di 26.000 versi doppi, in sei volumi o quaderni (in persiano "daftar"), ciascuno preceduto da una elegante prefazione in prosa in [[Lingua araba|arabo]]. Un altro libro, dal curioso titolo arabo ''Fīhi ma fīhi'' ("C'è quel che c'è") raccoglie dichiarazioni in prosa del maestro, che coincidono con quanto espresso dalle sue opere poetiche.


Presso la sua ''dergah'' fece esporre un’iscrizione ancora presente:
Presso la sua ''dergah'' fece esporre un’iscrizione ancora presente:

Versione delle 17:15, 10 gen 2020

«O uomo! Viaggia da te stesso in te stesso.»

Jalāl ad-Dīn Muḥammad Balkhī

Jalāl ad-Dīn Muḥammad Balkhī (in persiano جلال‌الدین محمد بلخى[dʒælɒːlæddiːn mohæmmæde bælxiː]), anche conosciuto come Jalāl ad-Dīn Moḥammad Rūmī (in persiano جلال‌الدین محمد رومی[dʒælɒːlæddiːn mohæmmæde ɾuːmiː]), conosciuto come Mevlānā in Turchia e come Mowlānā (in persiano مولانا[moulɒːnɒː]) in Iran e Afghanistan (Balkh, 30 settembre 1207Konya, 17 dicembre 1273) è stato un ʿālim, teologo musulmano sunnita, e poeta mistico di origine persiana.

Fondatore della confraternita sufi dei "dervisci rotanti" (Mevlevi), è considerato il massimo poeta mistico della letteratura persiana. In seguito alla sua dipartita i suoi seguaci si organizzarono nell'ordine Mevlevi, con i cui riti tentavano di raggiungere stati meditativi per mezzo di danze rituali e musica (nella quale predominante era il suono del flauto ney, da Rumi esaltato nel proemio del suo Masnavī).

Biografia

Esibizione di Dervisci, Turchia

Nasce da genitori di lingua persiana a Balkh, nella regione del Khorasan, odierno Afghanistan, o forse nella più piccola città di Wakhsh, nell'odierno Tagikistan. A dieci anni, nel 1217, compie il pellegrinaggio alla Mecca, partendo dal Khorasan, in compagnia della sua famiglia. Nel 1219, su iniziativa del padre, il teologo, mistico e giurista musulmano Bahā ud-Dīn Walad, l'intera famiglia ripara nel nordest dell'Iran, a causa dell'invasione mongola.

Secondo la tradizione, passò con la sua famiglia anche attraverso Neishabur e lì incontrò il vecchio poeta Farid al-Din 'Attar. Il poeta avrebbe profetizzato un futuro splendente al giovane Rumi e gli avrebbe donato un esemplare del suo poema epico, Il libro dei segreti, nominando al contempo il ragazzo come il continuatore ideale della sua opera.

A Konya, in Asia Minore, dove si stabilì la famiglia, Rumi fu seguito da suo padre, un predicatore di gran fama, nelle scienze teologiche, e, dopo la morte di quest'ultimo, anche nella mistica. Egli stesso divenne una guida spirituale molto conosciuta sia per le prediche sia per la dottrina, e un gruppo di studiosi si raccolse intorno a lui per redigere una serie di scritti teologici. Rumi si sposò due volte ed ebbe quattro figli.

Dopo la morte del padre, avvenuta nel 1231, Rumi passerà sette anni approfondendo lo studio delle scienze teologiche e giuridiche islamiche in Siria, fra le città di Aleppo e Damasco. Intanto il posto di suo padre viene preso dal suo padrino, Sayyid Burhān al-Dīn Muhaqqiq, che si prenderà cura di Rumi e dei discepoli lasciati da Bahā ud-Dīn Walad divenendo loro shaykh. È improbabile che, una volta completati i suoi studi teologici, Rumi abbia subito preso il posto di Sayyid; più probabilmente ciò avvenne intorno all'anno 1241, quando quest'ultimo si ritira a Kayseri.

Due eventi spirituali furono determinanti nella vita di Rūmī. Uno fu l'incontro, nel 1244, con il misterioso personaggio noto come Shams-i Tabrīzī ("il sole di Tabrīz"), suo maestro spirituale a sua volta profondo studioso delle scienze teologiche e giuridiche islamiche, particolarmente sapiente nei riguardi della scuola di Shāfiʿī, lo sciafeismo. Il loro legame fu tanto stretto da destare un notevole scandalo e da portare alla scomparsa di Shams in misteriose condizioni. In seguito alla morte dell'amato maestro, Jalāl al-Dīn ebbe un momento di particolare capacità creativa che lo portò a comporre una raccolta di poesie comprendenti ben trentamila versi. Più avanti negli anni compose un'altra raccolta di componimenti poetici suddivisa in sei libri e contenente più di 40.000 strofe.

Suo figlio Walad scrisse una biografia del padre, che custodiva gli ordini dei Dervisci–Mevlana, come testimonianza vivente del suo fondatore.

Il secondo evento fu la conoscenza, a Damasco, di Ibn Arabi, grande mistico islamico, tra i più grandi teorizzatori della waḥdat al-wujūd o "unità dell'essere". Rūmī riuscì a fondere in modo perfetto l'entusiasmo inebriato di Dio di Shams-i Tabrīz con le sottili elucubrazioni e le visioni di Ibn al-'Arabi. La realtà terrena, sostiene esplicitamente Rūmī, non è che un riflesso della realtà simbolica che è la vera realtà.

Le opere principali di Rūmī sono due, uno è il diwan o canzoniere, noto come Divan-i Shams-i Tabrīz ("Canzoniere di Shams-i Tabrīz"). L'appellativo è anche esteriormente, ben meritato, trattandosi di una raccolta di odi veramente immensa. L'altro è un poema lungo a rime baciate, forma che si chiama comunemente in persiano "Masnavī" e noto appunto come Masnavī-yi Maʿnavī ("Masnavī Spirituale"). È stato definito un Corano in lingua persiana e consiste di più di 26.000 versi doppi, in sei volumi o quaderni (in persiano "daftar"), ciascuno preceduto da una elegante prefazione in prosa in arabo. Un altro libro, dal curioso titolo arabo Fīhi ma fīhi ("C'è quel che c'è") raccoglie dichiarazioni in prosa del maestro, che coincidono con quanto espresso dalle sue opere poetiche.

Presso la sua dergah fece esporre un’iscrizione ancora presente:

«Vieni, vieni; chiunque tu sia, vieni.
Sei un pagano, un idolatra, un ateo? Vieni!
La nostra casa non è un luogo di disperazione,
e anche se hai tradito cento volte una promessa... vieni.[2]»

Note

  1. ^ Dal Canzoniere; citato in Antonio Mazza, Vivere semplice, Castelvecchi, Roma 2006, p. 179. ISBN 88-7615-143-5.
  2. ^ Gabriele Mandel, La via al sufismo, Bompiani, 2016, p. 21, ISBN 978-88-452-1275-8.

Bibliografia

In questa sezione, le differenti traslitterazioni del nome di Rūmī riflettono le scelte delle diverse edizioni.

Opere di riferimento sulla letteratura persiana medievale:

  • E.G. Browne, A Literary History of Persia, 4 voll., Cambridge 1951-53 (più volte ristampata)
  • Jan Rypka, A History of Iranian Literature, London 1968
  • A.J. Arberry, Classical Persian Literature, London 1958
  • A. Pagliaro-A. Bausani, La letteratura persiana, Sansoni-Accademia, Firenze-Milano 1968
  • A. M. Piemontese, Storia della letteratura persiana, 2 voll., Fratelli Fabbri, Milano 1970
  • C. Saccone, Storia tematica della letteratura persiana classica vol. I: Viaggi e visioni di re sufi profeti, Luni, Milano-Trento 1999; vol. II: Il maestro sufi e la bella cristiana. Poetica della perversione nella Persia medievale, Carocci, Roma 2005; vol. III: Il re dei belli, il re del mondo. Teologia del potere e della bellezza nella poesia persiana medievale, Aracne, Roma 2014

Articoli e contributi in italiano su Rumi si possono trovare in:

  • AA.VV., Nel centenario del poeta mistico persiano Galal al-din Rumi, Ed. Accademia Nazionale dei Lincei, Roma 1975
  • A. Bausani, "Il pazzo sacro" nell'islam, Luni, Milano-Trento 2000
  • J.C. Buergel, Il discorso è nave, il significato un mare. Saggi sull'amore e il viaggio nella poesia persiana medievale, Carocci, Roma 2006
  • F. Zambon (a cura di), Il Dio dei mistici, Medusa, Milano 2005

Edizioni in italiano

Traduzioni italiane dal persiano

  • Gialal ad-Din Rumi, Poesie mistiche, introduzione, traduzione, antologia critica e note di Alessandro Bausani, Milano: Rizzoli, 1980.
  • Jalâl ad-Dîn Rûmî, L'Essenza del Reale. Fîhi mâ fîhi (C'è quel che c'è), traduzione dal persiano, introduzione e note di Sergio Foti, revisione di Gianpaolo Fiorentini, Torino, Libreria Editrice Psiche, 1995.
  • Jalàl àlDìn Rùmì, Mathnawì. Il poema del misticismo universale, 6 voll., traduzione in italiano di Gabriele Mandel Khàn, , Milano, Bompiani.
  • Gialal ad-Din Rumi, Poesie mistiche, Milano, Fabbri Editori, 1997.

Traduzioni italiane da edizioni francesi e inglesi

  • Il canto del derviscio. Parabole della sapienza sufi, a cura di Leonardo Vittorio Arena, Milano: Mondadori, 1993. Raccolta di storie tratte dal Masnavi.
  • Racconti sufi, a cura di Massimo Jevolella, traduzione dal francese di Barbara Brevi, Como, RED, 1995.
  • L'amore è uno straniero poesie scelte, traduzioni e revisione a cura di Kabir Hedmund Helminski, traduzione in italiano di Gianpaolo Fiorentini, Roma, Ubaldini Editore - Casa Editrice Astrolabio 2000

Edizioni in inglese e francese

Traduzioni ed edizioni critiche in inglese del Masnavi

  • The Mesnevi of Mevlānā Jelālu'd-dīn er-Rūmī. Book first, together with some account of the life and acts of the Author, of his ancestors, and of his descendants, illustrated by a selection of characteristic anecdotes, as collected by their historian, Mevlānā Shemsu'd-dīn Ahmed el-Eflākī el-'Arifī, translated and the poetry versified by James W. Redhouse, London, 1881. Contiene la traduzione in versi del solo primo libro.
  • Masnaví-i Ma'naví, the Spiritual Couplets of Mauláná Jalálu'd-din Muhammad Rúmí, translated and abridged by E. H. Whinfield, London, 1887; 1989. Selezioni dal poema completo. Testo disponibile on-line in formato html su intratext.com e in formato pdf su omphaloskepsis.com.
  • The Masnavī by Jalālu'd-din Rūmī. Book II, translated for the first time from the Persian into prose, with a Commentary, by C.E. Wilson, London, 1910. Traduzione in prosa del secondo libro.
  • The Mathnawí of Jalálu'ddín Rúmí, edited from the oldest manuscripts available, with critical notes, translation and commentary by Reynold A. Nicholson, in 8 volumes, London, Messrs Luzac & Co., 19251940. Prima traduzione completa inglese, in prosa, contenente il testo originale in persiano.
  • Jalal al-Din Rumi, The Masnavi, translated by Jawid Ahmad Mojaddedi, Oxford, Oxford University Press, 2004-2013, 3 voll. ("Oxford World's Classics"). Prima traduzione inglese in versi dall'edizione dell'originale persiano preparata da Mohammad Estelami con un'introduzione e note. Il primo volume fu vincitore del Premio Lois Roth 2004 per la traduzione di un'opera della letteratura persiana, assegnato dall'American Institute of Iranian Studies. ISBN 9780199552313 ISBN 0199552312 (vol. 1); ISBN 9780199549917 ISBN 0199549915 (vol. 2); ISBN 9780199652037 (vol. 3)

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

  • Poeti persiani: Rumi, su italian.irib.ir. URL consultato il 14 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 19 ottobre 2013).
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