Armando Angelini
Armando Angelini | |
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Ministro dei trasporti | |
Durata mandato | 6 luglio 1955 – 23 marzo 1960 |
Presidente | Segni I, Zoli, Fanfani II, Segni II |
Predecessore | Bernardo Mattarella |
Successore | Fiorentino Sullo |
Ministro per la riforma della pubblica amministrazione e per i rapporti con il Parlamento | |
Durata mandato | 11 aprile 1960 – 19 luglio 1960 |
Presidente | Tambroni |
Predecessore | Giorgio Bo (Riforma della pubblica amministrazione) Giuseppe Bettiol (Rapporti con il Parlamento) |
Successore | Tiziano Tessitori (Riforma della pubblica amministrazione) Giuseppe Codacci Pisanelli (Rapporti con il Parlamento) |
Deputato del Regno d'Italia | |
Legislature | XXVI |
Sito istituzionale | |
Deputato dell'Assemblea Costituente | |
Gruppo parlamentare |
Democratico Cristiano |
Circoscrizione | Pisa |
Incarichi parlamentari | |
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Deputato della Repubblica Italiana | |
Legislature | I, II |
Gruppo parlamentare |
Democratico Cristiano |
Circoscrizione | Pisa |
Incarichi parlamentari | |
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Sito istituzionale | |
Senatore della Repubblica Italiana | |
Legislature | III, IV |
Gruppo parlamentare |
Democratico Cristiano |
Circoscrizione | Toscana |
Collegio | Viareggio |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Democrazia Cristiana |
Titolo di studio | laurea in giurisprudenza |
Professione | avvocato |
Armando Angelini (Seravezza, 31 dicembre 1891 – Seravezza, 17 aprile 1968) è stato un politico e avvocato italiano.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Iscritto alla Democrazia Cristiana (DC),[1] prese parte all'Assemblea Costituente (25 giugno 1946-31 gennaio 1948) e fu eletto deputato nella I e II legislatura e senatore nella III e nella IV legislatura (governi di Alcide De Gasperi, 1946/48).[1]
Fu ministro dei Ministro dei trasporti dal 1955 al 1960 nel I Governo Segni, nel Governo Zoli, nel II Governo Fanfani e nel II Governo Segni, e ministro per i Ministro per i rapporti con il Parlamento nel Governo Tambroni, dall'aprile al luglio 1960.[1]
In questi anni e fino al 1963 partecipa a varie Commissioni parlamentari permanenti (tra le quali Giustizia, Lavori pubblici, Trasporti e Marina mercantile). È stato inoltre presidente della Conferenza europea dei ministri dei trasporti (CEMT) e, tra il 1960 e il 1963, membro della Rappresentanza all'Assemblea unica delle Comunità europee e della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia (1963).[1]
È inoltre noto per aver presentato, il 27 novembre 1953, la proposta di legge sulla "Dichiarazione di pubblica utilità e norme per l'espropriazione degli stabilimenti industriali inattivi" che porta il suo nome, e per la quale venne istituita un'apposita Commissione parlamentare.
Approvò la soppressione di molte ferrovie secondarie e tramvie, all'epoca affrettatamente catalogate come "rami secchi", a tutto vantaggio del trasporto su strada: si tratta di una linea politica di cui sono stati, in seguito, stigmatizzati[2] gli effetti a medio-lungo termine, in termini di congestione del traffico e di inquinamento atmosferico. All'indomani della tragedia di Guidizzolo propose ufficialmente l'immediata soppressione della Mille Miglia e di tutte le gare di velocità svolte su circuiti stradali. La proposta venne subito accolta e resa esecutiva dall'ACI.
Muore a Seravezza il 17 aprile 1968.[1]
Archivio[modifica | modifica wikitesto]
Il fondo Armando Angelini[3], parzialmente ordinato, è attualmente conservato presso l'Archivio storico per la storia del movimento sociale cattolico lucchese[4].
Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]
- Armando Angelini, Cinque anni di politica dei trasporti, Firenze, Vallecchi, 1961
- Armando Angelini, Meno armi e meno fame nel mondo, Firenze, Olimpia, 1965
- Armando Angelini, E le cicale continueranno a cantare, Firenze, Olimpia, 1965
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b c d e Angelini Armando, su SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 2 gennaio 2018.
- ^ III LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA ANTIMERIDIANA DEL 29 MARZO 1982, intervento del deputato Basile, p. 28481.
- ^ Fondo Angelini Armando, su SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 2 gennaio 2018.
- ^ Archivio storico per la storia del Movimento sociale cattolico lucchese, su SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 2 gennaio 2018.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Angelini Armando, su Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 2 gennaio 2018.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Armando Angelini
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Armando Angelini, su siusa.archivi.beniculturali.it, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.
- Armando Angelini, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
- Armando Angelini (III legislatura della Repubblica Italiana) / IV legislatura, su Senato.it, Parlamento italiano.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 304911670 · ISNI (EN) 0000 0004 1616 0738 · SBN RAVV060676 · BAV 495/121026 · GND (DE) 1084236931 · WorldCat Identities (EN) viaf-304911670 |
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