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Quarto di San Pietro
Stemma ufficiale
Stemma ufficiale
La chiesa di San Pietro a Coppito, capoluogo del quarto.
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Abruzzo
Provincia  L'Aquila
Città L'Aquila
Superficie0,35[A 1] km²

Il quarto di San Pietro è uno dei quartieri storici dell'Aquila e rappresenta il quadrante nord-occidentale della città.

La chiesa capoquarto è quella di San Pietro a Coppito.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Il quarto di San Pietro occupa il quadrante nord-occidentale della città, dispone di un affaccio su piazza del Duomo, e confina con:

È suddiviso in 14 locali, di seguito riportati:

Locale Superficie Castello di origine Chiesa di locale[1]
Amiterno 51 825 m² Amiterno (San Vittorino) basilica di San Giuseppe Artigiano
Arischia 24 688 m² Arischia chiesa di San Benedetto († XIX secolo)
Barete 30 504 m² Barete chiesa di San Paolo di Barete
Cagnano 21 147 m² Cagnano Amiterno chiesa dei Santi Cosma e Damiano († XVIII secolo)
Cascina 12 195 m² Cascina[A 2] chiesa di Santa Maria di Cascina († 1795)[A 3]
Coppito 14 370 m² Coppito chiesa di San Pietro a Coppito
Forcella 7 326 m² Forcella[A 4] chiesa di Santa Margherita
Machilone 24 114 m² Machilone chiesa di San Francesco († XIX secolo)
Pile 63 345 m² Pile chiesa di San Quinziano
Pizzoli 38 459 m² Pizzoli chiesa di San Lorenzo
Porcinaro 8 103 m² Porcinaro[A 5] chiesa di San Leonardo († 1818)
Preturo 30 514 m² Preturo chiesa di Santa Marinella di Preturo († XVII secolo)[A 6]
Sant'Anza 17 651 m² Sant'Anza chiesa di San Nicola d'Anza
Vio 8 393 m² Vio[A 7] chiesa di Sant'Angelo di Vio († XVII secolo)[A 8]

La porta di riferimento è Porta Barete, parzialmente demolita ed interrata nel XIX secolo. Altre porte di accesso al quarto sono Porta San Lorenzo (o di Pizzoli), Porta Pilese e Porta di Poggio Santa Maria, queste ultime due non più esistenti.

Fuori le mura[modifica | modifica wikitesto]

Il quarto occupa quasi interamente la porzione occidentale del territorio comunale, comprendente quindi i quartieri di Cansatessa, Colle Pretara, Pettino, Pile, Santanza e Santa Barbara e le frazioni di Arischia, Coppito, Preturo e San Vittorino. Anticamente, si estendeva anche nei territori dei comuni di Barete, Cagnano Amiterno e Pizzoli in provincia dell'Aquila e Borbona, Cittareale e Posta in provincia di Rieti.

Il suo territorio è costituito da una vasta piana alluvionale circoscritta dal fiume Raio a sud e dalla fascia pedemontana del massiccio del Gran Sasso d'Italia a nord. È attraversato in tutta la sua lunghezza dalla strada statale 80 e dalla strada statale 17 Ovest.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

«(...) nel territorio di Amiterno fin dove si vede hoggi la città nostra, dentro nel dosso dei monti verso Settentrione, erano venti di questi luoghi muniti, Pila, Santanzo, Poppleto, San Vittorino, Pizzulo, Gagnano, Lavareto, Arrischio, Pretoro, Forcella, Cassina, Vio, Porcinaro, Rocca divene, Pidicino, Santogno, Chiarino, La Posta, Burbona, e Civita Regale.»

Insieme al quarto di San Giovanni è uno dei due quartieri amiternini, facente riferimento quindi a castelli che prima della fondazione dell'Aquila, erano posti sotto il controllo della diocesi di Amiterno. La città visse un primo spontaneo processo d'inurbamento, sorto da «iniziative multipolari»,[3] nella prima metà del XIII secolo ed in questo periodo la diocesi provvide alla realizzazione di alcune chiese,[4] tra cui quella di San Pietro a Coppito che poi ne diventerà il capoquarto.[5]

Secondo gli Annales dello storico Bernardino Cirillo, i castelli fondatori sarebbero stati una ventina,[2] alcuni dei quali scomparsi poco dopo la nascita della nuova città; tra questi si citano Cascina, Fasciano, Porcinaro, Rocca delle Vene e Vio.[6] Meritevole di menzione anche il castello di Machilone — in corrispondenza dell'attuale paese di Posta — che acquistò notevole importanza nella seconda metà del XIII secolo e per questo venne saccheggiato, bruciato e raso al suolo dalle truppe aquilane nel 1299.

Per un breve periodo successivo alla fondazione, il quartiere ospitò anche il Palazzo Reale, residenza degli Angiò; nel 1300 il palazzo venne ceduto dal re Carlo II d'Angiò all'ordine domenicano che vi realizzò la chiesa e il convento di San Domenico.[7] L'ordine francescano si insediò invece in un luogo strategico nel locale di Machilone, alla confluenza del cardo e del decumano cittadino, dove sorse la chiesa di San Francesco a Palazzo.

Nel 1596 i Gesuiti arrivarono in città e si insediarono nel locale di Forcella, prendendo possesso della chiesa di Santa Margherita, rinnovando il palazzo Camponeschi e focalizzando l'attività politica e sociale dell'intero quartiere.[8] Venne istituito l'Aquilanum Collegium, antesignano dell'attuale Università degli Studi dell'Aquila.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Il quarto di San Pietro è caratterizzato dal colore azzurro. Il suo stemma occupa il primo quadrante del gonfalone cittadino. La descrizione araldica è la seguente:

«D'azzurro all'albero piantato su terreno erboso, il tutto al naturale sormontato da un uccello.»

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Scomparse[modifica | modifica wikitesto]

Piazze[modifica | modifica wikitesto]

Strade[modifica | modifica wikitesto]

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Esplicative[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La superficie è riferita al solo quarto di San Pietro intra moenia, cioè interno alle mura dell'Aquila.
  2. ^ Il castello di Cascina era situato sull'omonimo altopiano, sul versante occidentale di Monte Calvo, tra i territori di Cagnano Amiterno e Preturo. Attualmente non corrisponde ad alcun centro urbano anche se l'insediamento più prossimo è quello di Termine, frazione di Cagnano Amiterno.
  3. ^ Chiesa soppressa con decreto di papa Pio VI del 31 gennaio 1795.
  4. ^ Il castello di Forcella era situato in corrispondenza del omonimo valico, sul versante orientale di Monte Calvo, tra i territori di Cagnano Amiterno e Preturo. Attualmente corrisponde all'insieme dei centri di Casaline, Menzano e Santi nel territorio di Preturo, frazione dell'Aquila.
  5. ^ Il castello di Porcinaro era situato all'ingresso nella valle del Vomano, tra i territori di Campotosto e L'Aquila. Attualmente corrisponde alla frazione Ortolano di Campotosto.
  6. ^ La chiesa di Santa Marinella di Preturo era collocata sul luogo dell'attuale Palazzo di Giustizia, su via Francesco Filomusi Guelfi. Ne è documentata l'esistenza sino al XVI secolo.
  7. ^ Il castello di Vio era situato sul monte Castellano, tra i territori di Arischia e Pizzoli. Attualmente non corrisponde ad alcun centro urbano anche se l'insediamento più prossimo è quello di Marruci, frazione di Pizzoli.
  8. ^ La chiesa di Sant'Angelo di Vio era collocata sul luogo dell'attuale Villa Masci sul viale Duca degli Abruzzi. Ne è documentata l'esistenza sino al XVI secolo.

Bibliografiche[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Stefano Brusaporci, Mario Centofanti, Il Disegno della città e le sue trasformazioni (PDF), su ing.univaq.it. URL consultato il 16 ottobre 2017.
  2. ^ a b Bernardino Cirillo, Annali della città dell'Aquila, con l'historie del suo tempo, Roma, Giulio Accolto, 1570.
  3. ^ Clementi, Piroddi, p. 13
  4. ^ Orlando Antonini, Architettura religiosa aquilana, I, Todi (PG), Tau Editrice, 2010, p. 2.
  5. ^ Orlando Antonini, Architettura religiosa aquilana, I, Todi (PG), Tau Editrice, 2010, p. 34.
  6. ^ Antonio Sciarretta, Geo-storia amministrativa d'Abruzzo, su asciatopo.altervista.org. URL consultato il 24 novembre 2017.
  7. ^ a b Orlando Antonini, Architettura religiosa aquilana, I, Todi (PG), Tau Editrice, 2010, p. 206.
  8. ^ Gennaro Gamboni, I Gesuiti all'Aquila dalla fine del Cinquecente ai nostri giorni, L'Aquila, Badoniana, 1941.
  9. ^ Cerfis, Palazzo Camponeschi, su cerfis.it. URL consultato il 25 novembre 2017.
  10. ^ Regione Abruzzo, Palazzo Camponeschi (PDF), su regione.abruzzo.it. URL consultato il 25 novembre 2017.
  11. ^ Regione Abruzzo, Palazzo Porcinari, su webcache.googleusercontent.com. URL consultato il 18 gennaio 2016.
  12. ^ Riccardo Vetturini, L'isolamento sismico alla base di un edificio in muratura di pregio storico artistico: La Silvestrella, su divisare.com. URL consultato il 30 marzo 2017.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]