Le 5 schiave

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Le 5 schiave
Fotobusta originale
Titolo originaleMarked Woman
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1937
Durata96 min
Dati tecniciB/N
rapporto: 1,37:1
Generedrammatico, gangster
RegiaLloyd Bacon
SceneggiaturaRobert Rossen, Abem Finkel
Produttore esecutivoHal B. Wallis, Jack Warner
Casa di produzioneFirst National, Warner Bros.
Distribuzione in italianoWarner Bros.
FotografiaGeorge Barnes
MontaggioJack Killifer
MusicheBernhard Kaun, Heinz Roemheld
ScenografiaMax Parker
CostumiOrry-Kelly
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Le 5 schiave (Marked Woman) è un film del 1937 diretto da Lloyd Bacon, prodotto da First National e Warner Bros.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Bette Davis, nel ruolo di Mary, nel trailer del film

Mary Dwight Stauber, una entreneuse che lavora con quattro amiche in un locale del gangster Johnny Vanning, conosce una sera un giovane il quale le confida, sul taxi che li sta riaccompagnando a casa, di non avere i soldi per rimborsare il debito di gioco che ha accumulato durante la notte. Quando la polizia ne rinviene il cadavere, la ragazza è incriminata per l'omicidio dal procuratore David Graham, che da tempo cerca inutilmente di incastrare Vanning, e che spera che il timore di finire in galera spinga la ragazza a collaborare. Al contrario, seguendo le indicazioni dell'abile avvocato che il boss ha ingaggiato, Mary inscena un doppio gioco riuscendo a screditare l'accusa agli occhi del tribunale.

Seppur scagionata da ogni accusa, a causa dello scandalo Mary perde la fiducia della giovane sorella Betty, alla quale pagava gli studi e a cui augurava un futuro diverso dal suo. Sarà la tragica morte di Betty, che ingenuamente cercava di seguire le orme della sorella maggiore, a farle prendere consapevolezza dei propri errori e a convincerla infine a schierarsi a fianco del procuratore contro Vanning.

Picchiata dagli scagnozzi di Vanning e sfigurata in volto da una cicatrice, la sua volontà si rafforzerà a tal punto da convincere anche le amiche a testimoniare.

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Fu distribuito negli Stati Uniti a partire dal 10 aprile 1937.

In Italia fu presentato il 31 agosto 1937 alla 5ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia[2] dove Bette Davis vinse la Coppa Volpi alla miglior attrice. La distribuzione cinematografica fu invece vietata dalla censura[3]; uscì nelle sale soltanto nel dopoguerra, nel febbraio 1946.

Data di uscita[modifica | modifica wikitesto]

Le date di uscita internazionali sono state:

Edizione italiana[modifica | modifica wikitesto]

Il doppiaggio italiano del 1946 fu realizzato dalla C.D.C.

Edizioni home video[modifica | modifica wikitesto]

Il film fu distribuito in DVD-Video in America del Nord dalla Warner Home Video il 30 maggio 2006.[4] Il DVD include come extra la featurette Marked Woman: Ripped from the Headlines, i corti Il destatuizzatore e Una serata al cinema e il trailer originale.

Il 24 gennaio 2014 il film fu distribuito in DVD in Italia dalla Terminal Video Italia su licenza Golem Video. La traccia audio in italiano presenta alcune battute in inglese a causa del deterioramento del materiale; esse sono dotate di sottotitoli, che sono tuttavia assenti per il resto del film.[5] Il 6 maggio 2021 ne è stata distribuita una nuova edizione rimasterizzata ad opera della A&R Productions, che presenta audio e sottotitoli analoghi alla precedente ma include come extra una galleria fotografica, locandine e il trailer.[6]

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Critica[modifica | modifica wikitesto]

«[...] Prima che si giunga alla punizione dei colpevoli la vicenda vi ossessiona con un brivido dopo l'altro, non certo dei migliori che uno spettacolo possa offrire; ma bisogna però riconoscere a questo film scarno e potente una sua fisionomia, quella d'una cronaca incisiva e spietata. [...] Lloyd Bacon ha diretto ogni sequenza con toni sobrii, tutti azzeccati; e tra gli interpreti eccelle Bette Davis [...]»

«[...] L'azione di snoda priva di qualsiasi convenzionalismo o finzione, con un ritmo sostenuto e generalmente assai efficace; peccato che il regista affidi talora a scene dialogate prive di carattere, anziché immerse nell'ambiente, il compito di cucire brani salienti. Marked Woman non perde del resto per questo la sua drammaticità e la sostanziale forza di espressione non ne viene diminuita. La seconda metà del film è la migliore; tra le scene più potenti vanno ricordati l'episodio della lite fra il proprietario di un tabarin ed una ragazza che finisce tragicamente uccisa, e tutta la sequenza, di un verismo crudele ed agghiacciante, durante la quale la stessa ragazza viene seviziata.»

«[...] Il finale, seppure imperniato in uno dei soliti interminabili processi, contiene in una dissolvenza bene indovinata, un significato apprezzabile. Ma una sola buona pennellata non è sufficiente a render pregevole tutto il dipinto e, poiché il substrato del lavoro è esiziale, noi ci auguriamo non venga gettato in pasto almeno all'avidità delle folle della penisola.»

«Il film è montato secondo le migliori tradizioni americane e diretto con intelligenza da Lloyd Bacon. La storia, non molto complicata, è stata sceneggiata benissimo e dialogata secondo la migliore scuola americana – nervosità, concisione, espressione – da Robert Rossen e Abem Finkel. Bacon ha animato l'azione dando rilievo a ogni minimo episodio e ha saputo estrarre il meglio dal talento di ognuno degli ottimi interpreti.»

«Film particolarmente interessante per certi suoi caratteri e certa sua particolare forma che lo pone come uno di quei film con cui gli americani sembrano sentire la necessità di confessare a loro stessi ed al mondo l'oscuro travaglio di una civiltà che soffre d'una crescita troppo rapida. [...] Raggiunge il clima della confessione mediante una spietata realtà, una violenta denuncia. Questo film si potrebbe chiamare un «j'accuse» di certi aspetti della civiltà americana d'oggi, non solo per quelle scene di fredda crudeltà che presenta, non solo per il suo modo di mettere a nudo delle piaghe cancrenose della vita notturna americana, in cui gangsterismo e prostituzione clandestina si accomunano in un mostruoso connubio, ma anche e sopratutto per la disperata e dispersa desolazione in cui presenta il gruppo delle sue protagoniste, sole e quasi indifese in mezzo alla violenza di una vita che si giuoca ad ogni attimo sul colpo di rivoltella. Anche se il film è assai più artificioso che non appaia, anche se i suoi effetti siano molte volte frutto di un abile calcolo e tendano più che altro a sfruttare spettacolarmente gli aspetti «granguignoleschi» della vicenda, Marked Women resta egualmente un'opera significativa per quel tanto che di realtà che si rivela attraverso di essa, per quella sciagurata forma di isolamento spirituale e materiale che essa presenta. Il film dice che in certi ambienti dell'America d'oggi non c'è pietà né possibilità di vita per il debole, non c'è che una legge, il capriccio e la volontà del più forte, poiché l'altra legge, quella dello Stato è troppo lontana perché il debole possa ricorrere ad essa se già non s'è fatto forte, quasi eroico nello spirito. La regìa abusa un po' di certi effetti facili e di vasta portata, ma ha un suo ritmo nervoso, un suo taglio brutale e netto che contribuisce a dare rilievo e potenza al carattere del film. Orribile, tuttavia, l'uso della «truca» nel processo, uso che trasforma una vicenda che dovrebbe essere angosciosa in giuoco di marionette. L'interpretazione di Bette Davis è superiore ad ogni elogio: questa è, forse, oggi una delle più grandi attrici della cinematografia americana per qualità espressive, per robustezza interiore, per efficacia rappresentativa. Ottimi tutti gli altri che formano un complesso di primissimo ordine.»

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Le cinque schiave, su ciakhollywood.com. URL consultato il 9 marzo 2024.
  2. ^ a b Mario Gromo, Sullo schermo del Lido, in La Stampa, 1º settembre 1937, p. 3.
  3. ^ Aldo Glauri, Aldo Glauri al cinema (PDF), in Film d'oggi, n. 25, 22 giugno 1946, p. 5.
  4. ^ (EN) Gary W. Tooze, William Keighley's - Bullets or Ballots - Edward G. Robinson Humphrey Bogart Joan Blondell, su dvdbeaver.com. URL consultato il 31 ottobre 2016.
  5. ^ USCITE in DVD/Blu-Ray Disc - Gennaio 2014, su tempiodelvideo.com, Focus Video. URL consultato il 12 settembre 2021.
  6. ^ USCITE in DVD/Blu-Ray Disc - Maggio 2021, su tempiodelvideo.com, Focus Video. URL consultato il 12 settembre 2021.
  7. ^ a b c Retrospettiva dei migliori film presentati alla Mostra di Venezia dal 1932 al 1939 - Stati Uniti (PDF), in Bianco e Nero, n. 8-9-10, agosto-settembre-ottobre 1959, pp. 205-208.
  8. ^ La Quinta Mostra d'arte cinematografica di Venezia. Film spettacolari (PDF), in Bianco e Nero, n.9, settembre 1937, pp. 88-89.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Cinema: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di cinema