Josip Miličić

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Josip Miličić, noto anche come Sibe Miličić (Brusie, 3 aprile 1886Bari, 20 agosto 1944), è stato uno scrittore, poeta e pittore serbo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

L'ultima volta Josip Miličić è stato visto a Bari, secondo alcuni, nella divisa dell'esercito popolare jugoslavo, con il grado del capitano, secondo altri indossando l'uniforme degli ufficiali britannici; forse si trovava a Bari come interprete oppure semplicemente aveva trovato rifugio nel capoluogo pugliese.[1][2]

Il mistero della sua scomparsa, comunque, si è recentemente risolto grazie ai documenti ufficiali trovati presso l'Archivio del Montenegro, che hanno rivelato che Josip Miličić è morto il 20 agosto 1944 a Bari.[3]

Josip Miličić nacque a Brusie, un comune nell'isola di Lesina, il 3 aprile 1886, figlio dei genitori - il pescatore Josip e di Joka.[1]

Studiò letteratura e filologia romanza e slava a Vienna, Roma e Firenze, laureandosi a Vienna, nel 1911, con una tesi riguardante la poetica di Giacomo Leopardi.[1][4][2][3] Nello stesso anno incontrò Filippo Tommaso Marinetti a Roma, venendo a contatto con le avanguardie.[3]

Subito dopo si trasferì a Belgrado per insegnare,[2] ma l'anno seguente andò a Parigi e con lo scoppio della prima guerra mondiale fu inviato in Russia per cercare volontari, anche se con la rivoluzione d'ottobre si diffuse il disfattismo tra i soldati.[1][4][3]

Si unì a un gruppo di scrittori serbi riuniti attorno alla rivista politica Politikin Zabavnik, a Corfù (1917-1918), insieme a Vladimir Čerina e Tin Ujević.[4]

Alla fine della Grande Guerra, soggiornò dapprima a Roma per un anno, e nel 1919 a Parigi, dove realizzò una mostra di disegni e dipinti, dopo di che si stabilizzò a Belgrado, partecipando attivamente alla vita culturale, principalmente a eventi e dibattiti letterari e artistici.[1]

Pubblicò poesie in Idee (Ideje), la rivista diretta da Miloš Crnjanski,[1] ma anche su Pijemont, Srpski književni glasnik, Delo, Politika, Zabavnik, Jugoslavija, Književne novosti, Dan, Misao, Republika, Budućnost, Tribuna, Kritika, Epoha, Revi, Savremenik, Novo doba, Vijenac, Almanah Branka Radičevića, Vreme, Pravda, Život i rad, Volja.[4]

Miličić è l'autore del manifesto del movimento letterario, il "Cosmismo", intitolato Un'uscita che potrebbe essere un programma (Jedan izvod koji bi mogao da bude program, 1920).[4]

Negli anni venti e anni trenta lavorò come funzionario del Ministero degli Affari Esteri del Regno di Jugoslavia.[2][3] Nel 1937 fu inviato dal servizio diplomatico, al consolato di Rotterdam, dove assisterà al bombardamento dei nazisti sulla città.[1]

Dopo la capitolazione della Jugoslavia fu deportato a Bad Schachen, sul Lago di Costanza, e poi a Belgrado, a Spalato e a Bari. Aveva al suo attivo già tredici libri, poesie, racconti, romanzi,[4] alcuni firmati come Josip Miličić e altri come Sibe Miličić,[1] tra i quali due raccolte di poesie intitolate Poesie (Pjesme, 1906 e 1916), dedicate alla terra dalmata, cui seguirono Dieci canzoni di Don Giovanni (Deset pjesama o Don Huanu, 1911),[3] Il libro della gioia (Knjiga radosti, 1920), Il libro dell'eternità (Knjiga večnosti, 1922), caratterizzate da uno stile modernista ed espressionista,[2][3]e Apocalissi (Apokalipsa, 1941), ispirate dalla sua passione per il mondo ellenico e mediterraneo.[5][2]

Per quanto riguarda la prosa, i romanzi e i racconti di Miličić, tra i quali Pini e ulivi (Borovi i masline, 1926), Donna e uomo (Žena i čovek, 1927), Cronache di un'isola sommersa (Hronika potonulog ostrva, 1928), Sergije Ivanović Arbuz (1936), Brusie, il mio villaggio (Moje selo Brusje, 1936), si dimostrarono tutti intrisi di manierismo lirico,[5][2] di retorica e di misticismo.[6] L'ultima sua opera fu pubblicata a Bari nel 1944, intitolata Dieci canzoni sui partigiani (Deset pjesama o partizanima, 1944),[2]dedicata alla seconda guerra mondiale.[5]

Le opere di Miličić sono impreziosite con simbolismi di pini, olive, mari, dell'isola natia di Lesina, così come di corpi cosmici; Sole, Stella e Luna sono i concetti base del suo programma cosmologico, che si basa sul mito solare ispirato ai poeti tedeschi del primo decennio del XX secolo.[3]

La personalità letteraria di Miličić è inclusa tra l'educazione dei gesuiti, la grande cultura e la fiducia nella scienza, che si riflette nei suoi versi descriventi il destino della vita che scorre,[3]la sua partecipazione intima ed emozionata con la natura e la sua aspirazione di innalzarsi verso sfere celesti.[6]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Poesie[modifica | modifica wikitesto]

  • Poesie (Pjesme, 1906);
  • Dieci canzoni di Don Giovanni (Deset pjesama o Don Huanu, 1911);
  • Poesie (Pjesme, 1916);
  • Il libro della gioia (Knjiga radosti, 1920);
  • Il libro dell'eternità (Knjiga večnosti, 1922);
  • Apocalissi (Apokalipsa, 1941);
  • Dieci canzoni sui partigiani (Deset pjesama o partizanima, 1944).

Prosa[modifica | modifica wikitesto]

  • Pini e ulivi (Borovi i masline, 1926);
  • Donna e uomo (Žena i čovek, 1927);
  • Cronache di un'isola sommersa (Hronika potonulog ostrva, 1928);
  • Sergije Ivanović Arbuz (1936);
  • Brusie, il mio villaggio (Moje selo Brusje, 1936).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h (BS) Sibe iz Brusja, su portalnovosti.com. URL consultato il 15 febbraio 2019.
  2. ^ a b c d e f g h (BS) Miličić, Josip Sibe, su enciklopedija.hr. URL consultato il 15 febbraio 2019.
  3. ^ a b c d e f g h i (BS) Sibe Miličić, su vreme.com. URL consultato il 15 febbraio 2019.
  4. ^ a b c d e f (BS) Josip Sibe Miličić (1886—1944), su riznicasrpska.net. URL consultato il 15 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 16 febbraio 2019).
  5. ^ a b c Miličić, Josip, su sapere.it. URL consultato il 15 febbraio 2019.
  6. ^ a b Josip Miličić, in le muse, VII, Novara, De Agostini, 1966, p. 474.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (SR) Dimitrije Bogdanovic, "Letteratura serba tra tradizione e cronaca del suo tempo". Storia del popolo serbo, II, Belgrado, Cooperativa letteraria serba, 1982.
  • (HR) Jovan Deretić, Put srpske književnosti: identitet, granice, težnje, Srpska književna zadruga, 1996.
  • (HR) Gojko Desnica, Književnost srpskog naroda 1170-1940, Zajednica pisaca, 1983.
  • (EN) Pavle Ivić, The History of Serbian Culture, Edgware, Porthill Publishers, 1995.
  • (SR) Marija Kleut, Letteratura popolare serba, Libreria degli editori Zoran Stojanovic, 2001.
  • (FR) Kolja Mićević, Les saluts slaves. Une anthologie poètique : Bosnie-Herzégovine, Croatie, Macédoine, Monténégro, Serbie, Slovénie, Parigi, Kolja Mićević, 2002.
  • (SR) Pavle Popović, Преглед српске књижевности, Завод за уџбенике и наставна средства, 1999.
  • (SR) Dragiša Živković, Letteratura serba nel contesto europeo, Cooperativa letteraria serba, 2004.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • (SR) Poesie di Josip Miličić, su riznicasrpska.net. URL consultato il 15 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 16 febbraio 2019).
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