Platone (comico)

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Platone Comico (in greco antico: Πλάτων?, Plátōn; indicato come Comico per distinguerlo da Platone filosofo; Atene, V secolo a.C.Atene, IV secolo a.C.) è stato un commediografo greco antico.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Fiorì ad Atene tra la fine del V e l'inizio del IV secolo a.C. e fu contemporaneo di vari commediografi, tra cui Aristofane, Eupoli e Frinico[1]. Sappiamo che conseguì la sua prima vittoria alle Grandi Dionisie intorno al 410 a.C.

Alcune fonti riferiscono che, spinto dal bisogno, abbia venduto ad altri autori le sue commedie, ma tale notizia sembra frutto di autoschediasma.

L'ipotesi che Platone Comico e Platone Filosofo, l'allievo di Socrate e il maestro di Aristotele, siano la stessa persona, è stata formulata da Ida Soldini in un articolo che si basa su una citazione dell'Alcibiade I. Olimpiodoro d'Alessandria afferma infatti che in questo passo Platone cita il Comico.[1]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Nessuna delle sue commedie si è conservata, ma restano alcuni titoli e circa trecento frammenti.[2] Il lessico Suida riporta trenta titoli:[1]

  • Adone
  • Le donne di ritorno dai riti
  • I grifoni
  • Dedalo
  • Le feste
  • Grecia, o le isole
  • Europa
  • Zeus maltrattato
  • Io
  • Cleofone
  • Laio
  • Gli Spartani, o i poeti
  • Gli stranieri residenti
  • Le formiche
  • Il pazzo
  • Menelao
  • Le vittorie
  • La lunga notte
  • I cardatori, o i Cercopi
  • Il sofferente
  • Il poeta
  • Pisandro
  • Gli ambasciatori
  • Il bambino
  • I sofisti
  • L'alleanza
  • I costumi degli attori
  • Sirface
  • Iperbolo
  • Faone

Ateneo fornisce altri titoli non menzionati da Suida: L'imbroglione, L'omicida[3], I vecchi[4], L'uomo infelicissimo[5].

Altri titoli, infine, sono raccolti nella Bibliotheca graeca di Fabricius.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Ida Soldini, Plato's youth and old Attic comedy, in Dialegesthai, vol. 24, 30 dicembre 2022. URL consultato il 20 novembre 2023.
  2. ^ Theodor Kock, Comicorum Atticorum Fragmenta (CAF), I, p. 601 sgg.
  3. ^ Ateneo, Deipnosofisti, VII, 9.
  4. ^ Ateneo, Deipnosofisti, VII, 28
  5. ^ Ateneo, Deipnosofisti, IX, 37
  6. ^ Johann Albert Fabricius, Bibliotheca graeca, II, 22.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Poetae Comici Graeci, ed. R. Kassel et C. Austin, vol. VII, Berlin-New York, de Gruyter, 1989, pp. 431-548.
  • The Oxford Classical Dictionary, second edition, p. 842.
  • Cobet, C.G., Observationes criticae in Platonis comici reliquias, Amstelodami 1840.
  • Hartwig, A., The Date of the Rhabdouchoi and the Early Career of Plato Comicus, ZPE 174, 2010, pp. 19-31.
  • Mancuso, G., Pl. Com. T 6 K.-A. delendum?, in P. Cipolla (a c. di), Studi sul teatro greco, Amsterdam 2006, pp. 69-78.
  • Id., Eracle, gli Arcadi e Platone comico (ancora su P.Oxy. 2737), ZPE 180, 2012, pp. 53-66.
  • Mastromarco, G., Gli esordi di Aristofane e di Platone comico, ZPE 51, 1983, pp. 29-35.
  • Meineke, A., Historia critica comicorum Graecorum (=Fragmenta comicorum Graecorum, I), Berolini 1839, pp. 160-196.
  • Pirrotta, S., Bemerkungen zu einigen problematischen Aspekten in der Karriere von Plato Comicus: frr. 106-107 K.-A., SemRom 9, 2006, pp. 69-85.
  • Ead., Plato comicus: die fragmentarischen Komõdien. Ein Kommentar, Berlin 2009.

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