Museo archeologico statale Vincenzo Laviola

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Museo archeologico statale Vincenzo Laviola
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàAmendolara
IndirizzoPiazza Giovanni XXIII - 87071 Amendolara (CS)
Coordinate39°57′08.7″N 16°34′49.6″E / 39.952417°N 16.580444°E39.952417; 16.580444
Caratteristiche
TipoArcheologia
DirettoreFilippo Demma
Visitatori2 152 (2015)[1]
Sito web

Il Museo Archeologico Statale "Vincenzo Laviola" è il museo archeologico statale di Amendolara, in provincia di Cosenza. Conserva numerosi reperti rinvenuti nella zona. L'ingresso è gratuito.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La raccolta venne istituita nel 1996, a partire da un nucleo della collezione di Vincenzo Laviola assieme al materiale rinvenuto negli scavi del colle San Nicola.

L'allestimento è composto da quattro sezioni, divise secondo un criterio cronologico: protostoria, due per la Magna Grecia, e una per i reperti bizantini.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La prima sezione si apre coi reperti più antichi della collezione: vasi in terracotta, strumentiin metallo, armi e gioielli databili al XII secolo a.C. Provengono da uno scavo eseguito in città, che ha messo in luce le tracce di un insediamento a cavallo tra la tarda età del Bronzo e la prima età del Ferro. Vicini per datazione sono anche i reperti dalla necropoli presso Agliastroso.

Al periodo della Magna Grecia arcaica risalgono oggetti di corredi funebri databili tra l'VIII e il VI secolo a.C., provenienti dalle necropoli di Mancosa-Paladino. Vi si trova ceramica corinzia e protocorinzia, materiale in bronzo e altri reperti, che dimostrano la colonizzazione greca attraverso Sibari. Altri oggetti provengono dall'antica città scavata al pianoro di San Nicola e nella piana sottostante, dove sono state individuate le tracce di una vera e propria città con templi e una necropoli. Tra i reperti statuette votive, monete bronzee, pesi fittili da telaio, anche decorati a labirinto, che testimoniano la produzione intensiva di tessuti di lana.

La sezione bizantina ospita frammenti architettonici di marmo e altri arredi liturgici provenienti dalle chiese cittadine di San Giovanni e dell'Annunziata.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dati visitatori 2015 (PDF), su beniculturali.it. URL consultato il 15 gennaio 2016.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • G. Custodero, Antichi popoli del Sud: Apuli, Bruzii, Lucani, Messapi, Sanniti e Greci prima della conquista romana, Lecce 2000.
  • E. Greco, Magna Grecia, Guide Archeologiche Laterza, Bari 1995.
  • G. Tagliamonte, I figli di Marte: mobilità, mercenari e mercenariato italici in Magna Grecia e Sicilia, Roma 1994.
  • R. Laviola, I beni culturali di Amendolara, Reggio Calabria 1986.
  • G. Roma, Ricerca su un insediamento di epoca bizantina nel territorio del comune di Amendolara, 1978.
  • C. Turano, La Calabria antica, Reggio Calabria 1977.
  • V. Laviola, Necropoli e città preelleniche, elleniche e romane di Amendolara, Cosenza 1967.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]