Pietro Belletti

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Pietro Belletti
NascitaRocchetta Tanaro, 28 giugno 1884
Morte3 gennaio 1950
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaArtiglieria
Anni di servizio1905-1945
GradoGenerale di divisione
GuerreGuerra italo-turca
Prima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
Invasione della Jugoslavia
Comandante di15ª Divisione fanteria "Bergamo"
105ª Divisione fanteria motorizzata "Rovigo"
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di Artiglieria e Genio di Torino
dati tratti da Generals[1]
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Pietro Belletti (Rocchetta Tanaro, 28 giugno 18843 gennaio 1950) è stato un generale italiano, veterano della guerra italo-turca e della prima guerra mondiale. Durante la seconda guerra mondiale fu comandante della 15ª Divisione fanteria "Bergamo" e della 105ª Divisione fanteria motorizzata "Rovigo". Decorato con la Croce di Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia, e di una Medaglia d'argento e due di Medaglie di bronzo al valor militare.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Rocchetta Tanaro, in provincia di Alessandria, il 28 giugno 1884. Arruolatosi nel Regio Esercito nel 1903 entrò giovanissimo, come Allievo ufficiale, nella Regia Accademia Militare di Artiglieria e Genio di Torino, da cui uscì il 7 settembre 1905 con il grado di sottotenente assegnato all'arma di artiglieria.[2] Prese parte alla guerra italo-turca (1911-1912), dove fu decorato con una Medaglia di bronzo al valor militare per il combattimento di Sidi Bilal (20 settembre 1912). Successivamente prese parte alla prima guerra mondiale, combattendo in un reggimento di artiglieria campale, e venendo decorato con una Medaglia d'argento e una seconda di bronzo al valor militare.

Nel 1922, allora in forza al 23º Reggimento artiglieria da campagna, fu assegnato in servizio alla Casa militare di S.M. Il Re Vittorio Emanuele III.[3]

L'8 luglio 1932 fu promosso al grado di colonnello, comandando dapprima la Scuola centrale di artiglieria[4] (settembre 1934-agosto 1937),[1] e poi, essendo stato promosso generale di brigata dal 1º luglio, l'artiglieria del Corpo d'armata di Udine, sino al maggio del 1940.[1]

Con l'ingresso in guerra del Regno d'Italia, avvenuto il 10 giugno 1940 fu promosso generale di divisione il 1º luglio dello stesso anno ed assegnato al comando della 15ª Divisione fanteria "Bergamo".[1] Si trovava al comando della detta divisione all'atto dell'invasione e occupazione della Jugoslavia, il 6 aprile 1941, e permase in Croazia sino al 28 febbraio 1942, quando fu sostituito col generale Alessandro Piazzoni.[5]

Rimpatriato assunse il comando,[6] sino all'ottobre seguente, della nuova 105ª Divisione fanteria motorizzata "Rovigo".[1]

Nell'ottobre 1942 fu assegnato quale comandante dell'artiglieria al Quartier generale di Tripoli, nel periodo più critico, sino all'abbandono definitivo della città, nel gennaio 1943.

Fu quindi richiesto dal generale Giovanni Messe quale comandante dell'artiglieria della 1ª Armata in Tunisia dove il 13 maggio 1943 fu fatto prigioniero di guerra[1] e tradotto a Londra presso uno speciale campo di prigionia per ufficiali generali a Wilton Park. Liberato nel 1944, rientrò in Italia e divenne Ispettore dell'arma di artiglieria sino al 1945,[1] quando fu posto in congedo assoluto. Si spense il 3 gennaio 1950.[1]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 15 maggio 1943[7]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ferito gravemente al braccio dallo scoppio di uno shrapnel, dopo sommaria fasciatura, fattagli sul posto, continuò a dirigere il fuoco imperturbabilmente per tutta la giornata e non abbandonò il suo posto di combattimento neppure nei giorni successivi, sebbene febbricitante, sopportando con grande forza d'animo disagi e sofferenze non lievi. Verhovlje, 11 agosto 1915
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Per l'intelligente e valido aiuto dato al comando di gruppo come aiutante maggiore ed ufficiale esploratore, dimostrando fermezza e coraggio in zona esposta al nemico. Sidi Bilal, 20 settembre 1912
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Dimostrava costante calma, perizia e grande attività in diverse azioni di fuoco, ottenendo efficaci risultati, sebbene la batteria e l'osservatorio fossero violentemente battuti da proiettili nemici di medio e grosso calibro. Verhovlje, 5-16 giugno 1915
Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto del 22 dicembre 1919[8]
Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto del 22 luglio 1925[9]
Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 1, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
  • Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 2, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
  • Alberto Cavaciocchi, Gli italiani in guerra, Milano, Ugo Mursia Editore s.r.l., 2014.
  • (EN) Charles D. Pettibone, The Organization and Order of Battle of Militaries in World War II Volume VI Italy and France Including the Neutral Countries of San Marino, Vatican City (Holy See), Andorra, and Monaco, Trafford Publishing, 2010, ISBN 1-4269-4633-3.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]