Heavy Metal (rivista): differenze tra le versioni

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''Heavy Metal'' n.1 (1977) viene pubblicata dalla ''Heavy Metal Communications, Inc.'', sussidiaria creata a proposito dalla Twenty Century Century Communications, Inc. Sulla cover si evidenzia uno slogan di presentazione quale "Fornitovi dalle stesse persone che vi hanno dato National Lampoon"<ref name=hm1>Alessandro Bottero, in "Heavy Metal 1977-1981: La scoperta di un nuovo mondo", in {{cita| Heavy Metal n.1 | pp.100-109}}</ref>. Per quanto riguarda i contenuti, il sommario include materiale tratto dallo stesso ''National Lampoon'' , una versione a colori di Sunpot, fumetto underground di Vaughn Bode già pubblicato nel 1971, un estratto da La Spada di Shannara, libro scritto da [[Terry Brooks]], primo capitolo di una saga fantasy che segna ufficialmente il rilancio del genere fantasy, il resto delle storie presenta autori di valore internazionale quali Richard Corben, [[Philippe Druillet]], Menzeries e Moebius. Si tratta comunque di storie già pubblicate in precedenza su ''Metal Urlant'' o altre pubblicazioni europee<ref name=hm1/>. Il primo fumetto originale realizzato da autori statunitensi lo si trova nel n.9 (dicembre 1977). Si tratta di sole 4 pagine ad opera di [[Len Wein]] e [[Howard Chaykin]]. Si tratta di un'opera sperimentale narrata come un poema da Wein con illustrazioni di Chaaykin. Già nel primo anno di pubblicazione si ha un successo insperato con una vendita media per albo di 144.232 (centoquarantaquattro mila e duecentotrantadue) copie e le vendite sono in fase crescente. A partire dal secondo anno la rivista può quindi ampliarsi e proporre opere originali pur mantenendo autori quali Moebius, Corben e Druillet come [[pietra angolare]]. A marzo 1978 con il n.11 arriva Barbarella di Jean-Claude Forrest. Nei numeri successivi si include una short-story di Charles Voss, ''Underground Comics'' di Stuart Nezin, ''Sabre'' di [[Don McGregor]] e Paul Gulacy (giugno 1978), l'adattamento del romanzo ''More than Human'' di Theodore Sturgeon, per i testi di Doug Moench e disegni di Alex Nino, l'adattamento del racconto ''Croatan'' del celebre [[Harlan Ellison]] ad opera dell'artista Alfredo Alcala (settembre 1978). Nel 1978 vi è un aumento delle copie vendute con una media di 202.818 (duecentoduemila e ottocentodiciotto) copie. La popolarità ottenuta contribuisce a partire dal 1979 della presenza di fumettisti americani che realizzano opere appositamente per la rivista. Tra questi Trina Robbins, [[Gil Kane]], Val Mayerick, Howard Chaykin cominciano ad essere presenti con regolarità rendendo la rivista un punto di riferimento per chi vuole affrancarsi dal genere mainstream statunitense ovvero quello super eroistico<ref name=hm1/>. Dal 1979 vi è un ulteriore ampliamento di proposte che porta la rivista all'anno di maggior successo commerciale della sua storia editoriale. Da giugno 1979 inizia la serializzazione dell'adattamento del film di fantascienza Alien di [[Ridley Scott]]. Questa decisione è derivata dall'enorme successo dei fumetti di Guerre Stellari che hanno rilanciato la Marvel. Gli autori della versione fumettistica dello xenomorfo sono Archie Goodwin per i testi e [[Walter Simonson]] per i disegni. Tale scelta è vincente e aumenta le vendite della rivista cha da agosto inizia un nuovo sodalizio narrativo tra comic e musica rock. La prima opera di questo progetto è l'adattamento a fumetti dell'iconica canzone dei [[Rolling Stones]] dal titolo ''Sympathy for the Devil''.<ref name=hm1/> In seguito al successo ottenuto con l'adattamento del fantasy letterario di Terry Brooks, da settembre arriva l'adattamento del primo romanzo di ''Elric di Meldibone'' dello scrittore [[Michael Moorcock]] mentre dal mese successivo arriva l'horror surreale e interdimensionale di Lovecraft. La rivista raggiunge il suo picco storico di vendite (fine 1979), con 204.015 copie vendute per mese (di media). Tale risultato non viene più replicato negli anni successivi della sua decennale vita editoriale.<ref name=hm1/>
''Heavy Metal'' n.1 (1977) viene pubblicata dalla ''Heavy Metal Communications, Inc.'', sussidiaria creata a proposito dalla Twenty Century Century Communications, Inc. Sulla cover si evidenzia uno slogan di presentazione quale "Fornitovi dalle stesse persone che vi hanno dato National Lampoon"<ref name=hm1>Alessandro Bottero, in "Heavy Metal 1977-1981: La scoperta di un nuovo mondo", in {{cita| Heavy Metal n.1 | pp.100-109}}</ref>. Per quanto riguarda i contenuti, il sommario include materiale tratto dallo stesso ''National Lampoon'' , una versione a colori di Sunpot, fumetto underground di Vaughn Bode già pubblicato nel 1971, un estratto da La Spada di Shannara, libro scritto da [[Terry Brooks]], primo capitolo di una saga fantasy che segna ufficialmente il rilancio del genere fantasy, il resto delle storie presenta autori di valore internazionale quali Richard Corben, [[Philippe Druillet]], Menzeries e Moebius. Si tratta comunque di storie già pubblicate in precedenza su ''Metal Urlant'' o altre pubblicazioni europee<ref name=hm1/>. Il primo fumetto originale realizzato da autori statunitensi lo si trova nel n.9 (dicembre 1977). Si tratta di sole 4 pagine ad opera di [[Len Wein]] e [[Howard Chaykin]]. Si tratta di un'opera sperimentale narrata come un poema da Wein con illustrazioni di Chaaykin. Già nel primo anno di pubblicazione si ha un successo insperato con una vendita media per albo di 144.232 (centoquarantaquattro mila e duecentotrantadue) copie e le vendite sono in fase crescente. A partire dal secondo anno la rivista può quindi ampliarsi e proporre opere originali pur mantenendo autori quali Moebius, Corben e Druillet come [[pietra angolare]]. A marzo 1978 con il n.11 arriva Barbarella di Jean-Claude Forrest. Nei numeri successivi si include una short-story di Charles Voss, ''Underground Comics'' di Stuart Nezin, ''Sabre'' di [[Don McGregor]] e Paul Gulacy (giugno 1978), l'adattamento del romanzo ''More than Human'' di Theodore Sturgeon, per i testi di Doug Moench e disegni di Alex Nino, l'adattamento del racconto ''Croatan'' del celebre [[Harlan Ellison]] ad opera dell'artista Alfredo Alcala (settembre 1978). Nel 1978 vi è un aumento delle copie vendute con una media di 202.818 (duecentoduemila e ottocentodiciotto) copie. La popolarità ottenuta contribuisce a partire dal 1979 della presenza di fumettisti americani che realizzano opere appositamente per la rivista. Tra questi Trina Robbins, [[Gil Kane]], Val Mayerick, Howard Chaykin cominciano ad essere presenti con regolarità rendendo la rivista un punto di riferimento per chi vuole affrancarsi dal genere mainstream statunitense ovvero quello super eroistico<ref name=hm1/>. Dal 1979 vi è un ulteriore ampliamento di proposte che porta la rivista all'anno di maggior successo commerciale della sua storia editoriale. Da giugno 1979 inizia la serializzazione dell'adattamento del film di fantascienza Alien di [[Ridley Scott]]. Questa decisione è derivata dall'enorme successo dei fumetti di Guerre Stellari che hanno rilanciato la Marvel. Gli autori della versione fumettistica dello xenomorfo sono Archie Goodwin per i testi e [[Walter Simonson]] per i disegni. Tale scelta è vincente e aumenta le vendite della rivista cha da agosto inizia un nuovo sodalizio narrativo tra comic e musica rock. La prima opera di questo progetto è l'adattamento a fumetti dell'iconica canzone dei [[Rolling Stones]] dal titolo ''Sympathy for the Devil''.<ref name=hm1/> In seguito al successo ottenuto con l'adattamento del fantasy letterario di Terry Brooks, da settembre arriva l'adattamento del primo romanzo di ''Elric di Meldibone'' dello scrittore [[Michael Moorcock]] mentre dal mese successivo arriva l'horror surreale e interdimensionale di Lovecraft. La rivista raggiunge il suo picco storico di vendite (fine 1979), con 204.015 copie vendute per mese (di media). Tale risultato non viene più replicato negli anni successivi della sua decennale vita editoriale.<ref name=hm1/>


Il 1980 è un momento di svolta per la vita editoriale anche se non porta agli sperati incrementi nelle vendite ma indubbiamente ne alza il livello di contenuti soprattutto per l'informazione, la sociologia tematica e la valenza culturale.<ref name=hm1/> Il publisher-fondatore-Redattore Capo Leonard Mogel decide di cambiare i due editor e direttori creativi in carica dalla fondazione della rivista: Sean Kelly e Valerie Marchant. Bisogna sottolineare che sono stati gli artefici dell'ascesa di ''Heavy Metal'' al peak point di vendite della sua intera storia, pur partendo senza una base di lettori e con un prodotto al di fuori delle pubblicazioni mainstream. Il principale motivo addotto da Mogel è la mancanza di testi, siano essi a scopo informativo o saggi, come invece sono presenti in altre riviste del settore quali ''National Lampoon'' o ''Mad''. Al loro posto viene chiamato Ted White, avendo già esperienza su pubblicazioni quali ''Amazing Stories'' e ''Fantastic'', per cui ha collaborato tra il 1968 e il 1978.<ref name=hm1/> White non ha quindi una esperienza pregressa nel campo dell'informazione in quanto dedito alla selezione e contributi su riviste che trattano di storie sci-fi e fantasy, ma la scelta di Mogel è comunque corretta. Infatti il neo direttore editoriale da lui selezionato, intuisce perfettamente le nuove linee editoriali e quindi assume validi collaboratori (tutti nomi di spicco nel loro campo): Lou Stathis, responsabile per l'informazione sulla musica rock, Jay Kinney, esperta di fumetto underground, Steve Brown, per recensioni e rubriche sulla letteratura di fantascienza e fantasy, Bob Stewart, per l'animazione e i concerti.<ref name=hm1/> Inoltre vuole tagliare il cordone ombelicale che lega la rivista a ''Metal Hurlant'' e già dalla sua prima fase di gestione scompare il banner "Copyright di Metal Hurlant", che viene invece sostituito da quello "tutti i copyright sono propietà dei singoli artisti, degli autori, o dei loro rappresentanti". ''Heavy Metal'' diviene una pubblicazione totalmente creator-owned con la libertà di attingere opere anche da altre riviste e case editrici.<ref name=hm1/> Si dà ulteriore spazio agli autori americani, proliferano le parti redazionali e testuali, le rubriche e brevi racconti in prosa. Da notare, che dal numero di gennaio, a latere del titolo campeggia lo slogan "The Adult Illustrated Fantasy Magazine" (ovvero ''La rivista a fumetti di genere fantasy per lettori adulti'').<ref name=hm1/> Dal 1980 si ha un notevole interesse da parte di White e dai successivi editor nei confronti degli autori e artisti italiani. Alla fine dell'anno (dicembre) si ha infatti l'arrivo di [[Guido Crepax]] con la prima parte della storia ''Valentina Reflection'' e un'intervista di due pagine al fumettista italiano. La presenza di fumettisti nostrani rimane costante (fino al 2019).<ref name=hm1/> Il successo del legame che si viene a creare è da subito giustificato anche dall'ottimo riscontro da parte dei lettori nei confronti dell'opera a fumetti ''Milady 3000'' di [[Magnus]] (pubblicata da marzo 1981).<ref name=hm1/> Si tratta (quello di Magnus) di un fumetto da poco pubblicato in Italia sulla rivista ''Il Mago'' ma la colorazione viene completamente rivista per la versione anglo-americana.<ref name=hm1/> A marzo White tenta la pubblicazione del primo manga mai apparso sulla rivista, ovvero ''Violence becomes Tranquillity'' di Shinobu Kaze.<ref name=hm1/> A differenza di quanto accaduto con la riproduzione di fumetti italiani, con i quelli giapponesi non si istaura però un progetto duraturo e costante nella vita editoriale di ''Heavy Metal''. Questo dipende dalla lunghezza delle storie serializzate in Giappone spesso in un lungo periodo di tempo e con una longevità incerta. Mentre nei primi anni ottanta White è alla ricerca di storie d'autore che siano complete con un massimo di 48 o 64 pagine.<ref name=hm1/> Nonostante questo la cultura pop nipponica è comunque presente con la pubblicazione di articoli sugli [[anime]] a cui va aggiunta una particolare predilizione per i lavori animati e a fumetti del maestro [[Go Nagai]]. Vista l'enorme popolarità dei manga ottenuta a partire dagli anni duemila si tenterà un nuovo approccio ai manga con la pubblicazione tra il 2019 e il 2020 di 3 storie a fumetti di Peach Momoko.<ref name=hm1/> Il 1981 diviene un anno anno in cui la rivista arriva a definire chiaramente quali sono i suoi indirizzi e editoriale e si erge a magazine bollato dal termine "di controcultura", un contenitore di critica sociale e di prese di posizione anti-sistema. Rimane storico ed emblematico l'articolo ''Art and Nazis'' (aprile 1981) dove si da spazio alla prima vera e documentata voce disidente nei confronti del presidente [[Ronald Reagan]] sottolineando le contraddizioni e ingiustizie sociali della sua imposizione di un revisionismo neoconservatore. La critica del giornalista e politologo Brad Balfour viene ampiamente contestata dall'elite e dagli stessi lettori in quanto l'euforia per Reagan alla Casa Bianca e il suo rinnovato spirito nazionalista, pervaso da un ottimismo (ingiustificato) nel continuo sviluppo di nuove opportunità per chiunque, aveva creato un'euforia epidemica e irrazionale.<ref name=hm1/> Nel 1981 si manifesta ulteriormente la critica verso il reagime reganiano con un articolo di Norman Spinrand che con l'articolo ''Moral Majority'' sottolinea il progetto di maniapolaione delle masse attraverso i media, la discriminazione dei più poveri, e la volontà di omologare un intero popolo dal punto di vista politico e finanziario. E dietro questa agenda stanno per mettersi le basi per la creazione di elite monopolista che renderà una piccola parte della popolazione a concentrare su stessa oltre il 90% delle ricchezze generate dagli [[USA]] (articolo profetico).<ref name=hm1/> Ormai a livello redazionale e nella percezione dei lettori la rivista non rappresenta solo un landmark nell'intrattaneminto alternativo ma è uno dei pochi punti di riferminento per denunciare il dissenso nei confronti del sistema. Tale impostazione viene poi da subito assorbita dall'edizione italiana della Sprea. A maggio 1981 tornano le storie di ''Valentina'', a giugno vi è una lunga intervista a Richard Corben e il contemporaneo debutto sulla rivista di una storia di [[Jim Steranko]]: ''Outland''. Sia Steranko sia Corben sono tra gli autori più talentuosi della Bronze Age ma entrambi sono polemici nei confronti della gestione dell'editoria a fumetti dominata dai super eroi delle Big Two (Marvel/DC), ritrovandosi quindi relegati ai margini del mondo dei comic di quel decennio. A luglio 1981 si ''Heavy Metal'' ospita un evento editoriale che innalza il prestigio della rivista, vi è infattti pubblicato un racconto di [[Stephen King]] dal titolo ''The Blue Air Compressor''.<ref name=hm1/> Da sottolineare l'aver osato pubblicare (con successo) una versione illustrata da [[Terrance Lindall]] del poema epico ''[[Paradiso perduto (poema)|Paradiso perduto]]'' di [[John Milton]].<ref name="wahcenter.net">{{en}}[http://www.wahcenter.net/gallery/lindall/ Williamsburg Art & Historical Center]</ref> Non ogni storia dovev necessariamente essere autoconclusiva, come inizialmente dichiarato da White ma vengono pubblicati anche saghe serializzate in più albi, come quelle di [[Richard Corben]], [[Pepe Moreno]] e [[Matt Howarth]]. Il 1981 si chiude quindi con una rivista poliedrica sia nelle tematiche, nei contenuti e nella loro struttura mischiando opere di autori internazionali sia statunitensi sia europei (francesi, italiani e spagnoli). Le copertine sono poi affidate ad una miriade di artisti differenti. A questo si aggiunge una sezione di testi di giornalisti di inchiesta e grandi autori quali lo stesso [[Harlan Ellison]]. Indubbiamente il 1981 vede un ampliarsi del valore e della varietà della rivista portandola ad un livello qualitativo finora ineguagliato dalla sua creazione o rispetto a pubblicazioni simili. In questo si presente come il vero erede (ed evoluzione) della rivista sorella ''National Lampoon'' a sua volta indicata a livello accademico come «...l'erede delle riviste underground anni sessanta, un prodotto comico e totalmente scorretto destinato ad un pubblico di giovani adulti universitari»<ref name=hm1/> Dal punto di vista delle vendite inizia però un declino, l'apice di albi venduto nel 1979, rimarrà ineguagliato. Le copie vendute nell'arco del 1981 si attestano attorno alle 172.116 (centosettantaduemila e centosedici) per albo.<ref name=hm1/>
Il 1980 è un momento di svolta per la vita editoriale anche se non porta agli sperati incrementi nelle vendite ma indubbiamente ne alza il livello di contenuti soprattutto per l'informazione, la sociologia tematica e la valenza culturale.<ref name=hm1/> Il publisher-fondatore-Redattore Capo Leonard Mogel decide di cambiare i due editor e direttori creativi in carica dalla fondazione della rivista: Sean Kelly e Valerie Marchant. Bisogna sottolineare che sono stati gli artefici dell'ascesa di ''Heavy Metal'' al peak point di vendite della sua intera storia, pur partendo senza una base di lettori e con un prodotto al di fuori delle pubblicazioni mainstream. Il principale motivo addotto da Mogel è la mancanza di testi, siano essi a scopo informativo o saggi, come invece sono presenti in altre riviste del settore quali ''National Lampoon'' o ''Mad''. Al loro posto viene chiamato Ted White, avendo già esperienza su pubblicazioni quali ''Amazing Stories'' e ''Fantastic'', per cui ha collaborato tra il 1968 e il 1978.<ref name=hm1/> White non ha quindi una esperienza pregressa nel campo dell'informazione in quanto dedito alla selezione e contributi su riviste che trattano di storie sci-fi e fantasy, ma la scelta di Mogel è comunque corretta. Infatti il neo direttore editoriale da lui selezionato, intuisce perfettamente le nuove linee editoriali e quindi assume validi collaboratori (tutti nomi di spicco nel loro campo): Lou Stathis, responsabile per l'informazione sulla musica rock, Jay Kinney, esperta di fumetto underground, Steve Brown, per recensioni e rubriche sulla letteratura di fantascienza e fantasy, Bob Stewart, per l'animazione e i concerti.<ref name=hm1/> Inoltre vuole tagliare il cordone ombelicale che lega la rivista a ''Metal Hurlant'' e già dalla sua prima fase di gestione scompare il banner "Copyright di Metal Hurlant", che viene invece sostituito da quello "tutti i copyright sono proprietà dei singoli artisti, degli autori, o dei loro rappresentanti". ''Heavy Metal'' diviene una pubblicazione totalmente creator-owned con la libertà di attingere opere anche da altre riviste e case editrici.<ref name=hm1/> Si dà ulteriore spazio agli autori americani, proliferano le parti redazionali e testuali, le rubriche e brevi racconti in prosa. Da notare, che dal numero di gennaio, a latere del titolo campeggia lo slogan "The Adult Illustrated Fantasy Magazine" (ovvero ''La rivista a fumetti di genere fantasy per lettori adulti'').<ref name=hm1/> Dal 1980 si ha un notevole interesse da parte di White e dai successivi editor nei confronti degli autori e artisti italiani. Alla fine dell'anno (dicembre) si ha infatti l'arrivo di [[Guido Crepax]] con la prima parte della storia ''Valentina Reflection'' e un'intervista di due pagine al fumettista italiano. La presenza di fumettisti nostrani rimane costante (fino al 2019).<ref name=hm1/> Il successo del legame che si viene a creare è da subito giustificato anche dall'ottimo riscontro da parte dei lettori nei confronti dell'opera a fumetti ''Milady 3000'' di [[Magnus]] (pubblicata da marzo 1981).<ref name=hm1/> Si tratta (quello di Magnus) di un fumetto da poco pubblicato in Italia sulla rivista ''Il Mago'' ma la colorazione viene completamente rivista per la versione anglo-americana.<ref name=hm1/> A marzo White tenta la pubblicazione del primo manga mai apparso sulla rivista, ovvero ''Violence becomes Tranquillity'' di Shinobu Kaze.<ref name=hm1/> A differenza di quanto accaduto con la riproduzione di fumetti italiani, con i quelli giapponesi non si istaura però un progetto duraturo e costante nella vita editoriale di ''Heavy Metal''. Questo dipende dalla lunghezza delle storie serializzate in Giappone spesso in un lungo periodo di tempo e con una longevità incerta. Mentre nei primi anni ottanta White è alla ricerca di storie d'autore che siano complete con un massimo di 48 o 64 pagine.<ref name=hm1/> Nonostante questo la cultura pop nipponica è comunque presente con la pubblicazione di articoli sugli [[anime]] a cui va aggiunta una particolare predilezione per i lavori animati e a fumetti del maestro [[Go Nagai]]. Vista l'enorme popolarità dei manga ottenuta a partire dagli anni duemila si tenterà un nuovo approccio ai manga con la pubblicazione tra il 2019 e il 2020 di 3 storie a fumetti di Peach Momoko.<ref name=hm1/> Nel 1981 la rivista arriva a definire chiaramente la sua linea editoriale e si erge a magazine bollato dal termine "di controcultura", un contenitore di critica sociale e di prese di posizione anti-sistema. Rimane storico ed emblematico l'articolo ''Art and Nazis'' (aprile 1981) dove si spazio alla prima vera e documentata voce dissidente nei confronti del presidente [[Ronald Reagan]] sottolineando le contraddizioni e ingiustizie sociali della sua imposizione di un revisionismo neoconservatore. La critica del giornalista e politologo Brad Balfour viene ampiamente contestata dall'elite e dagli stessi lettori in quanto l'euforia per Reagan alla Casa Bianca e il suo rinnovato spirito nazionalista, pervaso da un ottimismo (ingiustificato) nel continuo sviluppo di nuove opportunità per chiunque, aveva creato un'euforia epidemica e irrazionale.<ref name=hm1/> Nel 1981 si manifesta ulteriormente la critica verso il reagime reganiano con un articolo di Norman Spinrand che con l'articolo ''Moral Majority'' sottolinea il progetto di manipolazione delle masse attraverso i media, la discriminazione dei più poveri, e la volontà di omologare un intero popolo dal punto di vista politico e finanziario. E dietro questa agenda stanno per mettersi le basi per la creazione di elite monopolista che renderà una piccola parte della popolazione a concentrare su stessa oltre il 90% delle ricchezze generate dagli [[USA]] (articolo profetico).<ref name=hm1/> Ormai a livello redazionale e nella percezione dei lettori la rivista non rappresenta solo un landmark nell'intrattaneminto alternativo ma è uno dei pochi punti di riferminento per denunciare il dissenso nei confronti del sistema. Tale impostazione viene poi da subito assorbita dall'edizione italiana della Sprea. A maggio 1981 tornano le storie di ''Valentina'', a giugno vi è una lunga intervista a Richard Corben e il contemporaneo debutto sulla rivista di una storia di [[Jim Steranko]]: ''Outland''. Sia Steranko sia Corben sono tra gli autori più talentuosi della Bronze Age ma entrambi sono polemici nei confronti della gestione dell'editoria a fumetti dominata dai super eroi delle Big Two (Marvel/DC), ritrovandosi quindi relegati ai margini del mondo dei comic di quel decennio. A luglio 1981 si ''Heavy Metal'' ospita un evento editoriale che innalza il prestigio della rivista, vi è infattti pubblicato un racconto di [[Stephen King]] dal titolo ''The Blue Air Compressor''.<ref name=hm1/> Da sottolineare l'aver osato pubblicare (con successo) una versione illustrata da [[Terrance Lindall]] del poema epico ''[[Paradiso perduto (poema)|Paradiso perduto]]'' di [[John Milton]].<ref name="wahcenter.net">{{en}}[http://www.wahcenter.net/gallery/lindall/ Williamsburg Art & Historical Center]</ref> Non ogni storia dovev necessariamente essere autoconclusiva, come inizialmente dichiarato da White ma vengono pubblicati anche saghe serializzate in più albi, come quelle di [[Richard Corben]], [[Pepe Moreno]] e [[Matt Howarth]]. Il 1981 si chiude quindi con una rivista poliedrica sia nelle tematiche, nei contenuti e nella loro struttura mischiando opere di autori internazionali sia statunitensi sia europei (francesi, italiani e spagnoli). Le copertine sono poi affidate ad una miriade di artisti differenti. A questo si aggiunge una sezione di testi di giornalisti di inchiesta e grandi autori quali lo stesso [[Harlan Ellison]]. Indubbiamente il 1981 vede un ampliarsi del valore e della varietà della rivista portandola ad un livello qualitativo finora ineguagliato dalla sua creazione o rispetto a pubblicazioni simili. In questo si presente come il vero erede (ed evoluzione) della rivista sorella ''National Lampoon'' a sua volta indicata a livello accademico come «...l'erede delle riviste underground anni sessanta, un prodotto comico e totalmente scorretto destinato ad un pubblico di giovani adulti universitari»<ref name=hm1/> Dal punto di vista delle vendite inizia però un declino, l'apice di albi venduto nel 1979, rimarrà ineguagliato. Le copie vendute nell'arco del 1981 si attestano attorno alle 172.116 (centosettantaduemila e centosedici) per albo.<ref name=hm1/>


La prima serie, ovvero ''Heavy Metal (Vol.1)'' chiude nel dicembre 2022.
La prima serie, ovvero ''Heavy Metal (Vol.1)'' chiude nel dicembre 2022.

Versione delle 11:28, 6 giu 2023

Heavy Metal
StatoBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Linguainglese
Periodicitàmensile
Genere
  • fantascienza
  • fantasy
  • horror
  • sex
  • giornalismo d'inchiesta
  • satira
  • politologia, sociologia, filosofia
FondatoreLeonard Mogel
Fondazioneaprile 1977
EditoreKevin Eastman
Tiraturamensile
Record vendite204.015 (duecentoquattromila e quindici) copie di media per albo (1979)
DirettoreMatthey Medney (amministratore delegato e direttore creativo)
CondirettoreJoseph Illidige (condirettore, editor)
ISSN0885-7822 (WC · ACNP)
Sito webwww.heavymetal.com
 

Heavy Metal è una rivista di fumetti di fantascienza, fantasy e horror, pubblicata negli Stati Uniti a partire dal 1977. Dopo 47 anni di pubblicazione la prima serie (o Vol.1) chiude a dicembre 2022. A partire da febbraio 2023 il piccolo editore indipendente statunitense Whatnot Publishing iinizia la pubblicazione di una seconda serie (o Heavy Metal Vol.2)[1].

Storia editoriale

Heavy Metal Vol.1 (1977-2022)

Contesto editoriale e genesi della rivista

Gli anni settanta, che segnano l'inizio della Bronze Age dei comic statunitensi segnano una profonda crisi di vendite e di interesse verso il medium del fumetto. La crisi colpisce inevitabilmente anche le Big-Two (Marvel e DC). La Marvel Comics non riesce a trovare una nuova forte linea editoriale dopo l'abbandono di Stan Lee come editor-in-chief del gruppo. Bisogna aspettare l'arrivo di un ventiseienne Jim Shooter per ridare una stabilità alla produzione dell'azienda (dal 1978). La DC Comics affronta invece la più grande crisi della sua sua storia andando incontro (nel 1977) ad un collasso delle vendite passato alla storia come DC Implosion. Apparentemente il fumetto sembra non aver più un futuro, se non come mercato ai margini dell'editoria e senza un vero e proprio sviluppo. In realtà gli anni settanta sono contraddistinti da un proliferare di nuove idee, formati editoriali, una new wave di autori e artisti che ne rivoluziona gli stilimi narrativi, nuove intraprendenti case editrici indipendenti. Il fumetto si libera dalle catene imposte dalla censura del Comics Code Authority (anche se gradualmente) e alla fine del decennio diviene un mezzo di intrattenimento non più percepito come prodotto per adolescenti o teenager ma capace di creare opere per lettori adulti e un valore assimilabile a quelle delle pubblicazioni letterarie in prosa. Tra gli autori da citare che riescono maggiormente ad evidenziarne le potenzialità vi sono Neal Adams, Steve Gerber, Roy Thomas, Barry Windsor Smith, R.Crumb, Art Spiegelman, Don McGregor, Jim Starlin, Will Eisner (e altri ancora). Il nuovo impulso arriva da un fenomeno, inizialmente sottovalutato e marginale, come quello della distribuzione diretta che prevede la vendita dei comic attraverso negozi specializzati (le fumetterie o comic shop) e non più solo la grande distribuzione tramite edicole, market o supermercati. Il problema di questo secondo tipo di distribuzione (o Newsstand Edition Market) è che rendeva le copie invendute o le mandava direttamente al macero. Mancava inoltre un sistema adeguato di pre-ordini e un contatto con i lettori. Diventava quindi difficile l'affermarsi di nuove idee, personaggi e formati. Nel corso del decennio però la situazione distributiva subisce una radicale trasformazione (dal 1972) destinata nella seconda metà del decennio e negli anni ottanta a rivoluzionare il settore. In questo contesto nel 1977 nasce una rivista innovativa e di contrcultura (rispetto alle opere mainstream) quale Heavy Metal, la cui longevità e il materiale proposto avrà un impatto durato sul mercato fumettistico.

La sua nascita avviene quando l'editore Leonard Mogel si trova a Parigi per avviare l'edizione francese della rivista National Lampoon e scopre la rivista francese Métal Hurlant che aveva debuttato nel dicembre del 1974, fondata da Jean Giraud (alias Moebius) e con Philippe Druillet, oltre ad altri partner[2]. Le storie ivi contenute sono indirizzate ad un lettore adulto e sono caratterizzate da atmosfere surreali e tematiche avanguardiste che spaziano e mixano vari generi, dalla fantascienza al fantasy, dai sex comic all'horror[2]. Gli artisti, autori e creatori delle opere contenute sono Moebius, Druillet, Alejandro Jodorowski, Enki Bilal, Caza, Serge Clerc, Alain Voss, Bernie Wrightson, Milo Manara, Frank Margerin e molti altri creativi di differenti scuole fumettistiche[2]. Mogel ne vuole realizzare una versione per il mercato anglo-americano e ne riesce ad ottenerne i diritti anche grazie al fatto che la Marvel Comics, già interessata a portarla negli Stati Uniti sotto la sua ala editoriale, lascia cadere l'iniziativa[2]. Jim Shooter e altri editor erano fortemente interessati a Metal Hurlant ma Jim ricorda che vi fu l'opposizione di Stan Lee che la reputava troppo violenta, orrorifica e con storie eccessivamente votate a rappresentare scene di sesso. Questo, a suo avviso avrebbe danneggiato l'immagine della casa editrice[2]. Mogel ne ottiene quindi la licenza e nomina la rivista statunitense Heavy Metal pubblicata interamente a colori su carta patinata e con un attenta cura editoriale. La pubblicazione viene distribuita con l'avvertenza che si tratta di fumetti per un lettore adulto ed è (conseguentemente) completamente svincolata dalle restrizioni del Comics Code Authority[2]. Nonostante l'elevato numero di pagine (rispetto ai consueti comic book americani) i costi rimangono contentuti anche grazie al fatto che vengono tradotte e ristampate storie già pubblicate sulla versione francese[2]. Heavy Metal diviene immediatamente una serie popolare e di cui si discute sulle fanzine, riviste di settore e saggi accademici divenendo un landmark della cultura pop e dell'intrattenimento suscitando un enorme riscontro di vendite tra i frequentatori delle High School e dei College[2]. Come viene affermato da molti critici e studiosi della storia dei comic :«...era vista e percepita come qualcosa di nuovo e differente. In un'epoca in cui i fumetti erano visti come un prodotto per ragazzini, quello non lo era affatto. Le storie presentate da Heavy Metal sono riflessive/introspettive, stimolanti e innovative, magnificamente disegnate e talvolta persino umoristiche»[2]. Non bisogna poi sottovalutare il frequente uso di disegni tesi a evidenziare scene di sesso e protagoniste dalle forme provocanti, elementi solitamenti assenti dal fumetto mainstream degli anni settanta[2]. Nonostante i suoi contenuti e il suo formato la rivista riesce ad godere di una buona distribuzione e vendite di copie nelle edicole rendendola vissibile ad un vasto parco di possibili acquirenti. Il fatto che il suo debutto avvenga con successo nel 1977 non è però puramente casuale in quanto si tratta di un anno che a livello fumettistico e di cultura pop diviene un epicentro di contraddizioni (a livello commerciale e tematiche e di una vivacità raramente emersa nel settore dagli anni della Golden Age dei comic. Il 1977 è l'anno dove la Marvel torna ad essere il traino del settore tornando ad generare ottimi profitti e riportare una popolarità del medium fumetto ad un livello che non si conosceva dalla Silver Age (gli anni sessanta). I fumetti più venduti sono la storica serie ragnesca The Amazing Spider-Man e Conan the Barbarian, scritta e voluta dal 1970 da Roy Thomas, un sostenitore che la Marvel si rivolgesse a franchise di successo per tentare un grande rilancio delle vendite. Grazie a lui approda alla Marvel il fumetto di un nuovo film di fantascienza del regista George Lucas. Thomas ne ha una visione, ancora non terminata a febbraio, 3 mesi prima dell'uscita cinematografica (25 maggio) della versione definitiva. La serie diviene (a partire dal n.3) uno dei fumetti più venduti nella storia della casa editrice e come affermerà Jim Shooter è un game-changer che salva un intero settore. Inevitabilmente si comincia a puntare su idee derivative che spaziano dai fumetti di Tarzan quali il celebre Tarzan Lord of the Jungle di Roy Thomas e John Buscema (pubblicato da Marvel dal 1977) alla serie Godzilla, King of Monster di Doug Moench e Herb Trimpe. La Marvel ottiene un enorme riscontro di vendite anche grazie alla licenza sui cartoons di Hanna-Barbera in particolare con le serie a fumetti DynoMutt e The Flinstone. Apparentemente il mercato sembra appiattirsi su idee non originali e derivate da franchise esterni ai comic ma in realtà Heavy Metal, per contrapposizione tematica, ne ricava un'inaspettata forza editoriale e può maturare anche grazie ad un terreno fertile prospero di iniziative indipendenti e rivoluzionarie. La DC Comics ripropone uno dei suoi team più bizzarri quali la Doom Patrol, una serie western iconoclasta (per il genere) dedicata all'ex-soldato sudista Jonah Hex, riesce ad affermare un super eroe afroamericano quale Black Lightning, Steve Ditko crea il super eroe più alieno (e alienato) della storia dei comic quale Shade, the Changing Man, Micheline crea una serie fantascientifica originale quale Star Hunters. Da sottolineare che quest'ultima insieme a Shade sono tra le top-seller DC per quanto riguarda il sempre crescente Direct Market. Ma l'opera a fumetti che maggiormente segna l'anno 1977 è la serie indipendente Cerebus di Dave Sim pubblicata da dicembre e destinata a divenire la più longeva tra gli indie-comic (con i suoi 300 numeri seriali consecutivi) e punto di ispirazione per più generazioni di autori indipendenti. Il record di Cerebus viene battuto solamanente dall'iconico personaggio creato da Todd McFarlane (dal 1992 e pubblicato da Image) con la storica serie Spawn e il record breaking Spawn n.301 dell'ottobre 2019. Rimane inoltre la dimostrazione come questo sia un periodo altamente ricettivo per le nuove idee, generi e formati, una cornice editoriale che sembra modellata su misura per una rivista come Heavy Metal. Inoltre il 1977 risulta un anno cruciale per la cultura pop in generale e non solo fumettistica, che comunque subisce una copertura mediatica senza precedenti[2]. Dal 2 gennaio L'Uomo Ragno aumenta ulteriormente la sua popolarità con il successo ottenuto dalle striscie a fumetti pubblicate sui quotidiani (Comic Strips) realizzate inizialmente da Stan Lee e John Romita (queste strip portano l'arrampicamuri nelle case degli americani e non solo quotidianamente), lo stesso avviene (anche se con minor seguito) con Howard the Duck (un papero alieno, contraltare Marvel di personaggi antropomo quali Paperino della Walt Disney) dal 6 giugno, Guerre Stellari diviene una saga di fantascienza tra le più seguite e acclamate, i fumetti a lei dedicati divengono un fenomeno di vendite che non si riscontrava dagli anni trenta e quaranta, dal 16 settembre la ABC Television dedica una serie tv live-action a Wonder Woman, il 4 novembre su CBS Television va in onda la serie di grande successo sull'Incredibile Hulk con Bill Bixby nei panni del Dottor Banner e il culturista ex-Mister Universo e 2 volte nei primi tre al Mister Olympia Lou Ferrigno nei panni del Golia Verde. La serie prosegue il suo run fino al 1982[2]. Ma uno degli aspetti che più contribuisco a creare un giusto mood per il lancio di una serie quale quale Heavy Metal è la tendenza del pubblico a premiare le novità e le riviste antologiche adult-oriented. Il 26 febbraio del 1977 debutta infatti la rivista anglosassone 2000AD, distribuita anche in altri paesi di lingua inglese. Tale rivista vanta il debutto di Judge Dredd (dal secondo numero) di un personaggio iconico tra i fumetti alternativi e indipendenti, che mixano più generi tra il super eroismo, il vigintalismo, il distopico, il crime action violento, il grimm and gritty.[2] Heavy Metal ha da subito un buon riscontro di vendite e si tratta di una rivista antologica che presenta fumetti di fantascienza classica, distopica e utopica. Si tratta di un'antesignana della stessa Heavy Metal. A questi eventi direttamente legati al settore dei comic ve ne sono altri che segnano il passaggio di un'epoca quali una serie tv come Radici sulla denuncia documentata storicamente dello schiavismo, la nascita del disco club Studio 54 e il fenomeno della disco music, la morte per overdose di droghe del Re del Rock Elvis Presley a soli 42 anni, l'uscita del film di Steven Spielberg Incontri ravvicinati del Terzo Tipo dove si ha un nuovo approccio alla presenza aliena sulla Terra non vista più come una minaccia tipica dei sci-fi movies anni cinquanta. L'anno si chiude con il film di culto La Febbre del Sabato Sera con un protagonista quale John Travolta la cui voglia di trasgressione e divertimento notturno diviene un simbolo per un'intera generazione.

Consacrazione editoriale e apice storico delle copie vendute (1977-1981)

Heavy Metal n.1 (1977) viene pubblicata dalla Heavy Metal Communications, Inc., sussidiaria creata a proposito dalla Twenty Century Century Communications, Inc. Sulla cover si evidenzia uno slogan di presentazione quale "Fornitovi dalle stesse persone che vi hanno dato National Lampoon"[3]. Per quanto riguarda i contenuti, il sommario include materiale tratto dallo stesso National Lampoon , una versione a colori di Sunpot, fumetto underground di Vaughn Bode già pubblicato nel 1971, un estratto da La Spada di Shannara, libro scritto da Terry Brooks, primo capitolo di una saga fantasy che segna ufficialmente il rilancio del genere fantasy, il resto delle storie presenta autori di valore internazionale quali Richard Corben, Philippe Druillet, Menzeries e Moebius. Si tratta comunque di storie già pubblicate in precedenza su Metal Urlant o altre pubblicazioni europee[3]. Il primo fumetto originale realizzato da autori statunitensi lo si trova nel n.9 (dicembre 1977). Si tratta di sole 4 pagine ad opera di Len Wein e Howard Chaykin. Si tratta di un'opera sperimentale narrata come un poema da Wein con illustrazioni di Chaaykin. Già nel primo anno di pubblicazione si ha un successo insperato con una vendita media per albo di 144.232 (centoquarantaquattro mila e duecentotrantadue) copie e le vendite sono in fase crescente. A partire dal secondo anno la rivista può quindi ampliarsi e proporre opere originali pur mantenendo autori quali Moebius, Corben e Druillet come pietra angolare. A marzo 1978 con il n.11 arriva Barbarella di Jean-Claude Forrest. Nei numeri successivi si include una short-story di Charles Voss, Underground Comics di Stuart Nezin, Sabre di Don McGregor e Paul Gulacy (giugno 1978), l'adattamento del romanzo More than Human di Theodore Sturgeon, per i testi di Doug Moench e disegni di Alex Nino, l'adattamento del racconto Croatan del celebre Harlan Ellison ad opera dell'artista Alfredo Alcala (settembre 1978). Nel 1978 vi è un aumento delle copie vendute con una media di 202.818 (duecentoduemila e ottocentodiciotto) copie. La popolarità ottenuta contribuisce a partire dal 1979 della presenza di fumettisti americani che realizzano opere appositamente per la rivista. Tra questi Trina Robbins, Gil Kane, Val Mayerick, Howard Chaykin cominciano ad essere presenti con regolarità rendendo la rivista un punto di riferimento per chi vuole affrancarsi dal genere mainstream statunitense ovvero quello super eroistico[3]. Dal 1979 vi è un ulteriore ampliamento di proposte che porta la rivista all'anno di maggior successo commerciale della sua storia editoriale. Da giugno 1979 inizia la serializzazione dell'adattamento del film di fantascienza Alien di Ridley Scott. Questa decisione è derivata dall'enorme successo dei fumetti di Guerre Stellari che hanno rilanciato la Marvel. Gli autori della versione fumettistica dello xenomorfo sono Archie Goodwin per i testi e Walter Simonson per i disegni. Tale scelta è vincente e aumenta le vendite della rivista cha da agosto inizia un nuovo sodalizio narrativo tra comic e musica rock. La prima opera di questo progetto è l'adattamento a fumetti dell'iconica canzone dei Rolling Stones dal titolo Sympathy for the Devil.[3] In seguito al successo ottenuto con l'adattamento del fantasy letterario di Terry Brooks, da settembre arriva l'adattamento del primo romanzo di Elric di Meldibone dello scrittore Michael Moorcock mentre dal mese successivo arriva l'horror surreale e interdimensionale di Lovecraft. La rivista raggiunge il suo picco storico di vendite (fine 1979), con 204.015 copie vendute per mese (di media). Tale risultato non viene più replicato negli anni successivi della sua decennale vita editoriale.[3]

Il 1980 è un momento di svolta per la vita editoriale anche se non porta agli sperati incrementi nelle vendite ma indubbiamente ne alza il livello di contenuti soprattutto per l'informazione, la sociologia tematica e la valenza culturale.[3] Il publisher-fondatore-Redattore Capo Leonard Mogel decide di cambiare i due editor e direttori creativi in carica dalla fondazione della rivista: Sean Kelly e Valerie Marchant. Bisogna sottolineare che sono stati gli artefici dell'ascesa di Heavy Metal al peak point di vendite della sua intera storia, pur partendo senza una base di lettori e con un prodotto al di fuori delle pubblicazioni mainstream. Il principale motivo addotto da Mogel è la mancanza di testi, siano essi a scopo informativo o saggi, come invece sono presenti in altre riviste del settore quali National Lampoon o Mad. Al loro posto viene chiamato Ted White, avendo già esperienza su pubblicazioni quali Amazing Stories e Fantastic, per cui ha collaborato tra il 1968 e il 1978.[3] White non ha quindi una esperienza pregressa nel campo dell'informazione in quanto dedito alla selezione e contributi su riviste che trattano di storie sci-fi e fantasy, ma la scelta di Mogel è comunque corretta. Infatti il neo direttore editoriale da lui selezionato, intuisce perfettamente le nuove linee editoriali e quindi assume validi collaboratori (tutti nomi di spicco nel loro campo): Lou Stathis, responsabile per l'informazione sulla musica rock, Jay Kinney, esperta di fumetto underground, Steve Brown, per recensioni e rubriche sulla letteratura di fantascienza e fantasy, Bob Stewart, per l'animazione e i concerti.[3] Inoltre vuole tagliare il cordone ombelicale che lega la rivista a Metal Hurlant e già dalla sua prima fase di gestione scompare il banner "Copyright di Metal Hurlant", che viene invece sostituito da quello "tutti i copyright sono proprietà dei singoli artisti, degli autori, o dei loro rappresentanti". Heavy Metal diviene una pubblicazione totalmente creator-owned con la libertà di attingere opere anche da altre riviste e case editrici.[3] Si dà ulteriore spazio agli autori americani, proliferano le parti redazionali e testuali, le rubriche e brevi racconti in prosa. Da notare, che dal numero di gennaio, a latere del titolo campeggia lo slogan "The Adult Illustrated Fantasy Magazine" (ovvero La rivista a fumetti di genere fantasy per lettori adulti).[3] Dal 1980 si ha un notevole interesse da parte di White e dai successivi editor nei confronti degli autori e artisti italiani. Alla fine dell'anno (dicembre) si ha infatti l'arrivo di Guido Crepax con la prima parte della storia Valentina Reflection e un'intervista di due pagine al fumettista italiano. La presenza di fumettisti nostrani rimane costante (fino al 2019).[3] Il successo del legame che si viene a creare è da subito giustificato anche dall'ottimo riscontro da parte dei lettori nei confronti dell'opera a fumetti Milady 3000 di Magnus (pubblicata da marzo 1981).[3] Si tratta (quello di Magnus) di un fumetto da poco pubblicato in Italia sulla rivista Il Mago ma la colorazione viene completamente rivista per la versione anglo-americana.[3] A marzo White tenta la pubblicazione del primo manga mai apparso sulla rivista, ovvero Violence becomes Tranquillity di Shinobu Kaze.[3] A differenza di quanto accaduto con la riproduzione di fumetti italiani, con i quelli giapponesi non si istaura però un progetto duraturo e costante nella vita editoriale di Heavy Metal. Questo dipende dalla lunghezza delle storie serializzate in Giappone spesso in un lungo periodo di tempo e con una longevità incerta. Mentre nei primi anni ottanta White è alla ricerca di storie d'autore che siano complete con un massimo di 48 o 64 pagine.[3] Nonostante questo la cultura pop nipponica è comunque presente con la pubblicazione di articoli sugli anime a cui va aggiunta una particolare predilezione per i lavori animati e a fumetti del maestro Go Nagai. Vista l'enorme popolarità dei manga ottenuta a partire dagli anni duemila si tenterà un nuovo approccio ai manga con la pubblicazione tra il 2019 e il 2020 di 3 storie a fumetti di Peach Momoko.[3] Nel 1981 la rivista arriva a definire chiaramente la sua linea editoriale e si erge a magazine bollato dal termine "di controcultura", un contenitore di critica sociale e di prese di posizione anti-sistema. Rimane storico ed emblematico l'articolo Art and Nazis (aprile 1981) dove si dà spazio alla prima vera e documentata voce dissidente nei confronti del presidente Ronald Reagan sottolineando le contraddizioni e ingiustizie sociali della sua imposizione di un revisionismo neoconservatore. La critica del giornalista e politologo Brad Balfour viene ampiamente contestata dall'elite e dagli stessi lettori in quanto l'euforia per Reagan alla Casa Bianca e il suo rinnovato spirito nazionalista, pervaso da un ottimismo (ingiustificato) nel continuo sviluppo di nuove opportunità per chiunque, aveva creato un'euforia epidemica e irrazionale.[3] Nel 1981 si manifesta ulteriormente la critica verso il reagime reganiano con un articolo di Norman Spinrand che con l'articolo Moral Majority sottolinea il progetto di manipolazione delle masse attraverso i media, la discriminazione dei più poveri, e la volontà di omologare un intero popolo dal punto di vista politico e finanziario. E dietro questa agenda stanno per mettersi le basi per la creazione di elite monopolista che renderà una piccola parte della popolazione a concentrare su stessa oltre il 90% delle ricchezze generate dagli USA (articolo profetico).[3] Ormai a livello redazionale e nella percezione dei lettori la rivista non rappresenta solo un landmark nell'intrattaneminto alternativo ma è uno dei pochi punti di riferminento per denunciare il dissenso nei confronti del sistema. Tale impostazione viene poi da subito assorbita dall'edizione italiana della Sprea. A maggio 1981 tornano le storie di Valentina, a giugno vi è una lunga intervista a Richard Corben e il contemporaneo debutto sulla rivista di una storia di Jim Steranko: Outland. Sia Steranko sia Corben sono tra gli autori più talentuosi della Bronze Age ma entrambi sono polemici nei confronti della gestione dell'editoria a fumetti dominata dai super eroi delle Big Two (Marvel/DC), ritrovandosi quindi relegati ai margini del mondo dei comic di quel decennio. A luglio 1981 si Heavy Metal ospita un evento editoriale che innalza il prestigio della rivista, vi è infattti pubblicato un racconto di Stephen King dal titolo The Blue Air Compressor.[3] Da sottolineare l'aver osato pubblicare (con successo) una versione illustrata da Terrance Lindall del poema epico Paradiso perduto di John Milton.[4] Non ogni storia dovev necessariamente essere autoconclusiva, come inizialmente dichiarato da White ma vengono pubblicati anche saghe serializzate in più albi, come quelle di Richard Corben, Pepe Moreno e Matt Howarth. Il 1981 si chiude quindi con una rivista poliedrica sia nelle tematiche, nei contenuti e nella loro struttura mischiando opere di autori internazionali sia statunitensi sia europei (francesi, italiani e spagnoli). Le copertine sono poi affidate ad una miriade di artisti differenti. A questo si aggiunge una sezione di testi di giornalisti di inchiesta e grandi autori quali lo stesso Harlan Ellison. Indubbiamente il 1981 vede un ampliarsi del valore e della varietà della rivista portandola ad un livello qualitativo finora ineguagliato dalla sua creazione o rispetto a pubblicazioni simili. In questo si presente come il vero erede (ed evoluzione) della rivista sorella National Lampoon a sua volta indicata a livello accademico come «...l'erede delle riviste underground anni sessanta, un prodotto comico e totalmente scorretto destinato ad un pubblico di giovani adulti universitari»[3] Dal punto di vista delle vendite inizia però un declino, l'apice di albi venduto nel 1979, rimarrà ineguagliato. Le copie vendute nell'arco del 1981 si attestano attorno alle 172.116 (centosettantaduemila e centosedici) per albo.[3]

La prima serie, ovvero Heavy Metal (Vol.1) chiude nel dicembre 2022.

Heavy Metal Vol.2 (dal 2023)

La casa editrice indipendente Whatnot Publishing lancia una seconda serie a soli 2 mesi di distanza dalla chiusura della prima. Si assiste così a livello editoriale alla distribuzione di un nuovo numero uno a distanza di 46 anni dalla pubblicazione dello storico primo albo della rivista (nel 1977)[1]. D'altra parte è ormai consuetudine delle case editrici cercare di attirare nuovi lettori ricominciando la numerazione, anche di serie storiche quali Detective Comics o Superman da un nuovo numero uno. La stessa Marvel Comics (attuale leader del mercato) ha più volte ripreso da un n.1 le sue serie con iniziative quali Marvel Now o simili. La DC Comics ha cominciato ad usufruirne già dopo il 1986 dopo la pubblicazione di Crisi sulle Terre Infinite espediente commerciale usato poi più volte dopo l'ennesima Crisis o per il reboot di un personaggio. In quest'epoca editoriale Heavy Metal rimane quindi comunque un eccezione. L'Amministratore delegato della Heavy Metal Entertainment Matthew Medney sottolinea che questa partnership editoriale con la Whatnot rappresenta un nuovo importante capitolo e punto d'inizio per la lunga storia editoriale della rivista. Dichiara:«Guardiamo a questa unione come l'inizio di un'audace nuova era per quanto riguarda la principale rivista a fumetti della controcultura (del mondo dei comic), ovvero Heavy Metal»[1]. Per quanto riguarda la Whatnot Publishing, il co-fondatore Michael Calero afferma:«E' eccitante essere parte di un'eredità (editorile) che si dipana per più di 4 decadi e essere parte di questo rilancio senza precedenti con un nuovo #1 e con un prezzo ridotto (rispetto agli ultimi albi) per rendere la nuova serie a fumetti più accessibile ai lettori».[1] Il primo nuovo albo (febbraio 2023) viene accreditato con il titolo (per esteso) Heavy Metal Volume 2 Issue One, è composto da 144 pp. per un prezzo di copertina di $9.99 (nove dollari//99 centesimi), viene distribuito il 22 febbraio 2023. Il rating è una M, quindi con fumetti esplicitamente indirizzati ad un lettore adulto. In occasione del rilancio della pubblicazione vengono realizzate 5 copertine alternative (o variant cover): una cover B di Peach Momoko, cover C di Ben Templesmith, cover D di Tehani Farr, una cover F (versione in bianco e nero) della copertina principale di Kim Jung Gi, e una specile cover che ripropone in una nuova interpretazione celebrativa la copertina dello storico primo albo del 1977[1]. Gli autori ufficialmente accreditati per realizzazione delle storie contentute sono: Joe Throman & Brian Posehn, Matthew Medney, Didier e Lyse Tarquin, Chris Anderson, Joe Harris, Tom Garcia & Ryan Sargeant (per quanto riguarda gli scrittori). Gli artisti che ne realizzano le tavole sono: Scott Koblish, German Ponce, Federico Pietrobon, Didier e Lyse Tarquin, Santa Fung, Chris Anderson, Ben Templesmith. Questi sono i creatori delle storie e serie iniziali della nuova incarnazione della rivista e sono: A Darker God, RAMGOD, Aeon, Lucy. A queste si aggiunge Crashdown, che vede una prima collaborazione a livello fumettistico tra Whatnot Publishing e Heavy Metal Entertainment. La storia è infatti scritta dall'influncer "Comic Tom" Garcia e Ryan Sargeant, per i disegni di Ben Templesmith.[1]

Artisti

Le opere di artisti internazionali come Hans Ruedi Giger e Esteban Maroto sono state pubblicate sulle copertine di vari numeri. Una versione illustrata da Terrance Lindall del poema epico Paradiso perduto di John Milton apparve sulla rivista nel 1980.[4] Furono pubblicate alcune storie a lungo termine, come quelle di Richard Corben, Pepe Moreno e Matt Howarth. L'illustratore Alex Ebel ha contribuito a questa rivista nel corso della sua carriera.

Redattori

I redattori fondanti di Heavy Metal furono Sean Kelly e Valerie Marcahant. Il direttore artistico e designer John Workman portò nella rivista il background di esperienza dalla DC Comics e da altre pubblicazioni. Dopo due anni, Mogel sentì che c'era mancanza di materiale, e rimpiazzò Kelly e Marchant con Ted White, altamente stimato nel campo della fantascienza per aver rivitalizzato tra gli anni 1968 e 1978 le riviste Amazing Stories e Fantastic. White e Workman immediatamente rimodernarono il look di Heavy Metal, includendovi più storie e strisce di artisti americani.

Nel 1980 Julie Simmons-Lynch subentrò come redattrice, e la sua nuova tendenza fu di creare una vetrina per autori famosi come Robert Silverberg e Harlan Ellison. Più tardi una sezione di recensioni etichettata Dossier, creata da articoli brevi di vari autori, fu redatta da Stathis e Brad Balfour. C'erano anche interviste a registi come Roger Corman, Federico Fellini, John Sayles e John Waters. Nel 1986 la rivista divenne trimestrale e nel 1989 uscì con cadenza bismestrale. Simmons-Lynch rimase redattore fino al 1991 quando Kevin Eastman acquistò la rivista e ne divenne sia il redattore che l'editore.

Film

Lo stesso argomento in dettaglio: Heavy Metal (film).

Nel 1981 fu realizzato un film d'animazione adattando alcuni racconti pubblicati sulla rivista. Prodotto con un budget di 9 300 000 dollari, la produzione di Heavy Metal durò tre anni, ogni episodio di cui è composto il film è stato creato da diverse case di animazione, ognuna si è occupata di una singola storia. Un'altra casa di produzione creò la cornice narrativa che legava insieme le storie. Come la rivista anche il film faceva un ampio uso di nudità e violenza sebbene non allo stesso livello. Per esempio nella riproduzione del fumetto Den, non si vedono i genitali maschili come nella sua controparte stampata. Il film annovera talenti della Second City Television come John Candy, Eugene Levy, Harold Ramis e Ivan Reitman. La videocassetta del film a causa di alcuni problemi con i diritti musicali uscì con qualche anno in ritardo rispetto all'uscita cinematografica.

Un altro film di animazione intitolato Heavy Metal 2000 o Heavy Metal: F.A.K.K.² fu prodotto con un budget di 15 000 000 dollari nel 2000. Questo film non era più basato sulle storie della rivista ma piuttosto sul fumetto The Melting Pot, scritto da Kevin Eastman e disegnato da Simon Bisley che è basato su Julie Strain: un'attrice pornografica e modella moglie di Eastman che prestò anche la voce al film. Dal film venne creato un videogioco nel 2000, Heavy Metal: F.A.K.K.² e un videogioco indipendente nel 2001 Heavy Metal: Geomatrix.

Nel marzo 2008 è circolata la voce che David Fincher volesse dirigere un nuovo film animato Heavy Metal per la Paramount.[5]

Edizione italiana

«...Heavy Metal (è)...simbolo di una rivoluzione visionaria potenziata dallo spirito incoercibile della musica rock...(ne) abbiamo un reload dove l'essenza ludica di alcuni contenuti originale trova nuove vie di riflessione sociale. Il nostro obbiettivo è collaborare con il lettore nel tentativo di capire meglio il presente guardandolo dal futuro. E sì, nel senso più ampio possibile della parola, Heavy Metal è una rivista politica.[6]»

Nell'ottobre del 2022 la casa editrice milanese Sprea ha lanciato la versione italiana di Heavy Metal, il cui primo numero è stato presentato nel contesto della manifestazione Lucca Comics & Games. La rivista ha interrotto le uscite a maggio del 2023, con il settimo numero. Curatori della pubblicazione erano Daniele Brolli e Francesco Coniglio[7]. coIl loro obbiettivo è quello di essere fedeli alla gemella statunitense con contenuti che variano da fumetti, servizi, racconti, illustrazioni, servizi, opinioni che aiutino il lettore ad affrontare un mondo in perenne divenire (panta rei) ma dove allo stesso tempo futuro e presente sono spesso sovrapposti.[6] La versione da loro proposta vuole però una maggiore interazione con il lettore, aumentare la critica verso un nuovo decadentismo sociale e dare una prospettiva realistica di possibili scenari futuri (anche se drammatici).[6]

Note

  1. ^ a b c d e f "Whatnot Publishing Previews", in Previews n.411,  pp.428-439
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m Dave Dykema, in "Chapter Eight: 1977 - A Renewed Hope", in The 1970s,  pp.204-229
  3. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u Alessandro Bottero, in "Heavy Metal 1977-1981: La scoperta di un nuovo mondo", in Heavy Metal n.1,  pp.100-109
  4. ^ a b (EN) Williamsburg Art & Historical Center
  5. ^ (EN) Heavy Metal comic to become a film, in ABC News, 16 marzo 2008. URL consultato il 10 giugno 2022.
  6. ^ a b c Daniele Brolli & Francesco Coniglio, in "Il presente visto dal futuro", in Heavy Metal n.1,  p.4
  7. ^ Giuseppe Pollicelli, Heavy Metal all'italiana. Intervista a Francesco Coniglio, su Fumo di China n. 323, Ed. Freecom, Verona, ottobre 2022, p. 25.

Bibliografia

  • Bottero Alessandro, Coniglio Diego, Di Filippo Paul, Fassina Luca & AA.VV. (testi e disegni), Heavy Metal n.1, Cernusco sul Naviglio (Milano), Sprea S.p.A., 2022. ISBN 9788862670999
  • (EN) Allen Troy-Jeffrey, Gibson Allyn, Greenwood Ashton, Pugliese Michelle, Szymanski Mike, Woods Lance, Previews n.411, Hunt Valley (MD), Diamond Comic Distributors, 2022.
  • (EN) Beard Jim, Dallas Keith, Dykema Dave, Sacks Jason, Wells John, American Comic Book Chronicles: The 1970s, Raleigh (North Carolina), TwoMorrows Publishing, 2014. ISBN 9781605490564

Collegamenti esterni

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