Reserve Bank of India

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Reserve Bank of India
(HI) भारतीय रिज़र्व बैंक
Area valutariaBandiera dell'India India
ValutaRupia indiana
Istituita1º aprile 1935 e 1935
SedeMumbai
Sito web

La Reserve Bank of India (in hindi:भारतीय रिज़र्व बैंक) è la banca centrale dell'Unione indiana, che stabilisce la politica monetaria della rupia indiana.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Fondazione[modifica | modifica wikitesto]

Fronte e retro della banconota da 10 rupie, prima emissione (1938)

In seguito alle difficoltà valutarie successive alla fine della prima guerra mondiale la creazione di una banca centrale divenne necessaria per poter prevenire le difficoltà economiche e i crolli valutari[1]. Cosicché nel 1925 fu costituita la Royal Commission on Indian Currency and Finance (detta Hilton Young Commission)[2][3].

La Reserve Bank of India fu fondata nel 1935 sotto il dominio coloniale britannico in ottemperanza a quanto previsto dal Reserve Bank of India Act dell'anno precedente[4]. Il capitale iniziale era diviso in azioni di 100 rupie ciascuna, interamente versate, interamente sottoscritte da soggetti privati[5].

La Banca iniziò la propria attività assumendo le funzioni fino ad allora svolte dalla Direzione Monetaria del Governo e dalla Imperial Bank of India[6]

Il sigillo era ispirato al doppio mohur della East India Company, raffigurante un leone e una palma. Tuttavia, si decise di sostituire il leone con la tigre, animale nazionale dell'India.

La sede era inizialmente a Calcutta, ma nel 1937 fu spostata a Bombay.

1935–1950[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1938 fu emessa la prima serie di banconote.

La RBI inizialmente agiva anche come banca centrale della Birmania fino al 1947, anche dopo che la Birmania si era separata dall'Unione Indiana nel 1937.

Dopo la Divisione dell'India nel 1947, la Banca servì ancora come banca centrale del Pakistan fino all'anno successivo, quando entrò in funzione la State Bank of Pakistan.

Nel 1949 la banca fu nazionalizzata dal governo del nuovo Stato indiano[7].

1950–1960[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni cinquanta il governo indiano, sotto la guida del primo ministro Jawaharlal Nehru attuò una politica economica pianificata, centrata sullo sviluppo agricolo. La banca centrale ebbe l'ordine di sostenere il piano economico con prestiti[8].

Furono nazionalizzate le banche commerciali[9].

1960–1969[modifica | modifica wikitesto]

Il fallimento di numerose banche all'inizio degli anni sessanta rese necessaria l'introduzione di un'assicurazione sui depositi, che entrò in funzione nel 1961[10].

1969–1985[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1969 il governo di Indira Gandhi nazionalizzò le 14 maggiori banche commerciali. Quando la Gandhi tornò al governo nel 1980, altre sei banche furono nazionalizzate[3].

Negli anni settanta la banca centrale divenne l'attore principale e regolamentò il settore bancario, dai tassi d'interesse alla riserva obbligatoria, ai depositi[11]. In conseguenza di questa politica le banche concessero prestiti a settori precisi, come quello agricolo e quello del piccolo commercio[12]

La crisi petrolifera del 1973 provocò un aumento dell'inflazione e la politica monetaria restrittiva della Banca ne ridusse gli effetti[13].

1985–1991[modifica | modifica wikitesto]

In questo periodo il Security & Exchange Board of India esaminò l'economia indiana e propose metodi per rendere più efficienti i mercati e tutelare gli investitori[14].

La Discount and Finance House of India iniziò l'attività sul mercato monetario nel 1988; la National Housing Bank, fondata nel 1988, fu costretta a investire nel mercato immobiliare[15].

1991–2000[modifica | modifica wikitesto]

L'economia indiana ebbe un tracollo nel 1991 e la rupia fu svalutata[16]. La moneta perse il 18% rispetto al dollaro.

Nel 1993 fu deciso di costituire un settore bancario privato. Questo cambio di rotta, che avrebbe dovuto rafforzare il mercato, fu effetto del nuovo indirizzo neoliberista[17]. La banca centrale liberalizzò i tassi d'interesse e alcuni settori del mercato finanziario, come il mercato immobiliare e i trust[18].

Il National Stock Exchange of India iniziò a funzionare nel 1994 e la RBI autorizzò le banche nazionalizzate a ricorrere al mercato per rafforzare il proprio capitale[19].

Struttura[modifica | modifica wikitesto]

La nuova sede centrale a Bombay

Il Central Board of Directors è l'organo decisionale della Banca. I 21 membri sono nominati dal Governo per un mandato di quattro anni. Il comitato è composto dal Governatore e da non più di 4 vicegovernatori, 4[20] direttori degli uffici di "zona", 2 membri nominati dal Ministero delle Finanze, 10 direttori in rappresentanza di importanti elementi dell'economia indiana.

Dei quattro vicegovernatori tradizionalmente due sono interni alla Banca, scelti fra i Direttori Esecutivi, uno è nominato fra i presidenti delle banche pubbliche e l'ultimo è un economista.

La Reserve Bank of India ha quattro uffici di "zona" a Chennai, Delhi, Kolkata e Mumbai[21]. Vi sono poi 19 uffici regionali a Ahmedabad, Bangalore, Bhopal, Bhubaneswar, Chandigarh, Chennai, Delhi, Guwahati, Hyderabad, Jaipur, Jammu, Kanpur, Kochi, Kolkata, Lucknow, Mumbai, Nagpur, Patna e Thiruvananthapuram. Infine 11 sotto-uffici hanno sede a Agartala, Dehradun, Gangtok, Panaji, Raipur, Ranchi, Shillong, Shimla, Srinagar, Aizawal e Imphal[22].

Compiti[modifica | modifica wikitesto]

L'ingresso della sede di Delhicon la statua di Yakshini, dea della prosperità[23]
La sede di Delhi
La sede di Calcutta (l'edificio di pietra)

I compiti svolti dalla Reserve Bank of India sono i seguenti:

  • Vigilanza sugli istituti bancari e finanziari
  • Regolamentazione del sistema finanziario, per tutelare i risparmiatori, per garantire l'efficienza del sistema dei pagamenti,
  • Vigilanza sui cambi, per garantire efficienti pagamenti internazionali
  • Emissione di moneta metallica e cartamoneta
  • Prestatore di ultima istanza verso le banche
  • Individuazione della moneta falsa
  • Promozione dello sviluppo economico
  • Concessione di prestiti alla Federazione ed ai singoli Stati federati

La Reserve Bank of India è membro dell'Asian Clearing Union, nonché dell'Alliance for Financial Inclusion (AFI).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cecil Kisch, Review "The Monetary Policy of Reserve Bank of India" by Rohit, in The Economic Journal, Vol. 59, n° 235, settembre 1949, PP. 436–438, p. 436.It began according to the guidelines laid down by Dr. B R Ambedkar
  2. ^ Findlay G. Shirras, The Reserve Bank of India in The Economic Journal, Vol. 44, n° 174, giugno 1934, p. 258
  3. ^ a b "Reserve Bank of India: Platinum Jubilee (PDF)". RBI.org.in. 2010. consultato il 15 aprile 2012
  4. ^ Reserve Bank of India Act, 1934 (PDF), su rbidocs.rbi.org.in, p. 115. URL consultato il 6 agosto 2012.
  5. ^ RESERVE BANK OF INDIA ACT, 1934 (As modified up to 27 February 2009) (PDF), su rbidocs.rbi.org.in, Reserve Bank of India (RBI). URL consultato il 20 novembre 2010.
  6. ^ Narenda Jadhav, Partha Ray, Dhritidyuti Bose, Indranil Sen Gupta, The Reserve Bank Of India’s Balance Sheet: Analytics and Dynamics of Evolution, 2004, pag. 16.
  7. ^ History, su rbi.org.in, RBI, 1º aprile 1935. URL consultato il 20 agosto 2010 (archiviato dall'url originale il 31 agosto 2010).
  8. ^ Narenda Jadhav, Partha Ray, Dhritidyuti Bose, Indranil Sen Gupta, The Reserve Bank of India’s Balance Sheet: Analytics and Dynamics of Evolution, 2004, pag.. 16.
  9. ^ Beth Anne Wilson e Geoffrey N. Keim, India and Global Economy in Business Economics, gennaio 2006, pag.29.
  10. ^ Chronology of Events, Institution Building- 1960 to 1971 (RBI)
  11. ^ Sunil Kumar, Rachita Gulati: Did efficiency of Indian public sector banks converge with banking reforms? in Int Rev Econ (2009) 56:47–84, p. 47-48.
  12. ^ Panicos O. Demetriades, Kul B. Luintel, Financial Development, Economic Growth and Banking Sector Controls: Evidence from India. in The Economic Journal, Vol. 106, n° 435, marzo 1996, pp. 359–374, p. 360.
  13. ^ Narenda Jadhav, Partha Ray, Dhritidyuti Bose, Indranil Sen Gupta, The Reserve Bank of India’s Balance Sheet: Analytics and Dynamics of Evolution, 2004, pag. 40.
  14. ^ Sunil Kumar, Rachita Gulati: Did efficiency of Indian public sector banks converge with banking reforms? in Int Rev Econ (2009) 56:47–84, p. 48.
  15. ^ Chronology of Events, Developing the Markets: Seeds of Liberalization- 1985 to 1991 (RBI)
  16. ^ Amal Kanti Ray, India’s Social Development in a Decade of Reforms: 1990–91/1999–2000 in Social Indicators Research, Vol. 87, N°3, luglio 2008, p. 410.
  17. ^ Ananya Mukherjee Reed, Corporate Governance Reforms in India in Journal of Business Ethics, Vol. 37, N° 3, maggio 2002, p. 257.
  18. ^ Raghbendra Jha, Ibotombi S. Longjam, Structure of financial savings during Indian economic reforms in Empirical Economics, 2006, 31:861–869, p.862.
  19. ^ Chronology of Events, Crisis and Reforms- 1991 to 2000 (RBI)
  20. ^ Reserve Bank of India - India's Central Bank Archiviato il 21 agosto 2010 in Internet Archive.. Rbi.org.in. consultato il 21.5.2014
  21. ^ Reserve Bank of India, su rbi.org.in. URL consultato il 16 settembre 2011.
  22. ^ Reserve Bank of India - Press Releases, su rbi.org.in. URL consultato il 15 ottobre 2015.
  23. ^ History of Reserve Bank, su rbi.org.in. URL consultato il 24 febbraio 2009.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • S. L. N. Simha, History of the Reserve Bank of India, Volume 1: 1935–1951. RBI, 1970. ISBN 81-7596-247-X. (2005 reprint PDF)
  • G. Balachandran, The Reserve Bank of India, 1951–1967, Oxford University Press, 1998. ISBN 0-19-564468-9. (PDF)
  • A. Vasudevan et al., The Reserve Bank of India, Volume 3: 1967–1981, RBI, 2005. ISBN 81-7596-299-2. (PDF)
  • Cecil Kisch, Review "The Monetary Policy of the Reserve Bank of India" by K. N. Raj in The Economic Journal, Vol. 59, nº 235, settembre 1949, pp. 436–438.
  • Findlay G. Shirras, The Reserve Bank of India in The Economic Journal, Vol. 44, nº 174, giugno 1934, pp. 258–274.
  • Narenda Jadhav, Partha Ray, Dhritidyuti Bose, Indranil Sen Gupta, The Reserve Bank of India's Balance Sheet: Analytics and Dynamics of Evolution, novembre 2004.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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