Paramount Global

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Paramount Global
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Sede della Paramount Global al One Astor Plaza di New York
StatoBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Forma societariaPublic company
Borse valori
ISINUS124857AK99
Fondazione4 dicembre 2019
Fondata daShari Redstone
Sede principaleNew York e One Astor Plaza
GruppoNational Amusements (80% dei voti azionari)
  • Sumner Redstone (80%)[1]
  • Shari Redstone (20%)
ControllateParamount Pictures,
CBS Entertainment Group,
Paramount Media Networks,
Paramount Streaming,
Paramount International Networks,
Paramount Global Distribution Group,
Simon & Schuster,
Miramax (49%)
Persone chiave
  • Shari Redstone (Presidente)
  • Robert Bakish (AD)
  • Joseph Ianniello (presidente di CBS Entertainment Group)
SettoreMedia
Fatturato30,15 miliardi di dollari[2] (2022)
Utile netto1,104 miliardi di dollari[2] (2022)
Dipendenti24,500[2] (2022)
Sito webwww.paramount.com/

Paramount Global (comunemente abbreviato in Paramount) è un conglomerato dei media statunitense con sede a New York. La multinazionale è stata creata dalla fusione tra CBS Corporation e Viacom il 4 dicembre 2019; le due società erano nate entrambe dalla scissione della "vecchia" Viacom il 2 gennaio 2006.[3] La società ha interessi nel settore cinematografico, televisivo, editoriale e nei media digitali.

Paramount è proprietaria di Paramount Pictures, CBS, MTV, Nickelodeon, BET, Comedy Central, Paramount+, Showtime, Pluto TV, Simon & Schuster e di una partecipazione del 12.5% in The CW (joint venture con Warner Bros. Discovery e Nexstar Media Group). Attraverso Paramount Networks International, è proprietaria delle reti Channel 5 (Regno Unito), Network Ten (Australia), Telefe (Argentina) e Chilevisión (Cile).

La società gestisce circa 170 reti e raggiunge circa 700 milioni di abbonati in circa 160 paesi, con una capacità di produzione su scala globale e oltre 13 miliardi di dollari in termini di investimenti annuali in contenuti.[4]

Contesto[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1952 la CBS crea la CBS Films, una divisione che gestisce i diritti di “syndication’’ per il magazzino delle serie televisive dell’emittente. La divisione sarà ribattezzata CBS Enterprises Inc. nel gennaio 1968 e poi rinominata Viacom nel 1971, quando verrà scissa a sua volta, in ottemperanza alle nuove regole promosse dalla Commissione federale per le comunicazioni (Federal Communication Commission), che proibiscono alle reti televisive di possedere società di syndication (le regole verranno successivamente abrogate). Nel 1986 la Viacom viene acquisita dalla National Amusements, holding operante nel settore dei media e dell’intrattenimento. Nel 1998 la Viacom effettua la più grande acquisizione della sua storia annunciando il progetto di fusione con la sua ex società madre, CBS Corporation (ex Westinghouse Electric Corporation, fusasi con la CBS nel 1994). La fusione viene completata nel 1999, comportando la riunificazione della CBS con la sua ex divisione di syndication. Il 2 gennaio 2006 la Viacom viene divisa in due società: la CBS Corporation, che assume i diritti e gli obblighi della società precedente, e una nuova Viacom come società scorporata.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Dal 2016 al 2019[modifica | modifica wikitesto]

Il 29 settembre 2016 la National Amusements invia una lettera alla Viacom e alla CBS Corporation, spingendo le due società a fondersi nuovamente in un unico soggetto.[5] Il 12 dicembre successivo l'accordo viene però annullato[6]. Il 12 gennaio 2018 la CNBC (joint venture tra la NBC e la Cablevisión) riferisce che la Viacom è rientrata nelle trattative per una nuova fusione con la CBS Corporation dopo l’annuncio che la rivale AT&T avrebbe realizzato la fusione con Time Warner e l’annuncio che la Disney avrebbe acquisito la 21st Century Fox. Un altro dei motivi alla base della fusione è la forte concorrenza di Netflix e Amazon che le due società devono fronteggiare[7]. Poco tempo dopo, viene riferito che la nuova società potrà essere un pretendente per l’acquisizione dello studio cinematografico Lionsgate.[8] Viacom e Lionsgate erano interessati all'acquisizione della Weinstein Company. La Viacom è stata citata come uno dei 22 potenziali acquirenti della società del produttore cinematografico.[9] Il 30 marzo la CBS fa un'offerta di azioni leggermente al di sotto del valore di mercato di Viacom, proponendo in cambio il mantenimento dei dirigenti CBS, tra cui il presidente e AD di lunga data, Les Moonves, nelle loro posizioni. La Viacom respinge l'offerta come troppo bassa, chiedendo un aumento di $ 2,8 miliardi dell’investimento e l’assegnazione della carica di direttore operativo a Robert Bakish (presidente e AD di Viacom). Il motivo di questi conflitti è l’ambizione di Shari Redstone (presidente della National Amusements e vicepresidente della Viacom) di raggiungere un maggiore controllo sulla CBS e sulla sua leadership.[10][11]

Il 14 maggio la CBS Corporation fa causa alla National Amusements e accusa Shari Redstone di aver abusato del suo potere di voto nella società e di aver forzato una fusione che non era voluta né da essa né dalla Viacom. La CBS lo accusa anche di scoraggiare la Verizon Communications dall'acquisirla, il che potrà essere utile per gli azionisti.[12]

Il 23 maggio Les Moonves dichiara che i canali della Viacom sono "fonte di sventura”[13] e sebbene favorisca più contenuti tramite CBS All Access, ritiene che ci siano accordi migliori per la CBS rispetto all'accordo Viacom, come la Metro-Goldwyn-Mayer, la Lionsgate o la Sony Pictures. Inoltre Moonves considera Bakish una minaccia perché non vuole un alleato di Shari Redstone come membro del consiglio di amministrazione della nuova società.[14]

Il 9 settembre Les Moonves lascia la CBS dopo molteplici accuse di violenza sessuale. La National Amusements conviene di non effettuare alcuna proposta di fusione CBS-Viacom per almeno due anni dopo la data dell'accordo.[15]

Il 30 maggio 2019 la CNBC riferisce che la CBS Corporation e la Viacom esploreranno le discussioni sulla fusione a metà giugno. Il consiglio di amministrazione della CBS viene rinnovato inserendo persone favorevoli alla fusione. La nuova fusione diventa possibile con le dimissioni di Moonves, oppostosi a tutti i tentativi precedenti. I colloqui iniziano dopo le voci secondo cui la CBS ha acquisito la Starz Inc. dalla Lionsgate.[16] Fonti di stampa affermano che la CBS e la Viacom avrebbero fissato l'8 agosto come scadenza ufficiosa per raggiungere un accordo per unire le due società di comunicazione. La CBS annuncia l'acquisizione della Viacom nell'ambito dell'operazione di fusione fino a 15,4 miliardi di dollari.[17] Il 2 agosto viene riferito che la CBS e la Viacom accettano di fondersi nuovamente in un'unica impresa. Entrambe le imprese raggiungono un accordo sul gruppo dirigente dopo la fusione, con Robert Bakish come AD della nuova società, mentre Joseph Ianniello (presidente e AD ‘’ad interim’’ della CBS), guiderebbe le attività del marchio CBS.[18] Il 7 agosto la CBS e la Viacom comunicano separatamente i loro guadagni trimestrali man mano che i colloqui sulla fusione continuano.[19]

Il processo di fusione[modifica | modifica wikitesto]

Il 13 agosto la CBS e la Viacom annunciano ufficialmente la loro fusione. La società risultante si chiamerà ViacomCBS. Shari Redstone sarà anche presidente del nuovo soggetto, conservando la carica di presidente di National Amusement.[20] A seguito dell'accordo di fusione, la Viacom e la CBS annunciano congiuntamente che la transazione si concluderà alla fine del 2019, in attesa delle approvazioni delle autorità regolatorie e degli azionisti. La fusione, infatti, deve essere approvata dalla Federal Trade Commission.[21] Il 28 ottobre la fusione viene approvata da National Amusements, che poi annuncia che l'accordo sarà chiuso all'inizio di dicembre. La nuova società scambierà le sue azioni nel NASDAQ con gli acronimi "VIAC" e "VIACA" dopo che CBS Corporation avrà annullato le sue azioni alla Borsa di New York.[22] Il 25 novembre la Viacom e la CBS annunciano che la fusione si chiuderà il 4 dicembre e le azioni inizieranno ad essere scambiate sul NASDAQ il giorno dopo.[3][23] Il 4 dicembre Bakish conferma che la fusione Viacom-CBS è cosa fatta.[24]

Paramount Global[modifica | modifica wikitesto]

Durante la chiamata degli azionisti del 15 febbraio 2022, ViacomCBS annuncia che dal giorno successivo avrebbe cambiato nome in Paramount Global (semplicemente come Paramount).[25]

A seguito del rebranding, viene abbandonato il nome "ViacomCBS" anche da tutte le divisioni del gruppo.

Divisioni[modifica | modifica wikitesto]

Paramount Global è suddivisa in sei principali divisioni:

La società possiede anche la casa editrice Simon & Schuster.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Addio Sumner Redstone, il fondatore dell’impero media Viacom-Cbs muore a 97 anni, su primaonline.it. URL consultato il 15 agosto 2020.
  2. ^ a b c (EN) PARAMOUNT REPORTS Q4 AND FULL YEAR 2022 EARNINGS RESULTS, in ir.paramount.com, 16 febbraio 2023. URL consultato il 2 giugno 2023.
  3. ^ a b (EN) CBS and Viacom Reveal December Merger Date - Mark Your Calendars, su TheWrap, 25 novembre 2019. URL consultato il 5 dicembre 2019.
  4. ^ ViacomCbs: completata la fusione tra le due società, su primaonline.it. URL consultato il 13 gennaio 2019.
  5. ^ (EN) National Amusements Proposes Viacom, CBS Reunion, Cites "Substantial Synergies", su The Hollywood Reporter. URL consultato il 5 dicembre 2019.
  6. ^ (EN) CNBC com staff, Shari Redstone withdraws CBS-Viacom merger proposal; Viacom appoints Bob Bakish CEO, su CNBC, 12 dicembre 2016. URL consultato il 5 dicembre 2019.
  7. ^ (EN) Christine Wang, Viacom, CBS shares spike after report Shari Redstone pursuing merge of companies, su CNBC, 12 gennaio 2018. URL consultato il 5 dicembre 2019.
  8. ^ (EN) Anita Busch,Dawn C. Chmielewski, Lionsgate Ripe For Takeover As Amazon, Verizon and CBS-Viacom Emerge As Potential Suitors, su Deadline, 18 gennaio 2018. URL consultato il 5 dicembre 2019.
  9. ^ (EN) Matt Donnelly, Weinstein Co Talking to 22 Buyers, $300 Million Expected Price, Bob Weinstein Must Exit, su TheWrap, 26 ottobre 2017. URL consultato il 5 dicembre 2019.
  10. ^ (EN) Former Obama administration official has reached a deal to buy Weinstein Co. assets, su Los Angeles Times, 2 marzo 2018. URL consultato il 5 dicembre 2019.
  11. ^ (EN) Dawn C. Chmielewski, TWC Board, New York AG Confirm Maria Contreras-Sweet Group Has Acquired Weinstein Company Assets, su Deadline, 2 marzo 2018. URL consultato il 5 dicembre 2019.
  12. ^ Dawn C. Chmielewski, Verizon Expressed Interest In Acquiring CBS Before Viacom Talks Heated Up, su Deadline, 14 maggio 2018. URL consultato il 5 dicembre 2019.
  13. ^ L’espressione originale è To be an albatross.
  14. ^ Behind Leslie Moonves' Crusade to Save CBS From Viacom, su hollywoodreporter.com. URL consultato il 5 dicembre 2019.
  15. ^ (EN) Leslie Moonves Exits CBS After Being Accused of Sex Crimes, Violence by More Women, su The Hollywood Reporter. URL consultato il 5 dicembre 2019.
  16. ^ (EN) CBS and Viacom merger negotiations expected to resume, su Los Angeles Times, 30 maggio 2019. URL consultato il 5 dicembre 2019.
  17. ^ (EN) Shari Redstone's Vision of a Merged CBS-Viacom Begins to Take Shape, su The Hollywood Reporter. URL consultato il 5 dicembre 2019.
  18. ^ (EN) Benjamin Mullin and Cara Lombardo, CBS, Viacom Reach Tentative Deal on Team to Lead Combined Company, su WSJ. URL consultato il 5 dicembre 2019.
  19. ^ (EN) Jon Lafayette, CBS-Viacom Deal Won’t Make Deadline: Report, su Broadcasting & Cable. URL consultato il 5 dicembre 2019.
  20. ^ (EN) Charles Gasparino, CBS, Viacom agree to merge, forming a $28B entertainment firm, su FOXBusiness, 12 agosto 2019. URL consultato il 5 dicembre 2019.
  21. ^ ViacomCBS, su ViacomCBS. URL consultato il 5 dicembre 2019.
  22. ^ (EN) Brian Steinberg, Viacom, CBS Set to Merge in Early December, su Variety, 28 ottobre 2019. URL consultato il 5 dicembre 2019.
  23. ^ (EN) CBS Corporation and Viacom Inc. Announce Expected Closing Date of Merger, su businesswire.com, 25 novembre 2019. URL consultato il 5 dicembre 2019.
  24. ^ (EN) Bob Bakish's Memo to ViacomCBS Staff: Merger "a Historic Moment", su The Hollywood Reporter. URL consultato il 5 dicembre 2019.
  25. ^ (EN) Jill Goldsmith, Jill Goldsmith, ViacomCBS To Rebrand As Paramount Global, su Deadline, 15 febbraio 2022. URL consultato il 17 febbraio 2022.
  26. ^ TV18 to increase stake to 51% in Viacom18, the JV with Viacom Inc, su Viacom18, 31 gennaio 2018. URL consultato il 31 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 13 luglio 2019).
  27. ^ Le Società italiane del gruppo Viacom (PDF), su legislatura17.infoparlamento.it, Viacom International Media Networks, 29 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 7 dicembre 2019).
  28. ^ CW Network LLC profile, in Bloomberg BusinessWeek, Bloomberg L.P.. URL consultato il 27 settembre 2012 (archiviato dall'url originale l'8 marzo 2016).

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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