Raoul Stojsavljevic

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Raoul Stojsavljevic
NascitaInnsbruck, 28 luglio 1887
Mortea nord di Garmisch-Partenkirchen, 2 settembre 1930
Cause della morteincidente aereo
Luogo di sepolturaWestfriedhof di Innsbruck
Dati militari
Paese servitoAustria-Ungheria
Bandiera dell'Austria Prima repubblica austriaca
Forza armata Imperial regio Esercito austro-ungarico
Volkswehr
Specialitàk.u.k. Luftfahrtruppen
UnitàFliegerkompanien (Flik)
RepartoFlik 1
Flik 13
Flik 17
Flik 16
Flik 34
Jasta 6
Anni di servizio1908-1925
GradoHauptmann (poi Maggiore)
GuerrePrima guerra mondiale
CampagneFronte nord-orientale
Fronte italiano
BattaglieBattaglia di Galizia
Comandante diFlik 16
Decorazionivedi qui
dati tratti da Aircraft of the Aces - Austro-Hungarian Aces of World War 1[1]
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Raoul Stojsavljevic (Innsbruck, 28 luglio 1887a nord di Garmisch-Partenkirchen, 2 settembre 1930) è stato un aviatore e militare austro-ungarico, ed asso dell'aviazione della prima guerra mondiale accreditato con dieci vittorie aeree. La sua successiva carriera lo portò al servizio postbellico nell'aviazione austriaca, sia militare che civile.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque da un matrimonio etnicamente misto ad Innsbruck,[1] suo padre era un serbo di Velika Popina di Gračac in Croazia, di professione ufficiale dell'esercito comune, e sua madre, Adelheid Hohenauer, era austriaca del Tirolo.[2] Frequentò una scuola media militare prima di diplomarsi all'Accademia militare Teresiana[1] di Wiener Neustadt il 18 agosto 1908,[3] diventando tenente[1] in forza al Feldjäegerbataillon n. 21[4] di stanza a Bruck an der Mur.[2] Divenuto comandante di compagnia nel 1911, oltre ai suoi doveri ricoprì anche il ruolo di un istruttore di sci.[2] Il 14 aprile 1913 iniziò i corsi a Wiener-Neustadt per ottenere il brevetto di aviatore,[1] che conseguì[5] il 2 luglio[1] dello stesso anno.[2] Il 14 ottobre 1913 partecipò al primo volo sulle Alpi da Vienna a Gorizia a bordo di un biposto pilotato dall'oberleutnant Eugen Elsner[2] ottenendo successivamente la nomina a pilota di campo il 7 aprile 1914.[2] Allo scoppio della prima guerra mondiale, si trovava in servizio presso la Fliegerkompanie 1 (Flik 1),[6] di stanza sul fronte nord-orientale in Galizia,[1] dove eseguì numerose missioni di ricognizione[2] volando sui biplani Lohner Pfeilflieger.[1]

Prima guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Stojsavljevic di fronte al suo caccia Hansa-Brandenburg D.I nel 1917.

L'11 settembre 1914 fu insignito della Medaglia al merito militare di bronzo,[3] e nel mese di novembre venne trasferito presso la Flik 13 come pilota anziano[1] e secondo in comando.[2] Durante la sua 49ª missione precipitò al suolo nel corso di una tempesta di neve il 16 febbraio 1915[1] e, dopo aver distrutto il suo velivolo incendiandolo, venne catturato dai russi insieme all'osservatore, leutnant Johannes Reichel.[2] Il giorno 22 i due aviatori riuscirono a fuggire,[1] e trascorsero i due mesi successivi schivando i soldati russi, venendo finalmente rimpatriati nel corso della fortunata offensiva di Gorlice-Tarnów, quando Leopoli[1] fu riconquistata il 22 giugno.[2] Mentre risultava tra i dispersi, fu insignito della Croce di Ferro di seconda classe tedesca il 28 maggio 1915, e della Croce al merito militare austro-ungarica[3] il 19 luglio successivo.[2]

Dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia fu trasferito sul relativo fronte[1] per servire nella Flik 17 di stanza in Alto Adige, venendo promosso hauptmann il 1º settembre 1915.[2] Fu inviato nello stesso mese nella Flik 16 equipaggiata in seguito con gli Hansa-Brandenburg C.I,[1] in missioni di ricognizione che gli valsero la concessione l'Ordine della Corona di Ferro di terza classe con decorazioni di guerra in data 20 giugno 1916.[2] Dal 4 luglio al 1º settembre 1916, riuscì ad ottenere quattro vittorie, tre delle quali in collaborazione con Josef Friedrich, che operava a bordo dell'aereo in qualità di osservatore.[1] Il 4 luglio il Farman del Caporale Arturo Cortellini e dell'osservatore Tenente Italo Tacchini della 29ª Squadriglia viene abbattuto su Malborghetto-Valbruna, in territorio austro-ungarico, dall'Hansa-Brandenburg C.I di Stojsavljevic e Friedrich.

Chiese poi il permesso di addestrarsi come pilota da caccia, passando in forza alla Flik 34,[1] dotata degli Hansa-Brandenburg D.I.[2] Divenne asso dell'aviazione il 13 febbraio 1917, quando abbatte un biposto Farman a sud di Kostanjevica,[1] nel settore dell'altopiano di Doberdò del Lago.[2] Rimase a terra per molto tempo a causa di un infortunio al ginocchio subito durante un incidente in fase di atterraggio a Zaule. Ritornato a volare dopo due mesi, con il suo C.I conseguì la sua sesta vittoria, a spese di un Farman, il 17 aprile.[2] Nel mese di maggio venne distaccato sul fronte occidentale per maturare esperienza ed addestramento alle tattiche da caccia con la Jagdstaffel 6[1] di stanza a Cambrai, anche se non conseguì alcuna vittoria in quel settore.[2]

Al suo ritorno in Italia assunse il comando della Flik 16 e divenne pioniere della ricognizione fotografica[1] ad alta velocità sui D.I.[2] Successivamente conseguì ulteriori due vittorie a spese di altrettanti Farman, il 14 e 23 luglio 1917.[1] Le ultima due le colse il 7 settembre,[7] e il 21 novembre[8] a spese di altrettanti SAML,[1] mentre volava sui nuovi Albatros D.III.[2] Il 21 novembre il SAML dei Tenenti Mario Vannuccini ed osservatore Antonio Mangano della 114ª Squadriglia viene abbattuto su Feltre e Stojsavljevic arriva alla 10ª vittoria.

Il 12 gennaio 1918,[9] mentre stava svolgendo una missione di ricognizione su un Hansa-Brandenburg C.I, fu abbattuto vicino a Seren del Grappa da un aereo del No. 66 Squadron RFC ed ebbe il femore spezzato da un proiettile nemico.[9] Riuscì a ad atterrare in emergenza dietro le proprie linee, e dopo essere stato operato rientrò in servizio[10] nel mese di ottobre, posto al comando[9] della scuola di pilotaggio di Wiener-Neustadt.[2] Mentre si stava riprendendo fu decorato con la Medaglia d'onore al valor militare in oro[3] per gli ufficiali il 18 aprile, la Croce di Ferro di prima classe tedesca[3] e la Croce di Cavaliere dell'Ordine di Leopoldo.[2]

Il dopoguerra[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la dissoluzione dell'Impero austro-ungarico declinò l'offerta[11] di ottenere la cittadinanza[9] del Regno di Jugoslavia e scelse di divenire cittadino della nuova Repubblica austriaca.[2] Prestò servizio nella Volkswehr[9] e poi nella paramilitare Flugpolizei[9] fino al 1921.[2] Lasciata la vita militare tentò di avviare un servizio aereo commerciale tra Vienna e Budapest, che fu chiuso su ordine della Commissione di controllo alleata.[2] Nel 1922 tornò per un breve periodo in servizio attivo con il grado di maggiore[9] in forza[11] all'Alpenjäegerregiment 2 di stanza a Innsbruck, dove nel 1925, fondò e diresse il nuovo aeroporto cittadino.[2] Nel 1927, fondò una nuova compagnia aerea commerciale; l'anno seguente,[11] si unì alla compagnia aerea pionieristica ÖLAG.[2][11]

Il 2 settembre 1930,[9] mentre pilotava uno Junkers F 13 attraverso la fitta nebbia nella montagna Krottenkopf[11] ebbe un incidente a nord di Garmisch-Partenkirchen e perse la vita.[9] Fu sepolto con tutti gli onori presso il Westfriedhof di Innsbruck.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze austro-ungariche[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine imperiale di Leopoldo - nastrino per uniforme ordinaria
Ordine della Corona ferrea di III classe - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'onore al valor militare in oro - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'onore al valor militare in bronzo - nastrino per uniforme ordinaria
Croce al merito militare - nastrino per uniforme ordinaria
Croce di Carlo per la truppa - nastrino per uniforme ordinaria
Croce militare del giubileo - nastrino per uniforme ordinaria
— 2 dicembre 1908

Onorificenze estere[modifica | modifica wikitesto]

Croce di Ferro di I classe (Germania) - nastrino per uniforme ordinaria
Croce di Ferro di II classe (Germania) - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u Chant 2002, p. 81.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Austro-Hungarian Army.
  3. ^ a b c d e The Aerodrome.
  4. ^ Costituito nel 1849, tale battaglione aveva combattuto a Magenta nel 1859 e a Custoza nel 1866, ed era formato interamente da militari di provenienza austro-tedesca.
  5. ^ Si trattava del brevetto austro-ungarico n.114.
  6. ^ Mentre trascorreva un periodo facendo esperienze di volo da ricognizione nella Flik 1, sopravvisse ad un incidente in atterraggio il 31 luglio 1914.
  7. ^ Varriale 2012, p. 56.
  8. ^ Varriale 2012, p. 57.
  9. ^ a b c d e f g h i Chant 2002, p. 83.
  10. ^ La previsione medica era che non avrebbe mai più camminato senza l'aiuto di un bastone, non fu rispettata grazie alla sua forza di volontà.
  11. ^ a b c d e Varriale 2012, p. 86.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Christopher Chant, Aircraft of the Aces - Austro-Hungarian Aces of World War 1, Oxford, Osprey Publishing, 2002, ISBN 1-84176-376-4.
  • (EN) Hugh W. Cowin, German and Austrian Aviation of World War 1, Botley, Osprey Publishing, 2000.
  • (EN) Paolo Varriale, Austro-Hungarian Albatros Aces of World War 1, Botley, Osprey Publishing, 2012.

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