Utente:Magico85/Sandbox

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Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nasce a Parigi nell'aprile del 1903. All'età di 19 anni, nel 1922, consegue la licenziatura in filosofia scolastica presso l'Institut catholique de Paris. Risale a questo periodo la sua adesione alla confessione protestante, dovuta forse all'insoddisfazione per le spiegazioni sulla dottrina dell'eucarestia ricevute in ambiente cattolico. Dal 1923 al 1928 fu allievo di Étienne Gilson, eminente studioso di filosofia medioevale, di cui seguì i corsi all' École pratique des hautes études, e da cui fu introdotto alla storia dell'avicennismo latino, motivo alla base della decisione di intraprendere lo studio dell'arabo. Nel 1922 - 23 segue il corso di Émile Bréhier sui rapporti fra il pensiero di Plotino e le Upaniṣad, e a partire dal quale decide di cominciare lo studio del sanscrito che tuttavia abbandonerà dopo soli due anni. Nel 1927 segue il corso di Jean Baruzi, da cui trae origine il suo interesse per la teologia tedesca e per la spiritualità mistica della Riforma, e che conferma l'importanza della componente protestante e dell'impegno religioso nella sua formazione. Sempre del 1927 è il suo primo articolo, Regard vers l'Orient, (Sguardo verso l'Oriente), pubblicato con lo pseudonimo Trong-ni, che prefigura tutta la curvatura futura del suo pensiero, e in cui Corbin non manca di esprimere la sua ammirazione per pensatori come René Guénon e Ananda Coomaraswamy. Nel 1928 è chiamato in qualità di orientalista alla Biblioteca Nazionale, sotto la direzione di Julien Cain. Nel 1929 consegue il diploma in arabo, persiano e turco, presso l'Ecole française d'Éxtrême-Orient, e sarà proprio il 1929 a rivelarsi un anno di svolta: il 12 ottobre, durante una riunione del gruppo Amis de l'Orient, conosce Louis Massignon che di fatto lo "inizia" alla teosofia orientale, regalandogli un'edizione della Hikmat al-Ishraq di Sohravardī, libro che orienterà definitivamente la sua vocazione filosofica, e segnerà per sempre il suo destino di studioso e di uomo. [1] Così Corbin ricorda le parole a lui rivolte da Massignon: «Tenez - me dit-il - je crois qu'il y a dans ce livre quelque chose puor vous» [2]

Durante tutti gli anni trenta svolge una frenetica attività di traduttore. Oltre ad interventi propri, tanto su argomenti di islamistica quanto di filosofia e teologia occidentali, traduce e pubblica su riviste specializzate numerosi contributi di altri autori. Traduce e commenta, tra gli altri, Barth, Böhm, Brentano, Dilthey, Van der Leeuw, Heschel, Jaspers, Kierkegaard, oltre che gli arabisti spagnoli Asin Palacios e Garcia Gomez. Sono anni di profonda immersione nella cultura tedesca e di ripetuti soggiorni in Germania, a Marburgo, Friburgo, Amburgo e Berlino. Ad Amburgo entra in contatto con Cassirer, la cui "filosofia delle forme simboliche" è da Corbin indicata come uno stimolo fondamentale in direzione dell'elaborazione della nozione di mundus immaginalis. [3] In questi stessi anni, particolarmente tra il 1933 e il 1935, compaiono le sue prime pubblicazioni su Sohravardī. Nel 1934 entra in contatto con il pensiero di Heidegger, che incontrerà personalmente a Friburgo nell'aprile dello stesso anno e nel luglio del 1936, [4] e di cui traduce il testo su Hölderlin, la lezione inaugurale del semestre del 1929 sulla Metafisica, ed i capitoli di Essere e tempo sulla nozione di essere-per-la-morte. Il volumetto esce nel 1938, con il titolo Qu’est-ce que la métaphysique?, corredato di introduzione. È in assoluto la prima traduzione francese di Heidegger allora pressoché sconosciuto nel panorama francese. [5]

Agli inizi del 1939 viene incaricato di reperire tutti i manoscritti di Sohravardī presenti nella Biblioteca nazionale di Istanbul. Parte per Istanbul il 30 ottobre, accompagnato dalla moglie Stella Leenhardt Corbin e da Julien Cain. L'impresa che sarebbe dovuta durare tre mesi, si protrasse invece per sei anni, fino al settembre del 1945. Nell'agosto del 1944 riceve dal governatorato d'Algeria, allora colonia francese, un ordine di missione in Iran. Nel 1945 lascia Istanbul e parte per l'Iran in un lungo viaggio via terra attraverso Baghdad e i monti Zagros. Il 14 settembre arriva in una Teheran allora di soli 800.000 abitanti. Anche in questo caso il suo incarico avrebbe dovuto protrarsi per soli tre mesi, ma la sua relazione con l'Iran era destinata a durare per sempre, e la sua permanenza a Teheran, sebbene a fasi alterne, si protrasse di fatto per tutta la vita. Qui Corbin entrò in contatto con l'universo spirituale sciita, fondò un dipartimento di iranistica, e lavorò al progetto della «Bibliothèque iranienne», consistente nella pubblicazione in lingua francese di classici persiani ed arabi inediti.

Agli inizi del 1949 è invitato da Olga Fröbe-Kapteyn a partecipare agli incontri del gruppo Eranos, da questa fondato nel 1932 su ispirazione di Rudolf Otto ad Ascona, nel Canton Ticino, sulle sponde del Lago Maggiore. L'esperienza di Eranos, vera e propria "scuola di ricerca spirituale" a cui parteciperanno personaggi del calibro di Mircea Eliade, Gerschom Scholem, D.T Suzuki, James Hillman e Gerardus van der Leeuw, si rivelerà di fondamentale importanza per Corbin, che non cesserà di esserne un fervente animatore fino alla morte. Particolarmente significativo fu per lui l'incontro e l'amicizia con lo psicoanalista Carl Gustav Jung, ai suoi occhi il primo studioso in contesto occidentale ad aver intuito l'esistenza di un "mondo di corpi sottili", che Corbin sembra equiparare alla nozione di mundus immaginalis, centrale nella tradizione teosofica islamica, e che sarà fondamentale nella sua opera. [6]

Nel 1954 il Consiglio della sezione di Scienze Religiose dell' École pratique des hautes études lo chiama per succedere alla cattedra di Louis Massignon, il quale probabilmente non fu estraneo a tale decisione, come direttore del Dipartimento di Islamistica e Religioni dell'Arabia. Lusingato per l'incarico ma preoccupato di dover abbandonare la sua attività di ricerca a Teheran, Corbin ottiene un regolare permesso di assenza, che gli consente di trascorrere tutti i semestri autunnali in Iran, da settembre a dicembre, potendo così continuare le sue ricerche. Il mantenimento dei contatti con il suo "piccolo e vivace" Dipartimento di Iranistica di Teheran si rivelerà fondamentale per la qualità del suo insegnamento all' Ecole pratique: la maggioranza dei suoi corsi di Parigi fu infatti tenuta utilizzando materiali, talora inediti e manoscritti, direttamente provenienti dalla « Bibliothèque iranienne » di Teheran. A questo proposito, la gestione Corbin, fu accusata di trasformare il dipartimento di scienze religiose in una cattedra di sciismo. [7]

Del 1964-1965 è la sua collaborazione con Sayyed Jalaloddin Ashtiyani, eminente figura dello sciismo iraniano contemporaneo, professore alla facoltà teologica dell'Università di Mashhad, e da Corbin considerato l'erede di Mulla Sadra Shirazi. Il progetto prevedeva la pubblicazione di una ampia "antologia di filosofi iraniani dal XVII secolo ai giorni nostri", composta per la gran maggior parte da manoscritti ancora inediti, raccolti ed introdotti da Sayyed Jalaloddin Ashtiyani, e da Corbin recensiti e riassunti in vista della loro pubblicazione francese. [8]

Nel 1974 con la collaborazione di alcuni amici e colleghi universitari, è tra i fondatori di un "Centro internazionale di ricerca spirituale comparata", a cui è assegnato il nome "Università San Giovanni di Gerusalemme". "Università" per sottolineare come essa fosse il frutto della collaborazione di ricercatori universitari, "Gerusalemme" quale città simbolo del dialogo in quanto città santa delle tre religioni abramiche, e "San Giovanni" in riferimento all' ordine dei cavalieri giovanniti cui aderì Rulman Merswin, mistico tedesco al cui progetto di "cavalleria spirituale" l'istituto si richiamava. Scopo della fondazione era quello di favorire l'ecumenismo abramitico, attraverso la creazione di un focolaio di ricerca atto a promuovere lo studio, il confronto e lo sviluppo spirituale delle tradizioni gnostiche ed esoteriche delle tre grandi religioni monoteiste, islam, ebraismo e cattolicesimo. [9] Di questo stesso periodo, e fortemente intrecciata col programma di una "cavalleria spirituale", è l'adesione di Corbin alla massoneria, spesso taciuta ma ormai esaustivamente documentata, che lo vuole iniziato con rito scozzese. [10]

Muore a Parigi nel 1978, lo stesso anno della rivoluzione iraniana, esprimendo preoccupazione per la situazione che nel giro di pochi mesi avrebbe portato all'instaurazione della Repubblica islamica.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Tutte le informazioni di questo paragrafo sono tratte da: G.Giuliano, Tempus Discretum. Henry Corbin all'Oriente dell'Occidente, Edizioni Torre d'Ercole, Travagliato-Brescia, 2012
  2. ^ H. Corbin, Post-Scriptum biographique à un entretien philosophique, 1978
  3. ^ H. Corbin, Post-Scriptum biographique à un entretien philosophique, 1978
  4. ^ H. Corbin, De Heidegger a Sohravardi. Entretien avec Philippe Nemo, 1976. http://www.amiscorbin.com/index.php/biographie/de-heidegger-a-sohravardi
  5. ^ Tutte le informazioni di questo paragrafo, salvo ove specificato diversamente, sono tratte da: http://www.amiscorbin.com/index.php/bibliographie
  6. ^ H. Corbin, Post-Scriptum biographique à un entretien philosophique, 1978
  7. ^ Ivi
  8. ^ Ivi
  9. ^ Ivi
  10. ^ J. A. Clergue, En quete de Henry Corbin, Franc-Maçon chevaleresque, in, L'initiation, n 2/2009