Sinagoga Tzuf Dvash

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Sinagoga Tzuf Dvash
StatoBandiera d'Israele Israele
Bandiera della Palestina Palestina[1]
DistrettoDistretto di Gerusalemme
LocalitàGerusalemme
Coordinate31°46′33.96″N 35°13′53.4″E / 31.7761°N 35.2315°E31.7761; 35.2315
ReligioneEbraismo sefardita
TitolareDavid ben Shimon
Consacrazione1860
Completamento1860

La sinagoga Tzuf Dvash è una sinagoga sefardita fondata nel 1860[2] e situata nel quartiere ebraico della Città Vecchia di Gerusalemme.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Prende il nome dal rabbino David ben Shimon, (acronimo D-b-Sh, in ebraico דבש?), che giunse in Israele dal Marocco nel 1854[3] e fondò Mahane Yisrael, uno dei primi quartieri al di fuori delle mura della Città Vecchia[2]. Sotto l'egida di ben Shimon un ingente numero di ebrei provenienti dai paesi nordafricani giunsero a Gerusalemme in quegli anni. Il gruppo così formato si staccò dalla grande comunità sefardita della città e istituì la cosiddetta "comunità del Maghreb" ("Committee of the Ma'aravi Community in Jerusalem)"[3]. Ben Shimon fondò la sinagoga di Tzuf Dvash nel 1860[2].

Dopo la guerra arabo-israeliana del 1948, l'intera città cadde sotto il dominio giordano. Sebbene la sinagoga sia stata saccheggiata, non fu demolita e fu poi ristrutturata due volte: dopo la Guerra dei sei giorni e nel 1980.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gerusalemme Est è amministrata de facto da Israele nonostante la maggioranza degli Stati dell'ONU non la riconosca come appartenente a tale Stato.
  2. ^ a b c Folin & Porfyriou 2020, p. 61.
  3. ^ a b (EN) MICHAL BEN YA'AKOV, THE IMMIGRATION OF NORTH AFRICAN JEWS TO NINETEENTH-CENTURY ERETZ ISRAEL: ORIGIN AND DESTINATION, in World Union of Jewish Studies, p. 211.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Raphael Falk, Zionism and the Biology of Jews, Springer International Publishing, 2017, ISBN 9783319573458.
  • (EN) Marco Folin, Heleni Porfyriou, Controversial Heritage and Divided Memories from the Nineteenth Through the Twentieth Centuries: Multi-Ethnic Cities in the Mediterranean World, Volume 2, 2020, ISBN 978-0367545703.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]