Rania al-Yāsīn

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Rania al-Yasin
La regina Rania nel 2022
Regina consorte di Giordania
Stemma
Stemma
In caricadal 7 febbraio 1999
(25 anni e 79 giorni)
Investitura22 marzo 1999
PredecessoreNur di Giordania
Nome completoarabo: رانيا الياسين
TrattamentoSua Maestà
Altri titoliColonnello onorario delle Forze Armate Giordane
NascitaAl Kuwait, Kuwait, 31 agosto 1970 (53 anni)
Casa realeHashim per matrimonio
PadreFaysal Sidqi al-Yasin
MadreIlham al-Yasin
Consorte diAbd Allah II di Giordania
FigliḤusayn
Īmān
Salmā
Hashim
ReligioneSunnismo
Firma

Rania al-Yasin (in arabo رانيا الياسين?; Al Kuwait, 31 agosto 1970) è la regina consorte di Giordania dal 1999, come moglie di Abd Allah II.

La Regina è conosciuta per la sua attenzione ai diritti umani e alle cause umanitarie, tanto che nel 2009 è stata inserita nell'albo delle personalità femminili più potenti del mondo da Forbes, per quanto riguarda il suo ruolo di attivista.[1][2][3]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Infanzia e giovinezza[modifica | modifica wikitesto]

Rania al-Yāsīn è nata in Kuwait da genitori palestinesi originari di Tulkarem. Ha frequentato nel Kuwait la New English School, e successivamente ha conseguito la laurea in Gestione di Impresa presso l'Università Americana del Cairo.

Subito dopo la laurea nel 1991, Rania ha lavorato presso il gruppo finanziario Citibank, prima di essere assunta nella sede giordana della Apple.[4]

Matrimonio[modifica | modifica wikitesto]

Rania ha incontrato per la prima volta il re di Giordania, ʿAbd Allāh bin al-Ḥusayn, quando era ancora principe, a una cena organizzata dalla sorella di lui, nel gennaio del 1993. Entrambi i reali hanno raccontato in diverse interviste che il loro è stato un vero e proprio colpo di fulmine.[5]

Due mesi più tardi, la coppia ha annunciato il proprio fidanzamento e il 10 giugno 1993 si è sposata nel Palazzo di Zahran. L'abito che Rania ha indossato per le nozze era adornato da una finitura dorata, un soprabito ricco di ricami e un'ampia gonna.[6][7][8]

Regina di Giordania[modifica | modifica wikitesto]

Rania di Giordania fotografata da Pierre-Anthony Allard dello Studio Harcourt nel 2005.

Quando il marito è salito al trono il 7 febbraio 1999 dopo la morte di suo padre, Re Ḥusayn, Rania ha assunto il titolo di regina. Il suocero aveva inizialmente scelto come erede al trono il proprio fratello, il principe Ḥasan, ma poco prima della morte cambiò la propria decisione, affidando ad ʿAbd Allāh il comando del regno.

Ha ricevuto il titolo onorario di Colonnello delle Forze Armate Giordane il 9 giugno del 2004.

Nell'aprile 2021 il regno ha rischiato un colpo di stato organizzato da un fratellastro del re, Hamzah bin Hussein, che con l'aiuto di alcuni militari avrebbe organizzato un golpe per rovesciare la famiglia reale e subentrare all'erede naturale. In seguito al tentativo sventato, la Regina Rania ha dovuto vivere per qualche tempo sotto stretta sorveglianza.[9]

Impegno umanitario[modifica | modifica wikitesto]

In Giordania[modifica | modifica wikitesto]

La prima iniziativa della regina Rania fu l'istituzione della Jordan River Foundation nel 1995.[3][10] Nel 1998 è stato avviato il programma per la sicurezza dei bambini per affrontare i bisogni immediati dei bambini a rischio di abusi ed ha avviato una campagna a lungo termine per aumentare la consapevolezza pubblica sulla violenza contro i minori. Il Jordan River Children Program è stato sviluppato dalla regina Rania per porre il benessere dei bambini al di sopra delle agende politiche e dei tabù culturali.[11][12][13]

La regina Rania ha lanciato e sostenuto diverse iniziative nel campo dell'istruzione e dell'apprendimento. Nel luglio 2005, in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione, il Re e la Regina hanno lanciato un premio annuale per gli insegnanti, il Queen Rania Award for Excellence in Education.[14][15] La Queen Rania Teacher Academy, presentata nel giugno 2009, offre programmi di sviluppo professionale per insegnanti attuali e nuovi in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione.[16][17][18][19] Il Queen Rania Scholarship Program collabora con diverse università di tutto il mondo per sostenere borse di studio e formazione per studenti e lavoratori giordani in finanza, marketing, design, amministrazione aziendale, psicologia, ingegneria, giurisprudenza e altri campi.[20][21]

Nell'aprile 2008, la Regina ha avviato Madrasati ("La mia scuola"), un'iniziativa pubblico-privata con l'obbiettivo di ristrutturare 500 scuole pubbliche giordane.[22][23][24] Al 2022, Madrasati ha aiutato 830 scuole pubbliche giordane, gestite dal Ministero dell'Istruzione, e identificate come le meno performanti e più bisognose di rinnovamento e assistenza nello sviluppo educativo.[24][23]

Nel 2005, la regina Rania ha istituito la Royal Health Awareness Society (RHAS) per educare genitori e bambini sulle basi della nutrizione e dell'igiene, i benefici dell'esercizio fisico e altre aree relative alla salute.[25][26][27][28] Nel 2010 è stato inaugurato in Giordania il primo edificio medico specializzato per bambini, il Queen Rania Children's Hospital, istituito per migliorare il servizio medico per i bambini giordani. L'ospedale provvede alla cura dei bambini, in particolare a casi medici complessi.[29][30]

Internazionale[modifica | modifica wikitesto]

La First Lady Michelle Obama ospita la regina Rania nella Yellow Oval Room (aprile 2009)

Nel novembre 2000, in riconoscimento del suo impegno per la causa dei bambini e dei giovani, il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (UNICEF) ha invitato la regina Rania a unirsi alla sua Global Leadership Initiative. All'inizio del 2002 la regina Rania è entrata a far parte del consiglio di amministrazione della International Youth Foundation, con sede a Baltimora, nel Maryland.

Tramite l'UNICEF la regina Rania ha incontrato i bambini e le famiglie colpite dal Terremoto del Kashmir del 2005. Ha portato con sé un aereo carico di aiuti umanitari per aiutare a generare sostegno internazionale per salvare la vita di migliaia di bambini colpiti dal terremoto.[31][22] Nel 2007 in Marocco, la Regina Rania, insieme a Sua Altezza Reale la Principessa Meryem del Marocco, ha visitato due progetti sostenuti dall'UNICEF per evidenziare gli sforzi del Paese per combattere il lavoro minorile e promuovere l'istruzione per tutti.[22]

La regina Rania è stata anche particolarmente esplicita sull'importanza del dialogo interculturale e interreligioso per promuovere una maggiore comprensione, tolleranza e accettazione in tutto il mondo. Ha usato il suo status per correggere quelle che vede come idee sbagliate in Occidente sul mondo arabo. La regina Rania ha svolto un ruolo significativo nel raggiungere la comunità globale per promuovere i valori di tolleranza e accettazione e aumentare il dialogo interculturale. Ha anche fatto apparizioni pubbliche, inclusa un'intervista televisiva di mezz'ora su The Oprah Winfrey Show il 17 maggio 2006, dove ha parlato di idee sbagliate sull'Islam e in particolare sulle donne nell'Islam.[32][33]

Nel settembre 2006, la regina Rania è entrata a far parte del consiglio di amministrazione della Fondazione delle Nazioni Unite.[34][35] È stata una dei primi personaggi pubblici a scendere in prima linea nella lotta all'Isis, definendo il movimento un traditore degli ideali islamici e schierandosi contro ogni forma di estremismo.[36][37]

Sempre nel 2007, la regina Rania è stata nominata prima Eminent Advocate for Children dell'UNICEF.[38][22] Nell'agosto 2009, è diventata presidente globale onorario dell'Iniziativa per l'istruzione femminile delle Nazioni Unite (UNGEI).[39][40]

Ha ricevuto il Premio Nord-Sud dal Consiglio d'Europa nel marzo 2009 e il Premio PeaceMaker dall'organizzazione no-profit Seeds of Peace.

Immagine pubblica[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2005, Regina Rania è stata definita dal magazine britannico Harpers and Queens come una delle regine più belle del secolo, grazie a questo e al suo stile garbato ma raffinato, è subito diventata un'icona di stile amatissima nel mondo della moda. Le sue scelte di abbigliamento dettano spesso le nuove tendenze, e alla regina sono state dedicate numerose copertine.[41] Da grande appassionata di moda è una assidua frequentatrice delle Settimane della moda internazionali, ed è spesso presente ad eventi mondani.[42]

Interessi personali[modifica | modifica wikitesto]

È proprietaria del cavallo da galoppo New Approach.

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Rania al-Yasin e Abd Allah II di Giordania hanno quattro figli:

  • Il principe Ḥusayn, nato il 28 giugno 1994. Il 28 novembre 2006, Re ʿAbd Allāh II lo ha designato come erede al trono;[43]
  • La principessa Īmān, nata il 27 settembre 1996;
  • La principessa Salmā, nata il 26 settembre 2000;
  • Il principe Hashim, nato il 30 gennaio 2005.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma della Regina Rania come dama dell'Ordine di Carlo III.

Onorificenze giordane[modifica | modifica wikitesto]

Collare dell'Ordine di Hussein ibn' Ali - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Cordone con brillanti dell'Ordine Supremo del Rinascimento - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Grande stella dell'Ordine al merito della Repubblica austriaca - nastrino per uniforme ordinaria
Membro di I classe dell'Ordine di Khalifa (Bahrain) - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Cordone dell'Ordine di Leopoldo (Belgio) - nastrino per uniforme ordinaria
Membro di I classe dell'Ordine famigliare reale del Brunei - nastrino per uniforme ordinaria
Classe speciale della gran croce dell'Ordine al merito di Germania - nastrino per uniforme ordinaria
Dama di I classe dell'Ordine della corona preziosa (Giappone) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria
Dama di gran croce dell'Ordine reale norvegese di Sant'Olav (Norvegia) - nastrino per uniforme ordinaria
Dama di gran croce dell'Ordine del leone dei Paesi Bassi - nastrino per uniforme ordinaria
Dama di gran croce dell'Ordine dell'Infante Dom Henrique (Portogallo) - nastrino per uniforme ordinaria
Dama di gran croce dell'Ordine di San Giacomo della Spada (Portogallo) - nastrino per uniforme ordinaria
Dama di gran croce dell'Ordine di Isabella la Cattolica (Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria
Dama di gran croce dell'Ordine di Carlo III (Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria
Membro dell'Ordine dei serafini (Svezia) - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze accademiche[modifica | modifica wikitesto]

Laurea honoris causa in Scienze dello sviluppo e della cooperazione internazionale - nastrino per uniforme ordinaria
«In virtù dello straordinario contributo alla cooperazione internazionale come strumento per lo sviluppo dei popoli, per l'incessante attività a favore della pace e del dialogo fra le culture, dei diritti dei bambini e delle donne, senza distinzione di nazionalità e credo religioso»
— Università degli Studi di Roma "La Sapienza", 10 dicembre 2015[54]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Four Arabs on Forbes most powerful women list, su العربية. URL consultato il 10 giugno 2023.
  2. ^ (EN) Forbes selects Queen Rania among the world's most powerful women, su Ammon News. URL consultato il 10 giugno 2023.
  3. ^ a b (EN) Queen Rania Al Abdullah, su Forbes. URL consultato il 10 giugno 2023.
  4. ^ Rania di Giordania: le curiosità che non ti aspetti sulla regina che incanta il mondo!, su Donna Glamour, 29 agosto 2018. URL consultato il 15 aprile 2021.
  5. ^ Rania di Giordania e re Abdallah, un amore lungo 26 anni: «Grazie per ieri, per oggi, per domani», su VanityFair.it, 12 giugno 2019. URL consultato il 15 aprile 2021.
  6. ^ Nozze reali: gli abiti da sposa più belli di sempre, su UnaDonna.it il magazine declinato al femminile, 18 maggio 2018. URL consultato il 15 aprile 2021.
  7. ^ Di Debora Attanasio, Rania di Giordania come la figlia Iman, l'abito da sposa alle sue nozze nel 1993, su Marie Claire, 9 marzo 2023. URL consultato il 9 giugno 2023.
  8. ^ (EN) King Abdullah The Second and Queen Rania's Wedding, su Arabia Weddings. URL consultato il 9 giugno 2023.
  9. ^ In un bunker la regina più bella d'Oriente. Rania di Giordania rischiava grosso con il colpo di Stato, su iltempo.it. URL consultato il 15 aprile 2021.
  10. ^ (EN) About us, su Jordan River Foundation. URL consultato il 10 giugno 2023.
  11. ^ (EN) Queen Rania Calls for an Emergency Meeting to Discuss Child Abuse Cases, su Queen Rania official website, 3 maggio 2009. URL consultato il 10 giugno 2023.
  12. ^ (EN) Child maltreatment comes out of the shadows. A child protection centre in Jordan has become a model for other child safety and welfare programmes in the region. Dale Gavlak reports., su ncbi.nlm.nih.gov, Bull World Health Organ, maggio 2009. URL consultato il 10 giugno 2023.
  13. ^ (EN) Queen Rania Tells Child Protection Groups to Put an End to Deaths Caused by Domestic Violence, su Queen Rania official website, 14 marzo 2016. URL consultato il 10 giugno 2023.
  14. ^ (EN) The Association of Queen Rania Award for Excellence in Education, su QRF. URL consultato il 10 giugno 2023.
  15. ^ (EN) The Queen Rania Award for Excellence in Education, su Queen Rania official website. URL consultato il 10 giugno 2023.
  16. ^ (EN) The Queen Rania Teacher Academy, su Queen Rania official website. URL consultato il 10 giugno 2023.
  17. ^ (EN) Queen Rania Teacher Academy kicks off 2022 forum, su Jordan News | Latest News from Jordan, MENA, 24 ottobre 2022. URL consultato il 10 giugno 2023.
  18. ^ (EN) Queen Rania Congratulates Teacher Academy on International CAEP Accreditation, su en.royanews.tv. URL consultato il 10 giugno 2023.
  19. ^ (EN) Queen Rania visits Queen Rania Teacher Academy to congratulate them for new accreditation, su Royal Central, 8 dicembre 2021. URL consultato il 10 giugno 2023.
  20. ^ (EN) Scholarships, su Queen Rania official website. URL consultato il 10 giugno 2023.
  21. ^ (EN) Queen Rania Meets with Al-Aman Fund New Scholarship Recipients, su بترا -وكالة الأنباء الأردنية. URL consultato il 10 giugno 2023.
  22. ^ a b c d (EN) Her Majesty Queen Rania Al Abdullah of Jordan, su UNICEF. URL consultato il 10 giugno 2023.
  23. ^ a b Madrasati, su QRF. URL consultato il 10 giugno 2023.
  24. ^ a b (EN) Madarasti, su Madarasti. URL consultato il 10 giugno 2023.
  25. ^ (EN) Queen Rania Recognizes Healthy Schools Accredited by the Royal Health Awareness Society, su بترا -وكالة الأنباء الأردنية. URL consultato il 10 giugno 2023.
  26. ^ (EN) Royal Health Awareness Society, su rhas.org.jo. URL consultato il 10 giugno 2023.
  27. ^ (EN) Royal Health Awareness Society, su QRF. URL consultato il 10 giugno 2023.
  28. ^ (EN) Queen Rania attends Royal Health Awareness Society meeting., su Free Online Library, 6 maggio 2012. URL consultato il 10 giugno 2023.
  29. ^ (EN) Emma Day, Queen Rania pays bedside visits to patients at her namesake hospital, su Emirates Woman, 22 agosto 2017. URL consultato il 10 giugno 2023.
  30. ^ (EN) Queen Rania Joins Patients for Children’s Museum Activity at Queen Rania Children's Hospital | Queen Rania, su Queen Rania official website, 20 agosto 2017. URL consultato il 10 giugno 2023.
    «Inaugurated in 2010 by His Majesty King Abdullah and Her Majesty Queen Rania, the Queen Rania Al Abdullah Hospital for Children is the Kingdom’s first and only specialty pediatric surgery institution in Jordan. Located within the King Hussein Medical City compound, the hospital provides services in 25 medical specialties to the nation’s children.»
  31. ^ (EN) Pakistan: Queen Rania of Jordan visits quake zone - Pakistan, su ReliefWeb, 31 ottobre 2005. URL consultato il 10 giugno 2023.
  32. ^ (EN) Queen Rania to Oprah: “I Think What Would Surprise Most People Is Just How Alike We Are”, su موقع جلالة الملكة رانيا العبدالله الرسمي, 17 maggio 2006. URL consultato il 10 giugno 2023.
  33. ^ (EN) Queen Rania Chats With ‘Queen’ Oprah in Upcoming Broadcast, su Arab News, 31 maggio 2006. URL consultato il 10 giugno 2023.
  34. ^ (EN) Her Majesty Queen Rania Joins Board of United Nations Foundation, su unfoundation.org, 13 settembre 2006. URL consultato il 10 giugno 2023.
  35. ^ (EN) Queen Rania Joins United Nations Foundation Board of Directors, su Queen Rania official website, 21 settembre 2006. URL consultato il 10 giugno 2023.
  36. ^ (EN) Queen Rania: ISIS ‘bunch of crazy people', su Al Arabiya English, 7 marzo 2015. URL consultato il 10 giugno 2023.
  37. ^ (EN) Julia Limitone, Queen Rania of Jordan Says We Can Defeat ISIS Together, su FOXBusiness, 22 gennaio 2016. URL consultato il 10 giugno 2023.
  38. ^ (EN) Queen Rania's Speech upon Being Named UNICEF Eminent Advocate for Children - Davos, Switzerland, su Queen Rania official website, 26 febbraio 2007. URL consultato il 10 giugno 2023.
  39. ^ (EN) Queen Rania appointed Honorary Global Chair for the UNGEI, su The Royal Forums, 16 luglio 2009. URL consultato il 10 giugno 2023.
  40. ^ (EN) United Nations Girls' Education Initiative Designates Queen Rania as Honorary Global Chair, su Queen Rania official website, 15 luglio 2009. URL consultato il 10 giugno 2023.
  41. ^ Di Redazione Digital, Rania di Giordania con la sua giacca blazer rosa è la discrezione fatta persona, su ELLE, 5 aprile 2021. URL consultato il 15 aprile 2021.
  42. ^ Rania di Giordania è sempre più... irriconoscibile! La trasformazion..., su Oggi - People. URL consultato il 15 aprile 2021.
  43. ^ (EN) Jordan's king names son, 15, as crown prince, in Reuters, 2 luglio 2009. URL consultato il 10 giugno 2023.
  44. ^ a b Royal Ark
  45. ^ Royal Hashemite Court [RHCJO], King Abdullah II bestows the Order of the Bejewelled Grand Cordon of Al Nahda (Order of the Renaissance) on Queen Rania Al Abdullah (Tweet), su Twitter.
  46. ^ Vanitatis
  47. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  48. ^ PPE Agency, Group photo
  49. ^ a b Repubblica Portoghese
  50. ^ Bollettino Ufficiale di Stato
  51. ^ Foro Dinastías, State visit of Jordan in Spain, Sofia & Rania
  52. ^ Bollettino Ufficiale di Stato
  53. ^ State visit of Jordan in Sweden (2003), Group photo Archiviato il 6 novembre 2012 in Internet Archive. of Swedish & Jordanian sovereigns wearing reciprocal orders
  54. ^ Laurea ad honorem a Rania di Giordania, su uniroma1.it. URL consultato il 22 aprile 2018.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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