Capalbio: differenze tra le versioni

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Versione delle 22:30, 20 mag 2011

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Capalbio (disambigua).

Template:Comune Capalbio è un comune di 4.306 abitanti[1], situato a circa 45 km dal capoluogo Grosseto. È il comune più a sud della Toscana e, per il contesto ambientale in cui si trova e per l'importanza storico-artistica assunta in epoca rinascimentale, Capalbio è stata soprannominata anche la piccola Atene. Inoltre, il comune è stato premiato con le 5 vele e la prima posizione nella Guida Blu di Legambiente-Touring Club Italiano 2007 per la tutela e la gestione oculata delle sue spiagge, del paesaggio e dell'ambiente circostante.

«Sono Capalbio felice,
difeso dal leone senese dal quale sono protetto,
e da queste prime mura restaurate a proprie spese
e dalla altre mura che circondano le prime,
correndo gli anni millequattrocentoquattro
oltre i quali il mondo aveva girato dieci anni e più volte due.»

Posizione del comune di Capalbio all'interno della provincia di Grosseto

Geografia fisica

Territorio

Il territorio comunale si estende all'estremo lembo meridionale della Toscana, spaziando dalla fascia costiera verso la corrispondente pianura e l'entroterra collinare, tra gli 0 e i 424 metri s.l.m. di altitudine.

Confina a nord e a est con il comune di Manciano, a sud-est con il comune laziale di Montalto di Castro, a ovest con il comune di Orbetello; a sud, è bagnato dal Mar Tirreno: presso il litorale, si trova il Lago di Burano, un bacino lacustre costiero.

Altri due laghi si trovano nel retroterra del territorio comunale, il Lago di San Floriano, a sud-ovest, e il Lago Acquato, a nord-est. Tra i corsi d'acqua è da segnalare il Chiarone che segna gran parte del confine con il Lazio: le sue sorgenti si trovano nell'area collinare a nord-est di Capalbio.

Clima

Lungo la fascia costiera e nella corrispondente area pianeggiante, il clima è tipicamente mediterraneo, con inverno non particolarmente freddo e, a tratti, gradevole nelle ore diurne, ed estate moderatamente calda ma ventilata.

L'area collinare presenta valori di temperatura più bassi, motivo per il quale il comune è stato classificato in zona D, con 1823 gradi giorno, che consente l'accensione degli impianti di riscaldamento tra il 1 novembre e il 15 aprile, per un massimo di 12 ore giornaliere.

In base ai dati medi disponibili per il trentennio 1951-1980 per le stazioni meteorologiche situate all'interno del territorio comunale e di seguito riportati nella tabella[2], la temperatura media annua varia dai +15,2 °C di Capalbio a 109 metri s.l.m. ai +15,7 di Pescia Fiorentina situata a 21 metri s.l.m., passando per i +15,6 °C di Monte Alzato a 47 metri s.l.m. Le precipitazioni medie annue, molto contenute, variano dai 554 mm di Monte Alzato e dai 598 mm di Pescia Fiorentina (situate lungo la pianura costiera), fino ai 689 mm di Capalbio, ubicato oramai nell'entroterra in posizione rialzata a 109 metri s.l.m. e circondato da una serie di poggi più alti delle Colline dell'Albegna e del Fiora che possono determinare un effetto stau, seppur moderato, con venti da ovest e da sud.

Località altitudine temperatura
media annua
precipitazioni
medie annue
media di riferimento
Capalbio 109 metri s.l.m. 15,2 °C 689 mm 1951-1980
Monte Alzato 47 metri s.l.m. 15,6 °C 554 mm 1951-1980
Pescia Fiorentina 21 metri s.l.m. 15,7 °C 589 mm 1951-1980

Storia

Cenni storici

Il Castello di Capalbio faceva parte della donazione all'Abbazia dei Santi Anastasio e Vincenzo alle Tre Fontane nell'805 da parte di Carlo Magno. Del 1161 è il privilegio di papa Alessandro III che confermava quel possesso alla stessa abbazia. Pochi anni più tardi sono gli Aldobrandeschi ad ottenere le terre di Capalbio, che alla fine del XIII secolo, vengono conquistati da Orvieto. In seguito Capalbio passò alla Repubblica di Siena, cadendo sotto il dominio degli Orsini. Si tratta di un periodo economicamente florido, durante il quale vengono realizzate opere importanti e arricchito il possedimento con mura, case, chiese e viene completata la Rocca, la cui costruzione era stata iniziata dagli Aldobrandeschi. Nell'aprile del 1555 le truppe spagnole del principe di Morignano, alleate con i Medici, conquistarono Siena e a giugno, dopo Porto Ercole e Orbetello, anche Capalbio cadde sotto il dominio degli spagnoli. Capalbio fu assegnato dalla Spagna a Cosimo I de' Medici e da questo momento iniziò per il paese una crisi economica e demografica. Le condizioni economiche subiscono una stasi a causa di diversi fattori tra cui l'insalubrità della zone paludose, la lontananza del potere centrale, la posizione ai confini di stato, la mancanza di una rete viaria adeguata ed infine le incursioni dei turchi. L'aria malsana, comunque, è uno dei più gravi problemi che tutta la Maremma deve affrontare durante il XVII secolo e infatti avviene lo spopolamento dovuto alla malaria. La dinastia dei Medici manterrà la propria sovranità sul Granducato di Toscana fino al 1737, quando, estinto il ramo principale, la successione passerà ai duchi di Lorena. Nel frattempo lo Stato dei Presidii cessa di essere possedimento spagnolo per passare sotto il dominio degli Austriaci (1707) e quindi dei Borboni (1736). Capalbio perse la propria autonomia amministrativa, dal momento che Leopoldo I lo aggregò a Manciano, e nel 1842 Leopoldo II lo aggregò a Orbetello, status che durerà per 100 anni. In questo periodo alla disastrosa situazione sociale si aggiunse anche la piaga del brigantaggio che terrorizzava la Maremma. Dopo la seconda guerra di indipendenza Capalbio passa sotto il Regno d'Italia e l'agricoltura è ancora caratterizzata da estese proprietà fondiarie. Nel 1952, con l'applicazione della riforma agraria, preceduta dalla creazione nel 1951 dell'Ente Maremma, si ha un moderno sviluppo dell'agricoltura e nel 1960 Capalbio ottiene la propria autonomia amministrativa.

Simboli

Lo stemma di Capalbio è costituito dalla testa albina (in correlazione con il toponimo) fin dal periodo medievale, sorretta dal caratteristico leone senese che fu aggiunto nel Quattrocento.

Luoghi d'interesse

Architetture religiose

Architetture civili

Dogane Pontificie

Lo stesso argomento in dettaglio: Palazzo del Chiarone e Villa del Fontino.

Le dogane pontificie sono una serie di edifici ubicati alle estremità meridionali del territorio comunale di Capalbio, in quella che in passato era la zona di confine tra il Granducato di Toscana e lo Stato della Chiesa.

In località Chiarone, lungo la via Aurelia, si trova il Palazzo del Chiarone, imponente edificio preceduto da un porticato che nei secoli passati era una sede doganale per il transito tra i due stati. L'attuale denominazione del complesso, Palazzo Boncompagni, è stata conferita dalla famiglia che vi abitò dopo lo smantellamento delle dogane. L'edificio è suddiviso in quasi cento stanze e tra queste vi erano anche l'appartamento papale, le stalle e una prigione; per lo stato in cui versa attualmente meriterebbe un attento restauro che lo riporti agli antichi splendori.

Nella campagna presso l'abitato di Pescia Fiorentina, vi era la sede di un'altra dogana che era ospitata nel complesso della Villa del Fontino. Una volta esauritesi le funzioni doganali, la struttura passò alla famiglia Boncompagni, proprietaria anche del Palazzo del Chiarone, che agli inizi del Novecento rivendette tutte queste proprietà alla famiglia Magrini. Il fabbricato che ospitò la dogana è stato recentemente ben restaurato e trasformato in residence agrituristico.

Architetture militari

File:Mac9049.jpg
Statua di Niki De Saint Phalle

Il Giardino dei Tarocchi

Nei pressi della frazione di Capalbio Garavicchio è sito il giardino dei Tarocchi realizzato da Niki de Saint Phalle.

Aree naturali

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[3]

Cultura

Musei

Festival e Manifestazioni

Geografia antropica

Frazioni

  • Borgo Carige e Carige Alta sono due agglomerati rurali situati a quasi un chilometro di distanza l'uno dall'altro, a sud del centro di Capalbio. Carige Alta è posta a nord di Borgo Carige, che è l'agglomerato più grande e popolato. La chiesa del Cuore Immacolato di Maria a Borgo Carige, che è sede di una parroccha, è stata costruita nel 1956, misura 244,17 metri quadri e si presenta nello stile romanico-francescano. Nel censimento del 2001 i due abitati contavano complessivamente 250 abitanti.
  • Capalbio Scalo, detto anche Capalbio Stazione, perché situato lungo la ferrovia Tirrenica, è un agglomerato di moderne case e abitazioni, situato nelle immediate vicinanze del lago di Burano. Nel censimento del 2001 contava 461 abitanti.
  • Chiarone, frazione situata nelle vicinanze del fiume Chiarone, all'estremità sud del territorio comunale e regionale, al confine con il Lazio. La frazione si divide in due località distanti tra loro due chilometri e unite da un'unica strada. Il primo agglomerato si formò nel cinquecento intorno al palazzo del Chiarone, sulla via Aurelia: con l'istituzione del vicino confine tra il Granducato di Toscana e lo Stato della Chiesa, la proprietà del terreno passò allo stato pontificio, pur trovandosi in territorio granducale, che lo adibì a dogana. Il secondo agglomerato venne denominato Chiarone Stazione perché situato lungo la ferrovia Tirrenica. Nel censimento del 2001 la frazione contava poco più di 20 abitanti.
  • Giardino, piccola frazione che si è andata a formare nell'estremità nord-ovest del territorio comunale, a ovest del centro di Capalbio. Nel 1945 vi è stata costruita una chiesa, divenuta sede di una parrocchia che estende la sua giurisdizione anche nei territori di Ansedonia e della Torba. La chiesa parrocchiale, tipicamente moderna, è stata consacrata nel 1959. Nel censimento del 2001 contava 15 abitanti.
  • Pescia Fiorentina, piccolo agglomerato rurale posto all'estremità sud-est del territorio comunale, al confine con la regione Lazio, poco a nord di Garavicchio e non molto distante dalla omonima Pescia Romana, in provincia di Viterbo. Nella campagna presso l'abitato di Pescia Fiorentina, vi era la sede di un'altra dogana che era ospitata nel complesso della Villa del Fontino. Una volta esauritesi le funzioni doganali, la struttura passò alla famiglia Boncompagni, proprietaria anche del Palazzo del Chiarone, che agli inizi del Novecento rivendette tutte queste proprietà alla famiglia Magrini. Il fabbricato che ospitò la dogana è stato recentemente ben restaurato e trasformato in residence agrituristico. Nel censimento del 2001 la frazione contava circa 40 abitanti.
  • Selva Nera, piccola località andatasi a formare sul confine con la regione Lazio che ha dovuto il suo sviluppo alla costruzione della Torre di Selva Nera, una torre di avvistamento costruita dai Medici tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento dinanzi all'estremo lembo costiero meridionale del territorio del Granducato di Toscana, in un'area confinante a ovest con lo Stato dei Presidii e a est con lo Stato della Chiesa. La torre svolgeva principalmente funzioni di avvistamento, per evitare che eventuali incursioni dal mare potessero mettere a rischio il vicino centro di Capalbio situato sulle prime propaggini collinari dell'entroterra. Con la costruzione di case e abitazioni, la torre è stata modificata nel corso dei secoli e adesso ha assunto l'aspetto di un comune edificio. Nel censimento del 2001 la frazione contava 21 abitanti.
  • La Torba è una piccola frazione situata nelle vicinanze del Mar Tirreno. Il nucleo principale della frazione è situato lungo la Via Aurelia, pochi chilometri distante da Ansedonia ed ospita la sede distaccata della parrocchia di Giardino, con la chiesa del Sacro Cuore di Gesù, voluta fortemente negli anni cinquanta dal vescovo di Grosseto monsignor Paolo Galeazzi. Il secondo nucleo di abitazioni è situata nella località Torba Mare, o Playa La Torba, che a differenza del primo sorge sulla costa. Nel censimento del 2001 la frazione contava 209 abitanti.

Da ricordare le località di Nunziatella, Torre Palazzi e Vallerana.

Amministrazione

Template:ComuniAmministrazione

  • Informazioni turistiche: 0564 89.66.11

Moda

Capalbio ha ispirato il conferimento di denominazione all'omonimo marchio di capi di abbigliamento tradizionale maremmano, che si ispira alla moda dei fattori e dei signori della Maremma dell'Ottocento. La linea di abbigliamento, inizialmente prodotta da una piccola industria di confezioni di Roccastrada, è stata acquisita dalla multinazionale Clothing Company che detiene anche il marchio Belstaff.

Galleria fotografica

Note

  1. ^ Rilevamento ISTAT del 31-12-2009.
  2. ^ Folco Giusti (a cura di). La storia naturale della Toscana meridionale. Milano, Amilcare Pizzi Editore, 1993. Pag 148
  3. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.

Bibliografia

Lo stesso argomento in dettaglio: Bibliografia sulla provincia di Grosseto.

Voci correlate

Altri progetti

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