Taverna del Santopalato

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Taverna Futurista del Santopalato
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàTorino
IndirizzoVia Vanchiglia 2
Coordinate45°03′56.76″N 7°41′45.15″E / 45.065767°N 7.695875°E45.065767; 7.695875
Informazioni generali
Condizionichiuso
Inaugurazione1931
Usoristorante
Realizzazione
ArchitettoFillìa, Nicolay Diulgheroff

La Taverna Futurista del Santopalato, abbreviato Taverna del Santopalato[1], è stato un locale storico di Torino, primo e unico ristorante di cucina futurista in Italia[2].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Illustrazione di La cucina futurista (1932). In basso sono visibili due piatti di "carneplastico".

In seguito all'apertura di un ristorante di cucina futurista a Parigi su iniziativa di Filippo Tommaso Marinetti e Jules Maincave che rimase però attivo per poco tempo[3], e la pubblicazione del Manifesto della cucina futurista il 28 dicembre del 1930, venne annunciata su un articolo de La Stampa del Dott. Stradella l'apertura a Torino di un nuovo punto di ristoro che avrebbe servito ricette futuriste[4][5]:

«Nessuno ignora l'interessamento e le polemiche che agitano il mondo intero, per l'annunciata inaugurazione del Santopalato. L’avvenimento assumerà perciò un’importanza eccezionale, la data del quale rimarrà impressa nella storia dell’arte cucinaria così come indelebilmente son rimaste fissate, nella Storia del mondo, le date della scoperta dell’America, della presa della Bastiglia, della pace di Vienna e del trattato di Versailles.»

La Taverna del Santopalato venne costruita in via Vanchiglia 2, angolo corso San Maurizio, a pochi passi da Piazza Vittorio Veneto, progettata e decorata da Fillìa e Nicolay Diulgheroff, che resero l'interno del locale simile a un sottomarino con tinteggiature in alluminio, colonne luminose e occhi metallici sulle pareti[4][6]. Stando a quanto riportano le fonti, la Taverna venne inaugurata da Marinetti "dopo una febbrile giornata di intenso lavoro nella cucina, dove i futuristi Fillìa e Saladin gareggiavano con i cuochi del Ristorante"[7]. Durante la cena di apertura del locale, che perdurò fra la mezzanotte e le quattro dell'8 marzo 1931, furono servite quattordici portate ideate da Fillìa, Paolo Alcide Saladin, Diulgheroff, Enrico Prampolini e Mino Rosso[8][9] che erano il frutto di combinazioni inedite di ingredienti e sapori, dove coesistevano, ad esempio, dolce e salato e carne e pesce[10]. Fra queste vi erano il "carneplastico" (polpetta di vitello e verdure ricoperta di miele alla cui base figurano un anello di salsiccia e tre palline di pollo fritto), il "pollofiat" o "pollo d'acciaio"[11] (un volatile ripieno di zabaglione e decorato da confetti argentati che dovevano simulare dei cuscinetti a sfere), il "brodo solare", l'"ultravirile" (per sole donne), cocktail, sandwich, del purè e il dessert (che venivano però rinominati dai futuristi rispettivamente "polibibite", "traidue", "poltiglie" e "peralzarsi")[2][4][7][8][9]. Durante l'happening, le pietanze vennero gustate seguendo la prassi del futurismo, quindi attraverso il coinvolgimento generale di tutti i sensi (profumi, musiche e azioni tattili, come, ad esempio il consumo del cibo senza l'uso delle posate e il far passare queste su determinati materiali)[2][4]. La cena fu mal accolta dai critici e i partecipanti[12], ma qualcuno sostiene che i piatti serviti e il clima dell'evento avrebbero anticipato l'odierna gastronomia molecolare[4]. Il locale chiuse nel 1940 per problemi economici[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Torino e la cucina futurista nella Taverna del Santopalato, su torinoxl.com. URL consultato il 24 febbraio 2021.
  2. ^ a b c d Sandro Doglio, L'inventore della bagna caoda, Daumerie, 1993, pp. 214-5.
  3. ^ La cucina futurista, su ilsetaccio.eu. URL consultato il 25 febbraio 2021.
  4. ^ a b c d e Torino: per una sera si potrà provare una Cena Futurista, su gamberorosso.it. URL consultato il 24 febbraio 2021.
  5. ^ Futuristi e Taverna del Santopalato, su taccuinigastrosofici.it. URL consultato il 24 febbraio 2021.
  6. ^ Valeria Garuzzo, Nicola Diulgheroff architetto, Marsilio, 2005, p. 114.
  7. ^ a b Gastrosofia la polpetta futurista, su taccuinigastrosofici.it. URL consultato il 24 febbraio 2021.
  8. ^ a b MARINETTI Filippo Tommaso, su arengario.it. URL consultato il 24 febbraio 2021.
  9. ^ a b Autori vari, Futurismo, Bompiani, 1987, p. 457.
  10. ^ Dalle polibibite all'ultravirile le rivoluzionarie ricette dei futuristi Fillia e Marinetti, su ricerca.repubblica.it. URL consultato il 24 febbraio 2021.
  11. ^ La storia della cucina Futurista nella Taverna del Santopalato, su torinoxl.com. URL consultato il 24 febbraio 2021.
  12. ^ Pochi sanno che anche Torino è stata una dei protagonisti del movimento futurista., su mole24.it. URL consultato il 24 febbraio 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]