Zampogna a chiave delle Serre

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Zampogna a chiave delle Serre
Zampogna a chiave romana delle serre tipo "menzetti" o "mezza chiave" (Agosto 2019)
Informazioni generali
OrigineCalabria
ClassificazioneAerofoni a serbatoio d'aria
Uso
Musica folk
Genealogia
 Antecedenti
Zampogna a chiave napoletana
Zampogna a chiave romana delle Serre durante la festa di San Rocco a Pazzano (RC)

La zampogna a chiave delle Serre (in dialetto calabrese: ciarameddi a chjavi da Serra)[1] è una cornamusa diffusa in Calabria e imparentata con la zampogna a chiave campano-lucana e con quella siciliana (di Monreale e Palermo); prende il nome dalla chiave metallica presente nella canna melodica denominata sinistra[2] e dalle Serre, luogo di origine. Originaria dell'area delle Serre Calabresi,[3] nata nell'Ottocento e diffusa nella Provincia di Vibo Valentia, in gran parte della provincia di Catanzaro, nella parte settentrionale della provincia di Reggio Calabria e in una piccola area intorno a Rogliano in provincia di Cosenza. È presente in diversi modelli i cui nomi e caratteristiche possono variare dalla zona di costruzione; le principali sono: le zampogne a chiave di tipo romani, di tipo menzetti o mezza chiave (numero 9) e a chiavi sana (numero 12).

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La zampogna a chiave è una cornamusa costituita da una sacca costituita da un otre di pelle di capra[4]; ha 5 canne di cui 4 con cameratura conica e padiglione a campana mentre una, corrispondente al bordone maggiore ha cameratura cilindrica[2]. I nomi della canne sono: destra, manca che viene chiusa con una chiave metallica, la più piccola cardìu (in italiano: cardellino), terza o masculu ed infine trumbuni per le note basse e per dare la tonica della scala. Possiede una chiave per poter raggiungere una nota che col dito non riuscirebbe a raggiungere[5].

Modelli[modifica | modifica wikitesto]

I diversi modelli sono da usare in abbinamento al tipo di ciaramella, rispettivamente: quartina, normale e a chiave sana[2].

località Modello Numero
Serra San Bruno (VV) romane 6
Serra San Bruno (VV) mezzette o mezza chiave 9
Serra San Bruno (VV) a chiavi sana 12
Guardavalle (CZ) mezzette 14
Guardavalle (CZ) supermezzette 16
Olivadi (CZ) romane ?
Olivadi (CZ) mezzette ?
Mesoraca (KR) mezza chiave o mezze cornette ?
Mesoraca (KR) 3/4 di cornette ?
Mesoraca (KR) chiavi' nteri o cornette 15-16
Serra San Bruno (VV) nome? (Modello rinato grazie al costruttore Pasquale Lorenzo) 18

In particolare nelle Serre vengono usate: la Romanella, la romana, la mezzetta, a chjavi sana (chiave intera) e a randi chjavi[6].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Diffusione della Zampogna nel regno delle Due Sicilie secondo gli studi di Ettore Castagna (2019). Il numero progressivo indica l'ordine cronologico di diffusione

La zampogna a chiave delle Serre si afferma nella prima metà del XIX secolo nell'area montana delle Serre calabresi ma si estende fino all'area dello Zomaro nella provincia reggina e della Pre-Sila catanzarese[4]. La zampogna a chiave nasce a Napoli e lentamente si diffonde nell'area laziale e lucana. In Sicilia e Calabria arriverà via nave[4].

Lo strumento veniva usato per feste religione, per riti in ambito pubblico e privato

XIX secolo[modifica | modifica wikitesto]

La zampogna a chiave arriverà nei primi venti anni del XIX secolo portata probabilmente dalla rotta navale Napoli-Pizzo utile per l'area industriale di Mongiana nelle Serre calabresi[4].

Nella seconda metà del XIX secolo nascerà la zampogna a moderna tipica dell'area grecanica[4].

XX secolo[modifica | modifica wikitesto]

Durante il periodo fascista potrebbe iniziare ad essere usato il nome di zampogna a chiave romana, forse un tentativo di rendere lo strumento non inviso al regime[4], alla stregua della zampogna a paru siciliana di Vincenzo Calamita denominata "balilla"[4]. I chanter e i maschi dei bordoni venivano costruiti con legno d'erica, di bosso, di giuggiolo o di mandorlo amaro mentre per il blocco e le campane veniva usato il gelso nero, l’acero, il noce ed il ciliegio[4].

Tra i costruttori storici di zampogne del secolo si annoverano Bruno Tassone (1896 - 1975) di Spadola, allievo di Ilario Fazzari di Ragonà (1872-1961) per l'area del vibonese, di Giuseppe Catanariti, Giuseppe d'Olivadi per il catanzarese, di Michelangelo Monteleone (1903 – 1991) di San Giorgio Morgeto per l'area dello Zomaro nel reggino[4].

Nella seconda metà del XX secolo nasce nella pre Sila crotonese una sua derivata: la Cornetta[4].

Tra gli anni '70 e '90 la Zampogna a chiave delle Serre, come tutti gli strumenti tradizionali, ebbe un forte declino a causa del rifiuto di tutto ciò che ricordava il mondo rurale di un tempo[4].

Oggi[modifica | modifica wikitesto]

Negli ultimi 20 anni la Zampogna è ritornata ad essere usata ed è presente in gruppi folkloristici nonché in festival etno-musicali[4].

Le zampogne a chiave più diffuse sono la zampogna a chiave romana e la menziètta (mezza chiave)[4].

Costruttori[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pastorale con zampogna a chiave a Cinquefrondi, su youtube.com. URL consultato il 3 maggio 2013.
  2. ^ a b c Gioielli 2005.
  3. ^ Festival internazionale della Zampogna
  4. ^ a b c d e f g h i j k l m Utriculus, Ettore Castagna, 2019
  5. ^ https://www.youtube.com/watch?v=lL-8xKpCMNI Lezione-concerto presso l'Associazione Musicale Culturale Limbadese - parte II
  6. ^ (IT) Ettore Castagna, Utriculus, 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mauro Gioielli, La zampogna. Gli aerofoni a sacco in Italia., Isernia, Cosmo Iannone Editore, 2005, pp. 94 - 141, ISBN 88-516-0070-8.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]