Chiesa di San Giacomo (Bivona)

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Chiesa di San Giacomo
La chiesa di San Giacomo
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneSicilia
LocalitàBivona
Coordinate37°37′19.95″N 13°26′09.96″E / 37.622208°N 13.4361°E37.622208; 13.4361
Religionecattolica
Arcidiocesi Agrigento
Inizio costruzioneXVI secolo

La chiesa di San Giacomo Maggiore (o chiesa dei Cappuccini) è una chiesa di Bivona, comune italiano della provincia di Agrigento in Sicilia, risalente al XVI secolo. Si trova in via Cappuccini, nella parte settentrionale del centro abitato.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa era originariamente una cappella rurale, dedicata ai santi Filippo e Giacomo, che venne ceduta nel 1552 ai Cappuccini per l'erezione di un convento dal duca Pietro de Luna[1][2] e in tale occasione fu dedicata a san Giacomo maggiore. La chiesa venne ingrandita e arricchita di arredi sacri nel 1772. Tra il 1824 e il 1882 fu utilizzata come luogo di sepoltura ed è stata restaurata nel 1988[1].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa, a navata unica e con una sola cappella laterale sulla parete destra, è dotata di sagrestia e di un campanile.

L'altare maggiore è sovrastato da una grande tela cinquecentesca della Madonna degli Angeli con i santi Filippo e Giacomo, Francesco e Cristina, attribuita al pittore fiammingo Ettore Cruzer[1] ed è dotato di un tabernacolo ligneo settecentesco.

All'interno ospita inoltre una tela datata intorno al 1630 e attribuita allo "Zoppo di Gangi" Giuseppe Salerno (Immacolata con i santi Antonio da Padova, Carlo Borromeo, Chiara e Lucia), un Crocifisso ligneo policromo settecentesco, molte lapidi funerarie e il monumento funebre del marchese Ignazio Maria Greco, opera dello scultore palermitano Filippo Pennino del 1763.[1].

Dalla chiesa di San Giacomo proviene il trittico di fattura fiamminga di cui rimangono solamente i due sportelli raffiguranti san Rocco e santa Caterina d'Alessandria[3]: attribuito al Maestro della Leggenda di santa Lucia, è conservato a Palermo presso il locale convento dei cappuccini[4].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Maddalena Ciccarello, Ignazio Mortellaro, Progetto Athos. Valorizzazione, promozione e sviluppo del patrimonio dei beni culturali ed ambientali, Centro studi "Luigi Pirandello", 2007 (testo on-line Archiviato il 2 febbraio 2010 in Internet Archive.), p.36
  2. ^ In alcune pubblicazioni la data della fondazione del convento è riportata al 1572: Umberto Di Cristina, Antonio Gaziano, Rosanna Magrì, La dimora delle anime. I Cappuccini nel Val di Mazara e il convento di Burgio (Agrigento), Officina di Studi Medievali, Palermo 2007 (ISBN 8888615601), pp. 139-140.
  3. ^ Paola Nicita, Conti e gesuiti il dipinto ritrovato venuto da Bivona, in la Repubblica, 24 marzo 2018. URL consultato il 18 aprile 2018.
  4. ^ Palermo, riecco Santa Caterina: dopo 32 anni svelata l'opera d'arte fiamminga, in la Repubblica, 24 marzo 2018. URL consultato il 18 aprile 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Antonino Marrone, Storia delle Comunità Religiose e degli edifici sacri di Bivona, Bivona, Comune di Bivona, 1997.ISBN non esistente
  • Maddalena Ciccarello, Ignazio Mortellaro, Progetto Athos. Valorizzazione, promozione e sviluppo del patrimonio dei beni culturali ed ambientali, Centro studi "Luigi Pirandello", 2007 (testo on-line), pp. 36–37.

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