Cucina ghanese: differenze tra le versioni
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La cucina ghanese comprende le abitudini culinarie del Ghana. La grande varietà dei gruppi etnici che popolano il paese ha fatto sì che la cucina nazionale risulti ricca e variegata.[1] Essa si basa sia sul consumo di piante e animali indigeni, che di prodotti introdotti nei secoli per via dei commerci e dei contatti culturali.[2] La cucina ghanese possiede connotati simili alla cucina caraibica e statunitense, in quanto sia la tratta degli schiavi che la successiva emigrazione della diaspora ghanese ha fatto sì che la cultura e la cucina del Ghana si diffondesse oltreoceano.[3]
Caratteristiche principali
La cucina ghanese varia a seconda della regione e delle consuetudini. Nel nord del paese si assiste prevalentemente alla coltivazione di sorgo, grano e riso. Il consumo di pesce è maggiore rispetto alle altre aree, così come la pastorizia e altre forme di caccia. Nella regione di Ashanti si consumano più platani e verdure, come ad esempio spinaci, mentre i ga che vivono sulla costa dispongono di pesce di mare, e gli ewe che vivono presso il bacino del Volta fanno affidamento su pesce lacustre e mais.[4]
Generalmente i ghanesi mangiano tre volte al giorno, ma alcuni scelgono di preparare un piatto abbondante la mattina presto e altri pasti più leggeri nel resto della giornata. La cena è il pasto più grande della giornata e si tiene molto presto per favorire la digestione. Zuppe e amidi sono gli alimenti base della dieta ghanese e vengono consumati a pranzo e cena, tuttavia alcuni preferiscono mangiarli a colazione in quanto forieri di energia.[4]
Igname, mais, manioca e miglio sono alimenti diffusi in tutto il paese, tuttavia ogni gruppo etnico è tradizionalmente associato a un alimento.[5] I ga sono associati al kenkey, gli ashanti al fufu, i popoli settentrionali al tuo zaafi e gli ewe al banku.[6]
Nel paese sono presenti i cosiddetti chop bar, soprattutto nelle aree urbane, che presentano delle panchine e dei tavoli all'aperto dove i lavoratori possono consumare dei pasti a poco prezzo. I chop bar sono raramente frequentati da donne, in quanto darebbero l'impressione di non saper cucinare.[4]
Lungo le vie cittadine non è raro trovare chioschi che vendono cibo di strada come kelewele (platani fritti con zenzero e peperoncino), kyinkyinga (una sorta di kebab locale) e kofi brooke man (un arrosto di platani e arachidi).[4]
Piatti principali
Tra i piatti presenti nel paese si citano il fufu, un impasto diffuso in tutta l'Africa occidentale fatto di platani, manioca e igname che può essere condito con una salsa piccante, immerso in una zuppa o usato come accompagnamento di una pietanza principale, il kenkey, un impasto di mais avvolto in bucce di grano o foglie di platani e cotte al vapore similmente ai tamales, il banku, un impasto di mais e manioca che viene lasciato fermentare per 3 giorni prima della cottura, e il tuo zaafi, un porridge denso di forma sferica che accompagna uno stufato di gombi.[6]
Il riso viene accompagnato con degli stufati o può essere usato per preparare gli omo tuo, delle polpette di riso servite con palma o zuppa di arachidi tipicamente preparate la domenica mattina. Molto popolari sono il riso jollof, un piatto unico a base di riso e pomodori, e il waakye, che consiste in riso e fagioli mischiati con carne soffritta.[6]
Igname e platani possono essere cucinati in svariati modi. Un altro piatto tipico ghanese è l'aduafrol, uno stufato di pesce essiccato, pomodori, cipolle soffritte e fagioli dall'occhio nero (black-eyed pea). Questi ultimi possono essere cucinati nell'olio di palma con platani fritti dando origine al red red. Vi sono svariati tipi di zuppe e stufati che vengono accompagnati da carboidrati. La zuppa più nota è quella di arachidi, tuttavia vi sono altre varianti a base di pepe, peperoncino, noci di cocco, carne, pesce o lumache.[7] Tra le salse speziate si cita la shito, una salsa a base di peperoncino usata soprattutto per condire il kenkey.[3]
Gli stufati, più densi delle zuppe, contengono più ingredienti. Generalmente lo stufato base è composto da pomodori, cipolle e erbe aromatiche, tuttavia si possono aggiungere gombi, melanzane (abom), spinaci (kontomire) ed egusi (palaver).[7]
Le carni più diffuse sono vitello, pollo, capra, faraona e montone. Sono anche disponibili animali di selvaggina come daini, antilopi e akrantie, un grosso roditore. Il pesce fresco viene impiegato nelle zuppe e negli stufati, ma può anche essere grigliato. Le specie più diffuse includono tilapia, spigola, barracuda e pesce gatto.[7]
Il Ghana dispone di svariati tipi di frutta come cocco, banane, avocado, ananas, arance, papaya e limoni. Il cacao è il tipo di raccolto più diffuso nel paese, tuttavia la maggior parte della sua produzione è destinata all'esportazione.[3]
Il consumo delle bevande è regolato dalle usanze locali. Tradizionalmente l'alcol era associato al potere, perciò è ritenuto sconveniente bere alcolici tra le donne o gli adolescenti. Agli ospiti viene offerta dell'acqua e un posto a sedere prima che gli venga chiesto il motivo della visita.[3] Durante le cerimonie religiose è consuetudine mostrare rispetto agli dei con delle libagioni di acqua, vino di palma o altre bevande alcoliche.[8]
Per contrastare il caldo, i ghanesi bevono abbondantemente acqua. Tuttavia, essi ritengono che bere prima di un pasto diminuisca lo spazio nello stomaco, per cui bevono solo quando il cibo è finito. Oltre all'acqua, tra i ceti più abbienti è diffusa anche la birra o bibite. Ovunque sono popolari latte di cocco, svariati tipi di succhi di frutta, ginger beer e askenkee, a base di kenkey ghiacciato. Dalle cortecce dell'albero, dalle foglie e dalle radici sii producono degli infusi a scopo medicinale e terapeutico.[9]
Tra le bevande alcoliche nazionali troviamo l'akpeteshie, una sorta di gin casalingo prodotto anche durante il proibizionismo del periodo coloniale, il pito, una birra di sorgo tipica delle regioni settentrionali, e il vino di palma.[9]
Note
- ^ Spillan e King 2017, p. 85.
- ^ Salm e Falola 2002, p. 105.
- ^ a b c d Salm e Falola 2002, p. 110.
- ^ a b c d Salm e Falola 2002, p. 107.
- ^ Salm e Falola 2002, pp. 107-108.
- ^ a b c Salm e Falola 2002, p. 108.
- ^ a b c Salm e Falola 2002, p. 109.
- ^ Salm e Falola 2002, pp. 110-111.
- ^ a b Salm e Falola 2002, p. 111.
Bibliografia
- (EN) John E. Spillan e Domfeh Obed King, Doing Business In Ghana. Challenges and Opportunities, Springer International Publishing, 2017, p. 85, ISBN 9783319547718.
- (EN) Steven J. Salm e Toyin Falola, Culture and customs of Ghana, Greenwood Press, 2002, ISBN 9780313320507.
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