Gaetano Meo

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Gaetano Meo ritratto come Bacco da Simeon Solomon (1867; Birmingham Museum and Art Gallery).

Gaetano Giuseppe Faostino Meo (Basilicata, 1849Londra, 16 gennaio 1925) è stato un artista e modello italiano naturalizzato britannico, noto anche come pittore paesaggista e artigiano di mosaici e vetrate.[1] La sua autobiografia inedita è una fonte utile per gli storici dell'arte del movimento estetico e dell'epoca edoardiana[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque da Rocco Meo, un pastore italiano di origine greca, il cui cognome era probabilmente una versione diminutiva di Bartolomeo,[2] e da Maria Francesca Pignone.[2] Aveva almeno tre fratelli maggiori e una sorella minore,[3] ed è cresciuto nella cittadina italiana di Laurenzana, nell'Italia meridionale.[2] Nel 1864, Meo (15 anni) e un fratello maggiore camminarono da Napoli a Parigi. Suonando l'arpa e il liuto, si mantenennero per qualche tempo come musicisti di strada, risparmiando denaro per partire in direzione degli Stati Uniti.[4] Nel 1866, Meo inziò anche a posare come modello, sempre a Parigi.[2] I due fratelli erano privi di passaporto, ma furono introdotti clandestinamente nel Regno Unito a bordo di una nave mercantile proveniente da Boulogne.[5] Meo rimase a Londra, ma suo fratello proseguì per l'America.[4]

Da solo a Londra, Meo cercò di guadagnare suonando la sua arpa nei ristoranti italiani, che erano più sicuri che suonare per strada, dove aveva maggiori probabilità di essere arrestato dalla polizia e deportato.[6] Il pittore preraffaellita Simeon Solomon affermò di aver scoperto il diciottenne che suonava l'arpa, ma per le strade.[1] «Meo rappresentava una forma di bellezza classica del sud molto ricercata nei dipinti di scene della mitologia greca».[2] Nel 1867, a Roma, Solomon dipinse un acquerello di tre quarti con un altro modello vestito da Bacco.[7] Nello stesso anno, a Londra, riprese lo stesso soggetto, questa volta in un quadro ad olio con testa e busto di Meo (nei panni di Bacco).[7]

Meo posò per altri pittori britannici come Ford Madox Brown,[2] Edward Burne-Jones,[2] Luke Fildes,[2] Henry Holiday,[2] Henry Holland (1839–1927),[2] Frederic Leighton,[2] Edwin Long,[2] George Heming Mason,[2] William Blake Richmond,[2] Dante Gabriel Rossetti,[2] e lo scultore Hamo Thornycroft.[1] Nel 1870 lavorò anche come assistente di studio per Rossetti.[2]

I modelli maschili in Inghilterra generalmente insistevano per indossare il perizoma,[2] ma Meo posava completamente nudo.[1] Nella sua autobiografia, Meo mise a confronto il modo in cui i modelli venivano trattati in Francia rispetto a com'erano in Inghilterra:

«A Parigi gli artisti trattavano i loro modelli come amici, ed erano considerati compagni di lavoro in una grande impresa, coadiutori, della cui collaborazione artistica e drammatica, gli artisti erano molto debitori. Dopo il lavoro, l'artista e la sua modella cenavano insieme e chiaccheravano, e la modella, se intelligente, imparava molto sull'arte. … Ma gli artisti inglesi erano diversi, di regola trattavano i loro modelli come spazzatura! Non così Richmond, Rossetti e Burne-Jones: “Dio li benedica!” – perché trattavano i loro modelli come esseri umani.[8]»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e (EN) Alison Smith, The Victorian Nude: Sexuality, Morality, and Art, Manchester University Press, 1996, pp. 197–198, ISBN 978-0-7190-4403-8. URL consultato il 25 gennaio 2013.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q (EN) Simon Reynolds, Gaetano Meo, in Jill Berk Jiminez (a cura di), Dictionary of Artists’ Models, Chicago (Illinois), Fitzroy Dearborn Publishers, 2001, pp. 368-370.
  3. ^ (EN) Gaetano Meo, su Ancestry.com. URL consultato il 15 gennaio 2024.
  4. ^ a b (EN) Tom Craig, Obituary: Edward Craig, in The Independent, Londra, 23 gennaio 1998. URL consultato il 24 gennaio 2013.
  5. ^ (EN) Marie-Jacqueline Lancaster, Obituary: Edward Carrick, in The Independent, 6 febbraio 1998. URL consultato il 24 gennaio 2013.
  6. ^ (EN) Patrick Rogers, Cathedral Mosaicists – Gaetano Meo (PDF), in Oremus: Westminster Cathedral Magazine, n. 217, settembre 2016, 14-15. URL consultato il 24 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale l'8 dicembre 2021).
  7. ^ a b (EN) Simeon Solomon, Bacchus, su Sotheby's Auctions, Lot 11, Londra, 12 luglio 2018.
  8. ^ Dall'autobiografia inedita di Gaetano Meo, il cui manoscritto appartiene alla famiglia Craig. Questa citazione è riportata e tratta da Alison Smith, The Victorian Nude: Sexuality, Morality, and Art (Manchester University Press, 1996), p. 198.

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