Rasšua

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Rasšua
Расшуа
Immagine di Rasšua vista dallo spazio (il nord è a sinistra)
Geografia fisica
LocalizzazioneMare di Okhotsk
Coordinate47°45′N 153°01′E / 47.75°N 153.016667°E47.75; 153.016667
ArcipelagoIsole Curili
Superficie67 km²
Dimensioni13 × 6 km
Altitudine massima948 m s.l.m.
Classificazione geologicavulcanica
Geografia politica
StatoBandiera della Russia Russia
Circondario federaleEstremo Oriente
Oblast'  Sachalin
Rajon Severo-Kuril'skij
Demografia
Abitanti0
Cartografia
Mappa di localizzazione: Circondario federale dell'Estremo Oriente
Rasšua
Rasšua
voci di isole della Russia presenti su Wikipedia

Rasšua (in russo Расшуа; in giapponese 羅処和島, Rasushua-tō) è un'isola russa che fa parte dell'arcipelago delle Isole Curili ed è situata tra il Mare di Ochotsk e l'Oceano Pacifico settentrionale. Amministrativamente fa parte del Severo-Kuril'skij rajon dell'oblast' di Sachalin, nel Circondario federale dell'Estremo Oriente. Il suo nome viene dalla lingua ainu e significa "mantello di pelliccia". L'isola è disabitata.

Geografia[modifica | modifica wikitesto]

Rasšua si trova nella parte centrale delle isole Curili, 28 km a sud dell'isola di Matua, al di là dello stretto Nadeždy (пролив Надежды). A sud, lo stretto Srednego (пролив Среднего) la separa dalle isole Srednego (острова Среднего) che si trovano a una distanza di 10 km.

L'isola è lunga 13 km e larga 6 km. La sua superficie è di 67 km². Il vulcano Rasšua, alto 948 m, occupa buona parte dell'isola; nella parte meridionale c'è il monte Serp (гора Серп) che ha un'altezza di 495 m. Tra i due rilievi, nella parte centro meridionale dell'isola, c'è una zona pianeggiante con 5 piccoli laghi d'acqua dolce, corsi d'acqua e numerose sorgenti termali.

La parte sud dell'isola si allunga in una piccola penisola che termina in capo Južnyj (мыс Южный) a sud del quale si trova il piccolo isolotto Temnyj (остров Темный, 47°40′20.78″N 152°57′44.91″E / 47.672439°N 152.962475°E47.672439; 152.962475) e, ancora più a sud, l'isolotto Karlik (остров Карлик, 47°39′15.02″N 152°57′05.98″E / 47.654172°N 152.951661°E47.654172; 152.951661). Altre due piccole isolette sono gli scogli Arč (скалы Арч), a nord-ovest della penisola (47°42′01.87″N 152°57′16.48″E / 47.700519°N 152.954578°E47.700519; 152.954578)[1].

Il vulcano[modifica | modifica wikitesto]

L'isola è formata da uno stratovulcano attivo complesso, il Rasšua, che comprende, in una caldera di 6 km di diametro, tre coni vulcanici sovrapposti[2]. Il cono orientale ha violentemente eruttato nel 1846[3]. È stata registrata una debole esplosione nel 1957. Continua un'attività di fumarole nel cratere orientale e nella sella tra i due coni[2][3].

Flora e fauna[modifica | modifica wikitesto]

Gran parte dell'isola è coperta da macchie di arbusti bassi. Sulle pendici dei rilievi si trova la betulla, l'ontano, e vegetazione erbacea.

È luogo di nidificazione di gabbiani, urie (Uria aalge e Uria lomvia), della pulcinella di mare, del fulmaro. Ci sono volpi, volpi artiche e piccoli roditori.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Al momento del contatto con gli europei, l'isola era abitata dagli Ainu e sono state rinvenuti i resti di 40 abitazioni.

L'isola appare su una mappa ufficiale dei territori del clan Matsumae, un dominio feudale del periodo Edo in Giappone (1644)[4], domini confermati ufficialmente dallo shogunato Tokugawa nel 1715. Successivamente la sovranità passò all'Impero russo, in base ai termini del Trattato di Shimoda nel 1855[4][5], poi all'Impero del Giappone, secondo il Trattato di San Pietroburgo (1875)[6], insieme al resto delle isole Curili. All'epoca, i rimanenti abitanti ainu (otto famiglie) furono forzatamente trasferiti su Šikotan e Rasšua rimase disabitata.

Amministrativamente l'isola faceva parte della sottoprefettura di Nemuro, nella prefettura di Hokkaidō. Dopo la seconda guerra mondiale, l'isola passò sotto il controllo dell'Unione Sovietica e attualmente fa parte della Federazione Russa.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ TopoMapper
  2. ^ a b (EN) Global Volcanism Program Rasshua
  3. ^ a b (RU) SVERT Sakhalin Volcanic Eruption Response Team
  4. ^ a b (EN) The Kurile Islands Dispute Archiviato il 9 giugno 2012 in Internet Archive.
  5. ^ Giappone, isole Curili e pudore di Stalin. [collegamento interrotto], su javelina.altervista.org. URL consultato il 9 novembre 2017.
  6. ^ Le Isole Curili – la vecchia contesa tra la Russia e il Giappone, su jointhewip.com. URL consultato il 14 aprile 2012 (archiviato dall'url originale l'8 novembre 2017).

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Mappa russa: L-56 (JPG), su maps.vlasenko.net. URL consultato l'8 novembre 2017.