Utente:Havesan8/Sandbox4

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Territorio e demografia[modifica | modifica wikitesto]

La città metropolitana di Napoli ha delle peculiarità che la distinguono nettamente dalle altre città metropolitane italiane: il suo territorio occupa appena l'8,6% della superficie campana (13.590 km²) e in essi è concentrata più della metà dell'intera popolazione regionale. Tale fenomeno di sovraffollamento ha creato un forte squilibrio demografico e territoriale con le altre aree della regione, più estese e meno popolate.

Per avere un'idea più chiara dei suoi limiti territoriali, basta considerare che Napoli è ultima per estensione tra le 14 città metropolitane, ed era al 93º posto su 110 province italiane fino all'entrata in vigore della legge 56.[1]

La sua superficie, 1.171 km² isole incluse, infatti è più piccola della superficie del solo comune di Roma (1.287 km²), tanto è vero che la distanza tra Napoli e Caserta è pari al diametro del grande raccordo anulare romano (23 km).[2]

Il suo territorio, per quanto esiguo, oltre ad avere una vulnerabilità sismica e vulcanica, dovuta alla presenza del Vesuvio e dei Campi Flegrei, è caratterizzato dalla presenza di numerosi centri fortemente antropizzati e con un'elevata quantità e densità di popolazione, che già nel 1903 Francesco Saverio Nitti definì "la corona di spine che attorniano la città e la soffocano".[3]

Il substrato dei comuni è molto variabile, ed è decisamente ridotto rispetto alla media nazionale[4], si va infatti da 1,62 km² di Casavatore a 117,27 km² del capoluogo; il 60% dei comuni è di piccole dimensioni (inferiori o uguale a 10 km²), il 36% di medie dimensioni (> 10 km² e ≤ 25 km²), la restante parte (11%) supera i 25 km² e, di questa, solo 2 comuni (Acerra e Giugliano in Campania) sono compresi tra 50 e 100 km² e solo l'area municipale di Napoli supera i 100 km².

La densità abitativa del territorio è pari a 2672 ab/km², 12 comuni metropolitani superano i 50.000 abitanti e nell'elenco dei primi 60 comuni italiani ne figurano tre dell'area napoletana: Giugliano, Torre del Greco e Pozzuoli, mentre Casavatore è il primo comune in Italia per densità di popolazione, con oltre 12.000 ab./km², seguito a breve distanza da Portici. Nell'ultimo Ptcp (Piano territoriale di coordinamento provinciale) è emerso che la superficie urbanizzata è pari complessivamente a 381,12 km² corrispondenti al 32,54% della superficie totale del territorio, ne consegue un quadro effettivo sulla alta densità demografica reale che sale ad oltre 8.000 ab/km².[5]

Del vasto entroterra restano porzioni di territori in cui l'intensità colturale è ancora elevata, distanti dai centri abitati e situati perlopiù nelle frazioni dell'area settentrionale che lambisce il casertano.

I comuni cresciuti perlopiù sulle vecchie strade statali (via Nazionale delle Puglie, SS Sannitica, il miglio d'oro, l'antica via delle Calabrie), oggi non sono altro che dei suburbi di piccole e medie dimensioni, una sorta di quartieri decentrati e sovrappopolati, un mosaico di frammenti autonomi, che gravitano sulla città pur non rientrando nella sua area municipale.

Allo stato attuale infatti è quanto mai difficile distinguere la linea di confine tra città madre, aree contigue ed entroterra, completamente saldate tra loro in un unicum urbano senza soluzione di continuità, sia nella vasta area nord (giuglianese, frattese, afragolese, acerrana e nolana) che in quella flegrea, vesuviana e torrese-stabiese; meno caotiche e fuori dalla conurbazione per ovvi motivi orografici sono la costiera sorrentina e le isole del golfo, Ischia, Capri e Procida.

L'eccessiva e speculativa cementificazione dell'hinterland napoletano, non ha creato una armatura urbana ordinata, gradevole e dotata di strutture adeguate, ma ha trasformato gran parte della ex provincia in periferia;[6] tale trasformazione in taluni casi non è stata però accompagnata da uno sviluppo economico, urbanistico ed infrastrutturale atto a garantire una buona qualità della vita e dei servizi, ed ha aumentato un grande fenomeno di pendolarismo verso il centro della metropoli, che tutt'oggi, nonostante il suo costantemente crescente calo demografico[7] non è in grado di reggere una tale dilatazione; la struttura interna, lo scheletro (fisico e metafisico) della città storica,[8] non è in grado di sostenere il peso sovracomunale di un entroterra tanto popoloso e sovraurbanizzato che nel corso degli anni si è totalmente insediato nel suo tessuto urbano, economico e sociale.[9] Napoli si presenta quindi dal punto di vista urbanistico come una delle metropoli più compatte, popolose e congestionate d'Europa.

  1. ^ Estensione territoriale delle province italiane, su tuttitalia.it. URL consultato il 15 gennaio 2012.
  2. ^ Aldo Loris Rossi, La città metropolitana è una sfida storica (PAGINA 16) (PDF), su napoliassise.it, Napoli Assise. URL consultato il 30 ottobre 2011.
  3. ^ Gerardo Mazziotti, La corona di spine, su comunitaprovvisoria.wordpress.com, Comunità Provvisoria. URL consultato il 4 agosto 2011.
  4. ^ [http://www.istat.it/it/files/2015/04/Superfici-delle-unit%C3%A0-amministrative-Testo-integrale.pdf Superficie dei comuni, delle ref>Superficie dei comuni, delle province e delle regioni italiane istat.it
  5. ^ Il territorio e le antropizzazioni (PDF), su opr.provincia.napoli.it, Provincia di Napoli, p. 617. URL consultato il 5 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2014).
  6. ^ La periferia grande quanto una provincia - Il Mediano Archiviato il 5 gennaio 2015 in Internet Archive.
  7. ^ Antonella Scutiero, Gli esperti: Piano casa, un pasticcio, in Il Roma. URL consultato il 17 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 20 febbraio 2010).
  8. ^ Diego Lama, Napoli città metropolitana, su bytedicemento.corrieredelmezzogiorno.corriere.it, Il Corriere del Mezzogiorno. URL consultato l'8 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 9 luglio 2011).
  9. ^ Napoli provincia un'unica metropoli, su denaro.it, Il denaro. URL consultato il 27 maggio 2021 (archiviato dall'url originale l'8 luglio 2012).