Basilica di Santa Maria Assunta (Genova)
Template:Infobox edifici religiosi La basilica di Santa Maria Assunta - svettante sulla ripida collina di Carignano in via Innocenzo IV - è uno dei maggiori esempi di architettura rinascimentale di Genova. Già chiesa gentilizia della famiglia Sauli divenne in seguito abbazia, collegiata, basilica minore e sede parrocchiale del Vicariato di Carignano-Foce dell'arcidiocesi di Genova.
Storia
Fu progettata nel 1522 dall'architetto perugino Galeazzo Alessi per volontà - e relativa disposizione testamentaria del 17 ottobre 1481 - di un patrizio genovese, Bandinello Sauli. Soltanto quasi settant'anni dopo - il 7 settembre 1549 - l'architetto Alessi firmò il contratto con la famiglia Sauli per la progettazione dell'edificio. La posa della prima pietra avvenne - presente il vicario generale dell'Arcivescovado monsignor Egidio Falcetta - il 10 marzo 1552.
La "fabbrica" rimase aperta per più di cinquant'anni: la cupola fu terminata solo nel 1603 quando l'erezione in collegiata ed abbazia era già avvenuta con atto di papa Gregorio XIII del 13 giugno 1583. Dovranno passare ancora quasi novant'anni perché un altro pontefice, papa Alessandro VIII conceda all'abate il privilegio di celebrare pontificali (27 agosto 1690). I lavori per la sua realizzazione si protrassero pertanto per circa due secoli e furono completati da maestranze locali, con una revisione totale della facciata compiuta nel XIX secolo dall'architetto Carlo Barabino.
Soltanto in tempi più recenti - anno 1939 - un decreto vescovile ha trasformato la chiesa di Carignano in parrocchia territoriale; del 14 agosto 1951 è invece la consacrazione a basilica da parte del cardinale Giuseppe Siri.
Come chiesa parrocchiale del centro di Genova, la basilica di Carignano è stata luogo nel corso degli anni di importanti manifestazioni ecclesiastiche. Dal sagrato, recentemente restaurato, che si affaccia sull'ampia piazza (appena sopra l'antico ponte di via Eugenia Ravasco e a ridosso della Marina e del quartiere di Sarzano) i genovesi hanno salutato spesso i propri morti illustri. Così accadde negli anni settanta per le numerose vittime del terrorismo e, più recentemente (nel gennaio 1999) per i funerali di Fabrizio De André, quando una moltitudine di persone si radunò ammutolita davanti alla basilica per salutare il compianto artista.
La struttura
Strutturata su una pianta a croce greca basata su identici prospetti per i quattro lati, con cinque cupole e con due campanili (nel disegno originale ne erano previsti quattro) a base quadrata ai lati dell'ampia fronte principale coronata da un timpano, la cupola centrale a cassettoni è impostata su un alto tamburo a serliane (l'insieme si rifà al progetto di Bramante per la Basilica di San Pietro a Roma), la chiesa presenta un interno molto luminoso ed arricchito da fasti barocchi, con sfavillio di ori, marmi, affreschi, stucchi e tele.
Le opere
Facciata principale:
- statua dell'Assunta di Claude David, terminata da Bernardo Schiaffino;
- statua dei Santi Pietro e Paolo di Claude David.
Nicchie dei piloni della cupola:
- statua del Beato Alessandro Sauli, a destra, di Pierre Puget;
- statua di San Sebastiano (1668), a destra, di Pierre Puget;
- statua di San Bartolomeo, a sinistra, di Claude David (1695);
- statua di San Giovanni Battista, a sinistra, di Filippo Parodi (1667);
- statue dei dodici apostoli e Dottori della Chiesa, lungo le pareti, del 1740 di Francesco Schiaffino.
Navata destra:
- dipinto di San Pietro risana uno zoppo, nel primo altare, di Domenico Piola e datato tra il 1694 e il 1696;
- dipinto del Martirio di San Biagio, nel secondo altare, di Carlo Baratta e datato al 1680;
- dipinto della Risurrezione di Cristo, nel portale laterale del secondo altare, di Aurelio Lomi e Annunciazione di Ottavio Semino;
- dipinto della Vergine fra i Santi Domenico e Rosa, nel terzo altare, di Paolo Gerolamo Piola;
- dipinto del Viatico della Maddalena, nel quarto altare, di Francesco Vanni;
Presbiterio e altare maggiore:
- dipinto del Cenacolo e Fuga in Egitto, ai lati del presbiterio, di Giuseppe Palmieri;
- altare maggiore in marmo e bronzo, opera dello scultore Massimiliano Soldani del 1700, con crocifisso bronzeo di Pietro Tacca (l'originale e previsto crocifisso realizzato da Pierre Puget non venne mai eseguito).
Navata sinistra:
- dipinto del Beato Alessandro Sauli fa cessare una pestilenza, nel quinto altare, di Domenico Fiasella e datato al 1630 circa;
- dipinto della Pietà, nel sesto altare, di Luca Cambiaso e datato al 1571 circa;
- dipinto del Giudizio Universale, nel portale laterale del sesto altare, di Aurelio Lomi e Visione di San Domenico di Domenico Fiasella;
- dipinto della Madonna fra i Santi Carlo e Francesco d'Assisi, nel settimo altare, di Giulio Cesare Procaccini e datato al 1620 circa;
- dipinto di San Francesco d'Assisi che riceve le stimmate, nell'ottavo altare, del Guercino.
Sagrestia:
- dipinto della Sacra Famiglia di Luca Cambiaso.
Pregevole è il grandioso organo, ristrutturato nel 1875 e di cui rimane solo la facciata monumentale della cassa, opera realizzata tra il 1656 ed il 1660 dal gesuita olandese Herman Willem. Le portelle sono state dipinte dai pittori Domenico Piola e Paolo Brozzi.
Curiosità
- Secondo una leggenda popolare, la decisione di far costruire una propria chiesa sulle alture di Carignano venne adottata - quasi in segno di ripicca - dalla moglie del patrizio Bandinello Sauli la quale - richiesto ad una nobildonna della dinastia Fieschi di attenderla e di ritardare di qualche tempo la celebrazione della messa nella vicina chiesa di Santa Maria in via Lata - si sentì rispondere testualmente: "Chi vuole dei comodi se li procuri a sue spese".
- Il secolare prolungamento dei lavori per la edificazione della basilica, molto amata dai genovesi, non poteva sottrarsi all'arguzia popolare tanto da diventare addirittura oggetto di un motto: infatti tuttora, nel capoluogo ligure, si usa ricordare che una cosa destinata a protrarsi all'infinito "A l'è comme a "fabbrica" de Caìgnan" (è alla stregua della "fabbrica" di Carignano).
- Un discendente della famiglia Sauli, Domenico, per migliorarne il suono, nel 1737 fece fondere completamente le campane della chiesa con il metallo ricavato da alcuni sacchi di monete d'argento.(SENZA FONTE)
Citazioni
Scrisse Charles de Brosses (erudito di Francia e prolifico autore di letteratura di viaggio) nelle sue Lettres familières sur l'Italie (1739-1740):
«Arrivai a Santa Maria di Carignano, situata su una collina, attraverso un grande ponte di numerose arcate, lanciato, per comodità dei passanti, al di sopra di parecchie vie con case a otto piani. ... È un'architettura semplice e nobile, tutta bianca.
Quattro grandi statue adornano il transetto. Il San Sebastiano del Puget è tra esse la migliore. Quanto ai quadri voglio ricordare una Maddalena di Guido, un Martire di Carlo Maratta, un San Francesco del Guercino, una Deposizione dalla croce di Cambiaso, un San Carlo di Piola e un San Domenico del Sarzana.
Salimmo sulla cupola per una scala a chiocciola, che però non ha colonna centrale, giacché, invece di questa, c'è un grande foro cilindrico dal basso fino in cima. Dall'alto della cupola si gode di una vista molto estesa sia sul mare che sulla città.»
Bibliografia
- Preste, Torti, Viazzi, Sei itinerari in Portoria, Samizdat, Genova, 1997, p.119
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