Arturo Reghini

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Arturo Reghini in uniforme militare durante la Grande Guerra.

Arturo Reghini (Firenze, 12 novembre 1878Budrio, 1º luglio 1946) è stato un filosofo ed esoterista italiano[1][2][3].

Dopo iniziali studi matematici[4], discepolo di Armentano e attivista della sua Schola Italica di indirizzo pitagorico, fu anche tra gli esponenti principali del Gruppo di UR, di cui nel 1928 apparve come il curatore dell'omonima rivista con lo pseudonimo «Pietro Negri», insieme a Giulio Parise e al direttore Julius Evola.[5]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Si laureò nel 1912 in matematica all'Università di Pisa, dedicandosi all'insegnamento della materia in vari istituti superiori in Toscana, a Roma ed in Emilia-Romagna.

Arturo Reghini da giovane.

Promotóre del Pitagorismo, Reghini fu affiliato a vari gruppi dell'esoterismo italiano. Nel 1898 entrò nella Società Teosofica e ne fondò la sezione romana. Più tardi, nel 1903, fonderà a Palermo la Biblioteca Teosofica, alla quale poi cambierà nome in Biblioteca Filosofica, dopo averne trasferito la sede a Firenze.[6] Nel 1902 era stato iniziato al Rito di Memphis di Palermo (rito massonico di ispirazione egizia) e nel 1907 entrò a Firenze nella loggia «Lucifero», dipendente dal Grande Oriente d'Italia.[7]

Aderì per breve tempo anche al Martinismo papusiano, che in Italia era diretto dall'avvocato Alessandro Sacchi, alla cui maestranza e pubblicistica Reghini attribuirà notevoli carenze,[8] in varie occasioni (da ultimo su Ignis, nel 1925).[9] Sempre nel 1907, comincia la sua collaborazione con Amedeo Rocco Armentano, che lo avvierà allo studio del pitagorismo. Nel 1912 entrò nel Supremo Consiglio Universale del Rito filosofico italiano[10], dal quale vorrà dimettersi nel 1914, non avendo infatti un'alta opinione dello stato della massoneria in Italia[11]. Insignito del 33° e massimo grado del Rito Scozzese Antico e Accettato, nel 1921 entrerà a far parte come membro effettivo del Supremo Consiglio d'Italia, di cui fu Gran cancelliere e Segretario generale[12]. Secondo un'interpretazione storica recente sarebbe stato il teorico del "massonismo fascista"[13].

Gli anni della Grande Guerra videro discepoli e maestri della Schola Italica Pitagorica partire volontari per il fronte. Reghini non rimase inerte innanzi al sorgere delle istanze interventiste; partecipò attivamente alla manifestazione romana del maggio 1915, culminata in Campidoglio, indetta per ottenere la dichiarazione di guerra italiana contro gli Imperi Centrali. Accolto nell'Accademia Militare di Torino come allievo ufficiale del Genio il 1º febbraio 1917, successivamente partì volontario per il fronte, ottenendo sul campo il grado di capitano del Genio.

Anni dopo, precisamente il 18 dicembre 1923, Reghini ed il suo Maestro Armentano crearono a Roma l'Associazione Pitagorica, che riprendeva le fila di esperienze tradizionali richiamandosi operativamente al sodalizio pitagorico dell'antichità. Lo stesso anno pubblicò la traduzione dello stevensoniano Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde, contribuendo alla diffusione in Italia della fama del celebre autore scozzese. Durante il 1926, con Giulio Parise soggiornò a lungo, vicino a Scalea, nella Torre Talao messagli a disposizione da Amedeo Rocco Armentano -allora già emigrato in Brasile-; e in Calabria Reghini portò a termine la traduzione, prima edizione in italiano, della Filosofia Occulta di Cornelio Agrippa, con uno studio introduttivo che, ad oggi, è la più autorevole testimonianza scientifica su questo grandissimo filosofo tedesco.

Scrisse su pubblicazioni di vario genere: nel 1906 sul papiniano Leonardo, poi su La Salamandra, Rassegna Massonica, O' Thanatos;[14] fondò Atanòr (1924) e Ignis (1925, ripresa per un solo numero nel1929, quando ne fu imposto il divieto a stamparla, da parte del regime fascista); UR (1927-1928, con Giovanni Colazza, Julius Evola come direttore, Giulio Parise, Arturo Onofri e altri).

Contrasti d'idee e caratteriali prevalsero, alla fine del 1928, nel rapporto di collaborazione fra Evola e Reghini, provocando la scelta evoliana di allontanamento di questi, assieme a Giulio Parise, da UR (rivista sórta a esprimere al pubblico della cultura italiana l'intento dell'occulto Gruppo di Ur; nella quale il Maestro fiorentino pubblicò con l'eteronimo di Pietro Negri); e se ne ebbero anche strascichi giudiziari: infatti Evola tenterà di fare incriminare Reghini per affiliazione massonica (affiliazione che costituiva reato dopo l'imposizione di scioglimento delle "associazioni segrete" decretata dal regime fascista nel 1925); ma il potere giudiziario optò infine per un "accordo" tra i due onde evitare uno scandalo[15].

I contrasti tra Evola e Reghini si erano inoltre accresciuti dopo che il libro di Evola Imperialismo pagano del 1928 venne accusato di aver plagiato un testo omonimo di Reghini apparso nel 1914 su La salamandra[16]. Negli anni seguenti, per via del condizionamento repressivo fascista volto all'emarginazione di tanti esponenti dell'esoterismo italiano (Armentano era partito per il Brasile già nel maggio del 1924), Reghini ormai isolato si ritirò progressivamente dalle attività pubbliche, dedicandosi all'insegnamento di materie scientifiche nell'istituto privato "Quirico Filopanti" di Budrio (diretto da Camilla Partengo),[14] e alla meditazione, in chiave pitagorica, della filosofia e delle scienze matematiche.[17]

Negli anni trenta ottenne tuttavia pubblici riconoscimenti dall'Accademia dei Lincei e dall'Accademia d'Italia[quali?], per la sua opera sulla Restituzione della geometria pitagorica, poi nel 1935 data alle stampe.[18] Tra le sue lettere afferma inoltre di aver rinvenuto una soluzione semplificata per le equazioni di secondo grado a valori interi con due incognite.

«Dal punto di vista matematico è stato mio intendimento riportare la trattazione dell'aritmetica alla sua antica maniera, ossia tornare agli inizii della teoria dei numeri. In sostanza la risoluzione dell'equazione generale di secondo grado con due incognite costituisce il passo iniziale di questo argomento e si può considerare una irrisione che la matematica moderna debba ricorrere a nozioni di aritmetica superiore come la teoria delle congruenze e delle forme quadratiche per risolvere o meglio tentare di risolvere un'equazione così semplice come la . Questo primo passo è stato ora fatto. Il resto verrà per opera di altri.»

Scrisse ancora varie opere che solo in parte verranno pubblicate, dopo la sua scomparsa.[17]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Angelo Iacovella, Julius Evola e Arturo Reghini, in Esoterismo e fascismo: storia, interpretazioni, documenti, pag. 155, a cura di Gianfranco de Turris, Roma, Mediterranee, 2006 ISBN 9788827218310.
  2. ^ Cfr. anche: Roberto Sestito, Il Figlio del Sole: vita e opere di Arturo Reghini, filosofo e matematico, Ancona, Associazione culturale «Ignis», 2003 ISBN 978-1080719105.
  3. ^ «Reghini indagò appassionatamente i segreti della natura decodificandoli attraverso il prezioso strumento dei numeri pitagorici [...] Una ricerca la sua, che gli procurò riconoscimenti pubblici dall'Accademia dei Lincei e dall'Accademia d'Italia, e di cui resta traccia nella sua ultima opera, dal titolo I numeri sacri nella tradizione pitagorica massonica» ( Arturo Reghini, illustre matematico e antifascista, traduttore e amico di Guenon, su grandeoriente.it.)
  4. ^ https://matematicaitaliana.sns.it/autori/1196/
  5. ^ Fabrizio Giorgio, Le vicende editoriali di «Ur» e «Krur» (PDF), in Speciale Julius Evola (1898–1974), X, n. 10/98, Milano, la Biblioteca di via Senato, ottobre 2018, p. 41. URL consultato il 13 maggio 2022 (archiviato dall'url originale il 21 maggio 2022).
  6. ^ A questa istituzione culturale cosmopolita, tra le più importanti in Italia a inizio '900, darà un apporto fondamentale, proprio negli anni che precedono la prima Guerra Mondiale, Giovanni Amendola.
  7. ^ Il Crepuscolo dei Filosofi regalato dal suo autore, Giovanni Papini, all'amico Arturo al suo ingresso nella Loggia fiorentina Lucifero nel 1907. Nel frontespizio una dedica ad inchiostro, scolorito dal tempo: «Al nuovo fratello Arturo Reghini il suo G Papini», in: Raffaele K. Salinari, Arturo Reghini, pitagorico, su ilmanifesto.it. URL consultato il 3 aprile 2020.
  8. ^ Il Martinismo in Italia, su ordinemartinista.org.
  9. ^ Nelle sue Istituzioni di Scienza Occulta egli, fra l'altro, identifica la magia cerimoniale con lo spiritismo − ritenendola una deriva assai comune nei gruppi martinisti di inizio secolo.
  10. ^ Rito filosofico italiano
  11. ^ Aniceto Del Massa, Pagine esoteriche, La Finestra, Trento, 2001, p. 46-47.
  12. ^ In questa qualità firmò il 23 novembre 1925 il decreto del suo scioglimento n. 245 (riprodotto in: Luigi Sessa, I Sovrani Grandi Commendatori e breve storia del Supremo Consiglio d'Italia del Rito scozzese antico ed accettato Palazzo Giustiniani dal 1805 ad oggi , Ed. Bastogi, Foggia, 2004, p. 117), in seguito all'approvazione il 19 maggio dello stesso anno alla Camera dei deputati del progetto di legge sulla disciplina delle associazioni, presentato da Mussolini, mirante allo scioglimento della massoneria.
  13. ^ Anna Maria Isastia, "Massoneria e fascismo: la grande repressione", in: La Massoneria. La storia, gli uomini, le idee, a cura di Zeffiro Ciuffoletti e Sergio Moravia, Mondadori, Milano, 2019, p.171.
  14. ^ a b Paolo Alberti, Arturo Reghini, su liberliber.it.
  15. ^ Angelo Iacovella, "Il Barone e il Pitagorico: Julius Evola e Arturo Reghini", in: Vie della Tradizione, anno XXVIII, n. 110 (aprile-giugno 1998), pp. 85-95.
  16. ^ Richard Drake, Julius Evola, Radical Fascism, and the Lateran Accords, in The Catholic Historical Review, vol. 74, n. 3, luglio 1988, pp. 403-419.
  17. ^ a b c Alfonso del Guercio, Arturo Reghini e la sua opera dedicata alla matematica pitagorica, a cura di Stefano Loretoni.
  18. ^ Cfr. la recensione fattane da René Guénon: ed. postuma di Comptes Rendus, Parigi, 1973.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Le parole sacre e di passo dei primi tre gradi ed il massimo mistero massonico, Atanòr, Roma, 1922.
  • Per la restituzione della geometria pitagorica (1935); nuova edizione Il Basilisco, Genova, 1988, che comprende anche I numeri sacri nella tradizione pitagorica; nuovo titolo Numeri sacri e geometria pitagorica.
  • Il fascio littorio, ovvero il simbolismo duodecimale e il fascio etrusco (1935); nuova edizione Il Basilisco, Genova, 1980.
  • I numeri sacri nella tradizione pitagorica, Ignis, Roma, 1947.
  • Dei Numeri pitagorici (Libri sette) (1940) - Prologo - Associazione culturale Ignis, 2004.
  • Dei Numeri Pitagorici (Libri sette) - Parte Prima - Volume Primo - Dell'equazione indeterminata di secondo grado con due incognite - Archè/pizeta, 2006.
  • Dei Numeri Pitagorici (Libri sette) - Parte Prima - Volume Secondo - Delle soluzioni primitive dell'equazione di tipo Pell x^2-Dy^2=B e del loro numero - Archè/pizeta, 2012.
  • Dei Numeri Pitagorici (Libri sette) - Parte Seconda - Volume Terzo - Dei numeri triangolari, dei quadrati e dei numeri piramidali a base triangolare o quadrata - Archè/pizeta, 2018.
  • Dizionario Filologico, ("Associazione culturale Ignis"), 2008.
  • Cagliostro, ("Associazione culturale Ignis"), 2007.
  • Considerazioni sul Rituale dell'apprendista libero muratore, Phoenix, Genova, 1978.
  • Paganesimo, Pitagorismo, Massoneria, Mantinea, Furnari (Messina), 1986.
  • Tous les écrits de UR & Krur (con lo pseud. di Pietro Negri), Arché, Milano, 1986.
  • Per la restituzione della Massoneria Pitagorica Italiana, introduzione di Vinicio Serino, Raffaelli Editore, Rimini, 2005, ISBN 88-89642-01-7
  • La Tradizione Pitagorica Massonica, Fratelli Melita Editori, Genova, 1988, ISBN 88-403-9155-X
  • Trascendenza di Spazio e Tempo, rivista "Mondo Occulto", Napoli, 1926, ristampa Libreria Ed. ASEQ 2010.

Curò fondamentali traduzioni (con introduzione e note), tra cui:

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA.VV., Arturo Reghini. La Sapienza pagana e pitagorica del '900 ("La Cittadella", Anno VI/VII n.s., n° triplo 23-24-25, MMDCCLIX a.U.c., luglio-dicembre 2006 - gennaio-marzo 2007 d.C.), I Libri del Graal.
  • Geminello Alvi, Reghini, il massone pitagorico che amava la guerra, Corriere della Sera, 18 agosto 2003.
  • Fabrizio Giorgio, Ignis cova sotto le ceneri. Julius Evola, Arturo Reghini e l'imperialismo pagano, Bari, L'Arco e la Corte, 2022.
  • Christian Giudice, Occult Imperium: Arturo Reghini, Roman Traditionalism, and the Anti-Modern Reaction in Fascist Italy, Oxford, Oxford University Press, 2022.
  • Riccardo Paradisi, Reghini, il Pitagorico che sognava l'impero, «L'Indipendente», 4 marzo 2007.
  • Natale M. Di Luca, Arturo Reghini. Un intellettuale neopitagorico tra massoneria e fascismo, Roma, Atanòr, 2003.
  • Giulio Parise, "Nota sulla vita di A. Reghini", in calce a Considerazioni sul rituale dell'apprendista libero muratore, Genova, Phoenix, 1978.
  • Roberto Sestito, Il figlio del Sole. Vita e opere di Arturo Reghini, filosofo e matematico, Ancona, Associazione Culturale "Ignis", 2006.

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