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Great Ormond Street Hospital
Vista frontale dell’ospedale
StatoRegno Unito
LocalitàLondra
IndirizzoGreat Ormond Street
Fondazione1852
Posti letto389
Num. impiegatiPiù di 4000 persone
Sito webwww.gosh.org/

Il “Great Ormond Street Hospital” (GOSH), centro d’eccellenza internazionale, è stato il primo ospedale del Regno Unito ad offrire cure ospedaliere dedicate ai bambini ed è tutt’oggi uno dei principali ospedali pediatrici al mondo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Fondazione[modifica | modifica wikitesto]

Charles West

Il “Great Ormond Street Hospital” è stato fondato nel 1852 dal medico inglese Charles West. Prima della sua fondazione, in Inghilterra, a differenza delle altre nazioni europee, non esisteva alcun ospedale dedicato ai bambini. Inoltre, dal 1800 al 1900, la popolazione londinese era cresciuta in modo esponenziale da 10 milioni a 32 milioni di abitanti, crescita che però non era stata seguita da un miglioramento degli ospedali, che erano ancora pochi e mal gestiti, ma solo da un aumento della povertà e quindi delle morti infantili dovute a malnutrizione e scarsa igiene[1]. Di

Intorno alla metà del XIX secolo, infatti, le malattie infantili erano talmente gravi che un bambino su cinque moriva entro un anno dalla nascita e uno su tre prima del completamento del quinto anno[2]. Tuttavia, per evitare l’alto tasso di mortalità, si faceva poco o niente, infatti uno studio del 1843  indicò che solo 136 pazienti sotto l’età di 10 anni erano stati ammessi negli ospedali londinesi[3], ma che, delle 51 mila persone morte quell’anno, ben 21 mila erano bambini sotto i dieci anni[4].

Nonostante fosse nella coscienza comune la necessità di fare qualcosa per diminuire la mortalità infantile ed aiutare i bambini, nessuno considerava la fondazione di un ospedale pediatrico come la strada migliore da seguire[5], anzi molte persone influenti, tra cui Florence Nightingale, sostenevano che un ospedale esclusivamente dedicato ai bambini non fosse necessario in quanto troppo costoso e persino pericoloso per il rischio di diffusione di malattie infettive[6].

Un medico, però, il dottor Charles West era fermamente convinto, nonostante tutti gli andassero contro, che un ospedale pediatrico, grazie al progresso della medicina unito ad una buona gestione, avrebbe diminuito drasticamente la mortalità infantile e alla lunga migliorato la salute del bambino nella società[7]. Nel gennaio del 1850 ci fu la prima riunione del comitato provvisorio dell’ospedale, composto da nove uomini (uno dei quali era proprio il dottor Charles West), che diede vita al progetto. L’ospedale aprì per la prima volta le porte al pubblico il 14 febbraio del 1852 con il nome di “Ospedale per bambini malati” al numero quarantanove della strada Great Ormond (da cui poi prenderà il nome), nella villa dove aveva vissuto 150 anni prima il medico personale della regina Anna, Richard Mead, e proprio nella sua libreria fu istituito il primo reparto[8].

Questo portò un grande cambiamento nel modo in cui i bambini e l’infanzia erano percepiti dalla società. Si iniziò a comprendere che i bambini hanno bisogno di cure mediche specifiche, separate dagli adulti, che necessitano di un approccio diverso[9].

I primi anni[modifica | modifica wikitesto]

Facciata principale dell’ospedale (1872)

Sin dai primi anni l’ospedale dovette affrontare una serie di problematiche, prima fra tutte il numero di posti letto: questi, infatti, erano soltanto dieci (in seguito aumentati a venti), inoltre i pazienti erano pochi e quasi tutti del posto o di distretti vicini. L’esiguo numero di pazienti era dovuto al fatto che l’ospedale inizialmente fu visto con sospetto. Presto, però, la sua reputazione iniziò a diffondersi in tutta la città, soprattutto grazie a Charles Dickens, il quale scrisse un articolo, "Drooping Buds", nella sua rivista Household Words dove pubblicizzava il “Great Ormond Street Hospital” definendolo una necessità. Solo poche settimane dopo la pubblicazione dell’articolo la regina Vittoria fece una grande donazione all’ospedale e divenne la sua patrona ufficiale[10]. Aumentando la fama è aumentato gradualmente il numero di bambini ammessi, da trentadue nel 1862 a cinquantaquattro nel 1876 fino ad ottanta nel 1881[11].

Inizialmente le regole prevedevano che soltanto i pazienti con età compresa tra i due e i dieci anni potessero essere ammessi in ospedale; i bambini più grandi dovevano, invece, recarsi presso gli ospedali per adulti. Dal 1950 è stata introdotta la “medicina adolescenziale”, per cui i pazienti curati in ospedale potevano arrivare ad avere anche 19 anni[12].

Inoltre, nei primi anni i pazienti venivano tutti ricoverati in un solo reparto e curati per le malattie più disparate, come la bronchite, la tubercolosi e la sifilide, ma anche malesseri minori come diarrea o febbre, il che di certo non aiutava la salute dei bambini[13].

Placca in onore della matrona Miss Gwendoline Maud Kirby

Altro problema riguardava il personale sanitario: oggi esso conta più di 2500 lavoratori, ma, alla sua apertura, in ospedale lavoravano soltanto due medici, Charles West e William Jenner, i quali non furono retribuiti fino all’avvento dell’NHS (National Health Service) nel 1948. Accanto ai due medici vi erano poi una matrona, un chirurgo e delle infermiere. L’annuncio per la prima matrona, apparso il 21 novembre 1851, affermava che ella dovesse essere un membro della Chiesa d’Inghilterra, single e di età compresa tra i 30-45 anni; lo stipendio era di 40 dollari l’anno, compresi vitto e alloggio. La signora Willey fu la prima matrona del “Great Ormond Street Hospital”[14].

Nel corso degli anni fu aggiunto pian piano altro personale. Nel 1862 fu affidato per la prima volta un nuovo incarico, ossia quello di sovrintendente dell’ospedale a Isabella Babb, che non veniva retribuita. Il suo ruolo era quello di supervisionare le infermiere e infondere loro “rispettabilità e decoro”. La più famosa tra le sovrintendenti fu Catherine Wood, la quale scrisse diversi libri, tra cui “Handbook of Nursing for the Home and Hospital” [15]. Ella iniziò come sottoposta ad Isabella Babb ma dopo aver dimostrato le sue abilità fu nominata sovrintendente nel 1863 e vi rimase per ben venticinque anni, fino al 1888[16].


Tuttavia, la sovrintendente fu solo uno degli ruoli che iniziarono a nascere all’interno dell’ospedale contemporaneamente ad un’enorme crescita del numero di persone ricoverate e di ruoli sempre più specializzati . Il personale clinico, a questo punto, era già cresciuto: vi erano infatti sette medici, cinque chirurghi, un dentista, un farmacista e 24 infermieri[17].

Ingresso dell’ospedale

I bambini[modifica | modifica wikitesto]

Quando il “Great Ormond Street Hospital” ha aperto, la carenza di conoscenza medica faceva sì che i pazienti ricevessero davvero poco rispetto a quello che gli standard moderni chiamano trattamento medico. Poiché molti dei pazienti provenivano da famiglie povere, essi beneficiavano semplicemente del soddisfacimento dei bisogni umani fondamentali che erano stati loro negati, come pasti sani e regolari, pulizia e calore. Non c’erano farmaci sofisticati e la chirurgia era limitata a procedure come la puntura degli ascessi, l’amputazione degli arti e la rimozione dei calcoli vescicali. Il cloroformio, che era il principale anestetico della chirurgia durante l’età vittoriana, era in uso solo dal 1847 e non era ancora ampiamente utilizzato quando il “Great Ormond Street Hospital” ha aperto. Il tasso di mortalità per intervento chirurgico era molto alto e le cause principali erano le infezioni post-operatorie poco conosciute ai tempi. La chirurgia era quindi generalmente evitata ove possibile[18].

L’ospedale durante le Grandi Guerre[modifica | modifica wikitesto]

Il secolo scorso è stato caratterizzato da due grandi conflitti che hanno avuto un impatto devastante sulle persone: la prima e la seconda guerra mondiale. Coloro i quali ne hanno risentito particolarmente sono stati i bambini; tuttavia, se da una parte la guerra è stata motivo di profondo dolore per i giovani, dall’altra è proprio durante la guerra che il loro ruolo sociale è stato rivalutato, poichè hanno rappresentato l’unica speranza per un futuro migliore. In Inghilterra il “Great Ormond Street Hospital” divenne l’ospedale di riferimento per l’assistenza e la cura dei bambini. Nella seconda guerra mondiale fu deciso di creare nella sanità dei veri e propri luoghi che si occupassero di tutelare il benessere e la salute dei bambini. Uno degli esempi più importanti è stata la creazione nel 1946 dell’ “Institute of Child Health” nel “Great Ormond Street Hospital”[19].

La Prima Guerra Mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Il “Great Ormond Street Hospital” dovette affrontare periodi difficili. Nella prima guerra mondiale, infatti, fu trasformato in un rifugio per i bambini provenienti dalla Francia e dal Belgio. Dal punto di vista economico in tale periodo l’ospedale purtroppo non riuscì a risanare i suoi debiti e si ritrovò con oltre £ 5,000 in più da pagare rispetto all’anno precedente.Una delle cause principali fu il rialzo dei prezzi delle provviste essenziali come il cibo, i medicinali, il carbone e il gas. La fase di massima crisi venne raggiunta nel 1920, quando i debiti superarono i £ 30,000[20].

Negli stessi anni scoppiò un’epidemia influenzale che nel 1918, alla fine dell’armistizio, si diffuse in tutto il mondo, provocando circa 20 milioni di morti. Essa fu descritta dal dr. Frederick Poynton come la più grande pandemia influenzale che fosse mai esistita[21].

Inoltre, durante la guerra, a causa  della necessità di inviare anche lo staff medico a combattere al fronte, fu deciso di assumere le infermiere, che per la prima volta ricoprirono ruoli di primaria importanza. Le operatrici sanitarie rimasero in ruolo fino al 1919 per poi essere assunte nel 1930, quando alle donne fu permesso di esercitare la professione medica al “Great Ormond Street Hospital”. Durante la prima guerra mondiale le dottoresse impegnate nello staff medico furono Miss Naomi Tribe, Miss CR Paterson, Miss HR Lowenfield and Miss Marjory Bland[22].

Eileen Dunne, tre anni, all’ospedale Great Ormond Street, dopo essere stata ferita durante un attacco aereo nel settembre nel 1940.

Lavorò come infermiera al “Great Ormond Street Hospital” anche la principessa Tsahai, che costretta a lasciare l’Etiopia nel 1936, in seguito all’assedio da parte dell’esercito italiano della sua patria, si rifugiò a Londra e vi rimase fino allo scoppio della guerra, avvenuto nel 1939 quando fu trasferita allo “Stanmore Hospital”. Nel 1941 finalmente ella fece ritorno nella sua patria e si dedicò all’assistenza dei bambini, mettendo in pratica  le competenze professionali  acquisite durante la sua formazione in ospedale. Poco tempo dopo, però, morì di meningite e per ricordarla fu costruito un ospedale dedicato a lei[23].

La Seconda Guerra Mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Gli anni della seconda guerra mondiale furono difficili. Già dal 1940 tutti i pazienti dell’ospedale vennero trasferiti in altre zone sempre vicino a Londra e l’ospedale venne utilizzato come rifugio, fu anche bombardato e venne danneggiato il “Southwood Building”, ma fortunatamente non ci furono vittime.

William Pendle lo salvò dalla distruzione e per il suo atto eroico fu insignito di  una medaglia dal re. Egli fu anche ringraziato personalmente da Lord Southwood, il direttore dell’ospedale, che lo volle ricordare come un importante benefattore del “Great Ormond Street Hospital”[24].

Anche Lord Southwood fu considerato un eroe, infatti fu grazie a lui se vennero risanati tutti i debiti dell’ospedale.Una delle sue idee più geniali fu proprio quella di vendere le macerie di parti del “Great Ormond Street Hospital”, accompagnate da una lettera scritta personalmente da lui e dalla richiesta esplicita di fare delle donazioni per l’ospedale[25].

Medici illustri[modifica | modifica wikitesto]

Foto dello staff dell’ospedale (1919)

Nel corso della metà del XIX secolo molti degli eminenti medici e chirurghi del periodo medio-tardo vittoriano prestarono servizio presso il “Great Ormond Street Hospital”; tra questi, i dottori WB Cheadle, WH Dickinson (un esperto di malattie renali), Samuel Gee (famoso per aver descritto la celiachia) e anche il poeta Robert Bridges per un breve periodo[26].

Thomas Barlow fu un altro illustre vittoriano che prestò servizio presso l’ospedale per settant’anni, un record che non è mai stato superato. Egli condivide, insieme a William Jenner, il primato di essere stato nominato medico straordinario per la regina Vittoria [27].

Un altro chirurgo importante dell’ospedale fu Thomas Smith, uno dei primi ad usare la tecnica antisettica di Joseph Lister a Londra[28]. Da menzionare è, infine, un altro chirurgo, ossia William Arbuthnot Lane, che lavorò presso il “Great Ormond Street Hospital” dal 1883 al 1916. Egli ha dedicato quasi tutta la sua vita a migliorare la salute pubblica[29].

La generazione successiva di medici eminenti era invece composta da:

•    Frederic Still, esperto di reumatismi infantili e primo professore di pediatria all’Università di Londra;

•    Frederick Poynton, presidente dell’Associazione Pediatrica Inglese nel 1931;

•    Archibald Garrod, un vero pioniere in biochimica e genetica[30].

Negli anni 1920 e 1930, invece, i nomi più famosi in campo medico al “Great Ormond Street Hospital” includevano: Thomas Twistington-Higgins, chirurgo genito-urinario e autore del libro “Great Ormond Street 1852-1952”, Denis Browne, il fondatore della moderna chirurgia pediatrica in Inghilterra, co-fondatore e primo presidente dell’Associazione britannica dei Chirurghi Pediatrici (“The Remarkable Story of Great Ormond St Hospital” pag. 55) e, in particolare, Moncrieff, il quale nel 1946 divenne Presidente di salute dei bambini presso l’UCL Institute of Child Health, l’istituto di ricerca e la scuola post-laurea collegati al “Great Ormond Street Hospital” [31].

Carità[modifica | modifica wikitesto]

La sopravvivenza del “Great Ormond Street Hospital” nel corso degli anni è dipesa in gran parte dalle donazioni che sono state fatte nei confronti dell’ospedale[32]. Fondamentali per assicurarsi le entrate necessarie per mantenere in funzione la struttura sono stati i soci dell’ospedale, i quali nel 1872 hanno reso all’ospedale £3.342[33] Un’altra importante fonte di guadagno per l’ospedale sono le cene organizzate in occasione del proprio anniversario di apertura, nelle quali i partecipanti sono invitati a contribuire versando contributi per l’ospedale[34].

Tra i maggiori contribuenti emergono:

  • Kirsteen Lupton, un' ex paziente dell’ospedale (nel quale è stata sottoposta a più di quindici interventi chirurgici), che ha contribuito con £767.000 per i bambini dell’ospedale[37];

Gli scrittori[modifica | modifica wikitesto]

Il “Great Ormond Street Hospital” era situato nella città di Bloomsbury, un importante centro di riferimento per la letteratura. Sia l’ospedale che il mondo letterario condividevano lo stesso interesse per i bambini. Infatti l’ospedale aveva la missione dell’assistenza e della cura dei fanciulli e la letteratura era alla ricerca di un ideale di creatività e di fantasia, che poteva trovarsi solo nel periodo dell’infanzia. Pertanto questi due mondi apparentemente molto lontani stabilirono un rapporto stretto, iniziato con lo scrittore Charles Dickens[40]

Charles Dickens[modifica | modifica wikitesto]

Charles Dickens

Charles Dickens è tutt’ora considerato uno dei più importanti scrittori inglesi e nella sua attività professionale  ha realizzato anche alcuni articoli dedicati ai bambini malati del “Great Ormond Street Hospital”. Tuttavia egli venne criticato per l’eccessivo sentimentalismo, nonostante il suo impegno e la sua dedizione per i bambini. Le critiche però non fermarono Dickens che realizzò numerose opere filantropiche per l’ospedale. Lo scrittore infatti è stato considerato un vero e proprio eroe perché, grazie alle sue conferenze, alla pubblicazione dei suoi articoli e soprattutto alla sua opera di promozione, riuscì a ricevere numerose donazioni per sostenere  le spese ospedaliere dedicate alle cure per i bambini. Egli in particolare negli  anni che seguirono l’inaugurazione dell’ospedale, dal 1852 al 1862, raccolse molte elargizioni che permisero alla struttura di affrontare al meglio quel periodo[41]

J.M. Barrie e Charles Dickens sono stati i due autori con maggiori rapporti con l’ospedale, ma è bene ricordare anche Robert Bridges, Lewis Carroll, Monica Dickens, Margareth Gatty, A.A. Milne, John Boynton Priestley e Oscar Wilde[42].

Peter Pan[modifica | modifica wikitesto]

Statua di Peter Pan all’entrata dell’ospedale

Il “Great Ormond Street Hospital” è diventato famoso per l’assistenza e le cure ai bambini malati e per esser stato la seconda casa di Peter Pan, il bambino eterno, diventato poi un’icona mondiale[43].

Nel 1929 J.M. Barrie donò all’ospedale i diritti di copyright di Peter Pan. Così la figura del bambino eterno divenne il simbolo della struttura, poiché era stata considerata la più adatta ad esprimere i sogni e le speranze dei bambini malati[44].

Nel 1930 A.A. Milne e E.H. Shepard, rispettivamente scrittore ed illustratore di Winnie The Pooh, collaborarono per creare “The Peter Pan League”, un club per bambini dedicato alla raccolta di fondi da donare all’ospedale[45].

Cinquant’anni dopo la morte di J.M. Barrie, i diritti d’autore decaddero in Europa, però nel 1996 il copyright venne esteso, in via eccezionale, in tutta l’Unione Europea, fino al 31 dicembre 2007, ovvero settant’anni dopo la morte dell’autore[46].

Nel 2004 fu indetta una competizione per scegliere un autore per il sequel di Peter Pan, nella speranza che la storia potesse continuare ad aiutare i bambini malati. Gerarldine McCaughrean fu scelta e nel 2006 pubblicò “Peter Pan e la sfida al pirata rosso” i cui guadagni vanno direttamente all’ospedale[47]

Inoltre oggi l’ospedale gode ancora di una parte dei diritti grazie all’emendamento del 1988 (Copyright Designs and Patents Act) del primo ministro d’Inghilterra Lord Callaghan che da all’ospedale i diritti sugli spettacoli teatrali, sulle pubblicazioni, gli audiolibri, gli ebooks e i film di Peter Pan in eterno[48].

Edifici[modifica | modifica wikitesto]

«Noi diamo forma ai nostri edifici, dopodiché questi danno a noi la forma»

Il “Great Ormond Street Hospital” aprì per la prima volta al numero quarantanove della strada Great Ormond; nel giro di pochi anni, data la carenza di posti letto, l’ospedale è stato ampliato con l’aggiunta dell’edificio adiacente[49]. Tuttavia in circa un decennio si è resa necessaria un’ulteriore espansione che venne affidata all’architetto Edward Middleton Barry e realizzata tra il 1875 e il 1908. Ancora oggi l’ospedale è in continua espansione[50].

St. Christopher Chapel[modifica | modifica wikitesto]

St Christopher’s Chapel

La St. Christopher Chapel è una cappella consacrata il 18 Novembre 1875 dal canonico Alfred Barry. È decorata in stile bizantino e situata nel Variety Club Building dell’ospedale, contiene molti dipinti riferiti all’infanzia dal momento che il suo scopo principale era quello di fornire assistenza pastorale ai bambini malati e alle loro famiglie.

Disegnata da Edward Middleton Barry (figlio dell’architetto Sir Charles Barry che ha progettato la House of Parliament), è stata costruita nel 1875 in memoria di Caroline Barry, moglie di William Henry Barry (il primogenito di Sir Charles Barry) che contribuì con £40,000 per la costruzione della cappella e per lo stipendio del cappellano[51].

La cappella fa parte dei Grade II listed buildings e per questo essa non è stata demolita quando il vecchio ospedale venne raso al suolo nel 1980, ma venne solamente spostata[52].

Casa di cura[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1869 il “GOSH” ha aperto la sua prima casa di cura nella Cromwell House nella zona Highgate di Londra. Essa ospitava i bambini dell’ospedale con problematiche che necessitavano di tempi lunghi per la cura, soprattutto di carattere ortopedico o reumatico. Nel 1927 i pazienti sono stati spostati a Tadworth Court[53].

The Astor Building[modifica | modifica wikitesto]

L’Astor Building è l’edificio dove si svolgono le visite ambulatoriali dell’ospedale ed è capace di ospitare ogni anno circa 70.000 pazienti. Esso deve il nome e la costruzione al suo finanziatore, Waldorf Astor, il quale fece un’importante donazione all’ospedale dopo la morte della figlia Gwendolyn Enid Astor. È stato poi demolito nel 1938[54].

L’Orangerie[modifica | modifica wikitesto]

L’Orangerie, finanziato grazie a una donazione privata, è stato progettato da Spacelabuk. Ad oggi è uno spazio dedicato alla ristorazione per i medici e per i pazienti all’interno dell’ospedale[55].

Weston House[modifica | modifica wikitesto]

La Weston House è un edificio provvisto di trenta camere messe a disposizione per la famiglia dei pazienti dell’ospedale. All’interno di questo edificio la famiglia, oltre ad alloggiare, impara insieme ai medici a provvedere alle cure che dovranno essere proseguite al di fuori della struttura per i bambini malati[56]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Telfer 2008, p.12
  2. ^ Borghi 2017, pag 13
  3. ^ Telfer 2008, p. 12
  4. ^ HHARP, su hharp.org.
  5. ^ Telfer 2008, p. 14
  6. ^ Borghi 2017, p. 13
  7. ^ Telfer 2008, pp. 14 e 18
  8. ^ Telfer 2008, pp. 20 e 25
  9. ^ GOSH Breakthroughs, su gosh.nhs.uk.
  10. ^ Telfer 2008, pp. 28 e 31
  11. ^ Telfer 2008, p. 63
  12. ^ Telfer 2008, pp. 62-63
  13. ^ HHARP, su hharp.org.
  14. ^ Telfer 2008, p. 36
  15. ^ Telfer 2008, p. 39
  16. ^ Borghi-Marchetti 2018, p. 68
  17. ^ HHARP, su hharp.org.
  18. ^ Telfer 2008, p. 62
  19. ^ Telfer 2008, pp. 105-106
  20. ^ Telfer 2008, p. 106
  21. ^ Telfer 2008, pp. 108-109
  22. ^ Telfer 2008, pp. 106-107
  23. ^ Telfer 2008, p. 110
  24. ^ Telfer 2008, p. 116
  25. ^ Telfer 2008, p. 117-119
  26. ^ GOSH People, su gosh.nhs.uk.
  27. ^ Telfer 2008, p. 41
  28. ^ GOSH People, su gosh.nhs.uk.
  29. ^ Telfer 2008, p. 47
  30. ^ Telfer 2008, p. 51
  31. ^ Telfer 2008, p. 52
  32. ^ Telfer 2008, p. 151
  33. ^ Telfer 2008, p.153
  34. ^ Telfer 2008, p. 155
  35. ^ Telfer 2008, pp. 155-156
  36. ^ Telfer 2008, pp. 160-161
  37. ^ Telfer 2008, p. 163
  38. ^ Telfer 2008, p. 164
  39. ^ Telfer 2008, p. 127
  40. ^ Telfer 2008, pp. 127-128
  41. ^ Telfer 2008, pp. 132-136
  42. ^ Telfer 2008, pp. 128-129
  43. ^ Telfer 2008, p. 136
  44. ^ Telfer 2008, pp. 141-142
  45. ^ Telfer 2008, p. 130
  46. ^ GOSH Peter Pan, su gosh.org.
  47. ^ Ardagh 2007, p. 1
  48. ^ Allen 2007, p. 1
  49. ^ Telfer 2008, p. 175
  50. ^ Telfer 2008, pp. 176-177
  51. ^ Telfer 2008, pp. 178-179
  52. ^ Telfer 2008, p. 179
  53. ^ Telfer 2008, p. 180
  54. ^ Telfer 2008, pp. 181-182
  55. ^ Telfer 2008, pp. 185-186
  56. ^ Telfer 2008, p. 188


Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]