Due cuori, una cappella

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Due cuori, una cappella
Aldo Maccione in una scena del film
Paese di produzioneItalia
Anno1975
Durata105 min
Rapporto1,66:1
Generecommedia
RegiaMaurizio Lucidi
SoggettoNicola Badalucco
SceneggiaturaNicola Badalucco; coll. scen. Maurizio Lucidi; coll. dial. Renato Pozzetto
ProduttorePiero La Mantia
Casa di produzioneMars Film Produzione
Distribuzione in italianoCineriz
FotografiaAldo Tonti
MontaggioRenzo Lucidi,
Simonetta Vitelli
MusicheStelvio Cipriani
ScenografiaLuigi Scaccianoce
CostumiCarlo Gentili
TruccoStefania Trani
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Due cuori, una cappella è un film commedia italiano del 1975, diretto da Maurizio Lucidi ed interpretato da Renato Pozzetto e Agostina Belli, debutto cinematografico di Massimo Boldi.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Aristide riceve in eredità dalla madre usuraia Cecilia una grande quantità di gioielli, ma quando incontra al cimitero Claudia la sua vita cambia inaspettatamente. Claudia è orfana, inizialmente timida e titubante ai fallimentari approcci di Aristide, ma ben presto si lascia coinvolgere per avere un compagno che le stia accanto, almeno così pare. Proprio però quando Claudia e Aristide sembrano essere felici insieme, arriva a casa loro Victor, marito di Claudia, che pretende di rimanere a vivere con loro per rimettersi economicamente dopo la detenzione, in quanto delinquente abituale. Il piano di Victor si concretizza in un rapimento a scopo d'estorsione, ma a causa d'uno scambio di persona, il progetto sfuma e, per non suscitare l'ira di Victor (ignaro dell'errore), Aristide rimedia trovando un'alternativa fittizia, barattando il riscatto con i gioielli ereditati. Quando pare che termini l'incubo causato dal malvivente, Aristide scopre il raggiro di Claudia (in realtà una prostituta) e Victor, che erano già d'accordo per sottrargli tutta l'eredità; ma lui, avendo ereditato anche l'astuzia della madre, riesce a restituire pan per focaccia a tutti, compresa Speranza, una vicina di casa dall'aspetto modesto, la cui madre mirava all'eredità di Aristide per sistemare al meglio la figlia.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]