Coordinate di Kruskal-Szekeres: differenze tra le versioni

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[[File:Kruskal_diagram_of_Schwarzschild_chart.svg|destra|miniatura| Diagramma di Kruskal-Szekeres, posto 2''GM'' = 1. Il quadrante II è l'interno del buco nero (entro l'orizzonte degli eventi), il IV è l'interno del buco bianco e il I e III sono le due regioni esterne speculari. Le linee tratteggiate a 45° che separano le quattro aree, sono gli [[Orizzonte degli eventi|orizzonti dell'event]]<nowiki/>i. Le iperboli più scure, che delimitano la parte superiore e inferiore del diagramma, sono le singolarità fisiche. Le iperboli più chiare rappresentano i contorni della ''coordinata r di'' Schwarzschild e le linee rette attraverso l'origine rappresentano i contorni della coordinata ''t di Schwarzschild.'']]
[[File:Kruskal diagram of Schwarzschild chart.svg|thumb|right|Diagramma di Kruskal-Szekeres, posto 2''GM'' = 1. Il quadrante II contiene lo spazio-tempo compreso entro l'[[orizzonte degli eventi]] e il buco nero (iperbole blu scuro), il IV è lo spazio-tempo compreso entro l'orizzonte degli eventi del buco bianco e il buco bianco stesso (iperbole verde scuro). Il I<nowiki/> e III quadrante sono le d<nowiki/>ue regioni esterne (speculari l'un l'altra) agli orizzonti, rappresentati dalle linee tratteggiate a 45°. Le iperboli più chiare uniscono i punti equidistanti dalle due singolarità mentre le linee rette uniscono i punti allo stesso istante di tempo.
In [[relatività generale]] le '''coordinate Kruskal-Szekeres''', scoperte indipendentemente da Martin Kruskal<ref>{{Cita pubblicazione|nome=M. D.|cognome=Kruskal|data=1960-09-01|titolo=Maximal Extension of Schwarzschild Metric|rivista=Physical Review|volume=119|numero=5|pp=1743–1745|accesso=2021-03-26|doi=10.1103/PhysRev.119.1743|url=https://link.aps.org/doi/10.1103/PhysRev.119.1743}}</ref> e George Szekeres<ref>{{Cita pubblicazione|autore=George Szekeres|anno=1960|titolo=On the singularities of a Riemannian manifold|rivista=Publ.Math.Debrecen|volume=7|pp=285-301}}</ref>, sono un [[sistema di coordinate]] utilizzato per studiare lo [[spazio-tempo di Schwarzschild]], ossia la geometria dello spazio-tempo in presenza di un [[buco nero]]. Questo sistema di coordinate è un'''estensione massimale'' della [[Varietà riemanniana|varietà riemaniana]] che descrive tale spazio-tempo, ossia è tale che una [[geodetica]] che parta da un punto qualsiasi della varietà può essere estesa infinitamente, a meno che non termini in una [[Singolarità gravitazionale|singolarità fisica]].<ref>{{Cita libro|titolo=Inverno}}</ref>


È rappresentata anche la triettoria di una particella materiale che cade nel buco e tre coni luce attraverso cui passa.|350x350px]]
Le coordinate di Kruskal-Szekeres si applicano anche allo spazio-tempo attorno a un oggetto sferico, ma in tal caso non forniscono una descrizione dello spazio-tempo all'interno del raggio dell'oggetto. Lo spazio-tempo in una regione in cui una stella sta collassando in un buco nero è approssimato dalle coordinate di Kruskal-Szekeres (o dalle coordinate di Schwarzschild ). La superficie della stella rimane al di fuori [[Orizzonte degli eventi|dell'orizzonte]] degli eventi nelle coordinate di Schwarzschild, ma lo attraversa nelle coordinate di Kruskal-Szekeres. (In ogni "buco nero" che osserviamo, lo vediamo in un momento in cui la sua materia non ha ancora finito di collassare, quindi non è ancora davvero un buco nero. ) Allo stesso modo, gli oggetti che cadono in un buco nero rimangono al di fuori dell'orizzonte degli eventi in coordinate di Schwarzschild, ma lo attraversano in coordinate di Kruskal-Szekeres.
In [[relatività generale]] le '''coordinate di Kruskal-Szekeres''', scoperte indipendentemente da [[Martin Kruskal]]<ref name=":1">{{Cita pubblicazione|nome=M. D.|cognome=Kruskal|data=1960-09-01|titolo=Maximal Extension of Schwarzschild Metric|rivista=Physical Review|volume=119|numero=5|pp=1743–1745|lingua=Inglese|accesso=2021-03-26|doi=10.1103/PhysRev.119.1743|url=https://link.aps.org/doi/10.1103/PhysRev.119.1743}}</ref> e [[George Szekeres]]<ref name=":2">{{Cita pubblicazione|autore=George Szekeres|anno=1960|titolo=On the singularities of a Riemannian manifold|rivista=Publ.Math.Debrecen|volume=7|pp=285-301|lingua=Inglese}}</ref>, sono un [[sistema di coordinate]] utilizzato pe<nowiki/>r studiare lo [[spazio-tempo di Schwarzschild|spazio-tempo]]<nowiki/> [[spazio-tempo di Schwarzschild|di Schwarzschild]], ossia la geometria dello spazio-tempo in presenza di un [[buco nero]]. Questo sistema di coordinate è un' ''estensione massimale'' della [[varietà pseudo-riemanniana]] che descrive tale spazio-tempo, ossia è tale che una [[geodetica]] che parta da un punto qualsiasi della varietà può essere estesa infinitamente, a meno che non termini in una [[Singolarità gravitazionale|singolarità fisica]].<ref>{{Cita libro|nome=Ray|cognome=D'Inverno|titolo=Intruducing Einstein's Relativity|data=1992|editore=Oxford University Press|lingua=en|p=230|capitolo=17.1 Maximal analytic extensions|ISBN=0-19-859686-3}}</ref> Ciò permette di rappresentare in un unico grafico qualunque [[linea di universo]] percorribile da oggetti in presenza di un buco nero e del suo speculare matematico, il [[buco bianco]].


== Definizione ==
== Storia ==
La soluzione alle [[Equazione di campo di Einstein|equazioni di Einstein]] inizialmente [[Spazio-tempo di Schwarzschild|scoperta da Schwarzschild]] nel 1916 corrisponde al seguente [[elemento di linea]]:
[[File:KruskalKoords.gif|destra|miniatura| Diagramma di Kruskal – Szekeres. Ogni fotogramma dell'animazione mostra un'iperbole blu che è la superficie in cui la coordinata radiale di Schwarzschild è costante (e con un valore inferiore in ogni fotogramma successivo, fino a quando non termina alle singolarità).]]
La soluzione alle [[Equazione di campo di Einstein|equazioni di Einstein]] inizialmente [[Spazio-tempo di Schwarzschild|scoperta da Schwarzschild]] nel 1916 è la seguente:


: <math>ds^2 = \left(1-\frac{2GM}{r} \right) \, dt^2 - \left(1-\frac{2GM}{r}\right)^{ -1} \, dr^2 - r^2 d\Omega^2 \qquad (1) </math>
: <math>ds^2 = \left(1-\frac{2GM}{r} \right) \, dt^2 - \left(1-\frac{2GM}{r}\right)^{ -1} \, dr^2 - r^2 d\Omega^2 \qquad (1) </math>


dove <math>G</math> è la [[Costante di gravitazione universale|costante gravitazionale]], <math>M</math> è la massa del buco nero e, avendo usato le [[coordinate sferiche]], <math>d\Omega^2\equiv d\theta^2+\sin^2\theta\,d\varphi^2</math>. Inoltre si sono usate le [[unità naturali]] per cui ''c'' = 1.
dove


La corrispondente [[Tensore metrico|metrica]], di [[Segnatura (algebra lineare)|segnatura]] (+ &#x2212; &#x2212; &#x2212;), è:
: <math>d\Omega^2\equiv d\theta^2+\sin^2\theta\,d\varphi^2,</math>


<math>g_{ik}=
'''''G''''' è la [[Costante di gravitazione universale|costante gravitazionale]], '''''M''''' è la massa del buco nero, la [[Segnatura (algebra lineare)|segnatura]] è (+ &#x2212; &#x2212; &#x2212;) e si sono usate le [[unità naturali]] per cui ''c'' = 1.
\begin{pmatrix}
\left(1-\frac{2GM}{r}\right)&0&0&0\\
0&-\frac{1}{\left(1-\frac{2GM}{r}\right)}&0&0\\
0&0&-r^2&0\\
0&0&0&-r^2\mathrm{sen}^2\theta
\end{pmatrix} </math>


Tale soluzione non è definita per r = 2GM e r=0. In entrambi i casi si ha una [[divisione per zero]], ossia una [[Punto di discontinuità|singolarità matematica]]. Ma mentre quella in r=0 è dovuta alla presenza del buco nero, quella in r=2GM non è fisicamente accettabile, corrispondendo essa all'[[orizzonte degli eventi]], che è soltanto un confine geometrico e non fisico.


Tale soluzione non è definita per <math>r = 2GM</math>, in quanto in tal caso la metrica è degenere (non è possibile determinare una distanza lungo <math>t</math> o <math>r</math>), e per <math>r = 0</math>, in quanto si ha una [[divisione per zero]], ossia una [[Punto di discontinuità|singolarità matematica]]. Ma mentre la singolarità in <math>r = 0</math> è dovuta alla presenza del buco nero, quella in <math>r = 2GM</math> non è fisicamente sensata, poichè corrisponde all'[[orizzonte degli eventi]], che è soltanto un confine geometrico e non fisico.<ref>Calcolando la curvatura mediante il [[tensore di Riemann]], in <math>r = 0</math> essa diverge, in <math>r = 2GM</math> no</ref>
Il problema venne superato grazie da [[Arthur Eddington|Eddington]] e Finkelstein tra il 1924 e il 1958, i quali introdussero il [[Coordinate di Eddington-Finkelstein|sistema di coordinate che porta il loro nome]], in grado di descrivere oggetti entranti nel buco nero, eliminando quindi la singolarità matematica in r=2GM.


Il problema venne superato grazie da [[Arthur Eddington|Eddington]] e Finkelstein tra il 1924 e il 1958, i quali introdussero il [[Coordinate di Eddington-Finkelstein|sistema di coordinate che porta il loro nome]], in grado di descrivere oggetti entranti nel buco nero, eliminando quindi la singolarità matematica in <math>r = 2GM</math>.
Il sistema di Eddington-Finkelstein è costituito da una coppia di coordinate speculari rispetto al tempo in cui la prima corrisponde a una varietà riemaniana in cui un oggetto o raggio di luce entra nel buco nero e la seconda a una in cui un oggetto o raggio di luce esce da un [[buco bianco]].


Il sistema di Eddington-Finkelstein è costituito da una coppia di coordinate speculari rispetto al tempo in cui la prima corrisponde a una varietà pseudo-riemanniana in cui un oggetto o raggio di luce entra nel buco nero e la seconda a una in cui un oggetto o raggio di luce esce da un [[buco bianco]]:
Poichè le due varietà rappresentavano due distinte mappature della soluzione di Schwarzschild, pur essendo entrambe un estensione delle coordinate usate in essa, sembrò naturale cercare un sistema di coordinate che le estendesse ulteriormente mettendole insieme.


: <math>ds^2 = \left(1-\frac{2GM}{r} \right) dv^2 - 2 \, dv \, dr - r^2 d\Omega^2 \qquad</math> (coordinate entranti)
Tale risultato fu quello ottenuto da Kruskal e Szekeres.


: <math>ds^2 = \left(1-\frac{2GM}{r} \right) du^2 + 2 \, du \, dr - r^2 d\Omega^2 \qquad</math> (coordinate uscenti)
Le coordinate di Kruskal-Szekeres sostituiscono a ''t'' e ''r'' delle coordinate di Schwarzschild un nuova coordinata temporale ''T'' e una nuova coordinata spaziale X che per <math>r>2GM </math> valgono:


: <math>T = \left(\frac{r}{2GM} - 1\right)^{1/2}e^{r/4GM}\sinh\left(\frac{t}{4GM}\right)</math>
con ''<math>v = t+r^* </math>'', ''<math>u=t-r^*</math>'' e <math>\qquad \qquad (2)</math>
: <math>X = \left(\frac{r}{2GM} - 1\right)^{1/2}e^{r/4GM}\cosh\left(\frac{t}{4GM}\right)</math>


mentre per <math>0<r<2GM</math> valgono:
: <math>r^* = r + 2GM\ln\left|\frac{r}{2GM} - 1\right| </math>


che è la coordinata della tartaruga definita da [[Tullio Regge|Tulllio Regge]] e [[John Archibald Wheeler|John Wheeler]], in un articolo del 1957.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Tullio|cognome=Regge|nome2=John A.|cognome2=Wheeler|data=1957-11-15|titolo=Stability of a Schwarzschild Singularity|rivista=Physical Review|volume=108|numero=4|pp=1063–1069|lingua=Inglese|accesso=2021-08-08|doi=10.1103/PhysRev.108.1063|url=https://link.aps.org/doi/10.1103/PhysRev.108.1063}}</ref>
: <math>T = \left(1 - \frac{r}{2GM}\right)^{1/2}e^{r/4GM}\cosh\left(\frac{t}{4GM}\right)</math>
: <math>X = \left(1 - \frac{r}{2GM}\right)^{1/2}e^{r/4GM}\sinh\left(\frac{t}{4GM}\right)</math>


Entrambe quindi risolvono il problema della singolarità in <math>r = 2GM</math> solo parzialmente, funzionando la prima solo per oggetti entranti ma non per oggetti uscenti e viceversa la seconda,<ref name=":0">{{Cita libro|autore=Charles W. Misner|autore2=Kip S. Thorne|autore3=John Archibald Wheeler|titolo=Gravitation|lingua=Inglese|p=831|capitolo=31.4. Several well-behaved coordinate systems}}</ref> infatti esse corispondono a due varietà riemanniane che rappresentano due distinte mappature della soluzione di Schwarzschild, pur essendo entrambe un estensione delle coordinate usate in essa. Per tutto ciò, sembrò naturale cercare un sistema di coordinate che le estendesse ulteriormente mettendole insieme e rendendo il risultato un'estensione massimale.


Tale risultato fu quello ottenuto indipendentemente da Kruskal e Szekeres nel 1960.<ref name=":1" /><ref name=":2" /> Un risultato analogo fu anche trovato da Christian Fronsdal nel 1959.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=C.|cognome=Fronsdal|data=1959-11-01|titolo=Completion and Embedding of the Schwarzschild Solution|rivista=Physical Review|volume=116|numero=3|pp=778–781|lingua=Inglese|accesso=2021-08-04|doi=10.1103/PhysRev.116.778|url=https://link.aps.org/doi/10.1103/PhysRev.116.778}}</ref>
Ne consegue che sull'unione della regione esterna, l'orizzonte degli eventi e la regione interna la coordinata radiale di Schwarzschild <math>r</math> (da non confondere con il [[raggio di Schwarzschild]] <math>r_s = 2GM</math> ), è determinato in termini di coordinate di Kruskal-Szekeres come la soluzione (unica) dell'equazione:


== Derivazione ==
: <math>T^2 - X^2 = \left(1-\frac{r}{2GM}\right)e^{r/2GM} \, T^2 - X^2 < 1</math>


Poichè le coordinate di Eddington e Finkelstein sostituiscono il tempo <math>t</math> nella (1) con una coordinata rettilinea (<math>v</math> o <math>u</math>), lasciando <math>r</math> invariata, l'idea è rendere anche <math>r</math> rettilinea, utilizzando insieme <math>v</math> e <math>u</math> in (1) e così ottenendo il seguente elemento di linea:<ref>Per definizione di <math>v</math> e <math>u</math>: <br /> <math>t = \frac{v+u}{2} \,</math> e <math>\, r + 2GM\ln\left|\frac{r}{2GM} - 1\right| = \frac{v-u}{2}</math>
Usando la [[funzione W di Lambert]] la soluzione viene scritta come:
<br />
da cui
<br />
<math>dt = \frac{dv+du}{2} \,</math> e
<math>dr + 2GM\left(\frac{r}{2GM} - 1\right)^{-1}dr = \frac{dv-du}{2}</math>
<br />
che vanno sostituiti nella (1), dove i termini quadratici <math>dv^2</math> e <math>du^2</math> si annullano.
</ref><ref name=":0" />:


: <math>r = 2GM \left(1 + W_0\left( \frac{X^2 - T^2}{e} \right)\right)</math> .
: <math>ds^2 = \left(1-\frac{2GM}{r} \right) dv \, du - r^2 d\Omega^2 \qquad (3)</math>.


Però anche così l'elemento di linea è degenere in <math>r = 2GM</math> e va quindi cercato un ulteriore sistema di coordinate che elimini il problema.
Inoltre si vede subito quello nella regione esterna al buco nero <math>T^2 - X^2 < 0,\ X > 0</math>
Per fare ciò si può generalizzare il risultato (3) introducendo due nuove funzioni, ciascuna dipendente da una delle variabili di partenza, ossia <math>v'(v)</math> e <math>u'(u)</math>.


Kruskal scelse le forme
: <math>t = 4GM \mathop{\mathrm{arctanh}}(T/X)</math>


: <math>v' = \exp{\left(\frac{v}{4GM}\right)} \qquad </math>e <math>\qquad u' = -\exp{\left(-\frac{u}{4GM}\right)} \qquad (4)</math>
mentre nella regione interna al buco nero <math>0 < T^2 - X^2 < 1, \ T> 0</math>


per motivi che si chiariscono con i calcoli.<ref>In particolare verrà sfruttata l'uguaglianza <math>\exp{\left( -\ln{x}\right)} = 1/x</math></ref>
: <math>t = 4GM \mathop{\mathrm{arctanh}}(X/T)</math>


Da qui si ottiene<ref><math>dv' = \frac{1}{4GM} \exp{\left(\frac{v}{4GM}\right)} dv</math></ref>
In queste nuove coordinate la metrica della varietà del buco nero di Schwarzschild è data da


: <math>g = \frac{32G^3M^3}{r}e^{-r/2GM}(-dT^2 + dX^2) + r^2 g_\Omega,</math>
: <math>dv = 4GM \exp{\left(\frac{-v}{4GM}\right)} dv' \qquad </math>e <math>\qquad du = 4GM \exp{\left(\frac{u}{4GM}\right)} du'</math>


che permettono di trasformare la (3) in
scritto usando la convenzione di [[Segnatura (algebra lineare)|segnatura metrica]] (- + + +) e dove la componente angolare della metrica (la metrica Riemanniana della 2-sfera) è:


: <math>g_\Omega\ \stackrel{\mathrm{def}}{=}\ d\theta^2+\sin^2\theta\,d\phi^2</math> .
: <math>ds^2 = \left(1-\frac{2GM}{r} \right) 16(GM)^2 \exp{\left(\frac{u-v}{4GM}\right)} du' dv'- r^2 d\Omega^2 .</math>


Tenendo conto delle definizioni di <math>u</math> e <math>v</math> in (2), si ottiene
Esprimendo la metrica in questa forma si vede chiaramente che le geodetiche nulle radiali, cioè con <math>\Omega = \Omega(\theta, \phi)</math> costante, sono parallele a una delle linee <math>T = \pm X </math> . Nelle coordinate di Schwarzschild, il raggio di Schwarzschild <math>r_s = 2GM</math> è la coordinata radiale dell'orizzonte degli eventi <math> r = r_s = 2GM</math> . Nelle coordinate Kruskal-Szekeres l'orizzonte degli eventi è dato da <math>T^2 - X^2 = 0 </math> . Si noti che la metrica è ben definita e non singolare all'orizzonte degli eventi. La singolarità della curvatura si trova in <math>T^2 - X^2 = 1</math> .


: <math>ds^2 = \left(1-\frac{2GM}{r} \right) 16(GM)^2 \exp{\left(\frac{-2r^*}{4GM}\right)} du' dv'- r^2 d\Omega^2 ,</math>
== Estensione massimale della soluzione di Schwarzschild ==
La trasformazione tra le coordinate di Schwarzschild e le coordinate di Kruskal-Szekeres è definita per ''r'' &#x3E; 2 ''GM'' e −∞ &#x3C; ''t'' &#x3C; ∞, che è l'intervallo per il quale le coordinate di Schwarzschild hanno senso. Tuttavia in questa regione, ''r'' è una funzione analitica di ''T'' e ''X'' e può essere estesa, come funzione analitica almeno alla prima singolarità che si verifica a <math>T^2 - X^2 = 1</math> . Quindi la metrica di cui sopra è una soluzione delle equazioni di Einstein in questa regione. I valori consentiti sono


da cui<ref><math>\exp\left({\frac{-2r^*}{4GM}}\right)=</math><math>\exp\left({\frac{-(r+2GM\ln{\left(r/2GM -1\right)})}{2GM}}\right)=</math><math>\exp\left({\frac{-r}{2GM}}\right)\exp\left({-\ln\left(\frac{r}{2GM}-1\right)}\right)=</math><math>\exp\left({\frac{-r}{2GM}}\right)\left(\frac{r}{2GM}-1\right)^{-1}=</math><math>\exp \left({\frac{-r}{2GM}}\right) \left(1-\frac{2GM}{r}\right)^{-1}\left(\frac{r}{2GM}\right)^{-1}</math>
: <math>-\infty < X < \infty\,</math>
</ref>
: <math>-\infty < T^2 - X^2 < 1</math>


: <math>ds^2 = \frac{32(GM)^3}{r} \exp\left(\frac{-r}{2 GM}\right) du' dv'- r^2 d\Omega^2 ,</math>
Si noti che questa estensione presuppone che la soluzione sia analitica ovunque.


la cui metrica si esplicita in
Nella soluzione massimamente estesa ci sono in realtà due singolarità per ''r'' = 0, una per ''T'' positiva e una per ''T'' negativa. La ''singolarità T'' negativa è il buco nero invertito nel tempo, a volte soprannominato " [[buco bianco]] ". Le particelle possono fuoriuscire da un buco bianco ma non possono mai tornare.


: <math>g_{ik}=
La geometria di Schwarzschild estesa al massimo può essere suddivisa in 4 regioni, ciascuna delle quali può essere coperta da un insieme appropriato di coordinate di Schwarzschild. Le coordinate Kruskal – Szekeres, d'altra parte, coprono l'intera varietà dello spaziotempo. Le quattro regioni sono separate dagli orizzonti degli eventi.
\begin{pmatrix}
{| class="wikitable" style="margin: auto"
0&\left(\frac{32(GM)^3}{r} \exp\left(\frac{-r}{2 GM}\right)\right)&0&0\\
!I
\left(\frac{32(GM)^3}{r} \exp\left(\frac{-r}{2 GM}\right)\right)&0&0&0\\
| regione esterna
0&0&-r^2&0\\
| <math> -X < T < +X </math>
0&0&0&-r^2\mathrm{sen}^2\theta
| <math>2GM < r</math>
\end{pmatrix} </math>
|-
! II
| interno del buco nero
| <math> \vert X \vert < T < \sqrt{ 1 + X^2 } </math>
| <math>0 < r < 2GM</math>
|-
! III
| regione esterna parallela
| <math> +X < T < -X </math>
| <math>2GM < r</math>
|-
! IV
| interno del buco bianco
| <math> - \sqrt{ 1 + X^2 } < T < - \vert X \vert </math>
| <math>0 < r < 2GM</math>
|}
La trasformazione data sopra tra le coordinate Schwarzschild e Kruskal – Szekeres si applica solo nelle regioni I e II. Una trasformazione simile può essere annotata nelle altre due regioni.


che ha componente nulla lungo le direzioni puramente temporale (<math>du^2</math>) e spaziale (<math>dv^2</math>) e per questo è definita ''metrica del cono di luce'', in quanto la differenza tra parte spaziale e parte temporale è sempre nulla, come lungo un [[Spaziotempo di Minkowski#Vettori di tipo spazio, di tipo tempo e cono di luce|cono di luce]]. Si parla anche di ''coordinate nulle''.<ref>{{Cita libro|autore=Carlo Rovelli|titolo=Relatività generale. Una semplice introduzione.|anno=2021|editore=Adelphi|p=78|capitolo=3.3.1 Geometria lorentziana - Coordinate nulle|ISBN=978-88-459-8452-5}}</ref>
La coordinata temporale ''t di'' Schwarzschild è data da


Con un'ulteriore trasformazione di coordinate si può passare a un elemento di linea con metrica non nulla per le componenti puramente spaziale e temporale, infatti, posto
: <math>\tanh\left(\frac{t}{4GM}\right) =
\begin{cases}T/X & \mbox{(in I and III)} \\
X/T & \mbox{(in II and IV)}\end{cases}
</math>


: <math>T = 1/2(v' + u') \qquad</math> e <math>\qquad X = 1/2(v' - u'), \qquad (5)</math>
In ogni regione va da −∞ a + ∞ con gli infiniti agli orizzonti degli eventi.


si ottiene
Sulla base dei requisiti che il processo quantistico della [[Radiazione di Hawking|radiazione]] di Hawking è unitario, [[Gerardus 't Hooft|'t Hooft ha]] proposto che le regioni I e III, e II e IV sono solo artefatti matematici provenienti dalla scelta di rami per le radici piuttosto che universi paralleli e che l'equivalenza relazione


<div style="float:center; width:95%; padding:15px; background: #f5f8ff; border: 1px solid blue; margin-left:8px; margin-right:8px;margin-bottom:15px; text-align:left">
: <math>(T, X, \Omega) \sim (-T, -X, -\Omega)</math>
<math>ds^2 = \frac{32G^3M^3}{r}exp\left(\frac{-r}{2 GM}\right)(-dT^2 + dX^2) - r^2 d\Omega^2,</math>
</div>


di metrica
dovrebbe essere imposto. Se pensiamo alle regioni III e IV come aventi coordinate sferiche ma con una scelta negativa per la radice quadrata da calcolare <math>r</math>, quindi usiamo corrispondentemente punti opposti sulla sfera per denotare lo stesso punto nello spazio, quindi ad es


:<math>g_{ik}=
: <math>(t^{(I)}, r^{(I)}, \Omega^{(I)}) = (t, r, \Omega) \sim (t^{(III)}, r^{(III)}, \Omega^{(III)}) = (t, -r, -\Omega)</math>, dove <math>-\Omega</math> è agli antipodi di <math>\Omega</math> sulla 2-sfera. Ciò significa che <math>r^{(I)}\Omega^{(I)} = r^{(III)}\Omega^{(III)} = r\Omega</math> .
\begin{pmatrix}
-\left(\frac{32(GM)^3}{r} \exp\left(\frac{-r}{2 GM}\right)\right)&&0&0\\
0&\left(\frac{32(GM)^3}{r} \exp\left(\frac{-r}{2 GM}\right)\right)&0&0\\
0&0&-r^2&0\\
0&0&0&-r^2\mathrm{sen}^2\theta
\end{pmatrix}. </math>
Tale metrica è [[Varietà conformemente piatta|conformemente piatta]], quindi ha la stessa [[struttura causale]] dello [[spaziotempo di Minkowski]].


Quest'ultima forma è quella standard con cui vengono rappresentatate le coordinate di Kruskal-Szekeres che sostituiscono a ''<math>t </math>'' e ''<math>r </math>'' delle coordinate di Schwarzschild un nuova coordinata temporale ''<math>T </math>'' e una nuova coordinata spaziale ''<math>X </math>''
Poiché questa è un'azione gratuita del gruppo <math>\mathbb{Z}/2\mathbb{Z}</math> preservando la metrica, si ottiene una varietà lorentziana ben definita. Identifica il limite <math> t^{(II)} = -\infty</math> della regione interna II corrispondente al segmento di linea di coordinate <math>T = -X ,\ T > 0, X < 0</math> con il limite <math>t^{(I)} = -\infty</math> della regione esterna a cui corrisponde <math>T = -X,\ T < 0, X> 0</math> . L'identificazione significa che mentre ogni coppia <math> (T,X) \sim (-T, -X) \ne (0,0)</math> corrispondono a una direzione spaziale su una sfera, il punto <math> (T,X) = (0,0)</math> corrisponde a una linea, cioè un punto sul piano proiettivo <math>\mathbf{RP}^2 = S^2/\pm</math> invece, e la topologia della varietà sottostante non è più <math>\mathbb{R}^4 - \mathrm{line} = \mathbb{R}^2 \times S^2</math> .


== Rappresentazione ==
== Caratteristiche qualitative del diagramma di Kruskal-Szekeres ==
[[File:KruskalKoords.gif|thumb|right|upright=1.2|Diagramma di Kruskal-Szekeres. Ogni fotogramma dell'animazione mostra un'iperbole blu corrispondente a tutti i punti equidistanti (in base alla coordinata radiale di Schwarzschild) dalla singolarità ad istanti successivi.]]
Le coordinate di Kruskal – Szekeres hanno una serie di caratteristiche utili che le rendono utili per costruire intuizioni sullo spaziotempo di Schwarzschild. Il principale tra questi è il fatto che tutte le geodetiche radiali simili alla luce (le [[Linea di universo|linee]] del mondo dei raggi di luce che si muovono in una direzione radiale) sembrano linee rette con un angolo di 45 gradi quando disegnate in un diagramma di Kruskal-Szekeres (questo può essere derivato da l'equazione metrica data sopra, che garantisce che se <math>dX = \plusmn dT\,</math> poi il [[Tempo proprio|momento giusto]] <math>ds = 0</math> ). <ref>{{Cita libro|autore=Misner|nome=Charles W.|autore2=Kip S. Thorne|autore3=John Archibald Wheeler|titolo=Gravitation|anno=1973|editore=[[W. H. Freeman]]|p=835|ISBN=978-0-7167-0344-0}}</ref> Tutte le linee del mondo simili al tempo di oggetti più lenti della luce avranno in ogni punto una pendenza più vicina all'asse temporale verticale (la ''coordinata T'' ) di 45 gradi. Quindi, un cono di luce disegnato in un diagramma di Kruskal – Szekeres avrà lo stesso aspetto di un cono di luce in un diagramma di Minkowski in [[relatività ristretta]] .


Mettendo insieme le definizioni (2), (4) e (5) si ottiene:<ref>Sfruttando le definizioni delle [[Funzioni iperboliche|funzioni iberboliche]]:<br>
Gli orizzonti degli eventi che delimitano il buco nero e le regioni interne del buco bianco sono anche una coppia di linee rette a 45 gradi, riflettendo il fatto che un raggio di luce emesso all'orizzonte in direzione radiale (mirato verso l'esterno nel caso del buco nero, verso l'interno nel caso del buco bianco) rimarrebbe per sempre all'orizzonte. Così i due orizzonti del buco nero coincidono con i confini del cono di luce futuro di un evento al centro del diagramma (a ''T'' = ''X'' = 0), mentre i due orizzonti del buco bianco coincidono con i confini del cono di luce passato di questo stesso evento. Qualsiasi evento all'interno della regione interna del buco nero avrà un futuro cono di luce che rimane in questa regione (in modo tale che qualsiasi linea del mondo all'interno del futuro cono di luce dell'evento colpirà alla fine la singolarità del buco nero, che appare come [[Iperbole (geometria)|un'iperbole]] delimitata dai due buchi neri orizzonti), e qualsiasi evento all'interno della regione interna del buco bianco avrà un cono di luce passato che rimane in questa regione (tale che qualsiasi linea del mondo all'interno di questo cono di luce passato deve aver avuto origine nella singolarità del buco bianco, un'iperbole delimitata dai due bianchi orizzonti dei buchi). Si noti che sebbene l'orizzonte sembri un cono in espansione verso l'esterno, l'area di questa superficie, data da ''r,'' è solo <math>16\pi M^2</math>, una costante. Cioè, queste coordinate possono essere ingannevoli se non viene esercitata la cura.
<math>\sinh x = \frac {e^x - e^{-x}} {2}</math><br>
<math>\cosh x = \frac {e^x + e^{-x}} {2}</math></ref>


per <math>r>2GM </math>:
Può essere istruttivo considerare come ''sarebbero le curve di coordinate di Schwarzschild'' costanti quando tracciate su un diagramma di Kruskal-Szekeres. Si scopre che le curve di ''r-'' coordinate costanti nelle coordinate di Schwarzschild sembrano sempre iperboli delimitate da una coppia di orizzonti degli eventi a 45 gradi, mentre le linee di ''t'' -coordinate costanti nelle coordinate di Schwarzschild sembrano sempre linee rette a vari angoli che passano per il centro del diagramma. L'orizzonte degli eventi del buco nero confinante con la regione esterna I coinciderebbe con una ''coordinata t di'' Schwarzschild di + ∞ mentre l'orizzonte degli eventi del buco bianco confinante con questa regione coinciderebbe con una ''coordinata t di'' Schwarzschild di −∞, riflettendo il fatto che in Schwarzschild coordina un la particella impiega un tempo di coordinate infinito per raggiungere l'orizzonte (cioè la distanza della particella dall'orizzonte si avvicina a zero quando la ''coordinata t di'' Schwarzschild si avvicina all'infinito), e una particella che viaggia verso l'alto dall'orizzonte deve averla attraversata per un tempo di coordinate infinito in passato . Questo è solo un artefatto di come vengono definite le coordinate di Schwarzschild; una particella in caduta libera impiegherà solo un [[tempo proprio]] finito (tempo misurato dal proprio orologio) per passare tra un osservatore esterno e un orizzonte degli eventi, e se la linea del mondo della particella è tracciata nel diagramma di Kruskal-Szekeres, anche questo sarà solo prendere una coordinata temporale finita nelle coordinate Kruskal – Szekeres.
: <math>T = \left(\frac{r}{2GM} - 1\right)^{1/2}e^{r/4GM}\sinh\left(\frac{t}{4GM}\right)</math>
: <math>X = \left(\frac{r}{2GM} - 1\right)^{1/2}e^{r/4GM}\cosh\left(\frac{t}{4GM}\right)</math>


per <math>0<r<2GM</math>:
Il sistema di coordinate di Schwarzschild può coprire solo una singola regione esterna e una singola regione interna, come le regioni I e II nel diagramma di Kruskal-Szekeres. Il sistema di coordinate Kruskal-Szekeres, d'altra parte, può coprire uno spaziotempo "esteso al massimo" che include la regione coperta dalle coordinate di Schwarzschild. Qui, "esteso al massimo" si riferisce all'idea che lo spaziotempo non dovrebbe avere alcun "bordo": qualsiasi percorso geodetico può essere esteso arbitrariamente lontano in entrambe le direzioni a meno che non incontri una [[singolarità gravitazionale]] . Tecnicamente, questo significa che uno spaziotempo esteso al massimo è "geodicamente completo" (il che significa che qualsiasi geodetica può essere estesa a valori positivi o negativi arbitrariamente grandi del suo "parametro affine", <ref>{{Cita libro|autore=Hawking|nome=Stephen W.|autore2=George F. R. Ellis|titolo=The Large Scale Structure of Space-Time|anno=1975|editore=[[Cambridge University Press]]|p=[https://books.google.com/books?id=QagG_KI7Ll8C&lpg=PP1&pg=PA257#v=onepage&q&f=false 257]|ISBN=978-0-521-09906-6}}</ref> che nel caso di una geodetica timelike potrebbe essere solo il [[Tempo proprio|momento giusto]] ), o se alcune geodetiche sono incomplete, può essere solo perché terminano con una singolarità. <ref>{{Cita libro|autore=Hobson|nome=Michael Paul|autore2=George Efstathiou|autore3=Anthony N. Lasenby|titolo=General Relativity: An Introduction for Physicists|anno=2006|editore=Cambridge University Press|p=[https://books.google.com/books?id=5dryXCWR7EIC&lpg=PP1&pg=PA270#v=onepage&q&f=false 270]|ISBN=978-0-521-82951-9}}</ref> <ref>{{Cita libro|autore=Ellis|nome=George|autore2=Antonio Lanza|autore3=John Miller|titolo=The Renaissance of General Relativity and Cosmology: A Survey to Celebrate the 65th Birthday of Dennis Sciama|anno=1994|editore=Cambridge University Press|pp=[https://books.google.com/books?id=8cAHaIVu6DYC&lpg=PP1&pg=PA26#v=onepage&q&f=false 26–27]|ISBN=978-0-521-43377-8}}</ref> Per soddisfare questo requisito, si è scoperto che oltre alla regione interna del buco nero (regione II) in cui entrano le particelle quando cadono dall'esterno (regione I) attraverso l'orizzonte degli eventi, deve esserci un buco bianco separato all'interno regione (IV), che consente di aumentare le traiettorie delle particelle che un osservatore esterno vede che sale ''dalla'' orizzonte degli eventi, insieme a una regione esterna separata (regione III) che ci permette di estendere alcuni possibili traiettorie delle particelle nei due interni regioni. In realtà ci sono più modi possibili per estendere la soluzione esterna di Schwarzschild in uno spaziotempo massimamente esteso, ma l'estensione Kruskal-Szekeres è unica in quanto è una soluzione del vuoto [[Funzione analitica|massima, analitica]], [[Spazio semplicemente connesso|semplicemente connessa]] in cui tutte le geodetiche estese al massimo sono complete oppure la [[curvatura scalare]] diverge lungo di esse in tempo affine finito. <ref>{{Cita libro|autore=Ashtekar|nome=Abhay|titolo=One Hundred Years of Relativity|anno=2006|editore=[[World Scientific Publishing Company]]|p=[https://books.google.com/books?id=8jzSKJAswMwC&lpg=PP1&pg=PA97#v=onepage&q&f=false 97]|ISBN=978-981-256-394-1}}</ref>


: <math>T = \left(1 - \frac{r}{2GM}\right)^{1/2}e^{r/4GM}\cosh\left(\frac{t}{4GM}\right)</math>
== Variante del cono di luce ==
: <math>X = \left(1 - \frac{r}{2GM}\right)^{1/2}e^{r/4GM}\sinh\left(\frac{t}{4GM}\right)</math>.
In letteratura le coordinate Kruskal-Szekeres a volte compaiono anche nella loro variante del cono di luce:


Da qui si ricava<ref>ricordando che<br>
: <math>U = T - X</math>
: <math>V = T + X,</math>
<math>\sinh^2(x) - \cosh^2(x)=-1</math><br>
<math>\cosh^2(x) - \sinh^2(x)=1</math></ref>


<math>T^2 - X^2 = \left(1-\frac{r}{2GM}\right)e^{r/2GM}</math>
in cui la metrica è data da


tale che
: <math>ds^{2} = -\frac{32G^3M^3}{r}e^{-r/2GM}(dU dV) + r^2 d\Omega^2,</math>


<math>T^2 - X^2 = \begin{cases} 1 \qquad \text{per }r = 0 \\ 0 \qquad \text{per }r = 2GM \\ <0 \quad \text{per }r > 2GM \end{cases}
e ''r'' è definito implicitamente dall'equazione <ref>{{Cita libro|autore=Mukhanov|nome=Viatcheslav|autore2=Sergei Winitzki|titolo=Introduction to Quantum Effects in Gravity|anno=2007|editore=Cambridge University Press|pp=[https://books.google.com/books?id=vmwHoxf2958C&lpg=PP1&pg=PA111#v=onepage&q&f=false 111–112]|ISBN=978-0-521-86834-1}}</ref>
</math>


Il primo caso individua la singolarità centrale, che nelle coordinate di Schwarzschild è un punto mentre nel [[Sistema di riferimento cartesiano|piano cartesiano]] <math>(X,T)</math> diventa un'[[Iperbole (geometria)|iperbole equilatera]] di vertici <math>(X=0,T=1)</math> e <math>(X=0,T=-1)</math>.
: <math>UV = \left(1-\frac{r}{2GM}\right)e^{r/2GM}.</math>


Nel secondo caso si hanno due rette <math>T = \pm X</math> che dividono in quattro settori il piano <math>(X,T)</math> e corrispondono, in parte, all'orizzonte degli eventi individuato dalle coordinate di Schwarzschild.
Le coordinate del cono di luce hanno l'importante caratteristica che le geodetiche nulle in uscita sono date da <math>U = \text{constant}</math>, mentre le geodetiche nulle in entrata sono date da <math>V = \text{constant}</math> . Inoltre, gli orizzonti degli eventi (futuri e passati) sono dati dall'equazione <math>UV = 0</math> e la singolarità di curvatura è data dall'equazione <math>UV = 1</math> .


Per <math>0<r<2GM </math> si hanno delle iperbole che rappresentano i punti equidistanti dalla singolarità una volta passato l'orizzonte degli eventi.
Le coordinate del cono luminoso derivano strettamente dalle coordinate di Eddington-Finkelstein . <ref>MWT, Gravitation.</ref>


Per <math>r>2GM </math> si hanno delle iperbole, di asintoti perpendicolari alle precedenti, che rappresentano i punti equidistanti dalla singolarità prima dell'orizzonte degli eventi (vedasi figura).
== Voci correlate ==


Per quanto riguarda le geodetiche nulle radiali, per cui <math>ds^2 = 0 </math> e <math>d\Omega^2 = 0 </math>, ossia le traiettorie seguite dai raggi di luce (coni luce), l'elemento di linea di riduce a:
* [[Spazio-tempo di Schwarzschild|Coordinate di Schwarzschild]]

* [[Coordinate di Eddington-Finkelstein]]
<math>ds^2 = -dT^2 + dX^2 = 0</math>
* Coordinate isotropiche

* [[Coordinate di Gullstrand-Painlevé|Coordinate Gullstrand–Painlevé]]
che implica <math>dT^2 = dX^2</math> da cui, [[Integrale|integrando]],

<math>T = \pm X + cost</math>.

Ne consegue che i coni luce sono tutti triangoli rettangoli formati da rette parallele alle due diagonali che partono dall'origine, come se fossimo in uno spazio piatto.
== Caratteristiche ==
Il piano <math>(X,T)</math> è suddiviso in quattro regioni:

{| class="wikitable"
!I
|regione esterna
|<math> -X < T < +X </math>
|<math>2GM < r</math>
|-
!II
|interno del buco nero
|<math> \vert X \vert < T < \sqrt{ 1 + X^2 } </math>
|<math>0 < r < 2GM</math>
|-
!III
|regione esterna parallela
|<math> +X < T < -X </math>
|<math>2GM < r</math>
|-
!IV
|interno del buco bianco
|<math> - \sqrt{ 1 + X^2 } < T < - \vert X \vert </math>
|<math>0 < r < 2GM</math>
|}

La regione I corrisponde a quella rappresentata dalle coordinate di Schwarzschild e, messa insieme alla II, riproduce la regione rappresentata dalle [[Coordinate di Eddington-Finkelstein#Coordinate di Eddington-Finkelstein entranti|coordinate di Eddington-Finkelstein entranti]].

La regione I insieme alla regione IV riproduce la regione rappresentata dalle [[Coordinate di Eddington-Finkelstein#Coordinate di Eddington-Finkelstein uscenti|coordinate di Eddington-Finkelstein uscenti]].

Oltre ad avere insieme sia il buco nero che il buco bianco, che con le coordinate di Eddington-Finkelstein erano separati, compare una quarta regione simmetrica alla regione I.

== Ponte di Einstein-Rosen ==
{{vedi anche|Ponte di Einstein-Rosen}}

Le due regioni IV e I si toccano in <math>T=0</math> e <math>X=0</math>, corrispondenti alle coordinate di Schwarzschild <math>t=0</math> e <math>r=2GM</math>. Se ci si muove, a <math>T=0</math>, lungo <math>X</math> da <math>+\infty</math> a <math>-\infty</math>, il valore di <math>r</math> decresce fino a <math>r=2GM</math> e poi ricresce. Quindi in <math>X=0</math> le due regioni sono collegate mediante un passaggio di raggio <math>2GM</math>. Ripetendo la stessa operazione a <math>T=1</math>, <math>r</math> decresce fino a 0 e poi ricresce e quindi qui il passaggio si chiude. Per <math>T>1</math> non ci sono più punti di contatto. Simmetricamente si apre un passaggio in <math>0<T<-2GM</math>.

Tale passaggio è definito ponte di Einstein-Rosen e collegherebbe due ipoteteci universi paralleli. Da notare che nel diagramma, traiettorie con inclinazioni che escono dai coni, sono più veloci della luce, quindi l'attraversamento del ponte richiederebbe velocità ad essa superiori e in particolare, muoversi lungo l'asse <math>X</math> corrisponde a velocità infinita.


== Note ==
== Note ==
<references/>
 
*


== Bibliografia ==
== Bibliografia ==
* {{Cita libro|autore=Misner, Thorne, Wheeler|titolo=Gravitation|annooriginale=1973|anno=2017|editore=W H Freeman and Company|lingua=Inglese|ISBN=978-0-691-17779-3}}
* {{Cita libro|nome=Ray|cognome=D'Inverno|titolo=Intruducing Einstein's Relativity|data=1992|editore=Oxford University Press|lingua=en|pp=230–233|ISBN=0-19-859686-3}}
* {{Cita libro|nome=Piotr T.|cognome=Chruściel|titolo=The Schwarzschild Metric|url=https://doi.org/10.1007/978-3-030-28416-9_3|accesso=2021-08-04|collana=Compact Textbooks in Mathematics|data=2019|editore=Springer International Publishing|lingua=en|pp=51–117|ISBN=978-3-030-28416-9|DOI=10.1007/978-3-030-28416-9_3}}
== Voci correlate ==
* [[Spazio-tempo di Schwarzschild|Coordinate di Schwarzschild]]
* [[Coordinate di Eddington-Finkelstein]]
* [[Coordinate isotropiche]]
* [[Coordinate di Gullstrand-Painlevé|Coordinate Gullstrand–Painlevé]]

== Collegamenti esterni ==


* [https://www.youtube.com/watch?v=5U2UXHgguh8 Kruskal coordinates - YouTube]
* {{Cita libro|autore=Misner, Thorne, Wheeler|titolo=Gravitation|anno=1973|editore=W H Freeman and Company|ISBN=0-7167-0344-0}}
* [https://www.youtube.com/watch?v=1f2Hb7ibyI4 Wormhole and Kruskal Diagram - YouTube]
[[Categoria:Geometria lorentziana]]
[[Categoria:Sistemi di coordinate e metriche in relatività generale]]

Versione delle 09:55, 26 ago 2021

Diagramma di Kruskal-Szekeres, posto 2GM = 1. Il quadrante II contiene lo spazio-tempo compreso entro l'orizzonte degli eventi e il buco nero (iperbole blu scuro), il IV è lo spazio-tempo compreso entro l'orizzonte degli eventi del buco bianco e il buco bianco stesso (iperbole verde scuro). Il I e III quadrante sono le due regioni esterne (speculari l'un l'altra) agli orizzonti, rappresentati dalle linee tratteggiate a 45°. Le iperboli più chiare uniscono i punti equidistanti dalle due singolarità mentre le linee rette uniscono i punti allo stesso istante di tempo. È rappresentata anche la triettoria di una particella materiale che cade nel buco e tre coni luce attraverso cui passa.

In relatività generale le coordinate di Kruskal-Szekeres, scoperte indipendentemente da Martin Kruskal[1] e George Szekeres[2], sono un sistema di coordinate utilizzato per studiare lo spazio-tempo di Schwarzschild, ossia la geometria dello spazio-tempo in presenza di un buco nero. Questo sistema di coordinate è un' estensione massimale della varietà pseudo-riemanniana che descrive tale spazio-tempo, ossia è tale che una geodetica che parta da un punto qualsiasi della varietà può essere estesa infinitamente, a meno che non termini in una singolarità fisica.[3] Ciò permette di rappresentare in un unico grafico qualunque linea di universo percorribile da oggetti in presenza di un buco nero e del suo speculare matematico, il buco bianco.

Storia

La soluzione alle equazioni di Einstein inizialmente scoperta da Schwarzschild nel 1916 corrisponde al seguente elemento di linea:

dove è la costante gravitazionale, è la massa del buco nero e, avendo usato le coordinate sferiche, . Inoltre si sono usate le unità naturali per cui c = 1.

La corrispondente metrica, di segnatura (+ − − −), è:


Tale soluzione non è definita per , in quanto in tal caso la metrica è degenere (non è possibile determinare una distanza lungo o ), e per , in quanto si ha una divisione per zero, ossia una singolarità matematica. Ma mentre la singolarità in è dovuta alla presenza del buco nero, quella in non è fisicamente sensata, poichè corrisponde all'orizzonte degli eventi, che è soltanto un confine geometrico e non fisico.[4]

Il problema venne superato grazie da Eddington e Finkelstein tra il 1924 e il 1958, i quali introdussero il sistema di coordinate che porta il loro nome, in grado di descrivere oggetti entranti nel buco nero, eliminando quindi la singolarità matematica in .

Il sistema di Eddington-Finkelstein è costituito da una coppia di coordinate speculari rispetto al tempo in cui la prima corrisponde a una varietà pseudo-riemanniana in cui un oggetto o raggio di luce entra nel buco nero e la seconda a una in cui un oggetto o raggio di luce esce da un buco bianco:

(coordinate entranti)
(coordinate uscenti)

con , e

che è la coordinata della tartaruga definita da Tulllio Regge e John Wheeler, in un articolo del 1957.[5]

Entrambe quindi risolvono il problema della singolarità in solo parzialmente, funzionando la prima solo per oggetti entranti ma non per oggetti uscenti e viceversa la seconda,[6] infatti esse corispondono a due varietà riemanniane che rappresentano due distinte mappature della soluzione di Schwarzschild, pur essendo entrambe un estensione delle coordinate usate in essa. Per tutto ciò, sembrò naturale cercare un sistema di coordinate che le estendesse ulteriormente mettendole insieme e rendendo il risultato un'estensione massimale.

Tale risultato fu quello ottenuto indipendentemente da Kruskal e Szekeres nel 1960.[1][2] Un risultato analogo fu anche trovato da Christian Fronsdal nel 1959.[7]

Derivazione

Poichè le coordinate di Eddington e Finkelstein sostituiscono il tempo nella (1) con una coordinata rettilinea ( o ), lasciando invariata, l'idea è rendere anche rettilinea, utilizzando insieme e in (1) e così ottenendo il seguente elemento di linea:[8][6]:

.

Però anche così l'elemento di linea è degenere in e va quindi cercato un ulteriore sistema di coordinate che elimini il problema. Per fare ciò si può generalizzare il risultato (3) introducendo due nuove funzioni, ciascuna dipendente da una delle variabili di partenza, ossia e .

Kruskal scelse le forme

e

per motivi che si chiariscono con i calcoli.[9]

Da qui si ottiene[10]

e

che permettono di trasformare la (3) in

Tenendo conto delle definizioni di e in (2), si ottiene

da cui[11]

la cui metrica si esplicita in

che ha componente nulla lungo le direzioni puramente temporale () e spaziale () e per questo è definita metrica del cono di luce, in quanto la differenza tra parte spaziale e parte temporale è sempre nulla, come lungo un cono di luce. Si parla anche di coordinate nulle.[12]

Con un'ulteriore trasformazione di coordinate si può passare a un elemento di linea con metrica non nulla per le componenti puramente spaziale e temporale, infatti, posto

e

si ottiene

di metrica

Tale metrica è conformemente piatta, quindi ha la stessa struttura causale dello spaziotempo di Minkowski.

Quest'ultima forma è quella standard con cui vengono rappresentatate le coordinate di Kruskal-Szekeres che sostituiscono a e delle coordinate di Schwarzschild un nuova coordinata temporale e una nuova coordinata spaziale

Rappresentazione

Diagramma di Kruskal-Szekeres. Ogni fotogramma dell'animazione mostra un'iperbole blu corrispondente a tutti i punti equidistanti (in base alla coordinata radiale di Schwarzschild) dalla singolarità ad istanti successivi.

Mettendo insieme le definizioni (2), (4) e (5) si ottiene:[13]

per :

per :

.

Da qui si ricava[14]

tale che

Il primo caso individua la singolarità centrale, che nelle coordinate di Schwarzschild è un punto mentre nel piano cartesiano diventa un'iperbole equilatera di vertici e .

Nel secondo caso si hanno due rette che dividono in quattro settori il piano e corrispondono, in parte, all'orizzonte degli eventi individuato dalle coordinate di Schwarzschild.

Per si hanno delle iperbole che rappresentano i punti equidistanti dalla singolarità una volta passato l'orizzonte degli eventi.

Per si hanno delle iperbole, di asintoti perpendicolari alle precedenti, che rappresentano i punti equidistanti dalla singolarità prima dell'orizzonte degli eventi (vedasi figura).

Per quanto riguarda le geodetiche nulle radiali, per cui e , ossia le traiettorie seguite dai raggi di luce (coni luce), l'elemento di linea di riduce a:

che implica da cui, integrando,

.

Ne consegue che i coni luce sono tutti triangoli rettangoli formati da rette parallele alle due diagonali che partono dall'origine, come se fossimo in uno spazio piatto.

Caratteristiche

Il piano è suddiviso in quattro regioni:

I regione esterna
II interno del buco nero
III regione esterna parallela
IV interno del buco bianco

La regione I corrisponde a quella rappresentata dalle coordinate di Schwarzschild e, messa insieme alla II, riproduce la regione rappresentata dalle coordinate di Eddington-Finkelstein entranti.

La regione I insieme alla regione IV riproduce la regione rappresentata dalle coordinate di Eddington-Finkelstein uscenti.

Oltre ad avere insieme sia il buco nero che il buco bianco, che con le coordinate di Eddington-Finkelstein erano separati, compare una quarta regione simmetrica alla regione I.

Ponte di Einstein-Rosen

Lo stesso argomento in dettaglio: Ponte di Einstein-Rosen.

Le due regioni IV e I si toccano in e , corrispondenti alle coordinate di Schwarzschild e . Se ci si muove, a , lungo da a , il valore di decresce fino a e poi ricresce. Quindi in le due regioni sono collegate mediante un passaggio di raggio . Ripetendo la stessa operazione a , decresce fino a 0 e poi ricresce e quindi qui il passaggio si chiude. Per non ci sono più punti di contatto. Simmetricamente si apre un passaggio in .

Tale passaggio è definito ponte di Einstein-Rosen e collegherebbe due ipoteteci universi paralleli. Da notare che nel diagramma, traiettorie con inclinazioni che escono dai coni, sono più veloci della luce, quindi l'attraversamento del ponte richiederebbe velocità ad essa superiori e in particolare, muoversi lungo l'asse corrisponde a velocità infinita.

Note

  1. ^ a b (EN) M. D. Kruskal, Maximal Extension of Schwarzschild Metric, in Physical Review, vol. 119, n. 5, 1º settembre 1960, pp. 1743–1745, DOI:10.1103/PhysRev.119.1743. URL consultato il 26 marzo 2021.
  2. ^ a b (EN) George Szekeres, On the singularities of a Riemannian manifold, in Publ.Math.Debrecen, vol. 7, 1960, pp. 285-301.
  3. ^ (EN) Ray D'Inverno, 17.1 Maximal analytic extensions, in Intruducing Einstein's Relativity, Oxford University Press, 1992, p. 230, ISBN 0-19-859686-3.
  4. ^ Calcolando la curvatura mediante il tensore di Riemann, in essa diverge, in no
  5. ^ (EN) Tullio Regge e John A. Wheeler, Stability of a Schwarzschild Singularity, in Physical Review, vol. 108, n. 4, 15 novembre 1957, pp. 1063–1069, DOI:10.1103/PhysRev.108.1063. URL consultato l'8 agosto 2021.
  6. ^ a b (EN) Charles W. Misner, Kip S. Thorne e John Archibald Wheeler, 31.4. Several well-behaved coordinate systems, in Gravitation, p. 831.
  7. ^ (EN) C. Fronsdal, Completion and Embedding of the Schwarzschild Solution, in Physical Review, vol. 116, n. 3, 1º novembre 1959, pp. 778–781, DOI:10.1103/PhysRev.116.778. URL consultato il 4 agosto 2021.
  8. ^ Per definizione di e :
    e
    da cui
    e
    che vanno sostituiti nella (1), dove i termini quadratici e si annullano.
  9. ^ In particolare verrà sfruttata l'uguaglianza
  10. ^
  11. ^
  12. ^ Carlo Rovelli, 3.3.1 Geometria lorentziana - Coordinate nulle, in Relatività generale. Una semplice introduzione., Adelphi, 2021, p. 78, ISBN 978-88-459-8452-5.
  13. ^ Sfruttando le definizioni delle funzioni iberboliche:

  14. ^ ricordando che

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni