Stipa pennata

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Lino delle fate piumoso
Stipa pennata
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Monocotiledoni
(clade) Commelinidae
Ordine Poales
Famiglia Poaceae
Sottofamiglia Pooideae
Tribù Stipeae
Sottotribù Clade I Eurasiatico
(nome provvisorio)
Genere Stipa
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Liliopsida
Sottoclasse Commelinidae
Ordine Cyperales
Famiglia Poaceae
Sottofamiglia Pooideae
Tribù Stipeae
Genere Stipa
Specie S. pennata
Nomenclatura binomiale
Stipa pennata
L., 1753

Il lino delle fate piumoso (nome scientifico Stipa pennata L., 1753 è una specie di pianta spermatofita monocotiledone appartenente alla famiglia Poaceae (sottofamiglia Pooideae ex Graminaceae).[1]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

L'etimologia del nome generico (Stipa) deriva da una parola greca il cui significato è "stoppa, lino, fibra, cordame" in riferimento alle infiorescenze piumose o plumose di alcune specie di questo genere.[2] L'epiteto specifico (pennata) significa "piuma o penna" e fa riferimento alla particolare infiorescenza piumata.[3]

Il nome scientifico della specie è stato definito da Linneo (1707 – 1778), conosciuto anche come Carl von Linné, biologo e scrittore svedese considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione "Species Plantarum" (Sp. Pl. 1: 78)[4] del 1753.[1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il portamento
Le foglie
Infiorescenza
Spighette
Spighetta generica con tre fiori diversi

Queste piante arrivano ad una altezza di 4 - 8 dm. La forma biologica è emicriptofita cespitosa (H caesp), sono piante erbacee densamente cespugliose, perenni, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e presentano ciuffi fitti di foglie che si dipartono dal suolo.[5][6][7][8][9][10][11]

Radici[modifica | modifica wikitesto]

Le radici sono secondarie e fascicolate da rizoma.

Fusto[modifica | modifica wikitesto]

La parte aerea del fusto è eretta (spesso incurvata all'apice), rigida. Alla base è avvolta da fibre biancastre. I culmi in genere hanno 5 nodi.

Foglie[modifica | modifica wikitesto]

Linee dei peli del lemma[7]
Sezione trasversale della lamina fogliare[7]

Le foglie lungo il culmo sono disposte in modo alterno, sono distiche e si originano dai vari nodi. Sono composte da una guaina, una ligula e una lamina. Le venature sono parallelinervie. Non sono presenti i pseudopiccioli e, nell'epidermide delle foglia, le papille.

  • Guaina: la guaina, più lunga degli internodi, è abbracciante il fusto e priva di auricole.
  • Ligula: la ligula è breve o subnulla.
  • Lamina: la lamina, generalmente glaucescente e conduplicata, ha delle forme sottili. In sezione trasversale, sulla faccia inferiore, è presente uno strato continuo di sclerenchima che sulla faccia superiore si riduce a 2 - 3 costole quasi quadrate; la pelosità è solamente nei solchi tra le costole. Larghezza delle foglie: 2,3 - 2,5 mm.

Infiorescenza[modifica | modifica wikitesto]

Infiorescenza principale (sinfiorescenza o semplicemente spiga): le infiorescenze, formate da alcune spighette (9 - 12), hanno la forma di una pannocchia lineare, breve e stretta. La fillotassi dell'inflorescenza inizialmente è a due livelli, anche se le successive ramificazioni la fa apparire a spirale. Lunghezza della pannocchia: 9 – 15 cm.

Spighetta[modifica | modifica wikitesto]

Infiorescenza secondaria (o spighetta): le spighette, con forme lanceolate e affusolate, sottese da due brattee distiche e strettamente sovrapposte chiamate glume (inferiore e superiore), sono formate da un fiore. Possono essere presenti dei fiori sterili (ridotto ad un corpo clavato); in questo caso sono in posizione distale rispetto a quelli fertili. Alla base di ogni fiore sono presenti due brattee: la palea e il lemma. La disarticolazione avviene con la rottura della rachilla sotto il fiore fertile.

  • Glume: le glume, poco disuguali, con forme strettamente lanceolate, sono aristate. Lunghezza della parte laminare: 1,5 - 3 mm. Lunghezza della resta: come la parte laminare.
  • Palea: la palea è un profillo lungo quanto il lemma con alcune venature.
  • Lemma: il lemma può avere una linea dorsale oppure no ed è sormontato da una resta flessuose e ricurva, piumosa, di un bianco niveo. La superficie superiore è ricoperta da 7 linee di peli. Lunghezza del lemma: 1,5 - 2 mm. Lunghezza delle reste: 20 - 30 cm.

Fiore[modifica | modifica wikitesto]

I fiori fertili sono attinomorfi formati da 3 verticilli: perianzio ridotto, androceo e gineceo.

  • Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:[6]
  • , P 2, A (1-)3(-6), G (2–3) supero, cariosside.
  • Il perianzio è ridotto e formato da tre lodicule, delle squame traslucide, poco visibili (forse relitto di un verticillo di 3 sepali). Le lodicule sono membranose e non vascolarizzate.

Frutti[modifica | modifica wikitesto]

I frutti sono del tipo cariosside, ossia sono dei piccoli chicchi indeiscenti, con forme ovoidali, nei quali il pericarpo è formato da una sottile parete che circonda il singolo seme. In particolare il pericarpo è fuso al seme ed è aderente. L'endocarpo non è indurito e l'ilo è lungo e lineare. L'embrione è piccolo e provvisto di epiblasto ha un solo cotiledone altamente modificato (scutello senza fessura) in posizione laterale. I margini embrionali della foglia non si sovrappongono.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Come gran parte delle Poaceae, le specie di questo genere si riproducono per impollinazione anemogama. Gli stigmi più o meno piumosi sono una caratteristica importante per catturare meglio il polline aereo. La dispersione dei semi avviene inizialmente a opera del vento (dispersione anemocora) e una volta giunti a terra grazie all'azione di insetti come le formiche (mirmecoria).

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questa specie (Poaceae) comprende circa 650 generi e 9.700 specie (secondo altri Autori 670 generi e 9.500[9]). Con una distribuzione cosmopolita è una delle famiglie più numerose e più importanti del gruppo delle monocotiledoni e di grande interesse economico: tre quarti delle terre coltivate del mondo produce cereali (più del 50% delle calorie umane proviene dalle graminacee). La famiglia è suddivisa in 11 sottofamiglie, il genere Stipa è descritto all'interno della sottofamiglia Pooideae e raccoglie un centinaio di specie distribuite nelle zone temperate in tutto il mondo (soprattutto Asia e Europa).[5][6]

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

Il genere di questa specie (Stipa) è descritto all'interno della supertribù Stipodae L. Liu, 1980 (tribù Stipeae, Clade I Eurasiatico). La supertribù Stipodae è il quarto nodo della sottofamiglia Pooideae ad essersi evoluto (gli altri tre sono la tribù Brachyelytreae, e le supertribù Nardodae e Melicodae).[12]

La specie di questa voce fa parte del Gruppo di Stipa pennata; un gruppo polimorfo costituito da diverse specie che si distinguono soprattutto per la pelosità delle foglie e dei lemmi. I caratteri principali del gruppo sono: il portamento è densamente cespuglioso con culmi eretti (alla base sono avvolti da fibre biancastre); le foglie sono rigide (hanno uno strato continuo di sclerenchima sulla faccia inferiore) con lamina sottile e conduplicata; la ligula è breve o quasi nulla; le pannocchie hanno delle forme lineari e sono pauciflore; le spighette hanno un solo fiore; le glume sono diseguali con reste; i lemmi hanno delle lunghe reste piumose (20 – 30 cm). Gli habitat tipici per queste specie sono i prati aridi steppici.

Nella flora spontanea italiana, oltre alla S. pennata, il gruppo è formato dalle seguenti specie:

Il numero cromosomico di S. pennata è: 2n = 44.[13]

Sottospecie[modifica | modifica wikitesto]

Per questa specie sono descritte le seguenti sottospecie.[7][14][15] Per alcune checklist queste entità non sono considerate tassonomicamente rilevanti ma sinonimi di S. pennata.[16]

Sottospecie pennata[modifica | modifica wikitesto]

Distribuzione della sottospecie pennata
(Distribuzione regionale[15] – Distribuzione alpina[14])
  • Nome scientifico: Stipa pennata L. subsp. pennata.
  • Descrizione: altezza della pianta: 30 – 70 cm; il culmo è subglabro sotto i nodi; le ligule dei getti sterili sono cigliate (lunghezza delle ciglia fino a 1 mm); le costole della pagina superiore delle foglie non sono cigliate sul dorso; le linee dei peli dorsali dei lemmi (lunghi 17 – 20 mm) sono più brevi (o nulle) di quelle subdorsali. Lunghezza della spighetta: 30 – 50 mm.
  • Fioritura: da maggio a luglio.
  • Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Sud Ovest Europeo (Subatlantico) o anche Asiatico.
  • Distribuzione: in Italia è una sottospecie presente su tutto il territorio (isole escluse). Nelle Alpi ha una distribuzione discontinua. Fuori dall'Italia, sempre nelle Alpi, questa specie si trova in Francia (tutti i dipartimenti di alpini esclusa Alta Savoia), in Svizzera (cantoni Vallese, Ticino e Grigioni), in Austria (Länder della Carinzia e Austria Inferiore). Sugli altri rilievi europei collegati alle Alpi si trova nel Massiccio Centrale, Pirenei, Monti Balcani e Carpazi.[14]
  • Habitat: gli habitat tipici per questa pianta sono i prati aridi steppici, le rupi e i ripari sotto roccia. Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo con pH neutro, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere arido.[14]
  • Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 800 m s.l.m.; nelle Alpi frequentano i seguenti piani vegetazionali: montano, subalpino e in parte quello alpino e quello collinare.
  • Fitosociologia.
  • Areale alpino. Dal punto di vista fitosociologico alpino la pianta di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[14]
  • Formazione: delle comunità a emicriptofite e camefite delle praterie rase magre secche
  • Classe: Festuco-Brometea
  • Ordine: Festucetalia valesiacae
  • Areale italiano. Per l'areale completo italiano la sottospecie pennata appartiene alla seguente comunità vegetale:[17]
  • Macrotipologia: vegetazione delle praterie
  • Classe: Festuco valesiacae-brometea erecti Br.-Bl. & Tüxen ex Br.-Bl., 1949
  • Ordine: Festucetalia valesiacae Br.-Bl. & Tüxen ex Br.-Bl., 1949
  • Alleanza: Festucion valesiacae Klika, 1931
Descrizione: l'alleanza Festucion valesiacae è relativa alle praterie steppiche continentali che crescono sui versanti esposti a sud nelle aree più calde ed aride dell’Europa centrale e delle Alpi. Le specie dominanti per questa alleanza sono quelle dei generi Festuca e Stipa. I suoli preferiti sono quelli calcarei. La distribuzione di questo gruppo è relativa alle regioni (sub-) continentali dell’Europa centrale e orientale. In Italia si rinviene nei settori più caldi delle Alpi.[18]
Alcune specie presenti nell'associazione: Salvia nemorosa, Achillea millefolium, Artemisia campestris, Asperula cynanchica, Carex humilis, Centaurea stoebe, Dianthus carthusianorum, Eryngium campestre, Euphorbia cyparissias, Festuca rupicola, Festuca valesiaca, Iris pumila, Koeleria macrantha, Potentilla arenaria, Stipa pulcherrima, Stipa capillata e Thymus pannonicus.[17]
Altre alleanze per questa specie sono:[17]
  • Astragalenion monspessulani

Sottospecie austriaca[modifica | modifica wikitesto]

Distribuzione della sottospecie austriaca
(Distribuzione regionale[15] – Distribuzione alpina[14])
  • Nome scientifico: Stipa pennata L. subsp. austriaca (Beck) Matinovsky & Skalicky
  • Descrizione: altezza della pianta: 25 – 60 cm; il culmo è villoso sotto i nodi; le ligule dei getti sterili sono cigliate (lunghezza delle ciglia fino a 1 mm); le costole della pagina superiore delle foglie non sono cigliate sul dorso; le linee dei peli dorsali dei lemmi (lunghi 13 – 18 mm) sono più brevi (o nulle) di quelle subdorsali, quelle marginali raggiungono l'apice del lemma. Lunghezza della spighetta: 40 – 50 mm.
  • Fioritura: da maggio a giugno
  • Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Europeo.
  • Distribuzione: in Italia questa sottospecie è presente al Nord (Nord-Ovest nelle Alpi). Fuori dall'Italia, sempre nelle Alpi, questa specie si trova in Francia (dipartimento dell'Alta Savoia), in Svizzera (cantoni Berna, Vallese e Grigioni), in Austria (Länder del Tirolo Settentrionale, Salisburgo, Carinzia, Stiria e Austria Inferiore). Sugli altri rilievi europei collegati alle Alpi si trova nel Massiccio del Giura e Carpazi.[14]
  • Habitat: gli habitat tipici per questa pianta sono le rupi, i ripari sotto roccia e le praterie rase, prati e pascoli aridi. Il substrato preferito è calcareo con pH basico, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere arido.[14]
  • Distribuzione altitudinale: nelle Alpi frequentano i seguenti piani vegetazionali: collinare e montano.
  • Fitosociologia.
  • Areale alpino. Dal punto di vista fitosociologico alpino la pianta di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[14]
  • Formazione: delle comunità a emicriptofite e camefite delle praterie rase magre secche
  • Classe: Festuco-Brometea
  • Ordine: Festucetalia valesiacae
  • Areale italiano. Per l'areale completo italiano la sottospecie austriaca appartiene alla seguente comunità vegetale:[19]
  • Macrotipologia: vegetazione delle praterie
  • Classe: Festuco valesiacae-brometea erecti
  • Ordine: Scorzonero villosae-chrysopogonetalia grylli
  • Alleanza: Saturejion subspicatae
L'alleanza Saturejion subspicatae include le praterie xerofile e rupicole caratterizzate da elevata aridità e marcata eliofilia delle specie. Sono correlate a suoli primitivi o minerali, oligotrofici, su rocce compatte, nel piano bioclimatico supramediterraneo e distribuite fino al piano mesotemperato superiore (200–900 m) dei rilievi prealpini. La distribuzione di questo areale si estendono dal litorale croato-dalmatico alle propaggini calcaree delle Alpi sudorientali. Le entità associate a questa alleanza hanno una distribuzione sudesteuropea e illirica. Alcune comunità di questa alleanza possiedono caratteristiche di praterie borigene primarie e possono quindi essere considerate stabili o lungamente durevoli in quanto localizzate in zone soggette a venti di bora che ne impediscono l'incespugliamento; altre si configurano come praterie secondarie, originate dall'azione dell'uomo e mantenute attraverso pascolamento.[20]

Sottospecie eriocaulis[modifica | modifica wikitesto]

Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[15] – Distribuzione alpina[14])
  • Nome scientifico: Stipa pennata L. subsp. eriocaulis (Borbàs) Matinovsky & Skalicky
  • Descrizione: altezza della pianta: 25 – 60 cm; il culmo è villoso o subglabro sotto i nodi; le ligule dei getti sterili sono cigliate (lunghezza delle ciglia fino a 1 mm); le costole della pagina superiore delle foglie non sono cigliate sul dorso; le linee dei peli dorsali dei lemmi (lunghi 17 – 20 mm) sono più brevi (o nulle) di quelle subdorsali, quelle marginali raggiungono l'apice del lemma. Lunghezza della spighetta: 40 – 50 mm.
  • Fioritura: da maggio a luglio.
  • Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Sud Europeo.
  • Distribuzione: in Italia questa sottospecie è presente sia nelle Alpi che (più raramente) negli Appennini. Fuori dall'Italia, sempre nelle Alpi, questa specie si trova solamente in Francia (dipartimento delle Alpes-Maritimes).[14]
  • Habitat: gli habitat tipici per questa pianta sono le rupi, i ripari sotto roccia e le praterie rase, prati e pascoli aridi. Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo con pH basico, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere arido.[14]
  • Distribuzione altitudinale: nelle Alpi frequentano i seguenti piani vegetazionali: collinare, montano e in parte quello subalpino.
  • Fitosociologia.
  • Areale alpino. Dal punto di vista fitosociologico alpino la pianta di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[14]
  • Classe: Festuco-Brometea

Sottospecie kiemii[modifica | modifica wikitesto]

  • Nome scientifico: Stipa pennata L. subsp. kiemii Martinovsky
  • Descrizione: le ciglia delle ligule dei getti sterili sono molto corte; le costole centrali della pagina superiore delle foglie sono cigliate sul dorso; le linee dei peli dorsali dei lemmi (lunghi 18 – 20 mm con resta di 240 – 280 mm) sono lunghe come quelle subdorsali; le guaine delle foglie basali e cauline inferiori sono densissimamente pelose; le foglie cauline superiori sono scabre.
  • Distribuzione: in Italia questa sottospecie è presente in Puglia.

Altre sottospecie[modifica | modifica wikitesto]

Le seguenti sottospcie non sono presenti nella flora spontanea italiana:[21]

  • Stipa pennata subsp. lejophylla (P. A. Smirn.) Tzvelev, 1974 - Distribuzione: Armenia
  • Stipa pennata subsp. okensis (P. A. Smirn.) F. M. Vázquez & M. Gut., 2011
  • Stipa pennata subsp. puberula (Podp. & Suza) F. M. Vázquez & M. Gut., 2011 - Distribuzione: ex. Jugoslavia
  • Stipa pennata subsp. slovaca F. M. Vázquez & M. Gut., 2011 - Distribuzione: Francia e Svizzara

Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]

Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[16]

  • Aristida pennata var. rigida Roshev.
  • Stipa anomala P.A.Smirn. ex Roshev.
  • Stipa anomala P.A. Smirn.
  • Stipa appendiculata Celak.
  • Stipa austriaca (Beck) Klokov
  • Stipa austroitalica subsp. appendiculata (Celak.) Moraldo
  • Stipa austroitalica' var. appendiculata (Celak.) Martinovský
  • Stipa balcanica (Martinovský) Kožuharov
  • Stipa borysthenica Prokudin
  • Stipa borysthenica subsp. germanica (Erdtman) Martinovský & Rausch
  • Stipa borysthenica var. germanica (Endtm.) Dengler
  • Stipa disjuncta Klokov
  • Stipa dvorakii (Martinovský & Moraldo) Landolt
  • Stipa eriocaulis Borbás
  • Stipa eriocaulis subsp. dvorakii (Martinovský & Moraldo) Moraldo & Ricceri
  • Stipa eriocaulis subsp. kiemii (Martinovský) Tzvelev
  • Stipa eriocaulis subsp. lithophila (P.A.Smirn.) Tzvelev
  • Stipa eriocaulis subsp. lutetiana H.Scholz
  • Stipa gallica (Steven) Celak.
  • Stipa germanica (Endtm.) Klokov
  • Stipa graniticola Klokov
  • Stipa iberica f. laevis Martinovský
  • Stipa iberica var. pygmaea Martinovský
  • Stipa joannis Čelak.
  • Stipa joannis subsp. balcanica Martinovský
  • Stipa joannis subsp. germanica Endtm.
  • Stipa joannis f. okensis P.A.Smirn.
  • Stipa joannis subsp. sabulosa (Pacz.) Lavrenko
  • Stipa lejophylla P.A.Smirn.
  • Stipa lithophila P.A.Smirn. ex Roshev.
  • Stipa mediterranea subsp. gallica (Čelak.) Asch. & Graebn.
  • Stipa oligotricha Moraldo
  • Stipa oligotricha subsp. kiemii (Martinovský) Moraldo
  • Stipa pennata var. anomala (P.A.Smirn.) Tzvelev
  • Stipa pennata var. appendiculata Celak.
  • Stipa pennata var. appendiculata Čelak.
  • Stipa pennata var. austriaca Beck
  • Stipa pennata subsp. dvorakii Martinovský & Moraldo
  • Stipa pennata var. gallica Steven
  • Stipa pennata f. gallica (Steven) Brand
  • Stipa pennata subsp. joannis (Čelak.) Pacz.
  • Stipa pennata var. joannis (Čelak.) Asch. & Graebn.
  • Stipa pennata subsp. lejophylla (P.A.Smirn.) Tzvelev
  • Stipa pennata subsp. lithophila (P.A.Smirn.) Martinovský
  • Stipa pennata var. okensis (P.A.Smirn.) Tzvelev
  • Stipa pennata f. penicillifera Pacz.
  • Stipa pennata var. rigida (Roshev.) Tzvelev
  • Stipa pennata f. sabulosa Pacz.
  • Stipa pennata subsp. sabulosa (Pacz.) Tzvelev
  • Stipa pulcherrima var. austriaca (Beck) Podp.
  • Stipa pulcherrima var. gallica (Steven) Podp.
  • Stipa sabulosa (Pacz.) Sljuss.
  • Stipa sabulosa subsp. germanica (Endtm.) Martinovský Rauschert
  • Stipa tauricola Celak.
  • Stipa veneta Moraldo
  • Stipa vulgaris Gueldenst.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 27 giugno 2019.
  2. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 7 maggio 2019.
  3. ^ David Gledhill 2008, pag. 295.
  4. ^ BHL - Biodiversity Heritage Library, su biodiversitylibrary.org. URL consultato il 27 giugno 2019.
  5. ^ a b Kellogg 2015, pag. 213.
  6. ^ a b c Judd et al 2007, pag. 311.
  7. ^ a b c d Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 592.
  8. ^ Motta 1960, Vol. 3 - pag. 776.
  9. ^ a b Strasburger 2007, pag. 814.
  10. ^ Pasqua et al 2015, pag. 467.
  11. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 27 giugno 2019.
  12. ^ Soreng et al. 2017, Pag. 284.
  13. ^ Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 27 giugno 2019.
  14. ^ a b c d e f g h i j k l m Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 986.
  15. ^ a b c d Conti et al. 2005, pag. 171.
  16. ^ a b The Plant List, su theplantlist.org. URL consultato il 29 giugno 2019.
  17. ^ a b c Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org. URL consultato il 30 luglio 2017.
  18. ^ Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org, p. 51.1.1 ALL. FESTUCION VALESIACAE KLIKA 1931. URL consultato il 30 luglio 2017.
  19. ^ Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org, p. Plantago argentea subsp. liburnica. URL consultato il 12 gennaio 2016.
  20. ^ Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org, p. 51.4.2 ALL. SATUREJION SUBSPICATAE (HORVAT 1974) HORVATIC 1975. URL consultato il 12 gennaio 2016.
  21. ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 29 giugno 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]