L'eclisse
L'eclisse | |
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Alain Delon e Monica Vitti in una scena del film | |
Titolo originale | L'eclisse |
Lingua originale | italiano, inglese |
Paese di produzione | Italia, Francia |
Anno | 1962 |
Durata | 126 min |
Dati tecnici | B/N rapporto: 1,85:1 |
Genere | drammatico |
Regia | Michelangelo Antonioni |
Sceneggiatura | Michelangelo Antonioni, Tonino Guerra, Elio Bartolini, Ottiero Ottieri |
Produttore | Raymond Hakim, Robert Hakim |
Casa di produzione | Cineriz, Inteuropa Film, Paris Film Production |
Distribuzione in italiano | Cineriz (1962) |
Fotografia | Gianni Di Venanzo |
Montaggio | Eraldo Da Roma |
Musiche | Giovanni Fusco |
Scenografia | Piero Poletto |
Costumi | Bice Brichetto, Gitt Magrini |
Trucco | Franco Freda |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori originali | |
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«L'eclisse è una scommessa folle: presentandoci dei personaggi "inattivi", alla deriva in paesaggi vuoti, il regista ci invita a scoprire le tempeste che si agitano all'interno dei personaggi.»
L'eclisse è un film del 1962 diretto da Michelangelo Antonioni.
Ottavo lungometraggio del regista, è il capitolo conclusivo della cosiddetta "trilogia esistenziale" o "dell'incomunicabilità", segue L'avventura e La notte.
Presentato in concorso al 15º Festival di Cannes, vinse il Premio speciale della giuria, ex aequo con Processo a Giovanna d'Arco di Robert Bresson.[1]
Trama
[modifica | modifica wikitesto]Roma, 1961. In una mattina di luglio, l'inquieta Vittoria lascia il compagno Riccardo, architetto, che non ama più. Il loro addio è freddo, indolore, quanto il loro rapporto era stato apatico. Sola, avvilita, segnata dalla fatica di vivere, «cerca negli altri un calore di vita, una facoltà di appassionarsi di cui essa stessa è ormai svuotata.»[2]
Una sera fa visita alla sua amica Anita, con la quale però non si sente così in confidenza da poter parlare di sé ed aprirsi. Vittoria cerca anche di recuperare un rapporto serio con la madre, che riesce ad incontrare solamente presso la Borsa di Roma, luogo dove la madre si reca quotidianamente. Durante una di queste visite incontra Piero, giovane e cinico agente di cambio.
Piero, avendo saputo che Vittoria è libera, lascia subito la propria ragazza e inizia a farle la corte. Comincia una relazione, malgrado la differenza di carattere e sensibilità tra i due e l'apparente mancanza di reale coinvolgimento e interesse. Dopo pochi incontri Vittoria si concede a Piero. Nei giorni successivi i due sono felici. Una mattina, nel salutarsi, Piero le ricorda l'orario del loro appuntamento serale. “Alle 8. Solito posto”. Ma sono le ultime parole che si scambiano quel giorno: non si sa se i due effettivamente si rivedranno.
Infatti i luoghi dove Piero e Vittoria erano soliti incontrarsi, ora appaiono senza i loro protagonisti: l'angolo di strada, l'edificio in costruzione accanto, la fermata d'autobus e i volti delle persone che Vittoria incrocia quando torna a casa a piedi. Scende la sera, nella città si accendono le luci. Nella completa oscurità la vista rimane quasi accecata dal bagliore di un lampione che illumina una strada.
Accoglienza
[modifica | modifica wikitesto]Incassi
[modifica | modifica wikitesto]Il film incassò un totale di 296.712.263 lire.
Critica
[modifica | modifica wikitesto]Una delle caratteristiche architetture mostrate nel film Antonioni continua la sua ricognizione critica in una società caratterizzata da un crescente benessere materiale, grazie all'inarrestabile crescita economica, ma anche da una profonda crisi esistenziale.
Lo fa alternando sequenze di rumore e caos, ambientate nelle sale della Borsa di Roma, a lunghi silenzi e paesaggi di architetture fredde, geometriche (il quartiere dell'EUR), che riflettono l'incomunicabilità dei sentimenti e l'insuperabile senso di estraneità che caratterizza il rapporto fra i personaggi.
Il finale del film è il punto di arrivo (e di non ritorno) di questa rappresentazione visiva, esteriore, dell'interiorità fragile, inadeguata, di un'intera generazione: gli oggetti inerti e le architetture metafisiche (che molti hanno associato ai quadri di Giorgio De Chirico) si sostituiscono completamente ai personaggi («Gli ultimi 10 minuti silenziosi e senza narrazione, da cui scompaiono la Vitti e Delon, sconcertarono il pubblico; oggi appaiono di una bellezza abbacinante» commenta Alberto Pezzotta[3]).
Riconoscimenti
[modifica | modifica wikitesto]Curiosità
[modifica | modifica wikitesto]- Si tratta della quinta e ultima collaborazione (dopo L'amore in città, Le amiche, Il grido e La notte) con Gianni Di Venanzo, il direttore della fotografia con cui Antonioni ha avuto il più lungo sodalizio (il secondo è Carlo Di Palma, col quale ha fatto quattro film).
- Il film è stato selezionato tra i 100 film italiani da salvare[4].
- Eclisse twist che fa da sottofondo ai titoli di testa è cantato da Mina, su musica di Giovanni Fusco e testo di "Ammonio", pseudonimo dietro il quale si cela Michelangelo Antonioni.
- Viene citato da Bruno Cortona (Vittorio Gassman) ne Il sorpasso di Dino Risi e da Elide Catenacci (Giovanna Ralli) in C'eravamo tanto amati di Ettore Scola.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Awards 1962, su festival-cannes.fr. URL consultato l'11 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 25 dicembre 2013).
- ^ Grazzini, 1980, p. 10.
- ^ Alberto Pezzotta, «L'eclisse» di Michelangelo Antonioni in dvd Come far scomparire la Vitti e Delon, in Corriere della Sera, 27 dicembre 2004 (archiviato dall'url originale il 25 aprile 2014).
- ^ Rete degli Spettatori
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giovanni Grazzini, Eva dopo Eva: la donna nel cinema italiano dagli anni '60 ad oggi, Roma-Bari, Laterza, 1980, p. 362, ISBN 978-88-420-1746-2.
- Gianni Rondolino, Catalogo Bolaffi del cinema italiano 1956/1965
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni di o su L'eclisse
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su L'eclisse
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- L'eclisse, su CineDataBase, Rivista del cinematografo.
- (EN) L'eclisse, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) L'eclisse, su AllMovie, All Media Network.
- (EN) The Eclipse, su Rotten Tomatoes, Fandango Media, LLC.
- (EN, ES) L'eclisse, su FilmAffinity.
- (EN) L'eclisse, su Box Office Mojo, IMDb.com.
- (EN) L'eclisse, su TV.com, Red Ventures (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2012).
- (EN) L'eclisse, su AFI Catalog of Feature Films, American Film Institute.
- (EN) Michelangelo Antonioni's «L'eclisse» - A broken piece of wood, a matchbook, a woman, a man di David Saul Rosenfeld, su davidsaulrosenfeld.com.
- Manifesto del film (JPG), su upload.wikimedia.org.
- I luoghi in cui è stato girato L'eclisse, su davinotti.com.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 186267814 · LCCN (EN) no2011132331 · GND (DE) 7601904-4 · BNF (FR) cb16194799t (data) · J9U (EN, HE) 987010932790005171 |
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