Hamza Bey

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Hamza Bey
NascitaAmasya, ?
MorteTârgoviște, 1462
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Impero ottomano Impero ottomano
GradoAmmiraglio
BattaglieAssedio di Tessalonica
Assedio di Costantinopoli
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Hamza Bey

Beilerbei dell'Eyalet di Anatolia

Capitan pascià
Durata mandato1453 –
1456
PredecessoreSolimano Baltoğlu
SuccessoreHas Yunus Bey

Hamza Bey (Amasya, ... – Târgoviște, 1462) è stato un militare e ammiraglio ottomano di etnia albanese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Hamza Bey appare per la prima volta nel 1421, quando suo fratello, Beyazıd Pascià, tentò senza successo di impedire a Mustafà Çelebi di conquistare Edirne. Le loro truppe disertarono a favore di Mustafa e Bayezid fu giustiziato; Hamza fu risparmiato perché İzmiroğlu Cüneyd Bey ebbe pietà della sua giovane età. Hamza vendicò il fratello quando fu nominato Beylerbey dell'Anatolia nel 1424: sconfisse Cüneyd, occupò i suoi domini, catturò Cüneyd e la sua famiglia e li fece giustiziare.

Hamza Bey salì alla ribalta, come comandante della flotta di Murad II, durante l'assedio di Tessalonica, che nel 1430 si concluse con la vittoria ottomana.

Nel 1453 Hamza Bey fu nominato comandante della flotta ottomana durante la conquista di Costantinopoli; sostituì Solimano Baltoğlu, quando Baltoğlu non riuscì ad impedire la fuga di tre galee genovesi e di una nave bizantina nonostante il blocco navale ottomano della città. Nell'assalto finale alla città, per impedire ai difensori di rinforzare le parti critiche settentrionali e occidentali delle mura, Hamza e la flotta ottomana dovevano fornire attacchi diversivi contro le mura di Costantinopoli a sud, sul Mar di Marmara, e contro la diga sul Corno d'Oro a est. Il giorno dell'assalto, il 29 maggio, le forze di Hamza non riuscirono a forzare le difese bizantine e le truppe che riuscirono a toccare terra furono facilmente respinte. Ad ogni modo, nel suo complesso l'assalto ottomano ebbe successo.

Hamza Bey rimarrà comandante della flotta ottomana fino al 1456. Dopo la presa di Costantinopoli, la flotta ottomana fu incaricata di conquistare le isole dell'Egeo; Imbro, Lemno e Taso caddero in mano agli Ottomani. Tuttavia, ostacolato dai Cavalieri di Rodi, Hamza non riuscì a conquistare il resto dell'Egeo, lasciando le forze cristiane a ridosso della rotta ottomana che univa la loro nuova capitale al Mediterraneo vero e proprio.

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1460, in qualità di sanjak-bey di Nicopoli, Hamza era a capo di un esercito, incaricato di proteggere un'ambasciata presso i Valacchi. Durante il viaggio di ritorno, lui e il suo esercito caddero in un'imboscata di Vlad l'Impalatore. Insieme ai suoi uomini, Hamza fu impalato da Vlad, ricevendo l'onore di avere il palo più alto in ossequio al suo rango.[1][2] Secondo Laonico Calcondila, alla notizia, Maometto II perse le staffe dalla rabbia, tanto da colpire Mahmud Pascià, che aveva portato la notizia.[2]

Monumenti[modifica | modifica wikitesto]

Il corpo di Hamza fu recuperato dai suoi figli e fu sepolto in un külliye che aveva costruito a Bursa. Il complesso, che esiste ancora oggi, è composto da una moschea e da una serie di türbe, tra cui quella di Hamza e della sua famiglia.

Per il suo ruolo nella presa di Tessalonica nel 1430, fu costruita a suo nome la Moschea di Hamza Bey. In seguito allo scambio di popolazione del 1923 tra Grecia e Turchia, la moschea non fu più utilizzata come luogo di culto. Dopo essere stata utilizzata per varie attività commerciali, in particolare come cinema, la moschea è stata acquistata dallo Stato greco nel 2006 per essere restaurata.

Personalità[modifica | modifica wikitesto]

Bertrandon de la Broquière, cita Hamza come un uomo "molto valoroso". Secondo lui, il reddito di Hamza era di circa 50 mila ducati.[3]

Nella cultura popolare[modifica | modifica wikitesto]

Nel film Dracula Untold di Gary Shore, Hamza Bey è stato interpretato da Ferdinand Kingsley.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Franz Babinger, Mehmed the Conqueror and his time, Princeton University Press, 1978, p. 208.
  2. ^ a b (EN) Stavrides, Theoharis, The Sultan of vezirs : the life and times of the Ottoman Grand Vezir Mahmud Pasha Angelovic̕ (1453-1474), Brill, 2001, pp. 140–141, ISBN 90-04-12106-4, OCLC 470200049. URL consultato il 25 agosto 2022.
  3. ^ (FR) Charles Henri Auguste Schefer, Le voyage d'outremer de Bertrandon de la Broquière: premier conseiller de Philippe le Bon, duc de Bourgogne, Parigi, 1892, p. 136.
  4. ^ (EN) Ferdinand Kingsley, su rottentomatoes.com.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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