Museo civico di Castroreale

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Museo civico di Castroreale
Portale d'ingresso Museo Civico
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàCastroreale
IndirizzoVia Guglielmo Siracusa
Coordinate38°06′02.1″N 15°12′45.46″E / 38.100582°N 15.212629°E38.100582; 15.212629
Caratteristiche
Tiposculture marmoree e dipinti, archivio storico
Istituzione1984
Apertura1989
Visitatori490 (2019) e (2022)
Sito web

Il Museo civico espone le raccolte costituite da opere d'arte provenienti da cappelle, chiese, conventi, monasteri, oratori, da luoghi di culto diruti, dismessi, distrutti o inagibili, presenti nel comprensorio della storica cittadina di Castroreale.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Epicarmo, Hidetoshi Nagasawa.

Epoca spagnola[modifica | modifica wikitesto]

Oratorio patrocinato da Damiano Fava nel 1631 con le rendite provenienti dai beni personali e da quelli di altri sacerdoti. Coi fondi furono acquistate alcune case nel rione principale della cittadina e trasformate nella nuova istituzione, destinandone una parte all'edificazione della chiesa aperta al culto nel 1632.

Epoca post unitaria[modifica | modifica wikitesto]

I locali furono parzialmente occupati nel 1862 dal Comando militare per ragioni di pubblico servizio. Dopo l'emanazione delle leggi eversive e la cessione al comune nel 1867, l'edificio fu riadattato per ospitare il ginnasio e le scuole elementari, mentre la chiesa rimase aperta al culto e affidata ad un rettore, Giuseppe Molino.

Epoca contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

  • 1953, Messina, mostra dedicata ad "Antonello da Messina" e all'arte pittorica del "Quattrocento Siciliano". Alla manifestazione del capoluogo sono esposte alcune opere del patrimonio castrense restaurate per l'evento. In questa occasione è verificato lo stato di deterioramento del patrimonio artistico della cittadina.

Il terremoto del Golfo di Patti del 1978 arreca gravi danni al patrimonio artistico pertanto l'amministrazione comunale destina i locali demaniali dell'ex oratorio dei Padri Filippini 1632 della chiesa di San Filippo Neri,[1] edificio restaurato dopo il sisma, a sede del Museo civico e dell'Archivio storico. Le strutture ospitarono la libreria fino al 2004.

Gli spazi utilizzati sono disposti su due livelli: nelle sale del piano terra e nel patio sono custodite le opere marmoree, sculture lignee, automatismi d'orologi dei campanili. Al primo piano sono esposti i dipinti, le installazioni d'arte moderna, gli arredi sacri e preziosi volumi dell'archivio storico.

Un arco dei primi decenni del XVII secolo sormontato da una mensola con cavalli scolpiti in pietra,[2] contraddistingue l'ingresso della sede del Museo. Istituito nel 1984 è fruibile pubblicamente dal 1989 consentendo un itinerario artistico che spazia dal 1300 a oggi, con opere di cultura messinese, di talenti italiani e d'oltreconfine delle più importanti correnti stilistiche in voga in Europa.

Piano terra[modifica | modifica wikitesto]

"Arco e Sarcofago" di Geronimo Rosso.
Balcone barocco.
Chiostro, monumenti funebri ed epigrafi.
Chiostro, monumenti funebri ed epigrafi.

Nelle sale del piano terreno trovano collocazione sculture in marmo espressioni del Rinascimento siciliano e materiale lapideo tra i quali:

Primo piano[modifica | modifica wikitesto]

Nella sala dedicata all'Archivio storico cittadino sono conservati i documenti relativi all'amministrazione e alle magistrature della città. I più antichi, a partire dal XIV secolo sono trascritti nei tre volumi del «Libro Rosso».

Sala «Riccardo Casalaina»[modifica | modifica wikitesto]

Ambiente dedicato al musicista maestro Riccardo Casalaina.

Chiesa di San Filippo Neri[modifica | modifica wikitesto]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pagina 52, Francesco Maria Emanuele Gaetani, marchese di Villabianca, "Della Sicilia Nobile" [1], Stamperia dei Santi Apostoli, Palermo, 1754.
  2. ^ a b c d e f g h i j Touring Club Italiano, pp. 913.
  3. ^ a b c d e f g h i j k Touring Club Italiano, pp. 914.
  4. ^ a b Pagina 197, Gioacchino di Marzo (Conte Antonio Cavagna Sangiuliani di Gualdana Lazelada di Bereguardo), "I Gagini e la scultura in Sicilia nei secoli XV e XVI; memorie storiche e documenti." [2], Volumi I e II, Stamperia del Giornale di Sicilia, Palermo.
  5. ^ Antonino Bilardo, pp. 34.
  6. ^ a b c Antonino Bilardo, pp. 167.
  7. ^ a b Antonino Bilardo, pp. 73.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (IT) "Guida d'Italia" - "Sicilia", Touring Club Italiano.
  • (IT) Antonino Bilardo, "Castroreale curiosando tra passato e presente", Messina, Andrea Lippolis Editore per Pro Loco Artemisia, 2006, (Versione cartacea consultata a partire dal 23 febbraio 2018), ISBN 88-86897-20-0.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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