Giulio Einaudi
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Giulio Einaudi (Torino, 2 gennaio 1912 – Magliano Sabina, 5 aprile 1999) è stato un editore italiano, fondatore della casa editrice che porta il suo nome.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Nacque a Torino, figlio di Luigi Einaudi (futuro 2º presidente della repubblica) e della moglie Ida Pellegrini, il 2 gennaio 1912, in un appartamento di via Giusti numero 4. Suo padre sarebbe diventato, trentasei anni dopo, presidente della Repubblica Italiana. Ebbe due fratelli maggiori, Roberto, ingegnere e Mario, docente universitario, politico e antifascista.
Frequentò a Torino il liceo classico Massimo d'Azeglio, dove fu allievo dell'antifascista Augusto Monti. Fece quindi parte di una "confraternita" di ex-allievi del liceo d'Azeglio, fra i cui membri figuravano Cesare Pavese, Leone Ginzburg, Norberto Bobbio, Massimo Mila, Vittorio Foa, Giulio Carlo Argan, Ludovico Geymonat, Franco Antonicelli e altri.
Il 15 novembre 1933, appena ventunenne, fondò la casa editrice cui diede il suo nome, con sede a Torino al terzo piano di via Arcivescovado 7, nello stesso palazzo che era stato sede del settimanale L'Ordine Nuovo di Antonio Gramsci.
Dopo 64 anni di lavoro come editore, Giulio Einaudi andò in pensione il 4 settembre 1997 all'età di 85 anni. Morì il 5 aprile 1999 all'età di 87 anni. È sepolto nel cimitero di Dogliani.
Ha avuto due mogli, Clelia Grignolio e successivamente, Renata Aldrovandi, sorella di Vando e sua collaboratrice nella casa editrice, e sei figli: Ida, Riccardo e Mario dalla prima consorte; Elena, Giuliana e Ludovico (pianista e compositore) dalla seconda.
Riferimenti nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]
- "Giulio Einaudi – Insieme si crea", è un documentario di Giulio Calcinari, andato in onda per "Italiani", programma di Rai Cultura a cura di Paolo Mieli.
Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]
Onorificenze italiane[modifica | modifica wikitesto]
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Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana |
«Di iniziativa del Presidente della Repubblica» — 15 dicembre 1995[1] |
Altri riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]
- Premio Libro d’oro, dall’Associazione italiana editori e dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, 1963[2]
- Laurea honoris causa in Lettere moderne, Università di Trento, 1997[3]
- Premio Vittorini per la cultura, 1997[4]
- Laurea honoris causa in Lettere, Università di Torino, 1998[3]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
- ^ Gian Carlo Ferretti, EINAUDI, Giulio, su treccani.it, p. unica, paragrafo La nuova domanda, in fine. URL consultato il 20 luglio 2021.; secondo la voce di Luciana Buccellato nell'Enciclopedia italiana, invece, il premio sarebbe del 1965.
- ^ a b Gian Carlo Ferretti, EINAUDI, Giulio, su treccani.it, p. unica, paragrafo Il tracollo e la ripresa. URL consultato il 20 luglio 2021..
- ^ Luciana Buccellato, EINAUDI, Giulio, su treccani.it, 2000, p. unica, primo capoverso. URL consultato il 20 luglio 2021. Nel sito del premio si parla solo del premio letterario, senza riferimento al premio per la cultura che non è più conferito.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Paolo Soddu (cur.), Giulio Einaudi nell'editoria di cultura del Novecento italiano. Atti del Convegno della Fondazione Giulio Einaudi e della Fondazione Luigi Einaudi onlus, Torino, 25-26 ottobre 2012, Firenze, Olschki, 2015, ISBN 9788822263544.
- Luciana Buccellato, «EINAUDI, Giulio» la voce nella Enciclopedia Italiana - VI Appendice, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2000.
- «Colloquio coi vecchi libri». Lettere editoriali (1942-1988), con Carlo Dionisotti,a cura di Roberto Cicala, Novara, Interlinea edizioni, 2012.
- Gian Carlo Ferretti, EINAUDI, Giulio, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2013.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikisource contiene una pagina dedicata a Giulio Einaudi
Wikiquote contiene citazioni di o su Giulio Einaudi
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Giulio Einaudi
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Giulio Einaudi Editore, su einaudi.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 19759720 · ISNI (EN) 0000 0001 0876 5997 · SBN CFIV090589 · ULAN (EN) 500433893 · LCCN (EN) n88181760 · GND (DE) 119144719 · BNF (FR) cb123848839 (data) · J9U (EN, HE) 987007458503705171 (topic) · NSK (HR) 000021706 · WorldCat Identities (EN) lccn-n88181760 |
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