Salvatore Samperi

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Salvatore Samperi (Padova, 26 luglio 1944Trevignano Romano, 4 marzo 2009) è stato un regista e sceneggiatore italiano. Nei suoi film si è spesso occupato anche del casting e del soggetto.

Biografia

Nato in una famiglia benestante a Padova,[1] frequenta per un certo periodo l'Università di Padova, ma la abbandona per partecipare al Movimento Studentesco del 1968. Il primo periodo della carriera di Samperi ha le stimmate dell'antiborghese.[2]

Grande ammiratore di Marco Bellocchio, con pochi fondi a disposizione realizza il suo primo lungometraggio, Grazie zia (1968), che segue idealmente la scia tracciata da I pugni in tasca. Sono presenti, già in questa sua opera prima, le due caratteristiche più importanti del suo cinema: la satira amara, cupa, contro la famiglia borghese e la narrazione di un amore morboso, impossibile (in questo caso quello tra zia e nipote), che inaugurerà la stagione del film erotico all'italiana.

Nei successivi Cuore di mamma (1969) e Uccidete il vitello grasso e arrostitelo (1970), entrambi con musiche di Ennio Morricone, diventa palese la critica di Samperi nei confronti della famiglia borghese, di cui egli narra minuziosamente il desiderato disfacimento. Sono opere in cui è presente una forte carica politica (si dice che Samperi in quegli anni aderì al Maoismo).

Samperi abbandona per qualche tempo i temi della protesta giovanile privilegiando la satira di costume con Un'anguilla da 300 milioni (1971) e Beati i ricchi (1972), entrambi con Lino Toffolo.

Laura Antonelli e Turi Ferro in Malizia (1973)

La sua opera più celebre è senza dubbio Malizia del 1973: questo film, ambientato nella Sicilia degli anni '50, ad Acireale, descrive l'ascesa di una modesta cameriera che, grazie al fascino e ai turbamenti erotici che provoca ai suoi interlocutori maschi, diventa una signora altolocata. La pellicola, che ottenne un grande successo al botteghino, consacrò Laura Antonelli come sex symbol del cinema degli anni settanta.

Un anno dopo, Samperi ritorna sullo stesso tema con Peccato veniale: ancora una volta, Laura Antonelli diventa oggetto del desiderio di un adolescente. La pellicola ha un buon successo, ma incassa meno rispetto alla precedente.

Laura Antonelli in Peccato veniale (1974)

Nel 1976 Samperi realizza due progetti: il primo di questi, Scandalo (storia di una giovane donna che diventa schiava d'amore), viene offuscato dal successo del secondo, Sturmtruppen. Qui il regista non si limita a trasportare le strisce di Bonvi sul grande schermo, ma arricchisce il fumetto originario con una comicità umoristico-satirica e con una buona dose di anti-militarismo.

In seguito, il regista padovano realizza Nenè (1977), tratto da un romanzo di Cesare Lanza, ed Ernesto (1979), su un'iniziazione amorosa omosessuale, tratto da un'opera di Umberto Saba. Nello stesso anno Samperi torna al successo di botteghino con Liquirizia, sulla rabbia studentesca pre-1968. È una delle opere più riuscite della sua carriera, anche se contestata da alcuni critici a causa del suo presunto cattivo gusto.

A Casta e pura (1981) fa seguito Sturmtruppen 2 - Tutti al fronte (1982), il giovanilistico e "vanziniano" Vai alla grande (1983) e l'erotico patinato di Fotografando Patrizia (1984), con Monica Guerritore, e di La Bonne (1986), in cui Samperi lancia la francese Florence Guérin. Nel 1988 produce i 12 episodi di Casa Capozzi, prima sit-com indipendente italiana, interpretata da Enzo Cannavale ed Isa Danieli.[3]

Malizia 2mila (1991) è il seguito di Malizia, con una Laura Antonelli prossima al ritiro dalle scene. Dopo l'insuccesso di questo film, Samperi smette di fare cinema. Nel 1993 dirige il film televisivo Dov'eri quella notte e poi si ferma per una decina di anni, per tornare dietro alla macchina da presa con alcune fiction girate per Canale 5: Madame (2004), Il sangue e la rosa (2008) e soprattutto le prime due serie di L'onore e il rispetto (2006 e 2009), la seconda delle quali viene trasmessa alcuni mesi dopo la sua morte.

Muore improvvisamente nella sua casa a Trevignano Romano il 4 marzo 2009.[4][5] Il funerale laico viene celebrato nella sala del cinema Palma di Trevignano Romano il 6 marzo.[6][7]

Filmografia

Cinema

Televisione

Note

  1. ^ Cinema: è morto Salvatore Samperi, su corriere.it, 4 marzo 2009. URL consultato il 1º novembre 2014.
  2. ^ Tonino De Pace, Fotografando l'Italia: il cinema popolare di Salvatore Samperi, su SentieriSelvaggi, 8 marzo 2009. URL consultato il 4 luglio 2022.
  3. ^ Leopoldo Damerini e Fabrizio Margaria, Dizionario dei telefilm, Garzanti, 2004, p. 146
  4. ^ Cinema: è morto Salvatore Samperi - Corriere della Sera, su cinema-tv.corriere.it. URL consultato il 19 gennaio 2022.
  5. ^ C'erano una volta / Salvatore Samperi, su La Mescolanza, 13 agosto 2018. URL consultato il 19 gennaio 2022.
  6. ^ Redazione, Cinema: si sono svolti i funerali di Samperi, in Tio, 6 marzo 2009.
  7. ^ Redazione, Samperi, una morte inaspettata, in Il Mattino di Padova, 6 marzo 2009.

Altri progetti

Collegamenti esterni

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