Un viaggio chiamato amore

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Un viaggio chiamato amore
Paese di produzioneItalia
Anno2002
Durata96 min
Generedrammatico, biografico
RegiaMichele Placido
SoggettoSibilla Aleramo, Dino Campana
SceneggiaturaMichele Placido, Diego Ribon, Heidrun Schleef
Casa di produzioneCattleya, Rai Cinema in collaborazione con Radio Capital
Distribuzione in italiano01 Distribution
FotografiaLuca Bigazzi
MontaggioEsmeralda Calabria
MusicheCarlo Crivelli
ScenografiaGiuseppe Pirrotta
Interpreti e personaggi

Un viaggio chiamato amore è un film del 2002 diretto da Michele Placido.

Si racconta la tormentata storia d'amore tra la scrittrice Sibilla Aleramo e il poeta Dino Campana, soprattutto attraverso le loro lettere. Nel 1916 la poetessa Sibilla riceve lettere e versi da Dino Campana, poeta sopra le righe, considerato come uno squilibrato nei circoli letterari di Firenze. Tuttavia ne resta affascinata e lo va a trovare nel suo villaggio sugli Appennini toscani, dove viene considerato "il matto", e immediatamente Sibilla si innamora di lui. Andati a vivere in una villa isolata, i due scrivono poesie insieme.

Il film si alterna tra sequenze di presente e passato, con vari flashback che alludono all'infanzia sofferta da Sibilla, con la madre instabile di mente, e il sottoposto Ulderico, che la importunò per diverse settimane, fino alla violenza sessuale, approfittando dello stato mentale di lei. L'idillio tra Sibilla e Dino si incrina, quando lei vede il male mentale che s'impossessa del poeta, costantemente incline a sbalzi d'umore, e a isterismi contro l'intellighenzia fiorentina, accusata da Campana di ostacolare la sua ascesa letteraria in ogni modo. Dino arriverà ad insultare Sibilla anche per i suoi rapporti d'amicizia con Papini, Soffici, Prezzolini e altri intellettuali, ricordandole come Soffici smarrì il suo manoscritto dei Canti Orfici che gli aveva inviato per un parere.

Dopo una lite, l'internamento e l'uscita dal manicomio, Dino torna a cercare Sibilla, e viene ospitato nella sua villa. Ma presto il male si ripresenta, e il giovane scappa di casa dopo una violenta lite. Il film si chiude con una didascalia, che spiega come l'idillio tra i due poeti finì nel 1918, quando Campana venne ricoverato nel Manicomio di Villa Castelpulci, fino alla morte nel 1932.

Il film è stato girato a Frattura vecchia di Scanno (Abruzzo), a Castello di Rota, e nella Villa Parisi di Monte Porzio Catone. Alcuni esterni sono stati girati a Roma.

Riconoscimenti

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Collegamenti esterni

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