Stereo•Rama

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Stereo•Rama è un sistema di visione stereoscopica composto di visori che utilizzano come supporto dischetti di cartoncino contenenti coppie di diapositive stereoscopiche parallele, su imitazione del più noto sistema statunitense View-Master e con esso compatibile.[1] Il sistema fu prodotto tra gli anni cinquanta e sessanta del XX secolo da diverse aziende italiane con sede a Milano o nei suoi dintorni: la I.F.A.S., la Stereo•Rama, la Generalstereo, la Bromostampa e infine la Technofilm.[1][2] Unitamente al Meoskop, prodotto dalla Meopta in Cecoslovacchia, lo Stereo•Rama è uno dei più popolari cloni del più noto sistema View-Master.[1][2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo Stereo•Rama veniva inizialmente prodotto dalla ditta I.F.A.S. (Industria Foto-ottica Apparecchi Stereoscopici) di Ossona, una città a 20 km dal centro di Milano a partire dal 1955.[2] In questi anni la Sawyer's fece causa nei confronti della società italiana, il 22 maggio 1958 il tribunale di Milano condannò la I.F.A.S. a ritirare e distruggere i prodotti e il materiale pubblicitario entro l'8 gennaio 1960.[3] Probabilmente a causa di questo, nel 1958 o 1959 il produttore diviene omonimo del prodotto, quando viene fondata la compagnia milanese Stereo•Rama, che andrà a sostituire la I.F.A.S., mentre la distribuzione viene curata dalla Generalstereo, con l'esclusiva per il mercato italiano.[2] Alla fine del 1959 il prodotto passa in mano alla Bromostampa di Arcore e infine, a partire dal 1960, alla Technofilm di Milano, che deterrà il marchio fino alla fine della sua produzione, avveuta nella seconda metà degli anni sessanta.[1][2]

I visori[modifica | modifica wikitesto]

Per il sistema Stereo•Rama venne realizzata una serie di visori di ottima qualità, il cui design stesso viene considerato originale e caratteristico dell'epoca.[1] Ne vennero realizzati due modelli con delle varianti. Del primo modello, in bachelite, ne vennero realizzate tra versioni: lo "Standard", di colore marrone scuro, marrone marmorizzato o nero, simile al Model E della View-Master, ma chiuso con bulloni e dadi, che ne permetteva lo smontaggio, riportava la dicitura "i.f.a.s Ossona-Milano Made in Italy" impressa sul fronte dell'apparecchio; lo "Special", di colore marrone chiaro, era dotato di messa a fuoco regolabile, così come il Model D della View-Master o lo Stereoclic Bruguiere; il "De Luxe", combinava la messa a fuoco del precedente con una qualità delle lenti migliore, con un ingrandimento dichiarato di 8x.[1][2]

Negli anni sessanta venne infine prodotto un modello in plastica di color crema o, più raramente, azzurro e bicolore giallo e nero, equivalente del Model G View-Master, che divenne il visore standard Stereo•Rama.[1][2] Inoltre, in Francia, la Bruguière distribuì alcuni visori di propria fabbricazione e un tipo, prodotto dalla Offrimex, venne distribuito con il nome Stereomax, oggi molto raro, che differisce dagli altri per il posizionamento dei dischetti, che vengono inseriti orizzontalmente anziché verticalmente, e sono visibili grazie a degli specchi posizionati a 45°, similmente al visore australiano Sight-Seer e a un tardo visore View-Master degli anni novanta prodotto dalla Mattel/Fisher-Price, convertibile in binocolo.[1][2]

I dischetti[modifica | modifica wikitesto]

Il sistema utilizzava il medesimo formato dei dischetti View-Master, che potevano essere visualizzati anche con gli stereoscopi Stereo•Rama, ma vennero realizzati anche dischetti italiani appositamente per questo sistema.[1] I dischetti Stereo•Rama venivano realizzati utilizzando pellicola Kodachrome, che ne ha permesso un'ottima conservazione, tanto che i colori e la brillantezza sono rimasti inalterati nel tempo.[1][2][4]

I dischetti prodotti dalla I.F.A.S. erano inizialmente di colore bianco, in seguitò passò a produrli di colore giallo, mantenendo per un periodo in produzioni entrambi i tipi sui medesimi soggetti.[2] Le bustine che li contenevano imitavano la grafica a "onde" delle bustine della View-Master e i medesimi colori blu e bianco o rosso e bianco.[2] Probabilmente a causa della causa intentata dalla Sawyer's, tali disegni successivamente vennero sostituiti dal disegno Stereo•Rama rosso e bianco e con il marchio I.F.A.S. sul retro.[2] Delle bustine nere e gialle venivano invece utilizzate per i dischetti venduti all'estero.[2] In particolare in Francia, in seguito a un accorto tra la Technofilm e la Bruguière (produttrice dello stereoscopio Stereoclic a schede rettangolari), furono distribuiti svariati dischetti derivati dalle stereocarte francesi.[2] Lo Stereo•Rama era inoltre distribuito anche in Spagna, dove la Technofilm concesse la licenza alla Estereocolor, che produsse dischetti contenenti fotografie panoramiche di località iberiche.[2]

Altri sistemi[modifica | modifica wikitesto]

Lo Stereo•Rama non è stato il primo produttore italiano di imitazioni del View-Master, dato che un sistema di dischetti similare, ma con immagini leggermente più piccole rispetto all'originale, veniva prodotto dalla ditta S.I.S.E., con il nome Stereo-Cine, già nel 1951, tale ditta tuttavia non produsse anche visori stereoscopici, i cui dischetti potevano essere quindi visionati con i visori originali View-Master.[2] Un'altra ditta italiana, inoltre, la Stereomax, produceva visori e dischetti parallelamente alla Stereo•Rama.[2] Negli anni dieci del XXI secolo, la ditta Imaginarium in collaborazione con l'Agenzia Spaziale Europea ha commercializzato nella sua catena di negozi un visore stereoscopico a dischetti, imitazione del classico View-Master Model L, con il nome di Stereo-Vision ESA Girobserver.[5] Il visore viene venduto fornito di alcuni dischetti di immagini dello spazio.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j (EN) Stereo•Rama, su 20th Century Stereo Viewers. URL consultato il 7 gennaio 2019.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q Fabio Sabatelli, 2006.
  3. ^ (DE) Stereo-Rama (1. Modell), su Welt der Stereokopie. URL consultato l'8 gennaio 2020.
  4. ^ (EN) Stereo-Rama Reels, su 3DStereo.com, Inc.. URL consultato il 7 gennaio 2020 (archiviato dall'url originale il 17 dicembre 2019).
  5. ^ a b Visore + diapositive dello spazio ESA Girobserver, su Imaginarium. URL consultato il 9 gennaio 2020 (archiviato dall'url originale il 24 febbraio 2015).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Fabio Sabatelli, Stereo-Rama: il View-Master italiano, in Abastor, n. 35, 2006, pp. 16-17.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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