Utente:Adelchi/prova

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Občina di Radovljica
comune sloveno
Občina Radovljica
Localizzazione
StatoBandiera della Slovenia Slovenia
Divisione 1Alta Carniola
Amministrazione
CapoluogoRadovljica
Territorio
Superficie118,7 km²
Abitanti18 164 (2002)
Densità153,02 ab./km²
Altre informazioni
Fuso orarioUTC+1
Cartografia
Občina di Radovljica – Localizzazione
Občina di Radovljica – Localizzazione

L'Občina di Radovljica (in sloveno Občina Radovljica) è un comune sito nell'Alta Carniola, regione della Slovenia settentrionale. Il centro amministrativo è la frazione di Radovljica.[1] Il comune ha all'incirca 18,000 abitanti e un area di 118 km2. Situato sul versante meridionale della catena delle Caravanche alla confluenza dei fiumi Sava Dolinka e Sava Bohinjka, entrambi affluenti del fiume Sava.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Il parametro "Comune di Radovljica" non corrisponde a nessun progetto riconosciuto dal template

Svenel'd in russo Свенельд? (...) è un signore della guerra variago al servizio del Gran Principe della Rus' di Kiev Svjatoslav I di Kiev. Anche se in vita sembra essere stato il più ricco e influente leader della Rus' dopo il principe regnante non ci sono elementi per accertare la sua appartenenza alla casata dei Rurik.

Le spedizioni nel Caspio dei Rus' furono incursioni militari effettuati dalla popolazione Rus' tra il 864 e il 1041 sulle coste del Mar Caspio[1]. Inizialmente i Rus' apparvero nel territorio del Serkland nel IX secolo viaggiando come mercanti lungo la rotta commerciale del Volga, vedendo pellicce, miele e schiavi. I primi attacchi in piccola scala furono effettuati tra la fine del IX secolo e l'inizio del X. La prima spedizione su larga scala fu invece posta in essere nel 913: arrivati con cinquecento navi, i razziatori saccheggiarono Gorgan, situata nell'odierno Iran, e le aree adiacenti, prendendo con sé schiavi e beni. Al loro ritorno i Rus' furono attaccati e sconfitti dai Cazari nel Delta del Volga e coloro che riuscirono a scappare furono uccisi dalle tribù locali sul medio corso del fiume.

Durante la successiva spedizione del 943, gli incursori catturarono Barda, capitale dell'Arran, nell'odierno Azerbaijan. I Rus' rimasero in loco per molti mesi, uccidendo un gran numero di abitanti della città e incamerando ulteriore bottino. Fu solo lo scatenarsi di un'epidemia di dissenteria tra gli invasori che costrinse quest'ultimi a tornare nelle proprie terre con i frutti del saccheggio. Svjatoslav I, principe di Kiev, condusse il successivo attacco, che distrusse lo Stato dei Cazari nel 965. La campagna di Svjatoslav assicurò ai mercanti Rus' il controllo sul commercio della zona e modificò significativamente la demografia etnica della regione. Gli attacchi continuarono anche successivamente, in contemporanea con l'ultimo tentativo scandinavo di ristabilire una rotta mercantile lungo il Mar Caspio, posto in essere nel 1041 da Ingvar.

Origini e prime incursioni[modifica | modifica wikitesto]

Mappa raffigurante le rotte commerciali più importanti dei Variaghi: quella del Volga (in rosso) e quella del Dniepr (in viola). altre rotte commerciali del VIII-IX secolo sono raffigurate in arancione.

I Rus' che penetrarono per primi nell'area musulmana vicina al Mar Caspio erano mercanti più che guerrieri. all'inizio del IX secolo i Norsemen si stabilirono nella Russia Nordoccidentale dove fondarono un insediamento chiamato Aldeigja (in slavo: Ladoga) all'incirca dieci chilometri a sud dalla foce del fiume Volchov nel lago Ladoga. Da tale postazione iniziarono a commerciare con l'Impero Bizantino lungo la rotta commerciale del Dnieper e con i territori a fede musulmana lungo quella del Volga[2]. Alla fine del IX secolo Ibn Khordadbeh descrisse i Rus' nell'atto di comprare merci (per la maggior parte pelli, miele e schiavi[2]) dai Cazari lungo il Basso Volga e di rivenderle alle città situate sul Caspio[3]; Piccoli gruppi di mercanti Rus' arrivarono con i cammelli fino a Baghdad per vendere i loro beni, utilizzando i propri schiavi come interpreti[3].

Thomas Schaub Noonan ritenne che i Rus' raggiunsero Baghdad intorno all'anno 800; questa ipotesi è suffragata dal ritrovamento di dirham Sassanidi, Arabi, e Arabo-Sassanidi coniati non prima del 804805 a Peterhof, località sita nei pressi di San Pietroburgo[4]. Nella narrazione di Ibn Khordadbeh i Rus' sono descritti come "un tipo di Saqaliba", termine utilizzato solitamente per riferirsi agli slavi: gli storici anti-normanni hanno interpretato questo passaggio come indicativo del fatto che i Rus' fossero Slavi piuttosto che Scandinavi. Secondo l'interpretazione della contrapposta dottrina storiografica il termine Saqaliba era anche frequentemente utilizzato per indicare le popolazioni dai capelli lunghi e dalla carnagione chiara che abitavano l'Europa Centrale e Settentrionale[5].

La prima incursione lungo le coste del Caspio dei Rus' si verificò durante il regno di Hasan ibn Zaid, Re del Tabaristan, tra il 864 e il 884. I Rus' solcarono con le proprie imbarcazioni il mar Caspio e attaccarono senza successo Abaskun[6]. A questa incursione presero probabilmente parte un numero limitato di navi[1]. La seconda incursione fu effettuata nel 909 o nel 910[7] e fu anch'essa diretta contro Abaskun[5]; a tale attacco parteciparono sedici imbarcazioni[1]. La terza incursione si verificò nel 911 o nel 912 e fu anch'essa su piccola scala[5].

Spedizione del 913[modifica | modifica wikitesto]

Mappa raffigurante le località del Caspio interessate dai più importanti attacchi dei Rus'dalla metà del Ix secolo alla metà dell'XI. Le date colorate di blu indicano gli anni delle incursioni più importanti, la linea viola indica invece l'area interessata dll'invasione del 913.

I Rus' lanciarono il primo attacco su larga scala nel 913. Una flotta di circa 500 navi raggiunse le coste meridionali del Mar Caspio passando attraverso il territorio dei Cazari. Al fine di assicurarsi la non belligeranza di questi ultimi e il diritto di passaggio i Rus' promisero ai Cazari metà del proprio bottino. Le navi salparono dal fiume Dniepr fino al Mar Nero, poi attraversarono il Mare d'Azov, quindi risalirono il Don passando attraverso Sarkel e infine, trasportando per un tratto le imbarcazioni via terra raggiunsero il Volga, che li trasportò fino al Caspio.[1]

I Rus' attaccarono nella regione circostante Abaskun devastandone le campagne. Un tentativo di respingerli mentre erano alle ancore nei pressi di alcune isole del sud-ovest del bacino fallì, lasciando gli incursori liberi razziare quello che trovavano sulle coste. Saccheggiarono quindi Baku, penetrando nell'entroterra per una distanza corrispondente a tre giorni di marcia,[1] e devastarono le regioni di Arran, Beylagan e Shirvan.[5] Ovunque depredavano quanto riuscivano, prendendo donne e bambini come schiavi. Le notizie dei loro saccheggi e dei loro massacri li precedettero e mentre erano sulla strada del ritorno[1] furono attaccati nel Delta del Volga musulmani Cazari, così come da alcuni Cristiani della stessa etnia, apparentemente con l'acquiescienza del Re Cazaro. Secondo al-Masudi coloro che riuscirono a sfuggire all'attacco furono uccisi da tribù di Burtas e dai Bulgari del Volga.[5]

Spedizione del 943[modifica | modifica wikitesto]

La seconda incursione su larga scala risale al 943, quando, secondo il Manoscritto Nestoriano, Igor era il sovrano dei Rus'. Durante tale spedizione questi ultimi risalirono il fiume Kura, penetrando nel Caucaso, sconfissero quindi le truppe di Marzuban bin Muhammad,[8] e occuparono Barda, la capitale dell'Arran. I Rus' decisero di non convertire con la forza la popolazione locale in cambio del riconoscimento della loro sovranità da parte di quest'ultimi; è probabile che i Rus' intendessero stabilirsi permanentemente in tale luogo.[9]Secondo ibn Miskawaih quando i locali ruppero il patto iniziando a bersagliare gli occupanti con lanci di pietre i Rus', imposero alla popolazione di evacuare la città. Poiché l'ultimatum fu respinto, i Rus' reagirono compiendo massacri e rapimenti nei confronti dei cittadini.[10] Gli occupanti rimasero a Barda per alcuni mesi,[11] usando l'insediamento quale base per razziare le aree circostanti e raccogliervi all'interno il conseguente bottino.[12]

La città fu salvata solo da un'epidemia di dissenteria che colpì le truppe occupanti[13]. Ibn Miskawaih riferisce che i Rus' "erano eccesivamente golosi dei frutti del luogo. Questo produsse un'epidemia nelle loro fila . . . e il loro numero iniziò a ridursi." Incoraggiati dal flagello che aveva colpito l'esercito occupante, i Musulmani cinsero d'assedio la città. I Rus', il cui comandante in capo era in sella a un asino, persero 700 uomini nel tentativo di sconfiggere i propri avversari, riuscirono tuttavia a rompere l'accerchiamento cui erano stati vittima durante gli scontri e a ritirarsi nella fortezza, subito posta sotto assedio dai Musulmani. decimati dall'epidemia e dall'assedio, i Rus' "lasciarono durante la notte la fortezza ove si erano insediati, trasportando sulle proprie schiene i loro tesori, gemme e tessuti, seguiti da schiavi di ambo i sessi fino al fiume Kura, dove erano in attesa le imbarcazioni che li avevano portati fin lì dai loro luoghi d'origine e una ciurma di 300 russi che ricompensarono con parte del loro bottino ."[12] Successivamente alla loro fuga i musulmani disotterrarono dalle tombe dei Rus' le armi che erano state seppellite insieme ai guerrieri deceduti.[13]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f Logan (1992), p. 201
  2. ^ a b Brøndsted (1965), pp. 64–65
  3. ^ a b Logan (1992), p. 200
  4. ^ Noonan (1987–1991)
  5. ^ a b c d e "Rus". Encyclopaedia of Islam Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "Rus" è stato definito più volte con contenuti diversi
  6. ^ Abaskun, inizialmente menzionato da Ptolemy come Socanaa, è indicato nelle fonti arabe come "il più famoso porto del mare Cazaro". Era situato a tre giorni di viaggio da Gorgan. La parte meridionale del mar Caspio era anche conosciuta come "Mare di Abaskun". Vedi: B.N. Zakhoder (1898–1960). The Caspian Compilation of Records about Eastern Europe (online version).
  7. ^ Le informazioni sulle incursioni dei Rus' derivano per la maggior parte da fonti musulmane che utilizzano il calendario islamico.Poiché gli anni del calendario islamico non corrispondono esattamente a quelli del calendario gregoriano, un evento individuato in un certo anno del primo può corrispondere a due anni consecutivi del secondo.
  8. ^ "Bardha'a". Encyclopaedia of Islam
  9. ^ Logan (1992), pp. 201–202; "Rus". Encyclopaedia of Islam
  10. ^ Logan (1992), pp. 201–202
  11. ^ Secondo Yaqut non lasciarono la città per un intero anno. "Bardha'a". Encyclopaedia of Islam
  12. ^ a b Vernadsky (1959), p. 269
  13. ^ a b Logan (1992), p. 202