Luigi Krall

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Luigi Krall
NascitaVenezia, 4 novembre 1887
Morte?
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Bandiera della Repubblica Sociale Italiana Repubblica Sociale Italiana
Forza armata Regio Esercito
Esercito Nazionale Repubblicano
ArmaFanteria
Anni di servizio19081945
GradoGenerale di divisione
GuerrePrima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
Comandante di232º Reggimento fanteria "Avellino"
159ª Divisione fanteria "Veneto"
52ª Divisione fanteria "Torino"
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena
dati tratti da Generals[1]
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Luigi Krall (Venezia, 4 novembre 1887 – ...) è stato un generale italiano, veterano della prima guerra mondiale, dove fu decorato con una Medaglia di bronzo e una Croce di guerra al valor militare. Durante il corso della seconda guerra mondiale fu comandante dapprima della 159ª Divisione fanteria "Veneto", e poi trasformata nella 52ª Divisione fanteria "Torino".

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Venezia il 4 novembre 1887. Arruolatosi nel Regio Esercito, il 14 settembre 1907 iniziò a frequentare la Regia Accademia Militare di fanteria e Cavalleria di Modena, da cui uscì con il grado di sottotenente assegnato all'arma di fanteria il 4 settembre 1908. Promosso tenente il 4 settembre 1911,[2] fu assegnato al 71º Reggimento fanteria, Brigata Puglie,[N 1] di stanza a Venezia.[3] Durante la Grande Guerra prestò servizio presso il comando dell'VIII Corpo d'armata,[4] e una volta promosso maggiore, assunse il comando dapprima del III Battaglione (luglio-agosto 1918) del 91º Reggimento fanteria, e poi del I Battaglione (31 ottobre-4 novembre 1918) del 92º Reggimento fanteria, della Brigata Basilicata. Nel corso del conflitto fu decorato con una Medaglia di bronzo e una Croce di guerra al valor militare.

Divenuto tenente colonnello assunse il comando di un battaglione presso il 90º Reggimento fanteria e, dall'11 settembre 1927, fu trasferito presso il 151º Reggimento fanteria a Trieste.[5] Dal 1 luglio 1933 divenne anche giudice effettivo presso il tribunale militare territoriale di Trieste.[6]

Ufficiale proveniente dallo Stato maggiore, promosso colonnello[7] il 1º gennaio 1935, comandò dapprima il 232º Reggimento fanteria dal 6 febbraio 1935,[1] passando poi al comando il XIII settore di copertura dal 1 luglio 1938.

Divenne generale di brigata dal 1º gennaio 1940, a seconda guerra mondiale già iniziata, e all'atto dell'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno dello stesso anno, gli fu assegnato il comando della Guardia alla frontiera (GAF) del XVIII Corpo d'armata di Bolzano e, dal 1 marzo 1942, della 159ª Divisione fanteria "Veneto", (da occupazione) di nuova costituzione, operante in Istria con compiti di ordine e sicurezza.[1]

Promosso generale di divisione dal 1º gennaio 1943, allo scioglimento, per trasformazione, della Divisione "Veneto", avvenuto il 1º giugno, quello stesso giorno assunse il comando della 159ª Divisione fanteria "Torino",[1] allora in fase di ricostituzione dopo l'esito negativo della campagna di Russia, cedendo il comando della divisione al generale Bruno Malaguti il 15 agosto. Quello stesso giorno fu aggregato in servizio presso il comando del XXIV Corpo d'armata.[1]

Dopo l'armistizio dell'8 settembre aderì alla Repubblica Sociale Italiana, ma fu posto in posizioni riserva[8] con decisione approvata durante la riunione del Consiglio dei Ministri della RSI del 31 agosto 1944. Alla fine del conflitto fu sottoposto a procedimento di epurazione e destituito del grado.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«In un momento critico del combattimento, oltre a guidare la propria compagnia, assunse il comando anche di un'altra rimasta con un solo ufficiale, e, con tenacia e coraggio seppe ottenere che i due reparti ai suoi ordini continuassero, con ottimi risultati, a dare prova di solidità e di resistenza. Millegrobe, 20 agosto 1915
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Sia nella preparazione che nell'esecuzione di un colpo di mano eseguito in un presidio nemico, dava prova di ardimento, fermezza e sprezzo del pericolo. Case Menegiua-Col Caprile, 8 ottobre 1918
Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— Decreto Luogotenenziale 7 aprile 1918[9]
Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio decreto 10 settembre 1936[10]
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 27 ottobre 1937[11]
Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio decreto 10 maggio 1943[12]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Allora al comando del maggiore generale Cesare Marangoni.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Generals.
  2. ^ Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli ufficiali e sottufficiali del R. esercito italiano e nel personale dell'amministrazione militare, 1911, p. 767. URL consultato il 3 ottobre 2019.
  3. ^ Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli ufficiali e sottufficiali del R. esercito italiano e nel personale dell'amministrazione militare, 1913, p. 537. URL consultato il 3 ottobre 2019.
  4. ^ Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli ufficiali e sottufficiali del R. esercito italiano e nel personale dell'amministrazione militare, 1917, p. 6761. URL consultato il 3 ottobre 2019.
  5. ^ Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli ufficiali e sottufficiali del R. esercito italiano e nel personale dell'amministrazione militare, 1927, p. 3104. URL consultato il 3 ottobre 2019.
  6. ^ Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli ufficiali e sottufficiali del R. esercito italiano e nel personale dell'amministrazione militare, 1933, p. 2322. URL consultato il 3 ottobre 2019.
  7. ^ Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli ufficiali e sottufficiali del R. esercito italiano e nel personale dell'amministrazione militare, 1937, p. 1402. URL consultato il 3 ottobre 2019.
  8. ^ RSI, Forze Armate, fasc. 63, 64, 65.
  9. ^ Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli ufficiali e sottufficiali del R. esercito italiano e nel personale dell'amministrazione militare, 1918, p. 1849. URL consultato il 3 ottobre 2019.
  10. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.86 del 13 aprile 1937, pag.1349.
  11. ^ Supplemento Ordinario alla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.132 del 11 giugno 1938, pag.16.
  12. ^ Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli ufficiali e sottufficiali del R. esercito italiano e nel personale dell'amministrazione militare, 1943, p. 3599. URL consultato il 3 ottobre 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 1, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
  • Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 2, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
  • Alberto Cavaciocchi e Andrea Ungari, Gli italiani in guerra, Milano, Ugo Mursia Editore s.r.l., 2014.
  • (EN) Charles D. Pettibone, The Organization and Order of Battle of Militaries in World War II Volume VI Italy and France Including the Neutral Countries of San Marino, Vatican City (Holy See), Andorra, and Monaco, Trafford Publishing, 2010, ISBN 1-4269-4633-3.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]