Qix

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Qix
videogioco
Schermata della versione arcade (con logo del videogioco)
PiattaformaArcade, Amiga, Apple II, Apple IIGS, Atari 5200, Famiglia Atari 8-bit, Atari Lynx, Commodore 128, Commodore 64, MS-DOS, Game Boy, FM-7, Nintendo Entertainment System, PlayStation
Data di pubblicazioneArcade:
Giappone 4 maggio 1982
18 ottobre 1981

Atari 8-bit, 5200:
1982
FM-7:
Giappone 1983
home computer:
1989
Apple IIGS:
Giappone 1989
Game Boy:
Giappone 13 aprile 1990
24 maggio 1990
28 settembre 1990
NES:
gennaio 1991
Atari Lynx:
1991
PlayStation:
Giappone 26 ottobre 2000

GenereRompicapo, azione
TemaAstratto
OrigineStati Uniti
SviluppoTaito of America, Alien Technology Group (home computer), Designer Software (Famiglia Atari 8-bit, Atari 5200), Takara (FM-7), Mizuguchi Engineering (Game Boy), Novotrade (NES), Knight Technologies (Atari Lynx), Success (PlayStation)
PubblicazioneTaito (arcade, NES, home computer), Atari, Inc. (Famiglia Atari 8-bit, Atari 5200), Takara (FM-7), Nintendo (Game Boy), Telegames (Atari Lynx), Success (PlayStation)
DesignRandy Pfeiffer, Sandy Pfeiffer (arcade)
ProgrammazioneRandy Pfeiffer, Sandy Pfeiffer (arcade)
Modalità di giocoGiocatore singolo, due giocatori alternati
Periferiche di inputGamepad, joystick, tastiera
SupportoCartuccia, floppy disk
Distribuzione digitaleVirtual Console
SerieQix
Seguito daQix II: Tournament
Specifiche arcade
CPUDue M6809 a 1,25 MHz[1]
Processore audioSound CPU: M6802 a 921,6 kHz
SchermoRaster verticale
Risoluzione256×240 pixel a 60 Hz
Periferica di inputJoystick 4 direzioni, 2 pulsanti
Un cabinato originale di Qix.

Qix (pronunciato "Kix") è un videogioco arcade del 1981 sviluppato dalla divisione statunitense di Taito, Taito of America, il cui gameplay consiste nel realizzare figure geometriche chiuse tracciando una linea continua all'interno di un grande campo quadrato. Trattasi del primo capitolo di una propria serie.

Qix venne convertito su console e home computer, spesso a opera della stessa Taito: Atari 5200, Atari 400/800, DOS, Amiga, Apple II, Apple IIGS, Game Boy, NES e Atari Lynx. Fu anche uno dei pochi giochi ad avere una versione specifica per Commodore 128, con giocabilità migliorata rispetto al Commodore 64. L'ultimo dei porting uscì nel 2000 su PlayStation, però solo in Giappone con il nome di Qix 2000 (クイックス2000?), e come parte dell'antologia SuperLite 1500 Series di Success.[2]

Le sue meccaniche di gioco hanno dato il via, nel corso degli anni, a un gran numero di cloni, come per esempio Styx (1983 per MS-DOS), oppure la serie a tema erotico Gals Panic di Kaneko (restando sul tema anche Dancing Eyes della Namco).

Modalità di gioco[modifica | modifica wikitesto]

Mediante il controllo di un piccolo rombo marcatore ("Marker" per l'appunto), attraverso l'apposito joystick, lo scopo di Qix è ottenere punteggi ricoprendo quasi tutta la schermata nera di gioco, creando e colorando all'unisono variegate sub-aree.

Tenendo premuto uno dei due pulsanti disponibili, corrispondenti a due diverse velocità, il rombo in questione può uscire dal perimetro bianco dalla quale scorre, seguendone il verso, generando dietro di sé una linea denominata "Stix", che può cambiare direzione in orizzontale o in verticale ma mai in obliquo. Tuttavia non può intrecciarsi ripassando su sé stessa, e, qualora venisse connessa ad un altro punto del bordo, allora l'area compresa da tale diviene (come da percentuale) "proprietà" del giocatore, colorata e quindi parte integrante del bordo stesso. I punti guadagnati differiscono a seconda delle velocità di tracciamento, i cui valori, giusto in una chiusura sono 250 nel modo veloce, 500 invece per quello lento.[N 1]

Per occupare una zona è necessario non essere toccati da due nemici presenti, ovvero il "Qix", un elemento astratto composto da linee colorate cangianti che si muove liberamente nell'ampio spazio (se ne aggiunge poi un secondo), e gli "Sparx", esseri simili alle fiaccole che percorrono di continuo il perimetro nei sensi opposti; l'entrata in scena di altri Sparx è determinata dallo scadere del loro tempo d'attesa, rappresentato da una linea rossa posta sul lato superiore dell'interfaccia. Andare a contatto con uno solo di questi significa perdere una delle vite a disposizione (esaurite le quali la partita termina). Il Qix è letale anche se tocca lo Stix in qualsiasi punto mentre si sta disegnando.
Inoltre, qualora il giocatore lasciasse fermo il Marker per più di un secondo, si accende una miccia che dalla base dello Stix risale verso il medesimo, fatale se lo raggiunge prima che riparta. Poiché lo Stix non si può intrecciare, bisogna evitare di rimanere intrappolati al centro di una spirale (la "Spiral Death Trap"), dove è inevitabile fermarsi ed essere raggiunti dalla miccia.

Una volta coperta la schermata almeno del 75%, il livello è completo e si passa ai successivi; ogni punto percentuale superante cotale soglia viene moltiplicato per 1000 (99% il limite massimo). Se lo si completa riuscendo in un'occasione a separare i due Qix verrà applicato un bonus moltiplicatore dei normali punti, il quale, partendo da ×2, si incrementa di uno (fino al massimo di 9) a ogni ulteriore loro separazione. Dopo ogni due livelli l'ostilità dei nemici aumenta, rendendo la sessione man mano sempre più difficile.

Qix II: Tournament[modifica | modifica wikitesto]

Il sequel diretto di Qix, uscito esclusivamente per arcade nel 1982, ha solo piccoli aggiornamenti rispetto al predecessore, ovvero colori diversi e la possibilità di vincere una vita se si riesce a coprire il 90% dello schermo.

Emulazioni[modifica | modifica wikitesto]

L'emulazione dell'originale arcade appare su raccolte fisiche dedicate al retrogaming Taito: Taito Legends 2 (PS2, Xbox, PC), Taito Legends Power-Up (PSP), Taito Memories Gekan (PS2) e Taito Memories Pocket (PSP);[3][4] le ultime due uscirono solo in Giappone. Fu infine reso disponibile per l'acquisto anche nei defunti servizi GameTap[5] e Virtual Console (quest'ultimo per quanto riguarda la versione Game Boy sul Nintendo 3DS).

Serie[modifica | modifica wikitesto]

La serie ufficiale è composta da:

Remake[modifica | modifica wikitesto]

Prototipo[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Esplicative
  1. ^ I colori abbinati a quei punti sono rispettivamente celeste e rosso. Nella maggior parte delle conversioni, gli stessi colori sono sostituiti da porzioni di uno sfondo a fantasie.
Bibliografiche
  1. ^ (EN) QIX HARDWARE, su System16.com.
  2. ^ (EN) SUPERLITE 1500 SERIES - QIX 2000 - (NTSC-J), su psxdatacenter.com. URL consultato il 13 febbraio 2023.
  3. ^ (JA) タイトー、名作タイトル25本が1本に!!PS2「タイトーメモリーズ 下巻」, su game.watch.impress.co.jp, 25 agosto 2005. URL consultato il 1º settembre 2022.
  4. ^ (JA) タイトーメモリーズ ポケット, su SQUARE ENIX. URL consultato il 14 settembre 2022.
  5. ^ (EN) A. Sliwinski, GameTap removing 97 free games, su engadget.com, 19 gennaio 2009. URL consultato il 18 settembre 2022.
  6. ^ (EN) Arcade Longplay - Twin Qix (JP) (PT), su Internet Archive. URL consultato il 29 settembre 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Back to the Eighties, in Retro Gamer, n. 111, Bournemouth, Imagine Publishing, gennaio 2013, p. 14, ISSN 1742-3155 (WC · ACNP).
  • Qix (JPG), in Videogiochi, n. 2, Milano, Gruppo Editoriale Jackson, febbraio 1983, p. 58, ISSN 0392-8918 (WC · ACNP).
  • Qix (JPG) (Atari 8-bit), in Videogiochi, n. 33-34, Milano, Gruppo Editoriale Jackson, febbraio 1986, pp. 43-44, ISSN 0392-8918 (WC · ACNP).
  • Qix per Apple IIgs, in AppleDisk, n. 37, JCE, maggio/giugno 1990, pp. 9-10.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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