Halloysite-7Å

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Halloysite-7Å
Classificazione Strunz (ed. 10)9.ED.10
Formula chimicaAl2(Si2O5)(OH)4 e Al2Si2O5(OH)4
Proprietà cristallografiche
Gruppo cristallinotrimetrico
Sistema cristallinomonoclino
Classe di simmetriadomatica
Parametri di cellaa = 5.14, b = 8.9, c = 14.9, β = 101.9°, V=666,97
Gruppo puntualem
Gruppo spazialeCc
Proprietà fisiche
Densità2-2,2 g/cm³
Durezza (Mohs)1-2
Sfaldaturanon si sfalda
Fratturaterrosa
Colorebianco, giallastro, rossastro, verdastro e bluastro
Lucentezzapriva di lucentezza, grassa
Opacitàtraslucida
Strisciobianco
Diffusionefrequente
Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale

L'halloysite-7Å è un minerale, un fillosilicato di alluminio.

Il nome deriva dal barone e geologo belga Omalius d'Halloy (1707-1789), che lo trovò nei giacimenti plumbo-zinciferi di Angleur, in Belgio. Il nome contiene anche la dimensione della cella per distinguerla dall'halloysite-10Å. La distinzione fra i due minerali è possibile solo con la misurazione dei parametri di cella. Nel 1826, il chimico francese Pierre Berthier (1782–1861) lo analizzò e lo denominò.

Abito cristallino[modifica | modifica wikitesto]

Cristalli tubulari visibili al microscopio solo a forte ingrandimento

Origine e giacitura[modifica | modifica wikitesto]

La genesi è idrotermale, e anche come prodotto di alterazione di silicati alluminiferi su rocce gabbriche e diabasiche. Compare anche in alcuni depositi metalliferi. Ha paragenesi con montmorillonite, caolinite, marcasite.

Forma in cui si presenta in natura[modifica | modifica wikitesto]

Si presenta in natura sotto forma di minutissime squame, riunite in masse terrose con aspetto ceroide, tenere e leggere o in aggregati polverulenti.

Caratteri fisico-chimici[modifica | modifica wikitesto]

Se rigata, il segno resta brillante; per essiccamento scoppia in frammenti aguzzi. Solubile in HCl, si disgrega in acqua ma non gonfia. Infusibile alla fiamma del cannello.
Ha luminescenza bianca o blu.

Località di ritrovamento[modifica | modifica wikitesto]

Ad Altenberg, presso Aquisgrana, in Germania; ad Angleur, in Belgio; a Tarnowice, in Polonia; e a Zaglinsk, nell'Azerbaigian.

In Italia è stata trovata come riempimento di una frattura larga oltre 10 metri fra il calcare cristallino e gli scisti della miniera Sa Duchessa, a Domusnovas, in provincia di Cagliari e nelle rocce basaltiche alterate di Montegalda, a Brendola, in provincia di Vicenza, è possibile trovarla anche intorno al lago di Bolsena (Viterbo).

Utilizzi[modifica | modifica wikitesto]

Nell'industria ceramica, quella rinvenuta intorno al lago di Bolsena viene usata anche in estetica.

Varietà[modifica | modifica wikitesto]

A volte nella composizione chimica della halloysite sono presenti piccole quantità di ferro trivalente (Fe3+) o di cromo, e si hanno allora le varietà note come ferrihalloysite e cromohalloysite. Una halloysite contenente quantità variabili di cromo è la alexandrolite. Il cosiddetto bolo o bolus è un miscuglio di halloysite e limonite, in aggregati brunastri finemente terrosi. Infine la varietà ablykite, trovata ad Ablyk, in Uzbekistan, dà un diagramma delle polveri molto simile a quello della halloysite.

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