Giorgio Mancini (militare)

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Giorgio Mancini
NascitaGualdo Tadino, 8 aprile 1906
MorteCielo dello Jonio, 15 luglio 1940
Cause della mortecaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Aeronautica
SpecialitàRicognizione Marittima
Anni di servizio1926-1940
Gradocapitano a.ar.n. in s.p.e.
GuerreSeconda guerra mondiale
Comandante di171ª Squadriglia Ricognizione Marittima Lontana
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Navale di Livorno
dati tratti da Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare[1]
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Giorgio Mancini (Gualdo Tadino, 8 aprile 1906Mar Jonio, 15 luglio 1940) è stato un militare e aviatore italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Un idrovolante CANT Z.506 Alcione fotografato in un hangar mentre si celebra la messa.

Nacque a Gualdo Tadino, provincia di Perugia, l'8 aprile 1906.[1] Arruolatosi nella Regia Aeronautica come allievo sergente pilota nel febbraio 1926, venne nominato pilota d'idrovolante nel mese di ottobre e pilota militare nel mese di dicembre, venendo promosso sergente in quello stesso mese.[2] Il 1 gennaio 1927 fu trasferito all'Aerocentro della 3ª Zona Aerea Territoriale e poi prestò servizio presso l'80º Gruppo Autonomo Idrocaccia di stanza a Orbetello, e nel mese di agosto al 21º Stormo Idrovolanti di Napoli.[2] Il 30 giugno 1929 fu promosso sergente maggiore, frequentando quindi il 3º corso di perfezionamento piloti presso la Scuola di Capua e il 7º corso di integrazione presso la Regia Accademia Aeronautica di Caserta. Promosso sottotenente in servizio permanente effettivo nel settembre 1933 destinato al 30º Stormo Bombardamento Marittimo.[2] Alla fine del 1934 frequentò la Scuola di navigazione strumentale di Orbetello, e nel marzo dell'anno successivo fu promosso tenente, assegnato, dal 1 gennaio 1931, al 31º Stormo Bombardamento Terrestre.[2] Promosso capitano nel marzo 1938, fu nominato professore di educazione fisica, lasciando tale incarico nel gennaio 1940 per ritornare in servizio presso il 91º Gruppo Autonomo Bombardamento Marittimo.[2] All'atto dell'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, assunse il comando della 171ª Squadriglia Ricognizione Marittima Lontana volando sugli idrovolante CANT Z.506 Alcione.[1] Cadde in combattimento il 15 luglio 1940, e per onorarne il coraggio dimostrato in questo frangente fu decretata la concessione della Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[1]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare alla memoria - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di squadriglia, pilota di grande perizia e prode combattente, al ritorno di una missione bellica su trimotore da R.M., subiva gravi avarie ai motori che determinarono l’incendio del velivolo. Nonostante che nella cabina di pilotaggio l’aria fosse ormai irrespirabile, con eroica decisione vi permaneva per tentare l’ammaraggio che avrebbe salvato da sicura morte tutto l’equipaggio. Riusciva infatti, nonostante le avverse condizioni del mare e il divampare del fuoco che già in parte lo investiva, a portare l’apparecchio sull’acqua. Incurante di se stesso ordinava ai suoi compagni di buttarsi in mare mentre egli dirigeva il velivolo fuori della zona di ammaraggio per evitare che il prevedibile scoppio dei serbatoi del carburante e delle munizioni di bordo potesse arrecare danni all’equipaggio ormai salvo. Quando egli si buttava in mare la morte stava per coglierlo per le ustioni riportate e per l’avvelenamento determinato dai vapori di benzina. Quindi decedeva da prode in servizio della Patria. Nel rogo del velivolo scoppiavano intanto le cartucce delle mitragliere e i serbatoi di carburante. La generosità eroica spinta fino al sacrificio del comandante che aveva tutto previsto e a tutto provveduto, contribuiva ancora una volta a salvare la vita dei gregari. Esempio del più puro eroismo, del più alto spirito di sacrificio e dell’umana nobiltà. Cielo dello Jonio, 15 luglio 1940 .[3]
— Regio Decreto 18 aprile 1941.[4]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Primo pilota di velivolo da R.M., durante un combattimento aeronavale, sebbene avesse a bordo un'arma menomata e fosse sotto il tiro della violenta reazione contraerea avversaria, attaccava e costringeva alla fuga un quadrimotore nemico dando prova di non comune audacia e di sprezzo del pericolo. Cielo dello Jonio, 9 luglio 1940.»

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1969, p. 212.
  2. ^ a b c d e Combattenti Liberazione.
  3. ^ Giorgio Mancini, su Quirinale.it. URL consultato il 20 novembre 2018.
  4. ^ Bollettino Ufficiale 1940, disp.44, pag.1578 e Bollettino Ufficiale 1942, disp.8, pag.366.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Chris Dunning, Combat Units of the Regia Aeronautica. Italia Air Force 1940-1943, Oxford, Oxford University Press, 1988, ISBN 1-871187-01-X.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le Medaglie d'Oro al Valor Militare volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 409.
  • I Reparti dell'Aeronautica Militare Italiana, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1977.
  • Tullio Marcon, Ali d'Italia n.17. C.R.D.A. Cant Z.501, Torino, La Bancarella Aeronautica, 2001.
  • Franco Pagliano, Aviatori italiani: 1940-1945, Milano, Ugo Mursia Editore, 2004, ISBN 88-425-3237-1.
  • Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare, Roma, Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, 1969.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]