Cargese

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Cargese
comune
Cargèse
Cargese – Stemma
Cargese – Bandiera
Cargese – Veduta
Cargese – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera della Francia Francia
Regione Corsica
DipartimentoCorsica del Sud
ArrondissementAjaccio
CantoneSevi-Sorru-Cinarca
Territorio
Coordinate42°08′10″N 8°35′43″E / 42.136111°N 8.595278°E42.136111; 8.595278 (Cargese)
Altitudine0 - 705 m s.l.m.
Superficie45,75 km²
Abitanti1 134[1] (2009)
Densità24,79 ab./km²
Altre informazioni
Cod. postale20130
Prefisso495
Fuso orarioUTC+1
Codice INSEE2A065
Nome abitanti(FR) cargèsais
(CO) carghjesinu
carghjesenu
(IT) cargesini
Cartografia
Mappa di localizzazione: Francia
Cargese
Cargese
Sito istituzionale

Cargese (in francese Cargèse, in greco Καργκέζε Kargese, in corso Carghjesi o Carghjese) è un comune francese di 1 134 abitanti situato nel dipartimento della Corsica del Sud nella regione della Corsica. Nel comune esistono ancora diverse famiglie di origine greca.

Ambiente[modifica | modifica wikitesto]

Da Cargese, o più precisamente da Revinda, inizia un sentiero escursionistico per il monte Cinto.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Greci di Cargese.

Nel 1676, 730 famiglie greche originarie di Oitylo, nel sud del Peloponneso nella zona della penisola di Mani per sfuggire alla dominazione turca sbarcarono in Corsica, avendo ottenuto dalla Repubblica di Genova il permesso di trasferirvisi. I Greci ebbero in concessione ampi terreni disabitati nella zona di Paomia, nell'entroterra di Sangone, e vi costituirono una prima colonia: accolti in modo ostile dalla popolazione locale, i profughi vennero a più riprese attaccati durante le rivolte antigenovesi del 1715 e del 1729, trovando rifugio nella piazzaforte di Ajaccio nel 1735 (qui esiste ancora una cappella di rito greco). A partire dal 1769 si trasferirono infine, sotto la protezione francese, a Cargese. Il villaggio fu ancora attaccato dai corsi nel 1793, durante la Rivoluzione, e la popolazione dovette sfollare ancora una volta ad Ajaccio. Ridotti di un terzo degli effettivi, i cargesini poterono fare ritorno alle loro case soltanto quattro anni dopo. Un gruppo di questi esuli greci vennero accolti in Sardegna dove fondarono il paese di Montresta. La diaspora maniota proseguì anche passando per Minorca e presumibilmente anche oltre. L'arrivo dei greci manioti in Sardegna venne predisposto soprattutto con l'intervento della chiesa locale e romana. Sotto il pontificato di Benedetto XIV avvennero le trattative e fissate le condizioni per poterli accogliere, tra le prime la rinuncia alla chiesa ortodossa. La vita dei greci in Sardegna non fu meno dura perché il pascolo che gli fu assegnato risulta sottratto ai vicini pastori e contadini di Bosa. Diversi greci furono uccisi .

Tradizioni linguistiche[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Dialetto greco di Cargese.

Oggi il dialetto greco di Cargèse è completamente estinto[2]. Le ultime fasi di questa parlata furono osservate dal linguista O. Parlangèli, che nel 1952 parla di un numero limitatissimo di individui, distribuiti in due nuclei familiari, ancora in grado di praticarla. L'estinzione del dialetto neoellenico non ha impedito il mantenimento dei cognomi originari (Καποδημάκoς Kapodimakos = Capodimacci, Δραγάκoς Dragakos = Dragacci, Φρυμιγάκoς Frymigakos = Frimigacci, Γαριδάκoς Garidakos = Garidacci, Πετρολάκic Petrolakis = Petrolacci, Ραγατζά Ragatzas = Ragazzacci, Βογλιμάκoς Voglimakos = Voglimacci, Ζανετάκης Zanetakis = Zanetacci), di un certo numero di prestiti lessicali passati al dialetto corso successivamente affermatosi, e soprattutto degli usi liturgici greco-cattolici in una delle due chiese dell'abitato. Queste memorie costituiscono oggi il principale elemento di specificità culturale della comunità cargesina [Nicholas 2006].

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cargèse Insee.fr
  2. ^ Nicholas 2006, p.94.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (FR) Émile Appolis, Les rapports entre catholiques de rite grec et de rite latin à Cargèse (Corse), in Actes du 88e Congrès national des sociétés savantes, Clermont-Ferrand, 1963. Section d'histoire moderne et contemporaine, Paris, Impr. National, 1964, pp. 85–110, OCLC 494116996.
  • (FR) Marie-Claude Bartoli, Sidi-Merouan une colonie gréco-corse en Algérie, in Études Corses, vol. 4, 1975, pp. 111–142.
  • (FR) Gerard Hendrik Blanken, Les Grecs de Cargèse, Corse. Recherches sur leur langue et sur leur histoire, Tome 1. Partie linguistique, Leiden, A. W. Sijthoff's Uitgeversmaatschappij, 1951. Volume 2 was never published.
  • (EN) James Boswell, An account of Corsica: the journal of a tour to that island and memoirs of Pascal Paoli, Londra, Edward and Charles Dilly, 1768, pp. 85–89.
  • (EN) Nick Nicholas, Negotiating a Greco-Corsican Identity, in Journal of Modern Greek Studies, vol. 24, n. 1, The Johns Hopkins University Press, 2006, pp. 91-133.
  • (EN) Nick Nicholas, How Greek were the Greeks of Corsica? (PDF), French, Italian & Spanish Dept, University of Melbourne, 2006. URL consultato il 4 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 29 gennaio 2012).
  • Oronzo Parlangèli, Dialetto neogreco parlato a Cargese (Corsica), in Orbis, n. 1, 1952, pp. 53-54.
  • (FR) Patrice Stephanopoli, Histoire des Grecs en Corse, Paris, Ducollet Frères, 1900, OCLC 7817772.
  • (FR) Nicolaos Stephanopoli de Comnène, Génie des colonies grecques, Spartiates et peuple indigène de la Corse, Paris, L. Mathias, 1843.
  • (FR) Michel Stephanopoli de Comnène e Rose-Hélène Manceau, Les deux églises de Cargèse: histoire et patrimoine, Ajaccio, France, A. Piazzola, 2002, ISBN 2-907161-85-7.
  • (FR) Michel Stephanopoli de Comnène, Histoire des Grecs–Maniotes en Corse: I. Paomia 1676-1731, Athens, Études Laconiennes, 1997.
  • (FR) Michel Stephanopoli de Comnène, Histoire des Grecs–Maniotes en Corse: II. Ajaccio 1731-1775, Athens, Études Laconiennes, 2000.
  • (EN) H.F. Tozer, Vitylo and Cargese, in Journal of Hellenic Studies, vol. 3, 1882, pp. 354–360, JSTOR 623545.

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