Vilayet albanese

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I 4 vilayet ottomani (Kosovo, Scutari, Monastir e Ioannina), proposero di formare il Vilayet albanese
Alfabeto albanese Abjad chiamato Elifbaja, del periodo ottomano.

Il Vilayet albanese (in turco-ottomano ولايت ارناود, Vilâyet-i Arnavid) fu un progetto per la creazione di un vilayet dell'Impero ottomano nella penisola balcanica occidentale, che doveva includere i quattro vilayet ottomani con consistenti popolazioni di etnia albanese: il Vilayet del Kosovo, il Vilayet di Scutari, il Vilayet di Monastir e il Vilayet di Giannina. In alcune proposte includeva anche il Vilayet di Salonicco.[1][2][3] La creazione del Vilayet fu confermata nel settembre 1912 ma i negoziati furono interrotti un mese dopo, in ottobre, all'inizio della prima guerra balcanica. I piani per un vilayet albanese furono abbandonati con la spartizione dell'Albania.

Un grande vilayet albanese separato faceva parte dell'agenda di molte organizzazioni e società albanesi fin dal 1877, durante il periodo noto come il risveglio nazionale albanese. L'istituzione di un tale vilayet fu concordata tra i ribelli albanesi e i rappresentanti autorizzati del governo ottomano il 4 settembre 1912, a seguito della rivolta albanese del 1912. Subito dopo quell'accordo, tuttavia, scoppiò la prima guerra balcanica e la maggior parte del restante territorio europeo dell'Impero ottomano fu occupato dagli stati membri della Lega balcanica. Dopo la conquista di Skopje da parte dell'esercito del Regno di Serbia, Ismail Qemali invitò un gruppo di albanesi di tutti e quattro i vilayet ottomani che erano concordi per l'unione in un Vilayet albanese, a partecipare a un Congresso panalbanese a Valona. Lì dichiararono l'indipendenza il 28 novembre 1912 e istituirono il governo provvisorio dell'Albania.

Gli stessi territori furono rivendicati dalle nazioni della regione che avevano già elevato la loro progressione nazionale a uno stato indipendente: il Vilayet di Scutari fu rivendicato da serbi e montenegrini, il Vilayet del Kosovo da serbi, montenegrini e bulgari, il Vilayet di Monastir da serbi, greci e bulgari e il Vilayet di Giannina dai greci.[4] A poche settimane dall'inizio della prima guerra balcanica, la maggior parte dei territori destinati al Vilayet albanese era nelle mani degli stati membri della Lega balcanica, giuridicamente come condominio.[5] Le ultime frontiere tra i membri della Lega balcanica e il nuovo Principato d'Albania furono decise dai trattati di Londra e Bucarest, e ignorarono le frontiere del proposto Vilayet albanese, lasciando consistenti popolazioni albanesi al di fuori dal nuovo stato-nazione albanese.

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

Comitato centrale per la difesa dei diritti albanesi[modifica | modifica wikitesto]

Il Comitato centrale per la difesa dei diritti albanesi fu un'organizzazione fondata nel 1877 nella città di Istanbul, nell'Impero ottomano, da un influente gruppo di intellettuali, patrioti e politici albanesi, come Sami Frashëri, Vaso Pasha, Abdyl Frashëri e molti altri.[6] Il presidente del Comitato era Abdyl Frashëri.

Questo Comitato pubblicò l'idea di unire i vilayet di Monastir, Scutari, Kosovo e Giannina in un vilayet albanese nel giornale Tercüman-ı Hakikat.[7] Contrariamente a quanto si dice spesso, una rivendicazione di territori includeva anche il Vilayet di Salonicco.[2][8]

Lega di Prizren, 1878[modifica | modifica wikitesto]

La Lega di Prizren fu un'organizzazione politica albanese fondata il 10 giugno 1878 a Prizren, nella provincia ottomana del Kosovo (vilayet). La posizione iniziale della lega, basata sulla solidarietà religiosa dei proprietari terrieri e delle persone legate all'amministrazione ottomana e alle autorità religiose, fu motivo per nominare la lega "Il Comitato dei veri musulmani" in albanese Komiteti i Myslimanëve të Vërtetë) [9] Sulla prima riunione della lega fu scritto un memorandum decisionale (kararname) che non menzionava le riforme, l'autonomia o l'unione dei vilayet popolati albanesi in un vilayet.[10]

Subito dopo la prima riunione, l'organizzazione, adottò un nuovo ordine del giorno, sotto l'influenza di Abdyl Frashëri, che includeva l'istituzione del Vilayet albanese.[11] Non fu un appello all'indipendenza albanese, o all'autonomia all'interno dell'Impero ottomano ma, come proposto da Pashko Vasa, semplicemente l'unificazione di tutti i territori di lingua albanese all'interno di un vilayet.[12]

Il Tercümân-i-Şark (L'interprete orientale, giornali che fornivano una copertura dettagliata sugli eventi nell'area popolata albanese), di cui Sami Frashëri era membro dello staff, riferiva sugli eventi nell'area popolata albanese (in turco Arnavudluk) e sulla società unionista (in turco cemiyet-i ittihadiye) stabilito dai delegati della Lega di Prizren.[13]

Lega di Peja, 1899[modifica | modifica wikitesto]

La Lega di Peja (in albanese Lidhja e Pejës) fu un'organizzazione politica albanese fondata nel 1899 nella città di Pejë (Peć), in Kosovo. Era guidata da Haxhi Zeka, un ex membro della Lega di Prizren e condivideva la stessa piattaforma alla ricerca di un vilayet albanese autonomo all'interno dell'Impero ottomano. I membri della lega era divisi in due gruppi. Il primo gruppo erano membri conservatori e più moderati e volevano che i cinque vilayet (incluso anche il Vilayet di Salonicco) fossero uniti nel vilayet albanese. Il secondo gruppo di membri erano più radicali e volevano la piena autonomia amministrativa per i quattro vilayet uniti nel vilayet albanese.[3]

Rivolta albanese del 1912[modifica | modifica wikitesto]

La bandiera dell'Autonoma Albanese Vilayet[14]

La rivolta albanese del 1912 fu una delle tante rivolte albanesi nell'Impero ottomano e durò da gennaio ad agosto 1912. La rivolta iniziò nella parte occidentale del Vilayet del Kosovo[15] e fu guidata da Hasan Pristina, Nexhip Draga, Bajram Curri, Riza Bey e altri.[16] Hasan Prishtina, che si trovava nel vilayet del Kosovo durante la rivolta, e Ismail Qemali che era in Europa per raccogliere le armi e il denaro, tentarono di convincere l'opinione pubblica europea della causa della rivolta e mantennero le comunicazioni attraverso il consolato britannico a Skopje.[17] Essad Pasha Toptani obbligò sé stesso a organizzare la rivolta nell'Albania centrale e a Mirdita.[18]

Dopo una serie di successi, i ribelli albanesi riuscirono a conquistare la città di Skopje, il centro amministrativo del Vilayet del Kosovo durante il dominio ottomano.[19][20][21] La rivolta terminò quando il governo ottomano accettò tutte le richieste (ignorando solo l'ultima, ovvero la corte marziale per gli ufficiali ottomani che tentarono di reprimere la rivolta) il 4 settembre 1912.[22]

Elenco delle richieste accettate[modifica | modifica wikitesto]

Territorio conquistato nella prima guerra balcanica.

Il 9 agosto 1912 i ribelli albanesi presentarono un nuovo elenco di richieste (il cosiddetto elenco dei quattordici punti ) relative al vilayet albanese che può essere riassunto come segue:[23]

  • Sistema autonomo di amministrazione e giustizia
  • Prestazione degli albanesi al servizio militare solo nel territorio dei quattro vilayeti, tranne in tempo di guerra
  • Impiego dei funzionari che conoscono la lingua e i costumi locali, ma non necessariamente albanesi,
  • Istituzione di nuovi licei e scuole agrarie nei distretti più grandi
  • Riorganizzazione e ammodernamento delle scuole religiose e uso della lingua albanese nelle scuole secolari
  • Libertà di istituire scuole e società private
  • Lo sviluppo del commercio, dell'agricoltura e dei lavori pubblici
  • Amnistia generale per tutti gli albanesi coinvolti nella rivolta
  • Corte marziale per quegli ufficiali ottomani che hanno tentato di reprimere la rivolta

Il governo ottomano pose fine alle rivolte albanesi accettando tutte le richieste (ignorando solo l'ultima) il 4 settembre 1912.[22] Hasan Prishtina stava progettando di avviare una nuova rivolta in tre o quattro mesi, perché il suo obiettivo principale non era l'autonomia ma l'indipendenza del Vilayet alabanese. Tuttavia la prima guerra balcanica scoppiò presto e distrusse i suoi piani.[24]

Prima guerra balcanica[modifica | modifica wikitesto]

Disposizione dei territori occupati durante le guerre balcaniche secondo il Trattato di Bucarest (1913).

Quando scoppiò la prima guerra balcanica, i membri della Lega balcanica conquistarono la maggior parte del territorio che era stato promesso essere il Vilayet albanese nel periodo ottobre-dicembre 1912. Gli alleati balcanici pianificarono la spartizione del territorio europeo dell'Impero ottomano tra di loro e nel frattempo fu stabilito che il territorio conquistato avesse lo status giuridico di condominio.[5] Il destino finale del territorio conquistato doveva essere deciso dal Trattato di Londra e dal Trattato di Bucarest.

Dichiarazione di indipendenza albanese[modifica | modifica wikitesto]

Quando l'esercito del Regno di Serbia vinse la battaglia di Kumanovo e conquistò Skopje e quando l'esercito bulgaro catturò Kırk Kilise, all'inizio della prima guerra balcanica, Ismail Qemali decise di inviare telegrammi agli albanesi dal Vilayet albanese per venire al congresso a Valona il 28 novembre 1912.[25] Fu dichiarata l'indipendenza e fu istituito un governo provvisorio.[26]

Trattati di Londra e Bucarest[modifica | modifica wikitesto]

I trattati di Londra e Bucarest si occuparono degli adeguamenti territoriali derivanti dalla conclusione delle guerre balcaniche.[27] Le frontiere del neo istituito Principato d'Albania comprendevano solo la parte del territorio del vilayet albanese mentre la sua parte più grande divenne parte degli stati slavi e della Grecia (Lega dei Balcani).[28] Il Regno di Bulgaria perse le parti conquistate del vilayet albanese durante la seconda guerra balcanica.[29]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Nathalie Clayer, Aux origines du nationalisme albanais: la naissance d'une nation majoritairement musulmane on Europe, Karthala, 2007, p. 463, ISBN 978-2-84586-816-8.
    «Contrairement à ce qui est souvent affirmé, la revendication d'un territoire englobant le vilayet de Salonique fut assez fréquente»
  2. ^ a b Dušan T. Bataković, The Albanian League, in The Kosovo Chronicles, Belgrade, Serbia, Knižara Plato, ISBN 86-447-0006-5.
    «Plans were then already voiced for including even the Salonika vilayet»
  3. ^ a b Charles Jelavich e Barbara Jelavich, The establishment of the Balkan national states, 1804–1920, University of Washington Press, 1986, p. 86, ISBN 978-0-295-96413-3.
    «The first, more moderate, wanted the five vilayets (this would include Thessaloniki) that were inhabited by Albanians to be united in a single province ... plan receives support of the conservatives. The more radical group desired unification of just four vilayets, but with full administrative autonomy»
  4. ^ Mortimer Sellers e Tadeusz Tomaszewski, The Rule of Law in Comparative Perspective, a cura di Sellers, London, Springer Dordrecht Heidelberg, 15 aprile 2010, p. 202, DOI:10.1007/978-90-481-3749-7, ISBN 978-90-481-3748-0.
    «However, the same regions were also claimed by those nations living in area that had started their national developments and risen to nation statehood level somewhat before Albanians. The vilayets of Shkodra (part of present Albania) and Kosovo (an independent state now) were claimed by Serbs and Montenegrins, Monastir by Serbs and Bulgarians and Ioaninna by the Greek.»
  5. ^ a b archive.org, 1914, https://archive.org/stream/reportofinternat00inteuoft#page/46/mode/2up/search/47. URL consultato il 10 gennaio 2011.
    «In a few weeks the territories of Turkey in Europe .. by the Balkan allies ... in their hands as condominium»
  6. ^ Robert Elsie, Albanian literature: a short history, I. B.Tauris & Company, Limited, gennaio 2006, pp. 75–76, ISBN 1-84511-031-5.
  7. ^ Dušan T. Bataković, The Albanian League, in The Kosovo Chronicles, Belgrade, Serbia, Knižara Plato, ISBN 86-447-0006-5.
    «The plan of the Committee, published in the Tercuman – i Sark paper, anticipated the founding of a single Albanian vilayet that would encompass the Kosovo, Bitolj, Scutari and Janjevo vilayets.»
  8. ^ Nathalie Clayer, Aux origines du nationalisme albanais: la naissance d'une nation majoritairement musulmane on Europe, Karthala, 2007, p. 463, ISBN 978-2-84586-816-8.
    «Contrairement a ce qui est souvent affirme, la revendication d'un territorie englobant le vilayet de Salonique fut assez frequente»
  9. ^ Michal Kopeček, Ahmed Ersoy e Maciej Gorni, Discourses of collective identity in Central and Southeast Europe (1770–1945), vol. 1, Budapest, Hungary, Central European University Press, 2006, p. 348, ISBN 963-7326-52-9.
    «The position of the League in the beginning was based on religious solidarity. It was even called Komiteti i Myslimanëve të Vërtetë (The Committee of the Real Muslims) ... decisions are taken and supported mostly by landlords and people closely connected with Ottoman administration and religious authorities..»
  10. ^ George Walter Gawrych, The crescent and the eagle: Ottoman rule, Islam and the Albanians, 1874–1913, London, I.B. Tauris, 2006, pp. 46–47, ISBN 1-84511-287-3.
    «a 16 point "decision memorandum" (kararname) said nothing about reforms, schools, autonomy, nothing even about the unification of the Albanian lands in one vilayet»
  11. ^ Michal Kopeček, Discourses of collective identity in Central and Southeast Europe (1770–1945), vol. 2, Budapest, Hungary, Central European University Press, 2007, ISBN 978-963-7326-60-8.
    «Soon after this first meeting, ... mainly under the influence of ... Abdyl Frashëri ... new agenda included ... the fonding of an autonomous Albanian Vilayet»
  12. ^ Robert Elsie, Albanian literature: a short history, London, I.B. Tauris in association with the Centre for Albanian Studies, 2005, p. 82, ISBN 1-84511-031-5.
    «Far from an appeal for Albania independence, or even autonomy within empire, Pashko Vasa proposed simply the unification of Albanian speaking territory within one vilayet, and a certain degree of local government»
  13. ^ George Walter Gawrych, The crescent and the eagle: Ottoman rule, Islam and the Albanians, 1874–1913, London, I.B. Tauris, 2006, pp. 46–47, ISBN 1-84511-287-3.
    «Tercümân-i-Şark, which had Shamseddin Sami on its staff, provided detailed coverage of events in Albania. The paper reported that Albanians from all over Albania (Arnavudluk) ... the delegates established a unionist society (cemiyet-i ittihadiye).»
  14. ^ worldstatesmen.org, http://www.worldstatesmen.org/Albania.htm.
  15. ^ Robert Elsie, Historical dictionary of Kosova, United States of America, Scarecrow Press Inc., 2004, p. xxx, ISBN 0-8108-5309-4.
    «1912 spring: beginning of uprising in many parts of western Kosova»
  16. ^ (SR) Dimitrije Bogdanović, Albanski pokreti 1908–1912., in Antonije Isaković (a cura di), Knjiga o Kosovu, vol. 2, Belgrade, Serbian Academy of Sciences and Arts, novembre 2000 [1984]. URL consultato il 24 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 31 gennaio 2011).
    «Na čelu ustanka u kosovskom vilajetu bili su Hasan Priština, Nedžib Draga, Bajram Curi, Riza-bej i dr.»
  17. ^ (SQ) Hasan Prishtina, Nji shkurtim kujtimesh mbi kryengritjen shqiptare të vjetit 1912. Shkrue prej Hassan Prishtinës (Translated by Robert Elsie), Shkodra, Shtypshkroja Franciskane. URL consultato il 24 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 10 gennaio 2011).
    «Ismail Kemal was ... staying in Europe to help gather weapons and money and to win over European public opinion ... agreed to keep in contact through the British Consulate in Skopje.»
  18. ^ (SQ) Hasan Prishtina, Nji shkurtim kujtimesh mbi kryengritjen shqiptare të vjetit 1912. Shkrue prej Hassan Prishtinës (Translated by Robert Elsie), Shkodra, Shtypshkroja Franciskane. URL consultato il 24 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 10 gennaio 2011).
    «Essad Pasha assured us that he could manage things in Central Albania and Mirdita.»
  19. ^ (SR) Dimitrije Bogdanović, Albanski pokreti 1908–1912., in Antonije Isaković (a cura di), Knjiga o Kosovu, vol. 2, Belgrade, Serbian Academy of Sciences and Arts, novembre 2000 [1984]. URL consultato il 24 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 31 gennaio 2011).
    «ustanici su uspeli da slomiju otpor turske armije, da ovladaju celim kosovskim vilajetom do polovine avgusta 1912, što znači da su tada imali u svojim rukama Prištinu, Novi Pazar, Sjenicu pa čak i Skoplje»
  20. ^ John Phillips, The rise of Albanian nationalism, in Macedonia: warlords and rebels in the Balkans, London, I.B. Tauris, 2004, p. 29, ISBN 1-86064-841-X.
    «An Albanian uprising in Kosovo for independent schools in May 1912 led to capture of Skopje by rebels in August»
  21. ^ Taru Bahl e M.H. Syed, The Balkan Wars and creation of Independent Albania, in Encyclopaedia of the Muslim World[collegamento interrotto], New Delhi, Anmol publications PVT. Ltd., 2003, p. 53, ISBN 81-261-1419-3.
    «The Albanians once more raise against Ottoman Empire in May 1912 and took Macedonian capitol of Skopje by August»
  22. ^ a b Stanford J. Shaw e Ezel Kural Shaw, Clearing the Decks: Ending the Tripolitanian War and the Albanian Revolt, in History of the Ottoman Empire and modern Turkey, vol. 2, United Kingdom, The Press Syndicate of University of Cambridge, 2002 [1977], p. 293, ISBN 0-521-29166-6.
    «Therefore, with only final point being ignored, on September 4, 1912, the government accepted proposals and the Albanian revolt was over»
  23. ^ Stanford J. Shaw e Ezel Kural Shaw, Clearing the Decks: Ending the Tripolitanian War and the Albanian Revolt, in History of the Ottoman Empire and modern Turkey, vol. 2, United Kingdom, The Press Syndicate of University of Cambridge, 2002 [1977], p. 293, ISBN 0-521-29166-6.
  24. ^ (SQ) Hasan Prishtina, Nji shkurtim kujtimesh mbi kryengritjen shqiptare të vjetit 1912. Shkrue prej Hassan Prishtinës (Translated by Robert Elsie), Shkodra, Shtypshkroja Franciskane. URL consultato il 24 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 10 gennaio 2011).
    «I told the honoured gentlemen that we would organise another uprising in three or four months' time and would then declare independence ... the Balkan War soon broke out, which destroyed all of our plans.»
  25. ^ Ismail Qemali, Time to act, in Sommerville Story (a cura di), The Memoires of Ismail Kemal Bey, William Morton Fullerton, London, Constble and Company Limited, 1920 [1920], pp. 369, 370.
    «.. Bulgarian army were in occupation of Kirk-Kilisee and Serbs had seized Uskub ..., I realised that the time had come for us Albanians to take vigorous measures ... I arrived at Bucharest .. I telegraphed to all parts of Albania ... asked that delegates should be sent from all parts of the country to Valona»
  26. ^ Copia archiviata, su albanianhistory.net, 2007. URL consultato il 21 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 7 maggio 2011).
    «The delegates unanimously agreed with the words of Ismail Kemal bey and resolved that Albania, as of today, should be on her own, free and independent under a provisional government.»
  27. ^ Michael Graham Fry, Erik Goldstein e Richard Langhorne, Guide to International Relations and Diplomacy, London, Continuum, 2002, p. 145, ISBN 0-8264-5250-7.
    «Treaty of London consisted simply of cession by the Sultan to the Great Powers of all Ottoman territory in Europe except ... It was the Treaty of Bucharest, 13 August 1913, which provided the definitive settlement after the Second Balkan War»
  28. ^ Charles Jelavich e Barbara Jelavich, The establishment of the Balkan national states, 1804–1920, University of Washington Press, 1986, p. 232, ISBN 978-0-295-96413-3.
  29. ^ Michael Graham Fry, Erik Goldstein e Richard Langhorne, Guide to International Relations and Diplomacy, London, Continuum, 2002, p. 145, ISBN 0-8264-5250-7.
    «had led in defeat of Bulgaria ... while additions to Bulgarian territory were confined to a narrow additional strip»

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Albania