L'avventura: differenze tra le versioni

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Versione delle 05:57, 11 mar 2012

{{{titolo italiano}}}
Gabriele Ferzetti e Lea Massari in una scena del film
Paese di produzioneItalia
Durata141 min
Generedrammatico, giallo, romantico
RegiaMichelangelo Antonioni
SoggettoMichelangelo Antonioni
SceneggiaturaMichelangelo Antonioni, Tonino Guerra, Elio Bartolini
ProduttoreAmato Pennasilico
FotografiaAldo Scavarda
MontaggioEraldo Da Roma
MusicheGiovanni Fusco
ScenografiaPiero Poletto
Interpreti e personaggi

L'avventura è un film del 1960, sesto lungometraggio diretto da Michelangelo Antonioni.

Presentato in concorso al 13º Festival di Cannes, vinse il Premio della giuria (mentre quell'anno la Palma d'oro andò a La dolce vita di Federico Fellini).[1]

È il primo capitolo della cosiddetta "trilogia esistenziale" o "dell'incomunicabilità", proseguita con La notte e conclusa da L'eclisse.

Trama

Durante una sosta sull'isolotto deserto di Lisca Bianca in occasione di una gita in barca alle isole Eolie, Anna (Lea Massari), una giovane donna che aveva dato ripetuti segni di insofferenza, scompare nel nulla. Il suo compagno, l'architetto Sandro (Gabriele Ferzetti), e una delle sue amiche, Claudia (Monica Vitti), vanno alla sua ricerca, seguendo labili indizi e segnalazioni scarsamente attendibili.

Con il passare dei giorni e la mancanza di risultati, la preoccupazione per la sorte della persona cara ad entrambi tende a svanire e prende il sopravvento la reciproca attrazione, che i due riescono a esprimere liberamente in quei luoghi così pieni di fascino (Noto) e insieme inospitali (musei chiusi, turisti malvisti, ecc.). Quando i due si riuniscono agli amici a Taormina, la loro avventura sembra avere termine per trasformarsi in una relazione riconosciuta agli occhi degli altri, ma già la prima notte Sandro si concede una pericolosa "distrazione" con l'attraente "scrittrice" Gloria (Dorothy De Poliolo). Claudia, innamorata, è pronta a perdonarlo e ad accettare una relazione tormentata, come quella che aveva fatto soffrire Anna prima di lei.

Il mistero della sparizione di Anna rimane insoluto.

La produzione

«Ho con me ventimila metri di negativo, ho la macchina da presa e pochi amici: Monica Vitti, i miei aiuti Franco Indovina e Gianni Arduini, lo scenografo Piero Poletto, l'operatore Aldo Scavarda, il fonico Claudio Maielli. Ecco la mia troupe. I soli pronti a seguirmi con qualsiasi mare, contro qualsiasi ostacolo materiale e morale, per non fermare il film.»

L'"avventurosa" produzione del film, «cinque mesi straordinari: violenti, logoranti, spesso drammatici, ma pieni» (giorni di isolamento sull'isola deserta, produttori spariti, sciopero della troupe per le mancate retribuzioni, violento maltempo...) è stata raccontata da Antonioni in un diario contenuto nel volume L'Avventura ovvero l'isola che c'è, a cura di Vittorio Giacci (Edizioni Centro Studi).

Curiosità

  • Alla presentazione a Cannes il film fu fischiato dal pubblico, ma fu apprezzato dalla giuria, che lo premiò. Nell'occasione Roberto Rossellini così si espresse in merito: «L'avventura è il più bel film mai presentato a un festival».[2] Nel 2009 il Festival di Cannes ha scelto un fotogramma del film per il poster ufficiale della 62° edizione.
  • È il film che segna l'inizio del sodalizio sentimentale-artistico fra Antonioni e Monica Vitti.
  • È il film più lungo di Antonioni (2 ore e 25 minuti).
  • Alcune scene del film sono girate a Schisina, un villaggio fantasma del comune di Francavilla di Sicilia, posto nella Valle dell'Alcantara.
  • Altre scene sono state girate a Casalvecchio Siculo.

Note

  1. ^ (EN) Awards 1960, su festival-cannes.fr. URL consultato il 10 giugno 2011.
  2. ^ La Repubblica, 27 luglio 2000

Collegamenti esterni

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